Parlo da Lancista, e pertanto non con spirito polemico, ma la politica di assimilazione con Chrysler è sbagliata.
Si dirà che non siamo mai contenti, che mai come oggi Lancia è tornata viva ecc, ma il fatto è semplice: il Marchio merita rispetto, non è accettabile una totale assimilazione di modelli che cambiano nome (e questo lo fece anche l'Ardea con la versione francese) ma (orrore) anche marchio in funzione delle coordinate geografiche.
Non contesto l'utilizzo di pianali e componenti in comune: lo fanno tutti e non bisogna scandalizzarsi, ma si svilisce la personalità LANCIA se non si opera una profonda caratterizzazione tra le 2 produzioni.
I 2 marchi devono convivere, non sostituirsi, scambiando all'interno del gruppo componenti tecnologiche, ma mantenendo identità separate; stile e marchio USA dove questo tira di più, modelli LANCIA dove questi hanno più mercato, entrambi se serve.
Obiezione: costa di più. E' vero, però si può procedere per gradi, iniziando con una caratterizzazione più estetica e di handling e poi proseguendo con soluzioni più specifiche.
Tra l'altro in Italia dovremmo essere maestri in queste cose, e Fiat ha rilevato l'impianto di Bertone che mantiene un know-how di livello nel design.
Ma di questo non c'è traccia nei nuovi modelli, l'impostazione politica è diversa, si assiste ad improbabili e antistoriche assimilazioni addirittura di Vincenzo Lancia e Mr Chrysler, come presentare Mazzini e Cavour come compagnoni di vecchia data; ma chi si inventa queste cose?
Ritengo l'attuale capo di Lancia, il sig Francois, totalmente ignorante in termini di prodotto ed inadatto al ruolo.
Si dirà: ma queste sono cose che interessano solo quattro fanatici. Mica vero: se si vuole mantenere un Marchio con una forte identità, cosa che appare intelligente vista la tradizione della Lancia (se vogliamo fare una Seat o una Hyunday allora è meglio lasciar perdere subito), sono proprio gli opinion leaders che creano consenso, è l'amico appassionato che si ascolta a tavola, il collega di ufficio che sa tutto di auto e si interpella per un consiglio, il personaggio che si incontra ai raduni di auto storiche, il ragazzo che va a vedere le corse e ne parla con gli amici, quelli che definiscono lo status di un marchio e ne mantengono vivo l'interesse, molto più degli uffici marketing e delle campagne pubblicitarie.
Credete che la Ducati avrebbe la attuale insperata visibilità mondiale se negli anni 80 non avesse mantenuto uno zoccolo duro di appassionati?
Se Lancia non avesse una storia, chi avrebbe rifatto quella meraviglia della nuova STRATOS (colpevolmente trascurata dal francesino), ma apprezzata da Montezemolo?
Queste considerazioni valgono indipendentemente dal fatto che la nuova Thema vada bene o male, se sia meglio o peggio della Thesis e così via: ho qualche dubbio ma lo verificheremo sul pezzo; lasciatemi però dire che la nuova calandra è sicuramente molto più anonima della precedente e che la Delta non ci ha guadagnato in appeal.
Lancia ha bisogno di un uomo prodotto che sappia indirizzare le scelte in base a concetti che i veri Lancisti conoscono bene.
Saluti
Si dirà che non siamo mai contenti, che mai come oggi Lancia è tornata viva ecc, ma il fatto è semplice: il Marchio merita rispetto, non è accettabile una totale assimilazione di modelli che cambiano nome (e questo lo fece anche l'Ardea con la versione francese) ma (orrore) anche marchio in funzione delle coordinate geografiche.
Non contesto l'utilizzo di pianali e componenti in comune: lo fanno tutti e non bisogna scandalizzarsi, ma si svilisce la personalità LANCIA se non si opera una profonda caratterizzazione tra le 2 produzioni.
I 2 marchi devono convivere, non sostituirsi, scambiando all'interno del gruppo componenti tecnologiche, ma mantenendo identità separate; stile e marchio USA dove questo tira di più, modelli LANCIA dove questi hanno più mercato, entrambi se serve.
Obiezione: costa di più. E' vero, però si può procedere per gradi, iniziando con una caratterizzazione più estetica e di handling e poi proseguendo con soluzioni più specifiche.
Tra l'altro in Italia dovremmo essere maestri in queste cose, e Fiat ha rilevato l'impianto di Bertone che mantiene un know-how di livello nel design.
Ma di questo non c'è traccia nei nuovi modelli, l'impostazione politica è diversa, si assiste ad improbabili e antistoriche assimilazioni addirittura di Vincenzo Lancia e Mr Chrysler, come presentare Mazzini e Cavour come compagnoni di vecchia data; ma chi si inventa queste cose?
Ritengo l'attuale capo di Lancia, il sig Francois, totalmente ignorante in termini di prodotto ed inadatto al ruolo.
Si dirà: ma queste sono cose che interessano solo quattro fanatici. Mica vero: se si vuole mantenere un Marchio con una forte identità, cosa che appare intelligente vista la tradizione della Lancia (se vogliamo fare una Seat o una Hyunday allora è meglio lasciar perdere subito), sono proprio gli opinion leaders che creano consenso, è l'amico appassionato che si ascolta a tavola, il collega di ufficio che sa tutto di auto e si interpella per un consiglio, il personaggio che si incontra ai raduni di auto storiche, il ragazzo che va a vedere le corse e ne parla con gli amici, quelli che definiscono lo status di un marchio e ne mantengono vivo l'interesse, molto più degli uffici marketing e delle campagne pubblicitarie.
Credete che la Ducati avrebbe la attuale insperata visibilità mondiale se negli anni 80 non avesse mantenuto uno zoccolo duro di appassionati?
Se Lancia non avesse una storia, chi avrebbe rifatto quella meraviglia della nuova STRATOS (colpevolmente trascurata dal francesino), ma apprezzata da Montezemolo?
Queste considerazioni valgono indipendentemente dal fatto che la nuova Thema vada bene o male, se sia meglio o peggio della Thesis e così via: ho qualche dubbio ma lo verificheremo sul pezzo; lasciatemi però dire che la nuova calandra è sicuramente molto più anonima della precedente e che la Delta non ci ha guadagnato in appeal.
Lancia ha bisogno di un uomo prodotto che sappia indirizzare le scelte in base a concetti che i veri Lancisti conoscono bene.
Saluti