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licenziata impiegata del Campidoglio

che poi, a leggere il primo intervento, quasi quasi e' pure colpa del comune di roma, perche' la macchinetta probabilmente eroga dal caffe' al martini con l'oliva, ma non la camomilla:D

quella era uno dei punti di difesa dell'avvocato, il fatto che non c'era la camomilla nelle macchinette all'interno dell'ufficio.
 
appunto dai, siamo al limite del ridicolo.
se io fossi il giudice, scoppierei a ridere davanti ad una scusa cosi'.
e' piu' plausibile Jake dei blues brothers:
"ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette!"

ma siccome siamo in itali', gia' so che la riassumeranno, con tanto di scuse.
d'altronde siamo nel 2017, com'e' possibile che in un ufficio pubblico, non ci sia un distributore di camomilla, veramente vergognoso. farei un esposto alla corte di strasburgo. certi incresciosi fatti non devono assolutamente ripetersi:)
 
ma poi la camomilla fa miracoli? a me è sembrata sempre una delle legende metropolitane prenderla quando si sta male
 
ma poi la camomilla fa miracoli? a me è sembrata sempre una delle legende metropolitane prenderla quando si sta male

Come spesso succede in questi casi, è vero che la camomilla contiene delle sostanze che hanno azioni sull'organismo. Il problema è che in una tazza di infuso:
1) non si estraggono i terpeni, che avrebbero azione antiinfiammatoria, antisettica e lenitiva, in quanto insolubili in acqua (e infatti sono contenuti nell'olio essenziale, che però è una preparazione fitoterapica)
2) come spesso succede, la diluizione dei principi attivi idrosolubile è tale per cui l'effetto è pressochè nullo.
Più o meno come il resveratrolo del vino rosso che fa bene alle arterie.... se ne bevi almeno quattro litri al giorno ;)
 
A me questi processi pubblici non piacciono manco per niente...alla fine questa è stata beccata che era andata, asserisce lei e fino a prova contraria ci credo, a prendersi una camomilla al bar rientrando OTTO (8) MINUTI dopo la timbratura....non è che fosse a giocare a tennis o a fare la spesa in orario di lavoro.

Chi può dire che non stesse male? Possiamo sapere per certo che non si sia sentita male prima di arrivare al lavoro, una volta uscita di casa? A me stesso è capitato di sentirmi male mentre andavo a lavorare, e siccome telefonare per malattia qualche minuto prima di cominciare a lavorare non è visto benissimo, mi sono presentato sul posto di lavoro, ho detto che non mi sentivo bene al mio superiore e ho detto che decidesse lui cosa preferiva, se dovessi dichiarare malattia oppure se, provando a prendermi un the caldo, mi sentissi meglio, riprendere a lavorare dopo un po', facendomi nel frattempo sostituire. Mi è stata accordata la seconda possibilità e venti minuti dopo ero al lavoro.

Con questo....fannulloni e furbetti vanno cacciati a pedate, specie col bisogno di lavorare che c'è, ma non tutti sono mascalzoni, e persino in Italia c'è la presunzione di innocenza....
 
A me questi processi pubblici non piacciono manco per niente...alla fine questa è stata beccata che era andata, asserisce lei e fino a prova contraria ci credo, a prendersi una camomilla al bar rientrando OTTO (8) MINUTI dopo la timbratura....non è che fosse a giocare a tennis o a fare la spesa in orario di lavoro.

ma anche io credo a quello che dice, però non ha seguito l'iter che doveva seguire, non capisco quindi perchè invece di fare un mea culpa li dove ha sbagliato ritiene il comune un azienda vessatoria
 
ma anche io credo a quello che dice, però non ha seguito l'iter che doveva seguire, non capisco quindi perchè invece di fare un mea culpa li dove ha sbagliato ritiene il comune un azienda vessatoria

Nessuno di noi ha visto come sono andate le cose, nessuno conosce la "protagonista" della vicenda, nessuno sa che rapporti ci sono tra la signora e i suoi colleghi, i suoi dirigenti, l'eventuale utenza con cui si rapporta, nessuno conosce il suo abituale comportamento. Quindi tutte le valutazioni che facciamo sono basate sul nulla, soprattutto in considerazione dell'andazzo medio della P.A., dove la statistica di Trilussa applicata all'impegno e alla produttività dei dipendenti spesso dà il meglio di sè....
 
Nessuno di noi ha visto come sono andate le cose, nessuno conosce la "protagonista" della vicenda

infatti io non mi sono permesso di giudicare la signora una assenteista seriale o una truffaldina, il fatto che sia uscita senza timbrare è agli atti e per me questa è una cosa grave che non si può liquidare con un semplice stavo male e sono dovuta uscire, cosi vuol dire come sempre fare una legge e poi permettere che la si eluda.
 
il fatto che sia uscita senza timbrare è agli atti

Se è la prima volta che succede è semplicemente pazzesco che si arrivi al licenziamento. Di solito, nel pubblico (ma credo anche nel privato), prima il dirigente ti chiama per spiegazioni, poi aprono un provvedimento disciplinare e solo dopo, ma molto dopo ti lasciano a casa. Quindi, se davvero era la prima volta, il comportamento dell'azienda (il comune, mi pare), è non vessatorio, di più. Ripeto, se è la prima volta.
 
Di solito, nel pubblico (ma credo anche nel privato), prima il dirigente ti chiama per spiegazioni, poi aprono un provvedimento disciplinare e solo dopo, ma molto dopo ti lasciano a casa

non vorrei dire una cosa non vera ma in realtà per ora c'è la sospensione, e proprio il fatto che sia in un impiego pubblico non permette ora una semplice chiacchierata con un superiore che per la prima volta può soprassedere,ma configurando un reato contro lo stato deve essere perseguita d'ufficio, ma sono mie personali considerazioni queste.
 
non vorrei dire una cosa non vera ma in realtà per ora c'è la sospensione, e proprio il fatto che sia in un impiego pubblico non permette ora una semplice chiacchierata con un superiore che per la prima volta può soprassedere,ma configurando un reato contro lo stato deve essere perseguita d'ufficio, ma sono mie personali considerazioni queste.
Paolo, stiamo parlando di una donna di sessant'anni. Licenziarla a quell'età può voler dire rovinarle il resto della vita, secondo me la cosa va valutata bene, anche passando sopra il regolamento, se necessario. Ovviamente tutto ciò senza cadere nel "benaltrismo" di paragonare l'impiegata a centinaia di funzionari che ogni giorno ne combinano che altro che camomilla.......
 
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