Hai te risposto in modo molto cortese al mio post, non ti ho quotato.Non ho messo bocca sugli ADAS .. fai tutto da solo.
Hai te risposto in modo molto cortese al mio post, non ti ho quotato.Non ho messo bocca sugli ADAS .. fai tutto da solo.
mai vista una. e giro abbastanza.Se giri le trovi.
Le ultime che ho visto sono nel padovano ma ne ho trovate anche altrove.
Con la scusa di qualche buca o qualche incrocio mal gestito mettono il limite a 40 e tanti saluti.
Anche dalle auto più sicure. Ma non credo si voglia tornare indietro, semmai non andare troppo avanti. Si parla di auto di seg. A o al max B generaliste. Poi tutto è possibile, basta che l'auto uno non la compra più, ma l'affitta, se non ha i soldi abbastanza, oppure si compra un "usato sicuro", magari a zero stelle NCAP. La tua proposta quale sarebbe? Meno utili per le case e più sicurezza per tutti? Di oggettivo c'è che le auto di seg. A termiche stanno per sparire dai listini, la tua soluzione quale sarebbe per farle tornare? Oppure è meglio che spariscano proprio e viaggiamo come minimo con dei bei B-suv tipo la Grande Panda, denominata city car da Stellantis?
A me sembra che scherzavano, o no?faccio presente per stimolo alla discussione che in quella intervista non si parla di tornare a vetture pre obbligo ADAS che quindi sarebbe anche solo tornare a vetture pre luglio 2024 , ma si prendevano in esempio vetture come la 500 e la R5 .
Appena abbandonata. E' rimasta solo la Aygo che poco ha da spartire con la vecchia, anche in termini di sicurezza ovvio. Cmq con le industrie che non sono Onlus, si spera che una soluzione per chi ha poche possibilità la si trovi in futuroProbabile che il modello di accordo che c'era tra Toyota e PSA per realizzare C1,108 e AYGO potrebbe essere una soluzione,
A me sembra che scherzavano, o no?
I due manager si divertono a confrontare le loro rispettive R5 o Fiat 500 originali con le versioni attuali: "Sembrano aver passato settimane in palestra!" ", scherza John Elkann. Entrambi hanno ricordi dell'Italia, ad esempio, dove negli anni '80 le auto sotto i 4 metri rappresentavano i tre quarti del mercato.
In Europa, questa quota è scesa dal 50% al 5% di oggi. L'Europa deve quindi tornare all'auto di successo per rilanciare il suo mercato. Per de Meo ed Elkann resta implicita la presa di distanza dalle posizioni difese dai concorrenti tedeschi, specialisti nelle battaglie per i premi e per l'influenza a Bruxelles.
[…] La lotta per l'auto popolare può e deve essere guidata da Francia, Italia e Spagna, sostengono de Meo ed Elkann. «Questi tre Paesi sono i più colpiti», spiega il secondo. «Le loro popolazioni sono gli acquirenti di queste auto, i cui prezzi sono aumentati, e ne sono anche i produttori. E insieme pesano più della Germania in termini di produzione. È importante che questi Paesi considerino prioritaria la promozione della loro industria.»
"Quello che chiediamo è una regolamentazione differenziata per le auto di piccole dimensioni", spiega il capo della Renault. "Esistono troppe regole pensate per auto più grandi e costose, che non ci consentono di produrre auto di piccole dimensioni a condizioni di redditività accettabili."
Non è possibile trattare un'auto di 3,80 metri come un'auto di 5,5 metri! Il costo aggiuntivo per un'auto piccola è lo stesso di quello per una berlina grande. Ciò intacca buona parte del margine di vantaggio di questa piccola auto. E continuerà. »
[…] John Elkann e Luca de Meo prendono l'esempio delle "kei car" giapponesi, auto molto piccole e molto redditizie che hanno conquistato il 40% del mercato, grazie in particolare alle politiche favorevoli attuate dai comuni.
Appena abbandonata. E' rimasta solo la Aygo che poco ha da spartire con la vecchia, anche in termini di sicurezza ovvio.
Anche il trio cecospagnolotedesco di VW, chiusa l'esperienza (con anche una versione elettrica molto apprezzata), per poi piangersi addosso che la concorrenza orientale gli sta rubando il mercato.appena, sono anni che l'hanno abbandonata e la Toyota ha continuato a fare l'Aygo con il pianale della Yaris, ma è stato un errore non fare più un segmento in sinergia se quello era un modo per abbattere i costi, poi certo non so se dietro c'erano problemi di accordi commerciali tra le case, ma quello potrebbe essere un modello
Del 5%? Forse con i costi che ha l'industria europea, produrre auto piccole a queste condizioni non ha più senso, e ne avrà sempre di meno, o almeno è quello che si deduce vedendo la contrazione delle quote di vendita e di offerta. Le soluzioni mi sembra che ci siano, tipo quella di ALGEPA, peccato che al momento o sono state abbandonate o non continuate interamente, è rimasta solo la Aygo, almeno quella.Anche il trio cecospagnolotedesco di VW, chiusa l'esperienza (con anche una versione elettrica molto apprezzata), per poi piangersi addosso che la concorrenza orientale gli sta rubando il mercato.
E dice che le stesse cose di Elkann, quindi? Chi è poco serio?
Da sempre tutti gli Agnelli ed eredi si sono fatti solo i loro interessi.La differenza è che Elkann si è sempre fatto gli affari suoi, quindi SI ARRANGI
Anche dalle auto più sicure. Ma non credo si voglia tornare indietro, semmai non andare troppo avanti. Si parla di auto di seg. A o al max B generaliste. Poi tutto è possibile, basta che l'auto uno non la compra più, ma l'affitta, se non ha i soldi abbastanza, oppure si compra un "usato sicuro", magari a zero stelle NCAP.
A me sembra che scherzavano, o no?
I due manager si divertono a confrontare le loro rispettive R5 o Fiat 500 originali con le versioni attuali: "Sembrano aver passato settimane in palestra!" ", scherza John Elkann. Entrambi hanno ricordi dell'Italia, ad esempio, dove negli anni '80 le auto sotto i 4 metri rappresentavano i tre quarti del mercato.
In Europa, questa quota è scesa dal 50% al 5% di oggi. L'Europa deve quindi tornare all'auto di successo per rilanciare il suo mercato. Per de Meo ed Elkann resta implicita la presa di distanza dalle posizioni difese dai concorrenti tedeschi, specialisti nelle battaglie per i premi e per l'influenza a Bruxelles.
[…] La lotta per l'auto popolare può e deve essere guidata da Francia, Italia e Spagna, sostengono de Meo ed Elkann. «Questi tre Paesi sono i più colpiti», spiega il secondo. «Le loro popolazioni sono gli acquirenti di queste auto, i cui prezzi sono aumentati, e ne sono anche i produttori. E insieme pesano più della Germania in termini di produzione. È importante che questi Paesi considerino prioritaria la promozione della loro industria.»
"Quello che chiediamo è una regolamentazione differenziata per le auto di piccole dimensioni", spiega il capo della Renault. "Esistono troppe regole pensate per auto più grandi e costose, che non ci consentono di produrre auto di piccole dimensioni a condizioni di redditività accettabili."
Non è possibile trattare un'auto di 3,80 metri come un'auto di 5,5 metri! Il costo aggiuntivo per un'auto piccola è lo stesso di quello per una berlina grande. Ciò intacca buona parte del margine di vantaggio di questa piccola auto. E continuerà. »
[…] John Elkann e Luca de Meo prendono l'esempio delle "kei car" giapponesi, auto molto piccole e molto redditizie che hanno conquistato il 40% del mercato, grazie in particolare alle politiche favorevoli attuate dai comuni.
La differenza è che Elkann si è sempre fatto gli affari suoi, quindi SI ARRANGI
keyone - 1 ora fa
Carloantonio70 - 55 minuti fa
quicktake - 2 anni fa
omniae - 15 giorni fa