Diciamoci la verità. Siamo un po' tutti così, quando dicono una cosa qualsiasi, ma però è allineata alla nostra idea tendiamo a credergli di più di quando dicono una cosa contraria alla nostra idea. Questo vale per qualsiasi argomento. Lo vediamo qui, quando uno posta un link per dimostrare qualche cosa, eccone pronto un altro a dimostrare il contrario. Dove starà la verità? Boh
Sugli scienziati "eretici", non tutti sanno come funziona il sistema delle carriere universitarie e sulle citazioni dei propri lavori sulle riviste. Siccome il discorso è complicato e sto facendo dell'altro, ho fatto riassumere a ChatGPT quanto segue:
Il
Citation Index (o indice di citazione) è una misura utilizzata per valutare l'impatto e la rilevanza di articoli scientifici, riviste, autori o istituzioni accademiche basata su quante volte un loro lavoro viene citato in altre pubblicazioni. Più un articolo o un autore viene citato, maggiore è il suo impatto percepito nella comunità accademica, poiché le citazioni indicano che altri ricercatori considerano quel lavoro come rilevante e utile per il loro.
Ecco alcuni aspetti chiave del citation index:
- Misura di Rilevanza: Un elevato numero di citazioni suggerisce che un articolo o un autore ha avuto un impatto significativo sulla propria area di ricerca.
- Valutazione della Qualità: Viene spesso usato per valutare la qualità e l'importanza della ricerca, anche se è solo uno dei molti indicatori possibili.
- Indici Specifici: Esistono database come il Web of Science, Scopus e Google Scholar che calcolano e archiviano gli indici di citazione per milioni di articoli e forniscono strumenti di ricerca avanzati per valutare l’impatto delle pubblicazioni.
- Impact Factor e H-index: Sono metriche derivate dal citation index. L'Impact Factor misura la frequenza media con cui gli articoli di una rivista sono citati, mentre l'H-index valuta il numero e l'impatto delle pubblicazioni di un ricercatore.
Quindi, in sintesi, il citation index è una metrica che misura l'influenza di pubblicazioni o autori nella comunità scientifica, basandosi su quanto le loro ricerche vengono citate da altri studiosi.
Questo (IMHO infernale) meccanismo ha una conseguenza poco immediata da rilevare: se sei un ricercatore a inizio carriera, è tuo preciso interesse pubblicare su riviste "di impatto", nel senso letterale del termine, e se vuoi che il tuo lavoro venga poi citato dai colleghi, accrescendo il tuo C.I. devi per forza di cose "accodarti" a quello che potremmo chiamare "mainstream". Alla fine, c'è un tema su cui c'è un gruppo internazionale di ricercatori che sviluppano quel tema e si citano uno con l'altro. Se tu giovane ricercatore hai un'idea luminosa e fai una ricerca in un settore nuovo, o comunque poco "frequentato" ma sei da solo, anche se la rivista VIP ti accetta il lavoro, poi non ti cita nessuno, (e peggio ancora se quel lavoro va controcorrente...).
Risultato: certe posizioni "fuori dal coro" finchè sei ricercatore e associato semplicemente non ti conviene prenderle, perchè ti comprometti la carriera. Una volta che hai fatto carriera, allora puoi anche permetterti di fare un po' quello che ti piace, ma ormai hai sessant'anni e non è detto che tu ne abbia ancora voglia.....
Tutto il pistolotto è per dire che a volte ci sono posizioni scientifiche solide come rocce che rimangono tali ANCHE perchè non c'è interesse a provare a scalfirle.....