Quello che dici è vero se stiamo parlando di motori che lavorano praticamente sempre a regime costante, come appunto gli aeronautici, i grossi diesel navali o ferroviari, i trattori agricoli e le macchine movimento terra, i gruppi elettrogeni, i compressori... Per quanto riguarda le auto il tempo di funzionamento è meno significativo, in quanto tale funzionamento può avvenire a regimi molto variabili, cui corrispondono diversi gradi di stress del lubrificante. Invece, non solo è opportuno valutare i km percorsi, ma anche e soprattutto le condizioni medie di utilizzo, tanto è vero che nel libretto di uso e manutenzione viene raccomandato di dimezzare gli intervalli di sostituzione di olio e filtri in caso di impiego in media particolarmente gravoso o stressante (es. taxi, agente di commercio, pieno carico, temperature estreme).Paolo_ ha scritto:Sono anche contrario alla misurazione chilometrica in quanto, come si fa per i motori aeronautici, quello che conta sono le ore di funzionamento.
Un'ora in autostrada (130 km) equivale più o meno ad un'ora in città (13 km).
In quest'ottica si capisce bene che un'ora in autostrada a 130, con il motore che gira costante sui 4000 giri, NON equivale affatto alla stessa ora in città, dove per quasi tutto il tempo il motore gira al minimo fermo in coda o in manovra e non supera i 2000 giri per più di qualche secondo, venendo magari anche spento e riacceso una decina di volte....