Anni fa ero andato (con un amico di Cuneo) alla presentazione di un libro sulla 2CV di Vincenzo Borgomeo, un giornalista di Repubblica appassionato di automobili storiche.
Oggi mi ha incuriosito perché sostanzialmente interpreta il mio pensiero un articolo su La Stampa. Lo riporto citando la fonte, sperando di non contravvenire a qualche regola del forum
Auto brutte È il trionfo del marketing sul design
Guardare sfrecciare sulle nostre strade le nuove auto con le loro griglie che sembrano bocche spalancate in un urlo perpetuo, linee aggressive come se dovessero dichiarare guerra al traffico e firme luminose come alberi di Natale fa davvero impressione. Brutte? Spesso. Ma si vendono, eccome se si vendono.
Siamo al trionfo del marketing sullo stile, della percezione sulla sostanza. Ricordate quando il design era affidato a maestri come Pinin Farina; Bertone o Giugiaro? Quei signori tracciavano linee che facevano sognare, curve che evocavano armonia. Auto come Miura, GT Junior o 275 Gtb erano arte su ruote, idee universali di bellezza.
Oggi? Niente di tutto ciò. I geni del marketing hanno preso il sopravvento. Decidono loro cosa «funziona»: una mascherina gigantesca per trasmettere potenza (anche se sotto il cofano c'è il motore della Vespa 50), tratti discutibili per suggerire «innovazione».
È l'economia comportamentale. Non quella roba astratta dei libri di testo, ma la sua versione pratica, cinica, applicata al portafoglio. I consumatori moderni non scelgono più basandosi su criteri estetici eterni o su superiorità tecniche reali. No: prevalgono la «complessità percepita», le innovazioni brutali e la forza ipnotica di un tratto strano. Il marketing ha trasformato l’auto in un’esperienza, non in un oggetto. E se l'esperienza include un design che offende l'occhio? Pazienza, l'importante è che venda.
Ecco perché tutti i marchi, nessuno escluso, hanno relegato i grandi designer a consulenti occasionali, preferendo i loro centri stile interni: fabbriche di stile dove il capo del marketing detta legge. Il designer obbedisce, piega la matita alle curve del grafico di vendite.
Una volta era il contrario: il genio creativo tracciava la rotta, e la Casa automobilistica eseguiva (con rispetto). Va detto però, che oggi il mondo dell’auto gira più forte. Peccato però che giri un po' meno elegantemente.
Vincenzo Borgomeo