<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> L'auto piu bella è... | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

L'auto piu bella è...

Confesso che io sono di parte poichè mio coetaneo e conoscente nonchè amico di un mio carissimo amico era il figlio di chi progettò gli interni, un designer.....e ....ma secondo me aveva anche dei begli interni futuribili per i tempi. Posso capire fosse divisiva, come lo fu la plancia innovativa della Beta Trevi....


Gia'

cerchi contro quadrati....

Ma in 164 c'e' l' aggravante della qualita' della plastica.....
A parte, in quel marasma, la assurda decifrazione,
( che dovrebbe essere invece rapidissima )
dei medesimi quadrati
 
Ma in 164 c'e' l' aggravante della qualita' della plastica.....
Le plastiche di allora, tutte e non è questione di giapponese o tedesco o frncese o italiano o spagnolo o svedese o scandinavo erano diverse. Ricordo che non di rado, manbino, un rosario di bestemmie poteva capitare quando in una delle auto su cui salivo, ad una svolta, fosse un nonno o un genitore qualche devioluci.....bastava che la macchina stesse al sole un pò, e dal bel nero diventava grigetto biancastro poi con disarmante facilità....
 
Senza buttarla sul
" Son tutte cosi' "
Perche' non erano tutte cosi
e
Senza stare a tirare fuori la Thema....

....Posso dirti che anche nella " Delta " del 93 erano molto meglio....

Della serie:

" Solo al peggio non c'e' limite "
Anche perche' qui parliamo di un' ammiraglia

Saluti

:emoji_wink: :emoji_wink:
 
Io sarò strano ma per me la più bella è sempre lei
fiat_500_1968_02_m-1024x765.jpg

Oggi ne ho vista una sulla piazza del castello di casale parcheggiata nello spazio tra due stalli sotto un lampione di quelli antichi molto ingombranti che di fatto occupano uno stallo impedendo a qualsiasi auto moderna di parcheggiare.
Lei ci stava e tra due suv larghi e alti il doppio faceva comunque la sua bella figura.
 
Io sarò strano ma per me la più bella è sempre lei
fiat_500_1968_02_m-1024x765.jpg

Oggi ne ho vista una sulla piazza del castello di casale parcheggiata nello spazio tra due stalli sotto un lampione di quelli antichi molto ingombranti che di fatto occupano uno stallo impedendo a qualsiasi auto moderna di parcheggiare.
Lei ci stava e tra due suv larghi e alti il doppio faceva comunque la sua bella figura.
E io che ne avevo una uguale identica, stesso colore ( modello 500 L, targata FE) e sono andato a venderla per far posto nel garage...ancora quasi trenta anni fa, all' epoca non dovevo capire proprio niente...
 
E io che ne avevo una uguale identica, stesso colore ( modello 500 L, targata FE) e sono andato a venderla per far posto nel garage...ancora quasi trenta anni fa, all' epoca non dovevo capire proprio niente...

Quella di oggi non era una L ma credo una F color beige.
Il giallo Positano forse è il colore più bello,rigorosamente col volante e quadro chiari.
Anni fa ne vidi una sotto una tettoia e il proprietario dal cortile vedendomi interessato mi disse che era sana e che per 1000 euro me l'avrebbe venduta.
Ma io non avevo una lira.
Oggi la stessa auto la metterebbero in vendita almeno a 4500 euro.
 
Il giallo Positano forse è il colore più bello,rigorosamente col volante e quadro chiari.
Mi permetto solo un appunto: il giallo Positano nelle 500 "vintage" era un colore disponibile solo sulla L il cui volante è sempre e solo nero. Il quadro strumenti invece è quello simile (ma non uguale) a quello della 1100 R, quindi di plastica nera su cruscotto rivestito nero.
 
Ultima modifica:
Ho letto in giro che si trattava di una SSK che era la versione ancora più sportiva e performante, col compressore volumetrico. Macchina oggi da 7-8 milioni di dollari e anche di più, di cui gli esemplari si contano sulle dita di una mano.
te ghe' rasun
quella di lupin, ha 3 tubi di scarico che escono di fianco.
bhe, a me va bene anche questa "scarsa" :D
 
Anni fa ero andato (con un amico di Cuneo) alla presentazione di un libro sulla 2CV di Vincenzo Borgomeo, un giornalista di Repubblica appassionato di automobili storiche.
Oggi mi ha incuriosito perché sostanzialmente interpreta il mio pensiero un articolo su La Stampa. Lo riporto citando la fonte, sperando di non contravvenire a qualche regola del forum

Auto brutte È il trionfo del marketing sul design​

Guardare sfrecciare sulle nostre strade le nuove auto con le loro griglie che sembrano bocche spalancate in un urlo perpetuo, linee aggressive come se dovessero dichiarare guerra al traffico e firme luminose come alberi di Natale fa davvero impressione. Brutte? Spesso. Ma si vendono, eccome se si vendono.

Siamo al trionfo del marketing sullo stile, della percezione sulla sostanza. Ricordate quando il design era affidato a maestri come Pinin Farina; Bertone o Giugiaro? Quei signori tracciavano linee che facevano sognare, curve che evocavano armonia. Auto come Miura, GT Junior o 275 Gtb erano arte su ruote, idee universali di bellezza.

Oggi? Niente di tutto ciò. I geni del marketing hanno preso il sopravvento. Decidono loro cosa «funziona»: una mascherina gigantesca per trasmettere potenza (anche se sotto il cofano c'è il motore della Vespa 50), tratti discutibili per suggerire «innovazione».

È l'economia comportamentale. Non quella roba astratta dei libri di testo, ma la sua versione pratica, cinica, applicata al portafoglio. I consumatori moderni non scelgono più basandosi su criteri estetici eterni o su superiorità tecniche reali. No: prevalgono la «complessità percepita», le innovazioni brutali e la forza ipnotica di un tratto strano. Il marketing ha trasformato l’auto in un’esperienza, non in un oggetto. E se l'esperienza include un design che offende l'occhio? Pazienza, l'importante è che venda.

Ecco perché tutti i marchi, nessuno escluso, hanno relegato i grandi designer a consulenti occasionali, preferendo i loro centri stile interni: fabbriche di stile dove il capo del marketing detta legge. Il designer obbedisce, piega la matita alle curve del grafico di vendite.

Una volta era il contrario: il genio creativo tracciava la rotta, e la Casa automobilistica eseguiva (con rispetto). Va detto però, che oggi il mondo dell’auto gira più forte. Peccato però che giri un po' meno elegantemente.

Vincenzo Borgomeo
 
Anni fa ero andato (con un amico di Cuneo) alla presentazione di un libro sulla 2CV di Vincenzo Borgomeo, un giornalista di Repubblica appassionato di automobili storiche.
Oggi mi ha incuriosito perché sostanzialmente interpreta il mio pensiero un articolo su La Stampa. Lo riporto citando la fonte, sperando di non contravvenire a qualche regola del forum

Auto brutte È il trionfo del marketing sul design​

Guardare sfrecciare sulle nostre strade le nuove auto con le loro griglie che sembrano bocche spalancate in un urlo perpetuo, linee aggressive come se dovessero dichiarare guerra al traffico e firme luminose come alberi di Natale fa davvero impressione. Brutte? Spesso. Ma si vendono, eccome se si vendono.

Siamo al trionfo del marketing sullo stile, della percezione sulla sostanza. Ricordate quando il design era affidato a maestri come Pinin Farina; Bertone o Giugiaro? Quei signori tracciavano linee che facevano sognare, curve che evocavano armonia. Auto come Miura, GT Junior o 275 Gtb erano arte su ruote, idee universali di bellezza.

Oggi? Niente di tutto ciò. I geni del marketing hanno preso il sopravvento. Decidono loro cosa «funziona»: una mascherina gigantesca per trasmettere potenza (anche se sotto il cofano c'è il motore della Vespa 50), tratti discutibili per suggerire «innovazione».

È l'economia comportamentale. Non quella roba astratta dei libri di testo, ma la sua versione pratica, cinica, applicata al portafoglio. I consumatori moderni non scelgono più basandosi su criteri estetici eterni o su superiorità tecniche reali. No: prevalgono la «complessità percepita», le innovazioni brutali e la forza ipnotica di un tratto strano. Il marketing ha trasformato l’auto in un’esperienza, non in un oggetto. E se l'esperienza include un design che offende l'occhio? Pazienza, l'importante è che venda.

Ecco perché tutti i marchi, nessuno escluso, hanno relegato i grandi designer a consulenti occasionali, preferendo i loro centri stile interni: fabbriche di stile dove il capo del marketing detta legge. Il designer obbedisce, piega la matita alle curve del grafico di vendite.

Una volta era il contrario: il genio creativo tracciava la rotta, e la Casa automobilistica eseguiva (con rispetto). Va detto però, che oggi il mondo dell’auto gira più forte. Peccato però che giri un po' meno elegantemente.

Vincenzo Borgomeo
tristemente vero
 
Mi permetto solo un appunto: il giallo Positano nelle 500 "vintage" era un colore disponibile solo sulla L il cui volante è sempre e solo nero. Il quadro strumenti invece è quello simile (ma non uguale) a quello della 1100 R, quindi di plastica nera su cruscotto rivestito nero.

Non lo sapevo.
Probabilmente oltre la metà delle 500 ancora in circolazione sono state riverniciate e visto che,presumo,il costo è lo stesso tanti avranno approfittato per scegliere una tinta più gradevole anche se in origine non era prevista per le altre versioni.
Parlo ovviamente delle vetture che sono state restaurate senza badare troppo all'originalità.
 
Mi permetto solo un appunto: il giallo Positano nelle 500 "vintage" era un colore disponibile solo sulla L il cui volante è sempre e solo nero. Il quadro strumenti invece è quello simile (ma non uguale) a quello della 1100 R, quindi di plastica nera su cruscotto rivestito nero.


Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzarola


Della 1100 R.....
Della serie
" Non si butta niente "

:emoji_blush: :emoji_blush:
 
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