<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1227 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Secondo me non state centrando il problema. Si deve partire dal fatto che sia una termica che una elettrica se costruite a regola d'arte a meno che non siano interessate da fattori esterni non prenderanno mai fuoco, e qui salterà fuori qualcuno a dire che ho scoperto l'acqua calda.
Beh acqua calda si acqua calda no tutti gli incendi spontanei su di un'auto sono imputabili a errori di fabbricazione e/o progettazzione non alla tecnologia in se stessa. Forse qui nessunoi ricorda il caso dell'acceleratore elettronico delle toyota dove un modello Lexus sterminò una intera famiglia. Ma allora nessuno disse e pensava che le auto con acceletore elettronico erano pericolose, ma lo erano le auto Toyota. Se la batteria ha un difetto di fabbricazione il problema e la colpa deve essere della marca che l'ha prodotta non esteso all'intero settore. Però da quello che vedo il minestrone è sempre servito in tavola, Byd richiama 97 mila auto per rischio incendio ? Ahh ecco le elettriche sono pericolose, e non perchè Byd ha montato dei servosterzo difettosi, che tra l'altro con il fatto di essere un'auto elettrica centra una cippa, allora il problema è di Byd. Lo stesso le Phev di Jepp. Fortunatamente, ma potrei essere smentito in futuro, l'unico caso di incendio imputabile al sistema elettrico/batteria/ricarica della famiglia Vw ID è di una 3 Olandese nel 2021 che appena finita la ricarica ha cominciato a fumare dal pacco batterie e l'ha completamente distrutta. Ma Vw di elettriche ne ha prodotte quasi un milione senza avere di questi problemi. Si troverà una notizia che Vw Usa richiamò 24 mila ID.4 per rischio incendio praticamente l'intera produzione di allora, ne parlavano a titoloni, poi leggevi l'articolo e il problema erano le tendine parasole che secondo la Nhtsa bruciavano più velocemente di altre omologate. Quindi in fin della fiera tutte le auto bruciano se hanno un difetto che ne innesca l'incendio e sopratutto le termiche che non sono manutenute secondo gli standard della casa. Se questo particolare, visto che abbiamo il parco circolante più vecchio d'Europa, non viene rispettato allora si che nella realtà le termiche bruciano di più delle elettriche.
 
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In definitiva, il confronto del rischio di incendio fra BEV e altri tipi di auto è sacrosanto in questo topic, sopratutto a fronte di alcuni link allarmistici sull'incisività dei casi, mentre a carico delle elettriche c'è da chiarire come gestire al meglio i casi in cui (per qualsiasi motivo) si arriva all'incendio, se non altro perchè siamo ancora in un momento di grande sperimentazione e non è detto che non arrivino sistemi di spegnimento più adeguati e definitivi.
 
tutti gli incendi spontanei su di un'auto sono imputabili a errori di fabbricazione e/o progettazzione non alla tecnologia in se stessa.

Ni..... nel caso delle batterie al litio, c'è un fattore strutturale che tende ad autoalimentare l'incendio una volta che per qualsiasi motivo sia innescato.

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2590174522001337

Incollo un frammento tradotto con DeepL:

Il Thermal runawy delle batterie agli ioni di litio è un fenomeno che consiste in una serie di reazioni esotermiche a catena all'interno della batteria. Queste reazioni di solito provocano un forte aumento della temperatura interna della batteria, causando la destabilizzazione e il degrado delle strutture interne, che possono portare al cedimento totale della batteria. Il thermal runaway può essere causato da varie forme di stress meccanico, elettrico e termico. Tutte queste cause portano a un cortocircuito interno della batteria quando il separatore tra l'anodo e il catodo collassa, si rompe o viene perforato. Ciò genera un'elevata quantità di calore, che a sua volta intensifica il grado di reazioni elettrochimiche causando un'eccessiva generazione di calore. Questo ciclo continua, aumentando notevolmente la temperatura della batteria e rilasciando grandi quantità di gas infiammabili. Il rilascio di gas provoca un aumento della pressione interna della batteria con conseguente espansione dell'involucro esterno, causando una potenziale esplosione e un incendio della batteria.

Questo è indubbiamente un punto debole della tecnologia stessa, e non è un caso se mezzo mondo sta cercando delle alternative pratiche al litio. E' uno dei motivi per cui sostengo che ci siamo infognati fino alle orecchie in un modello di mobilità del tutto inadatto all'automotive, e consideriamo anche che non ci sono solo le auto, ma ci sono anche milioni di e-bike e scooter che hanno lo stesso problema, e se vanno a fuoco quelle non attirano i giornalisti con la stessa intensità dell'incendio di un'auto....
 
Da un paio d'anni vado scrivendo che la scellerata idea di governare il mercato dell'auto attraverso quelle che gli anglosassoni definiscono "mandate policies" avrebbe gettato le basi per la deindustrializzazione dell'industria locale. Purtroppo sono stato facile profeta, ché le velleitarie intenzioni di Bruxelles sono andate ufficialmente a sbattere contro la realtà. Ad agosto, le immatricolazioni del continente sono crollate del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2023 (l'Italia fa il -13,4%). Per le elettriche, poi, è stata un'ecatombe: il calo è arrivato a toccare il 43,9%. Trovano così giustificazione le grida di allarme che i costruttori andavano lanciando da mesi. Ed è ora palpabile il terrore che l'automotive europeo possa implodere da un momento all'altro. Bisogna essere chiari: il disastro in cui l'Europa si è cacciata è in gran parte addebitabile all'approccio ideologico con cui Bruxelles, in ossequio a uno spirito dirigistico autolesionistico, ha obbligato un intero comparto industriale ad assecondarne le irrealizzabili (per quanto senz'altro commendevoli) intenzioni. Questo non solleva i produttori dalle loro responsabilità, anche al netto dell'eccessiva accondiscendenza verso i dogmatismi di politici che ora, vista la malaparata, scappano dalla scena del crimine (l'ultimo in ordine di sparizione è Thierry Breton). Nel tentativo di traghettare il modello di business da una logica di magnitudo industriale a una focalizzata sui ricavi, le Case hanno aumentato a dismisura i prezzi (al fenomeno dedichiamo l'approfondimento di pagina 44) in un momento storico in cui cala il potere d'acquisto e l'inflazione rende più costoso il ricorso al credito. E hanno probabilmente ritenuto l'elettrico funzionale a tale trasformazione, oltre che un buon modo per costringere la gente a cambiare la macchina, in un mercato che per ragioni demografiche e sociali non esprimerà più i volumi di prima. Accettando le ubbie di una classe dirigente miope (continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica) e mettendo il proprio tornaconto di fronte agl'interessi dei clienti, i costruttori si sono stretti attorno al collo una corda il cui nodo va stringendosi.

Non è lo scritto di un sovversivo, ma del Nostro Direttore G.L. Pellegrini...
 
continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica

Io invece stento a credere che possano essere stati tanto incapaci da non accorgersi della bestiata che stavano (anzi, stanno tuttora) facendo. E la prova è che sono ancora lì che menano il torrone con il 2035.
Sulle responsabilità dei costruttori, anche qui non ci voleva Jessica Fletcher per capire che per loro l'auto elettrica sarebbe stata vantaggiosa, peccato che in questo caso abbiano fatto i conti con l'oste, ma senza gli avventori.....
 
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Con tutto il rispetto per l'editoriale, in cui chi ne ha diritto può sforare sul politico, mentre sul forum non si può, a mio avviso è dotato di alcuni buoni spunti e farcito di alcune considerazioni grossolane.
L'esplosione dei prezzi non è dovuta esclusivamente alle imposizioni dirigistiche, che comunque hanno anche USA e Cina ognuna alla propria maniera, ma ai piani industriali falliti delle case e sopratutto all'inflazione esogena seguente la crisi della logistica nel COVID, nel blocco dello stretto di Suez e nella crisi energetica susseguente alla guerra in Ucraina.
In pratica abbiamo avuto un'inflazione non strutturale alla nostra economia, ma causata da fattori esterni. A seguito di ciò, gli stipendi non consentono di effettuare gli stessi acquisti di prima. Figuriamoci per articoli costosi e tecnologici come le auto. Figuriamoci per un paese con gli stipendi mediamente bassi come il nostro.
Tutto ciò viene bellamente ignorato.

P.S. e quando si scrive Nostro Direttore, bisogna anche fare l'inchino? faccio per ridere, l'ospitalità del forum è gradita, ma mi pare un bizantinismo.
:emoji_grin::emoji_grinning:
 
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Da un paio d'anni vado scrivendo che la scellerata idea di governare il mercato dell'auto attraverso quelle che gli anglosassoni definiscono "mandate policies" avrebbe gettato le basi per la deindustrializzazione dell'industria locale. Purtroppo sono stato facile profeta, ché le velleitarie intenzioni di Bruxelles sono andate ufficialmente a sbattere contro la realtà. Ad agosto, le immatricolazioni del continente sono crollate del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2023 (l'Italia fa il -13,4%). Per le elettriche, poi, è stata un'ecatombe: il calo è arrivato a toccare il 43,9%. Trovano così giustificazione le grida di allarme che i costruttori andavano lanciando da mesi. Ed è ora palpabile il terrore che l'automotive europeo possa implodere da un momento all'altro. Bisogna essere chiari: il disastro in cui l'Europa si è cacciata è in gran parte addebitabile all'approccio ideologico con cui Bruxelles, in ossequio a uno spirito dirigistico autolesionistico, ha obbligato un intero comparto industriale ad assecondarne le irrealizzabili (per quanto senz'altro commendevoli) intenzioni. Questo non solleva i produttori dalle loro responsabilità, anche al netto dell'eccessiva accondiscendenza verso i dogmatismi di politici che ora, vista la malaparata, scappano dalla scena del crimine (l'ultimo in ordine di sparizione è Thierry Breton). Nel tentativo di traghettare il modello di business da una logica di magnitudo industriale a una focalizzata sui ricavi, le Case hanno aumentato a dismisura i prezzi (al fenomeno dedichiamo l'approfondimento di pagina 44) in un momento storico in cui cala il potere d'acquisto e l'inflazione rende più costoso il ricorso al credito. E hanno probabilmente ritenuto l'elettrico funzionale a tale trasformazione, oltre che un buon modo per costringere la gente a cambiare la macchina, in un mercato che per ragioni demografiche e sociali non esprimerà più i volumi di prima. Accettando le ubbie di una classe dirigente miope (continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica) e mettendo il proprio tornaconto di fronte agl'interessi dei clienti, i costruttori si sono stretti attorno al collo una corda il cui nodo va stringendosi.

Non è lo scritto di un sovversivo, ma del Nostro Direttore G.L. Pellegrini...
Ad agosto in calo le immatricolazioni, a settembre in crescita.
cons dobbiamo leggerlo? Che finalmente le elettriche sfondano?
 
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Con tutto il rispetto per l'editoriale, in cui chi ne ha diritto può sforare sul politico, mentre sul forum non si può, a mio avviso è dotato di alcuni buoni spunti e farcito di alcune considerazioni grossolane.
L'esplosione dei prezzi non è dovuta esclusivamente alle imposizioni dirigistiche, che comunque hanno anche USA e Cina ognuna alla propria maniera, ma ai piani industriali falliti delle case e sopratutto all'inflazione esogena seguente la crisi della logistica nel COVID, nel blocco dello stretto di Suez e nella crisi energetica susseguente alla guerra in Ucraina.
In pratica abbiamo avuto un'inflazione non strutturale alla nostra economia, ma causata da fattori esterni. A seguito di ciò, gli stipendi non consentono di effettuare gli stessi acquisti di prima. Figuriamoci per articoli costosi e tecnologici come le auto. Figuriamoci per un paese con gli stipendi mediamente bassi come il nostro.
Tutto ciò viene bellamente ignorato.

P.S. e quando si scrive Nostro Direttore, bisogna anche fare l'inchino? faccio per ridere, l'ospitalità del forum è gradita, ma mi pare un bizantinismo.
:emoji_grin::emoji_grinning:
Si, le auto sono care, per tutti i motivi sopracitati, però anche con gli incentivi le auto rimangono invendute, e a loro volta gli incentivi.
Quindi forse è l’oggetto auto che non è più così interessante. Tesla , che non è solo un marchio ma un qualcosa paragonabile ad Apple , vive di luce propria, Stellantis prende schiaffi di mese in mese, Ford ormai è uno zombie, Vw ha grossi problemi in casa.
 
Da un paio d'anni vado scrivendo che la scellerata idea di governare il mercato dell'auto attraverso quelle che gli anglosassoni definiscono "mandate policies" avrebbe gettato le basi per la deindustrializzazione dell'industria locale. Purtroppo sono stato facile profeta, ché le velleitarie intenzioni di Bruxelles sono andate ufficialmente a sbattere contro la realtà. Ad agosto, le immatricolazioni del continente sono crollate del 18,3% rispetto allo stesso mese del 2023 (l'Italia fa il -13,4%). Per le elettriche, poi, è stata un'ecatombe: il calo è arrivato a toccare il 43,9%. Trovano così giustificazione le grida di allarme che i costruttori andavano lanciando da mesi. Ed è ora palpabile il terrore che l'automotive europeo possa implodere da un momento all'altro. Bisogna essere chiari: il disastro in cui l'Europa si è cacciata è in gran parte addebitabile all'approccio ideologico con cui Bruxelles, in ossequio a uno spirito dirigistico autolesionistico, ha obbligato un intero comparto industriale ad assecondarne le irrealizzabili (per quanto senz'altro commendevoli) intenzioni. Questo non solleva i produttori dalle loro responsabilità, anche al netto dell'eccessiva accondiscendenza verso i dogmatismi di politici che ora, vista la malaparata, scappano dalla scena del crimine (l'ultimo in ordine di sparizione è Thierry Breton). Nel tentativo di traghettare il modello di business da una logica di magnitudo industriale a una focalizzata sui ricavi, le Case hanno aumentato a dismisura i prezzi (al fenomeno dedichiamo l'approfondimento di pagina 44) in un momento storico in cui cala il potere d'acquisto e l'inflazione rende più costoso il ricorso al credito. E hanno probabilmente ritenuto l'elettrico funzionale a tale trasformazione, oltre che un buon modo per costringere la gente a cambiare la macchina, in un mercato che per ragioni demografiche e sociali non esprimerà più i volumi di prima. Accettando le ubbie di una classe dirigente miope (continuo a ritenere improbabile che dietro la teoria di sbagli ci sia stato un indicibile disegno: è stata proprio una deplorevole incapacità strategica) e mettendo il proprio tornaconto di fronte agl'interessi dei clienti, i costruttori si sono stretti attorno al collo una corda il cui nodo va stringendosi.

Non è lo scritto di un sovversivo, ma del Nostro Direttore G.L. Pellegrini...


Mi dispiace ( per gli operai )....

Detto questo:
" Le grida di allarme delle case, dici "

??

Che si vergognino le Case, che alle " grida " di giorno,
di notte facevan di tutto diverso, costruendo solo " roba " a pile, sperando di arrivare per primi alla meta elettrica, fottendo tutta la concorrenza....
P.s.
Una volta che era il caso di fare cartello ( pro termico ), NIENTE....

VERGOGNA....

!!

Spero paghino solo, dai quadri in su,
questa insipienza transnazionale
 
I dazi rappresentano un ostacolo alla libera circolazione delle merci e non credo aiutino le aziende europee a migliorare. Probabile portino a ritorsioni con conseguenze negative per altre aziende europee. Si possono trovare altre soluzioni per compensare in parte il maggior costo del prodotto locale con un accordo tra fisco locale e contribuenti. Ipotizzo, la restituzione dell'iva pagata sull'acquisto di prodotti locali. Esempio di questi giorni: si è rotta la lavatrice, si potrebbe riparare ma non conviene e forse nessuno lo sà fare ... si è persa la pratica e forse su questo si dovrebbe legiferare. Vi erano due modelli praticamente identici, mia noglie a scelto il piu caro, 40 euro in più ma fatto in Italia (forse solo assemblato, non sto ad indagare, ma in Italia). Mi piacerebbe al prossimo 730 poter documentare l'acquisto ed ottenere la restituzione dell'iva pagata. Se senza dazi si operasse in questo modo molte aziende locali anche legate alla riparazione potrebbero nascere o emergere. Si vuole risolvere il problema inquinamento per evitare sanzioni? Aiutare le auto che percorrono pochi km a passare ai motori nelle ruote con un invito a farlo alla prossima revisione a prezzi assolutamente convenienti recuperabili potrebbe risolvere il problema inquinanento.
 
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Il problema è che con tutto il nostro stile di vita sperperation oriented il nostro contributo all'inquinamento è marginale, per il semplice (anzi, direi OVVIO motivo) che siamo quattro gatti rispetto a quelli che inquinano sul serio
Ma non solo: sono più di 50 anni che lavoriamo con un occhio all'ambiente e sono 50 anni che di fatto riduciamo gli inquinanti...Inquinare meno di così, significa decrescere, implodere, distruggere una civiltà industriale. Ed è quello che sta succedendo... in meno di 5 anni abbiamo eliminato più di un secolo di progresso.
 
Io invece stento a credere che possano essere stati tanto incapaci da non accorgersi della bestiata che stavano (anzi, stanno tuttora) facendo. E la prova è che sono ancora lì che menano il torrone con il 2035.
Sulle responsabilità dei costruttori, anche qui non ci voleva Jessica Fletcher per capire che per loro l'auto elettrica sarebbe stata vantaggiosa, peccato che in questo caso abbiano fatto i conti con l'oste, ma senza gli avventori.....
C'è tuttavia una non remota possibilità che "non se ne siano accorti". Quando selezioni la classe dirigente in base a fattori che non sono il merito, il background politico, i successi, le competenze eccetera (perché anche fare politica -bene- è un mestiere), ma privilegi fantasiose regole di parità, ESG, e compagnia cantante, metti sugli scranni del potere dei totali incompetenti. Gente che vive da un divano all'altro in tuta e non ha mai visto una fonderia né ha inaugurato un impianto di riciclaggio o un laminatoio ecc ecc. Hanno visto la Cina solo su TikTok e l'India l'hanno risolta con un tour nei lussuosi hotel "finto-poveri" dove si fa meditazione mangiando vegano a 2000 dollari al dì. Sono errori che non hanno fatto solo gli europei, ma anche gli americani eh... La casalinga di Voghera sarà anche accorta e coscienziosa, ma se la metti a dirigere la General Motors magari qualche cappellata la fa eh... Cappellate da milioni di disoccupati però.
 
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