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ma queste gomme enormi a cosa servono?

stefano_68 ha scritto:
...i designer di questi mezzi pare abbian tutti parenti gommisti...
... e anche costruttori/venditori di cerchioni, meccanici/manutentori, benzinai, assicuratori, amministratori pubblici...

Peraltro, mentre si brontola o si ironizza in materia, sarebbe opportuno anche informarsi con una certa precisione su quanti sono gli stipendi e i redditi che devono la propria esistenza al fatto che "questi mezzi" vengono progettati, costruiti, venduti, comprati, messi in mostra nelle piazze e così via.

Tanto per essere sicuri di non rischiare di cadere nel sempre più gettonato paradosso per cui da un lato si invoca l'eliminazione di qualcosa (il tale bene "superfluo", la tale attività inquinante, gli sprechi del denaro pubblico, gli intrallazzi politici, le speculazioni immobiliari ecc.) e dall'altro si pretende che ciò avvenga senza alcun effetto collaterale negativo su qualsivoglia reddito o posto di lavoro.
Cosa, ovviamente, del tutto impossibile.
 
billarini ha scritto:
Grattaballe ha scritto:
L'anno scorso, in inverno mi é capitato di scambiare due parole con un ragazzo che gestisce due malghe in Carnia. Salendo verso una di queste si é trovato la strada occupata da una X5 di traverso che non riusciva a finire un tornante innevato. Manovre a più non posso, dischi resi roventi dai ripetuti interventi dei controlli elettronici, sfuriate in prima e in retro, ma nulla da fare. Tipo ganzo con gommatura da bar/pista e anche un pò giù, era partito da casa per portare le catene :D per il camion di uno dei suoi dipendenti, rimasto bloccato in altura. E' sceso (questo ragazzo...) e gli ha chiesto quanto ancora ci avrebbe messo a togliersi dai maroni. Quello totalmente sperduto ha farfugliato qualcosa a proposito del farsi aiutare a salire. Allora il ragazzo gli ha detto: al massimo te la sposto a lato della carreggiata così possiamo (nel frattempo altra gente si era dovuta fermare ed assisteva sghignazzante...) andare per i fatti nostri. Poi chiami con calma qualcuno a portarti su o a casa. Ha tirato l'X5 sul ciglio col suo Nissan Pick-Up del 2001, adeguatamente gommato, lo ha salutato ed ha proseguito per la sua strada. Al ritorno, un paio d'ore dopo, l'X5 era ancora lì abbandonato a se stesso. :D

io fossi stato il tipo dell'x5 sarei sceso e avrei preso a criccate in testa la gente che assisteva sghignazzante...

Sono cavoli suoi. Che non abbia saputo scegliere da principio tra una Subaru Forester e una BMW X5 per circolare in sicurezza NELLE SUE ZONE, non è certo colpa di quanti coloro si trovano impossibilitati a circolare per causa di una sua scelta idiota.
 
matteomatte1 ha scritto:
simo1988 ha scritto:
Stamattina avevo davanti una X6 (mi pare, non c'era niente tranne che il simbolo BMW) e ho visto che le gomme che montavano erano grosse quanto la mia auto tra un pò... ma a cosa servono? Ok le manie di grandezza... però

mica solo Bmw, dimmi tu a che servono i 20" sull'Insignia?

Augù... sinceramente trovo inutili e dannosi anche i semplici 225 45 R17 che montano di serie le più classiche segmento C del gruppo VW (e non solo).

Quando 205 55 R16 ti garantisce ottime prestazioni in ogni situazione, clima caldo o freddo che sia.

Gli pneumatici da 18 pollici, 19, 20 e oltre, sono ancora più inutili.

Anche nel segmento B ci sono delle belle idiozie...
 
simo1988 ha scritto:
Stamattina avevo davanti una X6 (mi pare, non c'era niente tranne che il simbolo BMW) e ho visto che le gomme che montavano erano grosse quanto la mia auto tra un pò... ma a cosa servono? Ok le manie di grandezza... però :rolleyes:

p.s. mia nonna ha detto che la mia in confronto è una cariola :? :? :? :D :D :D

Anche i cerchi da 17 pollici della Swift Sport (che comprerà mio fratello) sono esagerati. È il delirio collettivo.
 
marimasse ha scritto:
stefano_68 ha scritto:
...i designer di questi mezzi pare abbian tutti parenti gommisti...
... e anche costruttori/venditori di cerchioni, meccanici/manutentori, benzinai, assicuratori, amministratori pubblici...

Peraltro, mentre si brontola o si ironizza in materia, sarebbe opportuno anche informarsi con una certa precisione su quanti sono gli stipendi e i redditi che devono la propria esistenza al fatto che "questi mezzi" vengono progettati, costruiti, venduti, comprati, messi in mostra nelle piazze e così via.

Tanto per essere sicuri di non rischiare di cadere nel sempre più gettonato paradosso per cui da un lato si invoca l'eliminazione di qualcosa (il tale bene "superfluo", la tale attività inquinante, gli sprechi del denaro pubblico, gli intrallazzi politici, le speculazioni immobiliari ecc.) e dall'altro si pretende che ciò avvenga senza alcun effetto collaterale negativo su qualsivoglia reddito o posto di lavoro.
Cosa, ovviamente, del tutto impossibile.

Sono parzialmente d'accordo. Però, portando all'estremo questo ragionamento bisogna notare che anche le aziende che producono mine antiuomo producono reddito.
Qualche volta bisogna essere coraggiosi e parlare di riconversione industriale e produttiva
Prendiamo esempio dalla FIAT. Costruisce un nuovo SUV (per quanto? Quanto venderà? Quanto durerà la moda dei SUV?) e chiude l'unica fabbrica di mezzi per il trasporto pubblico in Italia :lol:
 
ellebubi ha scritto:
...anche le aziende che producono mine antiuomo producono reddito...
Infatti.
Il fatto è che, oggi più che mai, QUALSIASI attività costituisce per qualcuno fonte di lavoro e di reddito, per cui TUTTE le attività generano dei "posti di lavoro" e forniscono sostentamento a delle famiglie.
Proprio per questo è assurdo immaginare (e ancor più assurdo pretendere) che qualsivoglia azione di regolamentazione o riduzione o controllo possa essere attuata senza danneggiare alcun reddito, senza compromettere alcun posto di lavoro, senza creare disagi alle famiglie e così via.
Però è proprio quello che puntualmente succede ogniqualvolta qualcuno si permette di parlare, ad esempio, di riduzione del numero dei camion sulle strade, di tasse sull'acquisto di taluni beni di gran lusso o di controlli fiscali approfonditi su coloro che li acquistano, di maggiori restrizioni o controlli su attività (lavorative e non) particolarmente inquinanti o pericolose o dannose per l'ambiente, di eliminazione di certi insulsi o mal fatti programmi tv, di riduzione degli "incentivi" statali relativi a qualche settore merceologico, di riduzione della arrogante e ormai sfrenata quantità di pubblicità su giornali e tv e così via.
Immediatamente si leva un coro di angosciate proteste che tirano in ballo i posti di lavoro che verrebbero messi a rischio, le famiglie che ne risulterebbero immiserite ecc.
Ricordo che anni fa tali discorsi saltarono puntualmente fuori anche a proposito delle attività di contrabbando che in certe zone sono capillarmente diffuse.
Mi domando allora per quale ragione ci si ostini, ad esempio, a voler combattere e ostacolare il commercio delle droghe e le attività criminali in generale, che indubbiamente forniscono lavoro, reddito e sostentamento a chissà quante persone e famiglie.

...bisogna essere coraggiosi e parlare di riconversione industriale e produttiva...
Certo, purché senza ipocrisia. Anche la riconversione, infatti, NON può avvenire senza effetti collaterali negativi per i redditi e i posti di lavoro o, come minimo, per la qualità della vita delle persone e delle famiglie coinvolte.
La riconversione, in molti settori, NON significa passare dalla produzione di un modello di frigorifero ad un altro, ma passare ad esempio dalla produzione di automobili a quella di un prodotto completamente diverso.
Cambiare tipo di lavoro, magari radicalmente, non è affatto una passeggiata; inoltre non è affatto detto che il lavoratore che sa fare bene il suo vecchio lavoro sia in grado di fare altrettanto bene e altrettanto serenamente quello nuovo che la riconversione gli impone.
Per non parlare di tutti casi in cui la produzione, dopo essere stata drogata e pompata per anni e anni in tutti modi, dovrà necessariamente calare, ridursi sensibilmente, con le inevitabili conseguenze sui tanti, troppi, posti di lavoro che proprio dal "pompaggio" erano stati generati.

A mio modesto avviso sarebbe assai meglio che si smettesse, cominciando proprio dai discorsi che si fanno e si scrivono, di costruire e alimentare utopiche paradossali aspettative capaci magari di tranquillizzare oggi a prezzo di ben più grandi e pericolose delusioni e agitazioni domani.
 
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