<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 993 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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...appunto, già non le vogliono nuove....
Vero, fan fatica, ma prova a immaginare se fossero ben più convenienti di quel che rimarrà a listino di termico...

Secondo me venderle le vendono, gli utenti non sapranno che sono state mesi in un porto esposte a tutto, verranno passate per una lucidatura e imbellettata e via che si va! :D
 
Posto che la mia ciminera era rimasta parcheggiata in piazzale per un anno prima del mio acquisto (ma dalle parti di Piacenza, non in ambito portuale), una cinese segmento C a pile ferma in piazzale, ammesso e purtroppo non concesso di avere una wallbox domestica, a poniamo 15.000 euro perché no? o una citycar a 10.000, ancora meglio. Se dura 5/6 anni potrebbe essere un buon affare (per le mie tasche, non certo per l'ambiente)


Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhh
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
Ruggineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

?!?
 
Una domanda avete visto le tariffe x le ricariche? una ricarica veloce sta sui 95 cent, un po' meno se a 22Kwh, sui 60 cent, prezzi alla colonnina ovviamente... ancora senza accisette varie, che prima o poi arriveranno, transizione sostenibile?
 
Una domanda avete visto le tariffe x le ricariche? una ricarica veloce sta sui 95 cent, un po' meno se a 22Kwh, sui 60 cent, prezzi alla colonnina ovviamente... ancora senza accisette varie, che prima o poi arriveranno, transizione sostenibile?

Confesso che sono un po' sorpreso, avrei scommesso che avrebbero aspettato un po' prima di chiudere la trappola....
 
pensare che son cose che, 4 pirla in un semplice forum di auto, dicono da anni.
possibile che a blx ci sia troppa umidita', e abbiano il cervello arrugginito? :D

comunque, immagino che il parcheggio nei piazzali dei porti, glielo facciano pagare. quindi piu' le tengono li', e meglio e' per noi, son soldi che entrano.
anche se ho il sospetto che tra un po', dovremo smaltirle a nostre spese, perche' quando smetteranno di pagare il parcheggio, le sequestreranno, e dopo 4 anni di procedura, saranno rottami che potranno solo essere regalate
 
Il gestore più grosso arriva addirittura a 99 cent per quelle veloci, considerando che di media si fanno 6 km con un Kwh, si va in una forbice di prezzo compreso tra 1.8 e 3 € per fare 18/20 km... poi si lamenta che non sfondano...
 
TRIONFO DELL'IBRIDO CHI L'AVREBBE DETTO?

La soluzione inventata da Takeshi Uchiyamada e lanciata con la Toyota Prius pareva una bizzarria, o quasi. E invece, a distanza di trent'anni, le auto a doppia propulsione sono diventate le regine del mercato. In attesa della sempre più nebulosa rivoluzione elettrica.

Dieci anni fa, con una scelta molto azzeccata, Quattroruote assegnò il Premio Gianni Mazzocchi a Takeshi Uchiyamada, che era da poco diventato presidente della Toyota, ma è più conosciuto nel mondo dell'auto come il padre dell'ibrido. Fu lui, trent'anni fa esatti, a dar vita a quello che divenne il leggendario Progetto G21, dove la G stava per Globo e 21 per il nuovo secolo. L'obiettivo era creare automobili rispettose dell'ambiente e il costruttore giapponese gli mise a disposizione un esercito di 1.700 ingegneri che resero praticabile l'idea di abbinare un motore elettrico a uno termico. Pareva a tutti noi che c'eravamo, e mangiavamo pane e automobili dalla mattina alla sera, una soluzione più bislacca che visionaria, impressione peggiorata dalla vista della prima Prius (anno 1997), che era una vettura probabilmente intelligente (e che si sarebbe rivelato peraltro intelligentissima), ma senz'altro indigeribile dal punto di vista estetico; questo soprattutto per gli italiani che dello stile hanno sempre fatto una missione e una bandiera. Al riguardo ricordo benissimo l'imbarazzo degli uomini della portineria alla Ferrari quando la parcheggiavo davanti all'ingresso e poi la loro corsa, seguita dalla preghiera di spostarla, perché, se poi arrivava il presidente Montezemolo e la vedeva in bella (si fa per dire) mostra, sarebbero stati cavoli amari per loro. Ecco, tutto questo mi è tornato in mente guardando i numeri del mercato nazionale, dove le ibride tradizionali – non contando quelle alla spina, cioè le plugin che, al pari delle elettriche, proprio non sfondano e lo dicono i dati, non le opinioni – oggi valgono quasi il 40% del venduto, roba da auto a gasolio dei tempi migliori. È tutto oro quel che luccica? Sì, lo è, anche se le vere full hybrid sono molte meno delle mild hybrid, che servono a migliorare l'efficienza dei motori ma restano, gira e rigira, motorizzazioni tradizionali. Quella che conta, però, è l'accettazione del grande pubblico, ormai convinto, in attesa di un futuro che appare ancora piuttosto nebuloso, che la soluzione termico più elettrico sia la più conveniente o, comunque, la meno dolorosa possibile. Lo stesso termine "ibrido" è stato digerito dopo le grandi paure iniziali dei dirigenti di Toyota Italia, che avevano timore di usarlo, a differenza delle altre filiali europee. Sì, perché se ibrido al di là delle Alpi sta per qualcosa che significa "questo e quello", da noi poteva essere inteso negativamente, cioè come "né questo né quello". Qualcuno potrebbe sorprendersi, ma per mesi e mesi gli uomini del marketing e i creativi delle più rinomate agenzie di pubblicità si sforzarono per trovare un sinonimo meno rischioso: senza successo, così, alla fine si accettò con molta preoccupazione la soluzione universale, con l'accortezza di scriverla sempre all'inglese, "hybrid", perché pareva che facesse meno danni. Altri tempi: si parla di oltre 20 anni fa, che – con la velocità con cui sta cambiando il mondo – sembrano un'eternità. Da un anno, comunque, Takeshi Uchiyamada non è più il chairman della Toyota, probabilmente perché, a 77 anni compiuti, persino un giapponese può accettare l'idea di lavorare di meno. È rimasto in azienda, sia pure con minori responsabilità, e continua a sostenere che chi ha scommesso forte sul passaggio alla transizione elettrica pura si sia preso grossi rischi: una soluzione che la Toyota non rinnega, ma percorre con prudenza estrema, inquietando peraltro la concorrenza con i tanti dubbi al riguardo continuamente espressi.
(Carlo Cavicchi)
 
Bisogna ricordare che il mercato è stato drogato più o meno giustamente da leggi e "grida" che mettono in seria difficoltà le auto a gasolio e in parte a benzina.
La diffusione dell'ibrido non è una scelta libera.
 
TRIONFO DELL'IBRIDO CHI L'AVREBBE DETTO?

La soluzione inventata da Takeshi Uchiyamada e lanciata con la Toyota Prius pareva una bizzarria, o quasi. E invece, a distanza di trent'anni, le auto a doppia propulsione sono diventate le regine del mercato. In attesa della sempre più nebulosa rivoluzione elettrica.

Dieci anni fa, con una scelta molto azzeccata, Quattroruote assegnò il Premio Gianni Mazzocchi a Takeshi Uchiyamada, che era da poco diventato presidente della Toyota, ma è più conosciuto nel mondo dell'auto come il padre dell'ibrido. Fu lui, trent'anni fa esatti, a dar vita a quello che divenne il leggendario Progetto G21, dove la G stava per Globo e 21 per il nuovo secolo. L'obiettivo era creare automobili rispettose dell'ambiente e il costruttore giapponese gli mise a disposizione un esercito di 1.700 ingegneri che resero praticabile l'idea di abbinare un motore elettrico a uno termico. Pareva a tutti noi che c'eravamo, e mangiavamo pane e automobili dalla mattina alla sera, una soluzione più bislacca che visionaria, impressione peggiorata dalla vista della prima Prius (anno 1997), che era una vettura probabilmente intelligente (e che si sarebbe rivelato peraltro intelligentissima), ma senz'altro indigeribile dal punto di vista estetico; questo soprattutto per gli italiani che dello stile hanno sempre fatto una missione e una bandiera. Al riguardo ricordo benissimo l'imbarazzo degli uomini della portineria alla Ferrari quando la parcheggiavo davanti all'ingresso e poi la loro corsa, seguita dalla preghiera di spostarla, perché, se poi arrivava il presidente Montezemolo e la vedeva in bella (si fa per dire) mostra, sarebbero stati cavoli amari per loro. Ecco, tutto questo mi è tornato in mente guardando i numeri del mercato nazionale, dove le ibride tradizionali – non contando quelle alla spina, cioè le plugin che, al pari delle elettriche, proprio non sfondano e lo dicono i dati, non le opinioni – oggi valgono quasi il 40% del venduto, roba da auto a gasolio dei tempi migliori. È tutto oro quel che luccica? Sì, lo è, anche se le vere full hybrid sono molte meno delle mild hybrid, che servono a migliorare l'efficienza dei motori ma restano, gira e rigira, motorizzazioni tradizionali. Quella che conta, però, è l'accettazione del grande pubblico, ormai convinto, in attesa di un futuro che appare ancora piuttosto nebuloso, che la soluzione termico più elettrico sia la più conveniente o, comunque, la meno dolorosa possibile. Lo stesso termine "ibrido" è stato digerito dopo le grandi paure iniziali dei dirigenti di Toyota Italia, che avevano timore di usarlo, a differenza delle altre filiali europee. Sì, perché se ibrido al di là delle Alpi sta per qualcosa che significa "questo e quello", da noi poteva essere inteso negativamente, cioè come "né questo né quello". Qualcuno potrebbe sorprendersi, ma per mesi e mesi gli uomini del marketing e i creativi delle più rinomate agenzie di pubblicità si sforzarono per trovare un sinonimo meno rischioso: senza successo, così, alla fine si accettò con molta preoccupazione la soluzione universale, con l'accortezza di scriverla sempre all'inglese, "hybrid", perché pareva che facesse meno danni. Altri tempi: si parla di oltre 20 anni fa, che – con la velocità con cui sta cambiando il mondo – sembrano un'eternità. Da un anno, comunque, Takeshi Uchiyamada non è più il chairman della Toyota, probabilmente perché, a 77 anni compiuti, persino un giapponese può accettare l'idea di lavorare di meno. È rimasto in azienda, sia pure con minori responsabilità, e continua a sostenere che chi ha scommesso forte sul passaggio alla transizione elettrica pura si sia preso grossi rischi: una soluzione che la Toyota non rinnega, ma percorre con prudenza estrema, inquietando peraltro la concorrenza con i tanti dubbi al riguardo continuamente espressi.
(Carlo Cavicchi)
le regine del mercato, ma le ci sono ibride vere e praticamente solo sulla carta.
 
La diffusione dell'ibrido non è una scelta libera.
E quindi? la scelta dell'elettrico lo è ancor meno, visto che dovrebbe essere imposta nel 2035, in UE almeno. A distanza di anni diciamo che la scelta si sta rivelando lungimirante e questo nonostante 20 anni fa le auto a gasolio spopolavano ed erano le regine del mercato, per cui Toyota poteva tranquillamente investire su di esse anziché imbarcarsi nell'avventura dell'ibrido, o no?
 
Ultima modifica:
E quindi? la scelta dell'elettrico lo è ancor meno, visto che dovrebbe essere imposta nel 2035, in UE almeno. A distanza di anni diciamo che la scelta si sta rivelando lungimirante e questo nonostante 20 anni fa le auto a gasolio spopolavano ed erano le regine del mercato, per cui Toyota poteva tranquillamente investire su di esse anziché imbarcarsi nell'avventura dell'ibrido, o no?
Certo, onore a Toyota, ma ripeto, le ibride non hanno successo perché migliori, ma perché agevolate.
 
Certo, onore a Toyota, ma ripeto, le ibride non hanno successo perché migliori, ma perché agevolate.
Se spendi 30000 e più euro per l'auto, l'agevolazione di non pagare il "bollo" per 5 anni, e non tutte le regioni lo fanno, è poca cosa, come entrare nelle ZTL, sarebbero agevolazioni appetibili che ti convincerebbero a prendere un'ibrida?
 
Se spendi 30000 e più euro per l'auto, l'agevolazione di non pagare il "bollo" per 5 anni, e non tutte le regioni lo fanno, è poca cosa, come entrare nelle ZTL, sarebbero agevolazioni appetibili che ti convincerebbero a prendere un'ibrida?
Ma prendere un diesel sapendo che nel giro di pochi anni avrai forti limitazioni alla circolazione?
Vere o presunte che siano...
 
Secondo me con l'elettrico finirà come le trappole per cinghiali, tutti dentro, poi quando occorreranno le accise per far quadrare il bilancio, zac...
 
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