COS'E' UN OLIO MOTORE
Un olio motore e' una MISCELA di vari prodotti chimici.
La miscela e' costituita da una BASE piu' degli ADDITIVI.
Lo scopo della miscela e' di raggiungere specifiche caratteristiche tecniche che riguardano:
- Viscosita' a freddo
- Viscosita' a caldo
- Acidita'
- Capacita' detergenti
- Proprieta' di riduzione d'attrito
- Capacita' di legarsi chimicamente alla superficie metallica
- Tenuta del velo lubrificante a varie velocita'
- Resistenza al calore
- Resistenza alle azioni meccaniche.
e altro ancora.
Dunque, si vede gia' da qui che l'indice di viscosita' (il famoso 15W40) non e' che un indicatore di massima delle proprieta' dell'olio.
In sostanza, sarebbe come identificare un vino come "Rosso" o "Bianco". Certo: ci dice qualcosa, ma praticamente niente.
La grossa parte dell'olio e' costituita dalla BASE.
TIPI DI BASE
Ci sono diversi tipi di base, ma le due piu' comunemente note sono la minerale e la sintetica.
La minerale e' costituita prendendo del succo di dinosauri morti (petrolio), con tutte le schifezze che contiene e distillarlo in vari modi per ottenere dell'olio, separando quel che invece non si vuole (pezzi di scarafaggi giurassici, denti di tirannosauro ecc... ).
Iniziamente questi processi di "distillazione" erano piuttosto primitivi, e un mucchio di pezzi di scarafaggio restavano nella base, e ogni tanto persino uno o due denti di tirannosauro.
Questo rendeva la base incline a deteriorarsi col tempo, e a fornire prestazioni che si degradavano nel tempo. Al fine di migliorare le doti della base, venivano aggiunti molti additivi e, particolarmente nei multigradi, idrocarburi a catena lunga che avevano lo scopo di variare la viscosita' dell'olio a seconda della temperatura. L'olio era cioe' molto fluido a freddo: buono per l'inverno.
Scaldandosi, pero', la fluidita' sarebbe diminuita ulteriormente, rendendo l'olio inadatto alle temperature piu' elevate dell'estate. Gli idrocarburi a catena lunga col calore si distendono, incrementando la viscosita' dell'olio e mantenendo dunque la viscosita' desiderata anche a temperature superiori, non ostante l'azione deleteria delle impurita'.
Il problema e' che l'azione del calore nel motore, e l'azione meccanica stessa, frantumavano gli idrocarburi a catena lunga riducendone rapidamente l'efficacia, e degradando molto presto le doti dell'olio.
In alternativa a distillare la base dal petrolio, si poteva creare direttamente con processi di combinazione chimica la base desiderata, mettendo assieme atomi di carbonio, idrogeno ecc. a formare solo quello che si voleva, senza alcun bisogno di filtrare pezzi di scarafaggio e denti di dinosauro.
Il problema era che il processo era MOLTO costososo.
Gli oli SINTETICI necessitavano di meno additivi, e mantenevano molto piu' a lungo le proprieta' desiderate.
Intanto, pero', le tecniche di distillazione miglioravano, e si riuscivano a lasciare nella base minerale sempre meno pezzi di scarafaggio, e ormai da tempo non capitava piu' di trovarci un dente di dinosauro.
Le basi minerali vennero cosi' indicate con delle categorie, dalla piu' schifosa, alla migliore.
Si poteva anche usare una certa quantita' di base minerale e aggiungerci della base sintetica, ottenendo degli oli semisintetici con buona parte delle doti dei sintetici, a un costo piu' abbordabile.
Oggi ormai le basi minerali migliori contengono praticamente solo quello che si vuole, senza impurita', e non sono cosi' lontane dai sintetici, anzi.
Inoltre, processi di raffinazione piu' sofisticati permettono di prendere un olio esausto, filtrare tutte le porcherie che contiene (residui carboniosi di combustione, limatura metallica, additivi consunti e inadatti a svolgere il loro lavoro) lasciando una base indistinguibile da una distillata da petrolio greggio o da una buona sintetica che puo' essere di nuovo additivata per produrre il risultato finale desiderato.
GLI ADDITIVI
Se la base da' molto, le proprieta' finali sono essenzialmente determinate dall'assieme degli additivi.
Sempre per restare nell'ambito del vino, si puo' distinguere tra bianco e rosso, ma anche l'uvaggio scelto caratterizzera' le proprieta' finali del vino.
Inoltre, anche il metodo di vinificazione fa la differenza.
Le basi sono prodotte da pochi produttori su scala globale, mentre sono poi i singoli produttori di oli che miscelano basi diverse e additivi per ottenere il prodotto finale, e ogni "ricetta" e' diversa.
Ciascun olio e' adatto a impieghi specifici, e tipicamente le case producono i motori o pensando all'uso di oli gia' comunemente disponibili, o concordando con uno o piu' produttori le caratteristiche finali dell'olio di cui hanno bisogno e che verra' prodotto per le loro auto (come fece VW per i TDi con iniettore-pompa, per esempio).
Altre case raccomandano marchi specifici.
Quindi, al giorno d'oggi, non conta piu' cosi' tanto che un olio sia minerale o sintetico, purche' la base minerale sia di alta qualita', ne' che la base sia "nuova" o riciclata. Quello che conta e' che l'olio soddisfi i requisiti del motore nel quale deve essere impiegato.
Tolte alcune rare ciofeche, finche' si sta nell'ambito di oli seri, prodotti da produttori seri, non ci sono oli "migliori" o "peggiori", ma oli adatti, e oli inadatti.
Tra l'altro, e' un errore considerare un'olio con specifiche da gara migliore di un'olio comune: spesso e volentieri gli oli racing hanno caratteristiche elevatissime che pero' sono previste per durare poche ore di funzionamento motore, o addirittura pochi km. Usare tali oli in motori di auto di serie vuol dire andare incontro a un degrado velocissimo delle caratteristiche "mirabolanti" di questi oli.
L'olio migliore per un motore e' quello che gli ingegneri che l'han progettato han previsto di utilizzare.
Esistono poi oli per auto di serie con caratteristiche superiori, che effettivamente offrono migliori doti di protezione della meccanica, ma che tipicamente costano di piu'.
A ciascuno scegliere cosa utilizzare, e se convenga di piu' usare un'olio piu' economico ma cambiarlo molto piu' di frequente, o usare oli piu' prestazionali ma piu' costosi.
Un olio motore e' una MISCELA di vari prodotti chimici.
La miscela e' costituita da una BASE piu' degli ADDITIVI.
Lo scopo della miscela e' di raggiungere specifiche caratteristiche tecniche che riguardano:
- Viscosita' a freddo
- Viscosita' a caldo
- Acidita'
- Capacita' detergenti
- Proprieta' di riduzione d'attrito
- Capacita' di legarsi chimicamente alla superficie metallica
- Tenuta del velo lubrificante a varie velocita'
- Resistenza al calore
- Resistenza alle azioni meccaniche.
e altro ancora.
Dunque, si vede gia' da qui che l'indice di viscosita' (il famoso 15W40) non e' che un indicatore di massima delle proprieta' dell'olio.
In sostanza, sarebbe come identificare un vino come "Rosso" o "Bianco". Certo: ci dice qualcosa, ma praticamente niente.
La grossa parte dell'olio e' costituita dalla BASE.
TIPI DI BASE
Ci sono diversi tipi di base, ma le due piu' comunemente note sono la minerale e la sintetica.
La minerale e' costituita prendendo del succo di dinosauri morti (petrolio), con tutte le schifezze che contiene e distillarlo in vari modi per ottenere dell'olio, separando quel che invece non si vuole (pezzi di scarafaggi giurassici, denti di tirannosauro ecc... ).
Iniziamente questi processi di "distillazione" erano piuttosto primitivi, e un mucchio di pezzi di scarafaggio restavano nella base, e ogni tanto persino uno o due denti di tirannosauro.
Questo rendeva la base incline a deteriorarsi col tempo, e a fornire prestazioni che si degradavano nel tempo. Al fine di migliorare le doti della base, venivano aggiunti molti additivi e, particolarmente nei multigradi, idrocarburi a catena lunga che avevano lo scopo di variare la viscosita' dell'olio a seconda della temperatura. L'olio era cioe' molto fluido a freddo: buono per l'inverno.
Scaldandosi, pero', la fluidita' sarebbe diminuita ulteriormente, rendendo l'olio inadatto alle temperature piu' elevate dell'estate. Gli idrocarburi a catena lunga col calore si distendono, incrementando la viscosita' dell'olio e mantenendo dunque la viscosita' desiderata anche a temperature superiori, non ostante l'azione deleteria delle impurita'.
Il problema e' che l'azione del calore nel motore, e l'azione meccanica stessa, frantumavano gli idrocarburi a catena lunga riducendone rapidamente l'efficacia, e degradando molto presto le doti dell'olio.
In alternativa a distillare la base dal petrolio, si poteva creare direttamente con processi di combinazione chimica la base desiderata, mettendo assieme atomi di carbonio, idrogeno ecc. a formare solo quello che si voleva, senza alcun bisogno di filtrare pezzi di scarafaggio e denti di dinosauro.
Il problema era che il processo era MOLTO costososo.
Gli oli SINTETICI necessitavano di meno additivi, e mantenevano molto piu' a lungo le proprieta' desiderate.
Intanto, pero', le tecniche di distillazione miglioravano, e si riuscivano a lasciare nella base minerale sempre meno pezzi di scarafaggio, e ormai da tempo non capitava piu' di trovarci un dente di dinosauro.
Le basi minerali vennero cosi' indicate con delle categorie, dalla piu' schifosa, alla migliore.
Si poteva anche usare una certa quantita' di base minerale e aggiungerci della base sintetica, ottenendo degli oli semisintetici con buona parte delle doti dei sintetici, a un costo piu' abbordabile.
Oggi ormai le basi minerali migliori contengono praticamente solo quello che si vuole, senza impurita', e non sono cosi' lontane dai sintetici, anzi.
Inoltre, processi di raffinazione piu' sofisticati permettono di prendere un olio esausto, filtrare tutte le porcherie che contiene (residui carboniosi di combustione, limatura metallica, additivi consunti e inadatti a svolgere il loro lavoro) lasciando una base indistinguibile da una distillata da petrolio greggio o da una buona sintetica che puo' essere di nuovo additivata per produrre il risultato finale desiderato.
GLI ADDITIVI
Se la base da' molto, le proprieta' finali sono essenzialmente determinate dall'assieme degli additivi.
Sempre per restare nell'ambito del vino, si puo' distinguere tra bianco e rosso, ma anche l'uvaggio scelto caratterizzera' le proprieta' finali del vino.
Inoltre, anche il metodo di vinificazione fa la differenza.
Le basi sono prodotte da pochi produttori su scala globale, mentre sono poi i singoli produttori di oli che miscelano basi diverse e additivi per ottenere il prodotto finale, e ogni "ricetta" e' diversa.
Ciascun olio e' adatto a impieghi specifici, e tipicamente le case producono i motori o pensando all'uso di oli gia' comunemente disponibili, o concordando con uno o piu' produttori le caratteristiche finali dell'olio di cui hanno bisogno e che verra' prodotto per le loro auto (come fece VW per i TDi con iniettore-pompa, per esempio).
Altre case raccomandano marchi specifici.
Quindi, al giorno d'oggi, non conta piu' cosi' tanto che un olio sia minerale o sintetico, purche' la base minerale sia di alta qualita', ne' che la base sia "nuova" o riciclata. Quello che conta e' che l'olio soddisfi i requisiti del motore nel quale deve essere impiegato.
Tolte alcune rare ciofeche, finche' si sta nell'ambito di oli seri, prodotti da produttori seri, non ci sono oli "migliori" o "peggiori", ma oli adatti, e oli inadatti.
Tra l'altro, e' un errore considerare un'olio con specifiche da gara migliore di un'olio comune: spesso e volentieri gli oli racing hanno caratteristiche elevatissime che pero' sono previste per durare poche ore di funzionamento motore, o addirittura pochi km. Usare tali oli in motori di auto di serie vuol dire andare incontro a un degrado velocissimo delle caratteristiche "mirabolanti" di questi oli.
L'olio migliore per un motore e' quello che gli ingegneri che l'han progettato han previsto di utilizzare.
Esistono poi oli per auto di serie con caratteristiche superiori, che effettivamente offrono migliori doti di protezione della meccanica, ma che tipicamente costano di piu'.
A ciascuno scegliere cosa utilizzare, e se convenga di piu' usare un'olio piu' economico ma cambiarlo molto piu' di frequente, o usare oli piu' prestazionali ma piu' costosi.