Consisterà a mio avviso nello scordarsi l'utopia delle emissioni zero per le economie sviluppate (già abbondantemente sotto controllo), ma nel concentrarsi ad accompagnare mediante investimenti e accordi internazionali, tutti quei Paesi per cui si prospetterebbe una crescita delle emissioni senza freni. Magari controbilanciando "l'invito" mediante pesantissime sanzioni economico-commerciali, per chi ovviamente ne abbia il potere (e parlo di grandi economie tipo USA) senza danneggiare le proprie economie interne.
Il problema è oggi che sulla terra miliardi ( dico miliardi) di persone aspirano tutte ad un regime di vita , fatto di alimentazione di carni d'allevamento , uso dell'auto , degli elettrodomestici , di condizionamento dell'aria , di trasporti aerei ecc. ecc.) che è paragonabile solo all'elite dei nobili europei ante rivoluzione francese , i quali però erano poche migliaia nel mondo e comunque non potevano disporre dell'elettricità . Ora questo è comunque segno di democratizzazione delle economie , dove non ci sono più nazioni ricche e nazioni povere a loro soggette (che poi all'interno dei continenti vi siano lo stesso poveri e poverissimi è un altro discorso ) però il problema ecologico si sposta per forza di cose , anzi di numeri , fuori dall'occidente e riguarda - e riguarderà sempre di più negli anni a venire- la Cina , il sud-est asiatico e l'Africa . Qui si dovrebbe intervenire per limitare la crescita esponenziale dell'inquinamento e insieme disinnescare la bomba demografica soprattutto africana . Fare i primi della classe in Europa , lasciando fare al resto del mondo ciò che vuole , battendosi il petto per i nostri presunti bagordi del passato , ci porterà solo guai , senza "salvare" il pianeta...
Continuare a voler giocare il ruolo di primi della classe quando il resto degli scolari sono 6-7 miliardi di somari, significa condannare l'Europa (o l'Occidente più in generale) alla miseria sociale, problema che evidentemente agli ecologisti non tange minimamente. Una miseria "al verde" in tutti i sensi.