<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> LA colpa e' sempre degli altri | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

LA colpa e' sempre degli altri

FurettoS ha scritto:
Fare un grande minestrone tra economia, sistema/Paese e Fiat non è che aiuta il marchio a scagionarsi da scelte quanto mai singolari.

Se vogliamo buttarci sul versante di quelli che ad oggi incolpano l'Euro di tutti i problemi dell' Eurozona si è liberi di farlo ma non dimentichiamoci quanta gente ha speculato in Italia con l'ingresso dell'euro e ci si è arricchita, con un cambio quanto mai casereccio e tutto nostrano che poneva 1 Euro = 1000 Lire, mentre chi doveva vigilare era tra quelli che speculava.

Problema di sistema/Paese, beh sino a prova contraria Fiat fa parte del nonstro sistema/Paese ed anzi ne rappresenta un aspetto importante salvo poi decidere da parte del CEO che questo Paese non è adatto a produrre e che il sistema non è a lui congeniale e quindi non degno di attenzione per investirci, quindi non citiamo il sistema/paese a fasi alternate in base alle convenienze.
Dicasi altrettanto per sovvenzioni, la Fiat ha campato una vita con le sovvenzioni quindi ritengo quanto mai ridicolo puntare il dito su altri.

In tutti i libri di economia troverai il concetto di mercato libero ideale e quello reale, sfido qualunque CEO a rifarsi a concetti che considerano quello ideale; praticamente inesistente.

Il discorso economico è troppo ampio per essere trattato in poche righe ma se basi la tua economia sulla svalutazione e non su un programma che miri a ristrutturare la politica industriale ed economica del tuo Paese nel momento che non puoi più svalutare vai in affanno; ma questa è una trattazione squisitamente politica.

Tornando a Fiat, tu puoi anche decidere di vendere la porchetta di Ariccia in Turchia ma poi non te la devi prendere con gli altri che vendono il Kebab e fanno i soldi se tu non vendi.
Quello che onestamente non ho capito è cosa vuole fare il CEO, pensa di poter insegnare a GM come si fa mercato? Hai mai visto una vettura GM americana venduta tale e quale in Europa?
GM per il vecchio continente ha una divisione Europa ed i marchi Opel e Chevrolet producono modelli specifici.
Se Chevrolet faceva come il CEO di Fiat ed importava le sue Camaro e basta era fallita da Tempo. Le nozze con i fichi secchi non durano.
Per quanto riguarda Opel le beghe sono interne piuttosto che di offerta sul mercato, nel senso che è GM che sta "murando" la sua espansione sui mercati emergenti con giochi strani a favore di Chevrolet.

Il pregio di VAG, come delle atre case Tedesche, è stato quello di arricchire e valorizzare ciò che reputavano importante per la loro economia ovvero il settore auto ponendo in essere strategie di medio/lungo termine e ben studiate a differenza di chi non ha ancora ben chiaro cosa deve produrre.

Ultima nota sul prodotto, che il Gruppo VAG abbia le sue criticità questo è indubbio ma dall'altra parte non vedo nessun Eden dell'automotive nostrano.

maguarda non mi pare di avere fatto un gran minestrone (anzi semmai è il contrario) proprio per niente. è ovvio che il sistema paese influisce anche sull'azienda e non è l'azienda che si può finanziare sul mercato meglio a seconda della capacità dei suoi dirigenti....

mi pare che anche altri CEO abbiano chiaramente indicato quali siano i problemi di alcune realtà produttive (vedi Ghosn cos'ha detto ai politici giapponesi qualche tempo fa in relazione alla fabbriche in loco). ma forse anche i giapponesi hanno problemi di prodotto...

sei tu che prendi in considerazione il "MERCATO" come entità astratta ideale nella quale i vari soggetti si muovono indipendentemente da altri soggetti o fattori esterni che li condizionano. alrtimenti come si possono mettere in competizione soggetti tanto diversi che operano in stati diversi e su mercati parzialmente diversi e che partono da posizione affatto diverse??

insomma criticare fiat per scelte di importare i modelli americani è come sparare sulla croce rossa...anche perchè ci si dimentica di considerare che tali scelte vanno considerate per quello che sono e cioè scelte di breve periodo (sempre che la crisi passi presto). anche perchè sarebbe anche visione del tutto parziale non vedere che la scelta di m. è quella di chi non vuole investire in un mercato dove non c'è il ritorno degli investimetni (e dove non ce l'ha nessuno tranne i tedeschi....chissà perchè....)

che l'euro SIA il problema dell'europa (e dell'italia) lo dicono da tanto tempo (anche da prima dell'introduzione dell'euro) tanti problemi nobel. semmai la nomenklatura europea che ha smentito tali tesi fino a qualche mese fa, a mezzo di fantomatici esperti economisti servi di partito, e cioè quando si è arrivato ad un passo dal baratro...
(ma no giustamente l'euro è stato un grande vantaggio per il negoziante che ha raddoppiato i prezzi e che ha tirato avanti con quel guadagno per un decennio :rolleyes: )

ps. la svalutazione in sè non è nè negativa nè positiva. anzi spesso è utile per correggere situaizoni di squilibrio tra più paesi preservando l'ordine sociale. bisogna considerare anche che i paesi "in concorrenza" non partono dalle stesse posizioni di partenza e che spesso la politica di uno può confliggerla ed andare a detrimento di quella dell'altro. germania ed italia non hanno operato l'una a fianco dell'altra per correggere i proprio squilibri ma hanno operato semmai l'una (germania) a danno dell'altra
 
Il mercato è entità astratta per definizione, quello ideale prevede condizioni di mercato e di concorrenza che non trovano riscontro nella realtà; questa è la differenza!
Nel mercato reale le economie dei Paesi influenzano sia il mercato interno che quello esterno, mi pare alquanto difficile di per se vendere in una situazione di marcato che è in crisi figuriamoci poi se non hai prodotti da vendere rispetto alla concorrenza e tanto più il tuo mercato principale è qullo interno che soffre maggiormente la crisi.

No, fammi capire, secondo te come si deve finanziare un'azienda ed in base a quale capacità. Sono i dirigenti (vedi Cda) che mettono in atto le strartegie per far sviluppare l'azienda e reperire i fondi mica gli operai sulle linee.

E a che pro mi citi Carlos Ghosn, anzitutto lui a riportato in attivo in poco più di un anno un'azienda l'altro in tutti questi anni continua ad affossarla, Ghosn si rivolse alla politica Giapponese in quanto al tempo dell'intervento c'era un problema di super Yen che penalizzava le esportazioni che sono circa il 50% della produzione di Nissan, mentre per l'Euro questa situazione non c'entra nulla.

Tra stipendi ed azioni nel 2011 il Ceo Fiat si è portato a casa una somma pari a circa 17 milioni di euro, vedi tu se per quella cifra uno non è obbligato a produrre risultati più che lusinghieri.
Quì non si tratta semplicemente di scelte di breve periodo ma di scelte giuste e sbagliate ed ad oggi ne ha cannate a ripetizione.
Ha esportato modelli americani in Europa che nessuno vuole ed inizialmente ha esporato la 500 in America con motorizzazioni considerate ridicole dagli americani salvo poi riprendersi un pò con le Abarth e le Sport. In tutto questo il fulcro di tutte le operazioni è rimasta l'America.

INutile ripercorre tutte le tappe ma mentre l'America esporta in Europa l'Italia non esporta da nessuna parte perche non produce nulla di appetibile per gli altri mercati e tutto questo è il frutto di una strategia mal gestita non del destino porco.

La politica italiana ha le sue cople ma il CEO di Fiat non ha fatto nulla per ribaltare una situazione produttiva ormai stagnante da anni per l'intero Gruppo.
 
FurettoS ha scritto:
Il mercato è entità astratta per definizione, quello ideale prevede condizioni di mercato e di concorrenza che non trovano riscontro nella realtà; questa è la differenza!
Nel mercato reale le economie dei Paesi influenzano sia il mercato interno che quello esterno, mi pare alquanto difficile di per se vendere in una situazione di marcato che è in crisi figuriamoci poi se non hai prodotti da vendere rispetto alla concorrenza e tanto più il tuo mercato principale è qullo interno che soffre maggiormente la crisi.

No, fammi capire, secondo te come si deve finanziare un'azienda ed in base a quale capacità. Sono i dirigenti (vedi Cda) che mettono in atto le strartegie per far sviluppare l'azienda e reperire i fondi mica gli operai sulle linee.

E a che pro mi citi Carlos Ghosn, anzitutto lui a riportato in attivo in poco più di un anno un'azienda l'altro in tutti questi anni continua ad affossarla, Ghosn si rivolse alla politica Giapponese in quanto al tempo dell'intervento c'era un problema di super Yen che penalizzava le esportazioni che sono circa il 50% della produzione di Nissan, mentre per l'Euro questa situazione non c'entra nulla.

Tra stipendi ed azioni nel 2011 il Ceo Fiat si è portato a casa una somma pari a circa 17 milioni di euro, vedi tu se per quella cifra uno non è obbligato a produrre risultati più che lusinghieri.
Quì non si tratta semplicemente di scelte di breve periodo ma di scelte giuste e sbagliate ed ad oggi ne ha cannate a ripetizione.
Ha esportato modelli americani in Europa che nessuno vuole ed inizialmente ha esporato la 500 in America con motorizzazioni considerate ridicole dagli americani salvo poi riprendersi un pò con le Abarth e le Sport. In tutto questo il fulcro di tutte le operazioni è rimasta l'America.

INutile ripercorre tutte le tappe ma mentre l'America esporta in Europa l'Italia non esporta da nessuna parte perche non produce nulla di appetibile per gli altri mercati e tutto questo è il frutto di una strategia mal gestita non del destino porco.

La politica italiana ha le sue cople ma il CEO di Fiat non ha fatto nulla per ribaltare una situazione produttiva ormai stagnante da anni per l'intero Gruppo.

intanto francamente non capisco la tua aggressività

per il resto pare che proprio non ci comprendiamo.

per quanto riguarda il superyen è esattamente così. noi abbiamo la superlira cioè l'euro. mentre la germania ha il marco debole cioè l'euro.

e il problema che riguarda gli stati europei è esattamente il medesimo problema che ha portato al defaulta l'argentina o quello che ha costretto nel 1992 l'italia a svalutare...(e non certo il debito pubblico come raccontano i tedeschi). deficit commerciale causato dal cambio fisso che rende meno competitivi i ns. prodotti...
se poi vogliamo per forza incolpare m. anche dei demeriti non tutti suoi.....(così come non li hanno psa, renault, e compagni bella-almeno lì credo che non ci siano problemi a dire che i prodotti siano abbastanza validi).

e ci tengo a precisare come a me di difendere m. non mi frega nulla e anzi, dove ritengo abbia fatto errori, come per il TA (vedi altro thread dove devo difendermi dai fiattari), lo dico chiaro e tondo.
...
ma pensare che la strategia di m., se così la vogliamo chiamare, non sia solo un palliativo perchè l'alternativa vera non c'è per me non è corretto...cosa dovrebbe fare mettere su altra tre fabbriche in italia per produrre delle grandi berline che cmq non saranno vendute perchè troppo costose rispetto alla concorrenza o a parità di costi, di qualità inferiore? ( torno a ripetere che il problema NON é' solo il prodotto, e questo è molto più evidente per altri costruttori come PSA).
 
jackari ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Il mercato è entità astratta per definizione, quello ideale prevede condizioni di mercato e di concorrenza che non trovano riscontro nella realtà; questa è la differenza!
Nel mercato reale le economie dei Paesi influenzano sia il mercato interno che quello esterno, mi pare alquanto difficile di per se vendere in una situazione di marcato che è in crisi figuriamoci poi se non hai prodotti da vendere rispetto alla concorrenza e tanto più il tuo mercato principale è qullo interno che soffre maggiormente la crisi.

No, fammi capire, secondo te come si deve finanziare un'azienda ed in base a quale capacità. Sono i dirigenti (vedi Cda) che mettono in atto le strartegie per far sviluppare l'azienda e reperire i fondi mica gli operai sulle linee.

E a che pro mi citi Carlos Ghosn, anzitutto lui a riportato in attivo in poco più di un anno un'azienda l'altro in tutti questi anni continua ad affossarla, Ghosn si rivolse alla politica Giapponese in quanto al tempo dell'intervento c'era un problema di super Yen che penalizzava le esportazioni che sono circa il 50% della produzione di Nissan, mentre per l'Euro questa situazione non c'entra nulla.

Tra stipendi ed azioni nel 2011 il Ceo Fiat si è portato a casa una somma pari a circa 17 milioni di euro, vedi tu se per quella cifra uno non è obbligato a produrre risultati più che lusinghieri.
Quì non si tratta semplicemente di scelte di breve periodo ma di scelte giuste e sbagliate ed ad oggi ne ha cannate a ripetizione.
Ha esportato modelli americani in Europa che nessuno vuole ed inizialmente ha esporato la 500 in America con motorizzazioni considerate ridicole dagli americani salvo poi riprendersi un pò con le Abarth e le Sport. In tutto questo il fulcro di tutte le operazioni è rimasta l'America.

INutile ripercorre tutte le tappe ma mentre l'America esporta in Europa l'Italia non esporta da nessuna parte perche non produce nulla di appetibile per gli altri mercati e tutto questo è il frutto di una strategia mal gestita non del destino porco.

La politica italiana ha le sue cople ma il CEO di Fiat non ha fatto nulla per ribaltare una situazione produttiva ormai stagnante da anni per l'intero Gruppo.

intanto francamente non capisco la tua aggressività
pare che proprio non ci comprendiamo.
per quanto riguarda il superyen è esattamente così. noi abbiamo la superlira cioè l'euro mentro la germania ha il marco debole cioè la lira.
e il problema che riguarda gli stati europei è esattamente il medesimo problema che ha portato al defaulta l'argentina o quello che ha cotretto nel 1992 l'italia a svalutare...(e non certo il debito pubblico come raccontano i tedeschi)
deficit commerciale causato dal cambio fisso che rende meno competitivi i ns. prodotti...
se poi vogliamo per forza incolpare m. anche dei demeriti non tutti suoi.....(così come non li hanno psa, renault, e compagni bella).
e ci tengo a precisare come a me di difendere m. non mi frega nulla e anzi, dove ritengo abbia fatto errori, come per il ta (vedi altro thread dove devo difendermi dai fiattari), lo dico chiaro e tondo....
ma pensare che la strategia di m., se così la vogliamo chiamare, non sia solo un palliativo perchè l'alternativa vera non c'è per me non è corretto...cosa dovrebbe fare mettere su altra tre fabbriche in italia per produrre delle grandi berline che cmq non saranno vendute perchè troppo costose rispetto alla concorrenza o a parità di costi, di qualità inferiore? ( torno a ripetere che il problema NON é' solo il prodotto, e questo è molto più evidente per altri costruttori come PSA).

poi scusami ma tirare fuori i guadagni dei CEO mi pare un argomento molto fiom

Se ti sono parso aggressivo scusami ma non era mia intenzione. ;)

Dopo oltre 10 anni di euro parlare di svalutazione lira/marco mi sembra alquanto anacronistico, i malcostumi dipendono ben poco dalle valute!
La possibilità per risalire la china e rimboccarsi le maniche c'era ma non è stata colta dalla politica nostrana che preferiva vedere i suoi interessi ma questo è altro discorso.

Ad oggi non c'è nessuna super lira, super marco o super euro, c'è una moneta unica riconosciuta dai mercati che ogni singolo Paese ha ritenuto di sfruttare come meglio credeva. I risultati sono stati diversi e questa forse è la colpa che si può addebitare all' UE, politica monetaria comune ma politica europea troppo blanda.

I tedeschi vendono allo stesso cambio degli italiani a patto che tu abbia qualcosa da offrire.

Vuoi la mia opinione, buona parte è racchuisa nella parola C-evo, un pianale che ha dato origine ad un prodotto come la Giulietta e che non ha avuto più sviluppo tranne essere rimodulato in America.

Non doveva aprire nessuna fabbrica ma semplicemente utilizzare quelle esistenti per generare qualche modello in più sfruttando un pianale, più che buono, per dare origine a qualche modello valido da esportare. Le scelte sono state molto verso il finanziario e poco industriali o di prodotto.
Il CEO di Fiat è stato il primo come scelte ad abbandonare l'Italia e l'Europa non investendo in modelli e in offerta e adesso vuole recriminare che altri lo bastonano nelle vendite?
Ha spostato l'asse negli USA e li ha fatto investimenti nelle produzioni, ha importato auto americane per rispettare i patti dell'accordo con Obama per la quota estero e gli americani gli stanno con gli occhi addosso perchè non sono per nulla intenzionati a vedere sottrazioni di produzioni dagli Usa ad altri paesi.

Lo sfibbramento delle produzioni, il grande ritardo accomulato nel rinnovo della gamma e la concreta mancanza di prodotti del gruppo Fiat per alimentare gli stabilimenti e fare concorrenza ha portato a questi risultati ed il CEO non può che prendersela con se stesso.

La Fiom non c'entra nulla, quei guadagni sono a testimonianza di quali cifre corrano ai piani alti e devono essere meritati nella cosapevolezza delle proprie azioni e non giustificati dal fato avverso.
Si è supermanager di nome e di fatto non solo di tasche.
 
FurettoS ha scritto:
Dopo oltre 10 anni di euro parlare di svalutazione lira/marco mi sembra alquanto anacronistico, i malcostumi dipendono ben poco dalle valute!
La possibilità per risalire la china e rimboccarsi le maniche c'era ma non è stata colta dalla politica nostrana che preferiva vedere i suoi interessi ma questo è altro discorso.

Ad oggi non c'è nessuna super lira, super marco o super euro, c'è una moneta unica riconosciuta dai mercati che ogni singolo Paese ha ritenuto di sfruttare come meglio credeva. I risultati sono stati diversi e questa forse è la colpa che si può addebitare all' UE, politica monetaria comune ma politica europea troppo blanda.

I tedeschi vendono allo stesso cambio degli italiani a patto che tu abbia qualcosa da offrire.

non è assolutamente come dici tu. l'unificazione della moneta ha reso i prodotti tedeschi più competitivi in EUROPA e non all'estero...il maggiore avanzo commerciale tedesco è il nostro disavanzo commerciale e basta confrontare qualche grafico per accorgersi che tale disavanzo nostro (e l'avanzo loro) si sono formati dopo l'introduzione dell'euro.
a questo aggiungici anche l'effetto dei differenziali d'inflazione

il malcostume- purtroppo- c'entra ma c'entra meno di quel che si crede, in definitiva, così come c'entrano poco la bravura dei manager, i prodotti, e la bravura degli operai .... non mi pare che nessun prodotto lasci indietro gli avversari in maniera palese... più o meno, infatti, fanno tutti le stesse cose
alcuni guadagnano (VW, HYUNDAI) altri no (I GIAPPI, PSA, RENAULT -solo il marchio francese-)....non dipende tutto dalle scelte dei manager ma anche dalla remunerazione del capitale. questo spesso sposta le scelte e questo non dipende solo dalal capacità del manager.... per es. hyundai opera in totale regime di monopolio interno - e non solo con riferimetno alle auto- e questo le consente di spazzare via la concorrenza dal punto di vista dei costi di produzione... c.d. chaebol
se il cambio fisso -attuato tutto in un colpo e senza le politiche atte a sovvertire situazione del sistema paese insostenibile - pone tutti i tuoi prodotti in condizione deficitaria dal punto di vista commerciale ecco quello che succede--- deficit commerciale--&gt aumento dei tassi d'interesse--&gt aumento del debito prima privato e poi in alcuni casi anche pubblico....

un problema che ha colpito anche paesi sicuramente virtuosi come l'irlanda (debito pubblico 46% all'inizione della crisi), ma anche portogallo, spagna, assai lontani da noi, oltre a grecia ed italia. un problema che tocca la francia e comincia a toccare la germania... con la ns. crisi, infatti, a chi i tedeschi venderanno i loro prodotti? ai cinesi? non penso proprio... con il loro sono in disavanzo commerciale, anche se di poco (parlo ovviamente dei dati globali e non solo dell'auto).

cmq sicuramente è una questione complessa....forse non idonea ad essere trattata qui. spero comunque di averti messo una pulce nell'orecchio

FurettoS ha scritto:
Vuoi la mia opinione, buona parte è racchuisa nella parola C-evo, un pianale che ha dato origine ad un prodotto come la Giulietta e che non ha avuto più sviluppo tranne essere rimodulato in America.

Non doveva aprire nessuna fabbrica ma semplicemente utilizzare quelle esistenti per generare qualche modello in più sfruttando un pianale, più che buono, per dare origine a qualche modello valido da esportare. Le scelte sono state molto verso il finanziario e poco industriali o di prodotto.
Il CEO di Fiat è stato il primo come scelte ad abbandonare l'Italia e l'Europa non investendo in modelli e in offerta e adesso vuole recriminare che altri lo bastonano nelle vendite?
Ha spostato l'asse negli USA e li ha fatto investimenti nelle produzioni, ha importato auto americane per rispettare i patti dell'accordo con Obama per la quota estero e gli americani gli stanno con gli occhi addosso perchè non sono per nulla intenzionati a vedere sottrazioni di produzioni dagli Usa ad altri paesi.

Lo sfibbramento delle produzioni, il grande ritardo accomulato nel rinnovo della gamma e la concreta mancanza di prodotti del gruppo Fiat per alimentare gli stabilimenti e fare concorrenza ha portato a questi risultati ed il CEO non può che prendersela con se stesso.

La Fiom non c'entra nulla, quei guadagni sono a testimonianza di quali cifre corrano ai piani alti e devono essere meritati nella cosapevolezza delle proprie azioni e non giustificati dal fato avverso.
Si è supermanager di nome e di fatto non solo di tasche.

si supermanager va bene... ma onnipotenti mi pare un pò troppo ;)
per il c-evo sono sicuro che marchionne avrebbe investito anche qui SE NE AVESSE AVUTO UN RITORNO ma con sti chiari di luna.... per il resto non mi pare biasimevole il comportamento di chi, come gli altri, investe all'estero dove c'è più ritorno

del resto....http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-07-31/ecco-perche-secondo-teoria-104644.shtml?uuid=AbNQ87GG
non è molto lontano dalla realtà...anche se nessuno può veramente prevedere cosa significhi la fine dell'euro ....ma dice che i fondamentali italiani sarebbero comunque buoni solo che il ns. sistema necessita di una svalutazione affinchè divenga competitivo .... il che non è necessariamente una cosa negativa....anzi...

magari dopo gli opportuni correttivi (che i tedeschi non vorranno mai) all'interno dell'europa l'italia potrebbe tornare ad essere - non a breve comunqeu- uno stato dove è profittevole investire...
 
jackari ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Dopo oltre 10 anni di euro parlare di svalutazione lira/marco mi sembra alquanto anacronistico, i malcostumi dipendono ben poco dalle valute!
La possibilità per risalire la china e rimboccarsi le maniche c'era ma non è stata colta dalla politica nostrana che preferiva vedere i suoi interessi ma questo è altro discorso.

Ad oggi non c'è nessuna super lira, super marco o super euro, c'è una moneta unica riconosciuta dai mercati che ogni singolo Paese ha ritenuto di sfruttare come meglio credeva. I risultati sono stati diversi e questa forse è la colpa che si può addebitare all' UE, politica monetaria comune ma politica europea troppo blanda.

I tedeschi vendono allo stesso cambio degli italiani a patto che tu abbia qualcosa da offrire.

non è assolutamente come dici tu. l'unificazione della moneta ha reso i prodotti tedeschi più competitivi in EUROPA e non all'estero...il maggiore avanzo commerciale tedesco è il nostro disavanzo commerciale e basta confrontare qualche grafico per accorgersi che tale disavanzo nostro (e l'avanzo loro) si sono formati dopo l'introduzione dell'euro.
a questo aggiungici anche l'effetto dei differenziali d'inflazione

il malcostume- purtroppo- c'entra ma c'entra meno di quel che si crede, in definitiva, così come c'entrano poco la bravura dei manager, i prodotti, e la bravura degli operai .... non mi pare che nessun prodotto lasci indietro gli avversari in maniera palese... più o meno, infatti, fanno tutti le stesse cose
alcuni guadagnano (VW, HYUNDAI) altri no (I GIAPPI, PSA, RENAULT -solo il marchio francese-)....non dipende tutto dalle scelte dei manager ma anche dalla remunerazione del capitale. questo spesso sposta le scelte e questo non dipende solo dalal capacità del manager.... per es. hyundai opera in totale regime di monopolio interno - e non solo con riferimetno alle auto- e questo le consente di spazzare via la concorrenza dal punto di vista dei costi di produzione... c.d. chaebol
se il cambio fisso -attuato tutto in un colpo e senza le politiche atte a sovvertire situazione del sistema paese insostenibile - pone tutti i tuoi prodotti in condizione deficitaria dal punto di vista commerciale ecco quello che succede--- deficit commerciale--&gt aumento dei tassi d'interesse--&gt aumento del debito prima privato e poi in alcuni casi anche pubblico....

un problema che ha colpito anche paesi sicuramente virtuosi come l'irlanda (debito pubblico 46% all'inizione della crisi), ma anche portogallo, spagna, assai lontani da noi, oltre a grecia ed italia. un problema che tocca la francia e comincia a toccare la germania... con la ns. crisi, infatti, a chi i tedeschi venderanno i loro prodotti? ai cinesi? non penso proprio... con il loro sono in disavanzo commerciale, anche se di poco (parlo ovviamente dei dati globali e non solo dell'auto).

cmq sicuramente è una questione complessa....forse non idonea ad essere trattata qui. spero comunque di averti messo una pulce nell'orecchio

Attenzione, non si può non distinguer la causa dall' effetto.

Guai a non considerare che l'Italia era già messa male prima dell'euro proprio perchè giocava molto sul filo di lana, tolto quel filo la situazione è degenerata.

Se vogliamo spaziare guardati attorno e dimmi cosa vedi di largo consumo che riporta marchi Italiani. Nell'elettronica di consumo siamo quasi latitanti, lo stimo diventando nell'automotive ed in tanti altri settori.
Le colpe della politica ci sono e mi sta bene ma ti assicuro che chi sa il fatto suo e gioca più di industria che di finanza sa come muoversi.

Nel momento in cui un sistema globalizzato entra in crisi ne risentono tutti, proprio perchè è un'economia ramificata a livello globale e quando le radici non portano linfa che queste siano in Europa o in America fa poca differenza così come i sistemi di credito/debito, l'effetto domino si sente. Se pensi che la Cina ha visto ridursi il suo PIL rende chiara la situaziine. Ma di certo non possiamo snocciolare opinioni di economia mondiale per giustificare la scelta di rendere improduttivi i stabilimenti Fiat, è come accusare il vento di non soffiare abbastanza mentre si naviga con una vela bucata.

jackari ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Vuoi la mia opinione, buona parte è racchuisa nella parola C-evo, un pianale che ha dato origine ad un prodotto come la Giulietta e che non ha avuto più sviluppo tranne essere rimodulato in America.

Non doveva aprire nessuna fabbrica ma semplicemente utilizzare quelle esistenti per generare qualche modello in più sfruttando un pianale, più che buono, per dare origine a qualche modello valido da esportare. Le scelte sono state molto verso il finanziario e poco industriali o di prodotto.
Il CEO di Fiat è stato il primo come scelte ad abbandonare l'Italia e l'Europa non investendo in modelli e in offerta e adesso vuole recriminare che altri lo bastonano nelle vendite?
Ha spostato l'asse negli USA e li ha fatto investimenti nelle produzioni, ha importato auto americane per rispettare i patti dell'accordo con Obama per la quota estero e gli americani gli stanno con gli occhi addosso perchè non sono per nulla intenzionati a vedere sottrazioni di produzioni dagli Usa ad altri paesi.

Lo sfibbramento delle produzioni, il grande ritardo accomulato nel rinnovo della gamma e la concreta mancanza di prodotti del gruppo Fiat per alimentare gli stabilimenti e fare concorrenza ha portato a questi risultati ed il CEO non può che prendersela con se stesso.

La Fiom non c'entra nulla, quei guadagni sono a testimonianza di quali cifre corrano ai piani alti e devono essere meritati nella cosapevolezza delle proprie azioni e non giustificati dal fato avverso.
Si è supermanager di nome e di fatto non solo di tasche.

si supermanager va bene... ma onnipotenti mi pare un pò troppo ;)
per il c-evo sono sicuro che marchionne avrebbe investito anche qui SE NE AVESSE AVUTO UN RITORNO ma con sti chiari di luna.... per il resto non mi pare biasimevole il comportamento di chi, come gli altri, investe all'estero dove c'è più ritorno

del resto....http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-07-31/ecco-perche-secondo-teoria-104644.shtml?uuid=AbNQ87GG
non è molto lontano dalla realtà...anche se nessuno può veramente prevedere cosa significhi la fine dell'euro ....ma dice che i fondamentali italiani sarebbero comunque buoni solo che il ns. sistema necessita di una svalutazione affinchè divenga competitivo .... il che non è necessariamente una cosa negativa....anzi...

magari dopo gli opportuni correttivi (che i tedeschi non vorranno mai) all'interno dell'europa l'italia potrebbe tornare ad essere - non a breve comunqeu- uno stato dove è profittevole investire...

Il CEO di Fiat non è partito dal presuppost di investire in Italia guardando agli USA o al resto del mondo presentando un serio piano industriale ma per tutta una serie di motivi che non sto a trattare è andato diritto oltreoceano gettandosi alle spalle la situazione italiana in attesa di non sò quale miracolo

Se il CEO dovesse basare i suoi invenstimenti sulle certezze assolute di Fiat allora può tranquillamente chiudere perchè nelle condizioni attuali in cui l'ha condotta di certezze non ce ne sono più.
Se il primo a non credere nei suoi prodotti è il CEO allora siamo messi proprio male.

Le medaglie le conquisti sul campo e purtroppo ad oggi i vari brand del gruppo stanno perdendo sempre più appeal e credibilità.
La stessa giulietta poteva essere ampliata con altre versione e dalla stessa piattaforma si potevano creare almeno un modello per Fiat ed uno per Lancia invece ad oggi il listino è a dir poco ridicolo raffrontato alla concorrenza.
 
FurettoS ha scritto:
Il CEO di Fiat non è partito dal presuppost di investire in Italia guardando agli USA o al resto del mondo presentando un serio piano industriale ma per tutta una serie di motivi che non sto a trattare è andato diritto oltreoceano gettandosi alle spalle la situazione italiana in attesa di non sò quale miracolo

Se il CEO dovesse basare i suoi invenstimenti sulle certezze assolute di Fiat allora può tranquillamente chiudere perchè nelle condizioni attuali in cui l'ha condotta di certezze non ce ne sono più.
Se il primo a non credere nei suoi prodotti è il CEO allora siamo messi proprio male.

Le medaglie le conquisti sul campo e purtroppo ad oggi i vari brand del gruppo stanno perdendo sempre più appeal e credibilità.
La stessa giulietta poteva essere ampliata con altre versione e dalla stessa piattaforma si potevano creare almeno un modello per Fiat ed uno per Lancia invece ad oggi il listino è a dir poco ridicolo raffrontato alla concorrenza.

I brand del gruppo hanno ottenuto ( fonte anche Quattroruote) un utile netto di 358 milioni di euro nel II trimestre 2012
Male l'Europa... cut cut ...bene i marchi americani cut cut Crescita per le supercar.


questi sono i numeri su cui viene giudicato il CEO.. l'azienda va bene.... l'europa va male.. tra le righe viene detto che forse l'europa verrà tagliata.
I soldi di cui parli M se li è guadagnati.. irrilevanti la mancanza di modelli per fiat alfa e lancia i vari brand importanti per il gruppo non hanno perso alcuna credibilità.. i marchi importanti per l'italia ( purtroppo per l'italia) stanno diventando buoni per la storia dell'automobile.
Mi dispiace moltissimo per torino e l'italia.. ma non capisco tutte questa astiose critiche verso chi ( simpatico o antipatico) e che ovviamente manco conosco fa bene il suo lavoro e l'interesse della azienda che lo paga

tolo
 
FurettoS ha scritto:
Attenzione, non si può non distinguer la causa dall' effetto.

Guai a non considerare che l'Italia era già messa male prima dell'euro proprio perchè giocava molto sul filo di lana, tolto quel filo la situazione è degenerata.

Se vogliamo spaziare guardati attorno e dimmi cosa vedi di largo consumo che riporta marchi Italiani. Nell'elettronica di consumo siamo quasi latitanti, lo stimo diventando nell'automotive ed in tanti altri settori.
Le colpe della politica ci sono e mi sta bene ma ti assicuro che chi sa il fatto suo e gioca più di industria che di finanza sa come muoversi.

tutti brutti e cattivi, dunque, gli industriali italiani...meno male allora che non è solo marchionne....
forse con le tue argomentazioni mi stai dando ragione? (l'italia è messa male tutta e ciò non riguarda solo fiati).

FurettoS ha scritto:
Nel momento in cui un sistema globalizzato entra in crisi ne risentono tutti, proprio perchè è un'economia ramificata a livello globale e quando le radici non portano linfa che queste siano in Europa o in America fa poca differenza così come i sistemi di credito/debito, l'effetto domino si sente. Se pensi che la Cina ha visto ridursi il suo PIL rende chiara la situaziine. Ma di certo non possiamo snocciolare opinioni di economia mondiale per giustificare la scelta di rendere improduttivi i stabilimenti Fiat, è come accusare il vento di non soffiare abbastanza mentre si naviga con una vela bucata.

scelta di rendere improduttivi gli stabilimenti FIat? ah si? ora è marchionne che ha scelto di renderli improduttivi.... :D
se sono improduttivi ci saranno i motivi ...tu dici che il prodotto non è buono? a me pare che invece il problema si spiega meglio con le teorie macroeconomiche che spiegano la crisi del debito (privato ) in europa. prodotti esteri più competitivi a causa del cambio fisso. e d'altronde la classica cosa che succede quando vai in vacanza in un paese con la moneta diventa più debole...lì spendi meno.... stesso discorso qua.
se la moneta tedesca diventa più debole (euro più debole del marcoe allo stesso tempo la tua si apprezza--&gteuro più forte della lira) allora è più conveniente comprare i prodotti esteri
oppure è meglio pensare che la golf sia meglio della bravo in un rapporto di 7:1 (che sono più o meno i dati di vendita?).

FurettoS ha scritto:
Il CEO di Fiat non è partito dal presuppost di investire in Italia guardando agli USA o al resto del mondo presentando un serio piano industriale ma per tutta una serie di motivi che non sto a trattare è andato diritto oltreoceano gettandosi alle spalle la situazione italiana in attesa di non sò quale miracolo

Se il CEO dovesse basare i suoi invenstimenti sulle certezze assolute di Fiat allora può tranquillamente chiudere perchè nelle condizioni attuali in cui l'ha condotta di certezze non ce ne sono più.
Se il primo a non credere nei suoi prodotti è il CEO allora siamo messi proprio male.

Le medaglie le conquisti sul campo e purtroppo ad oggi i vari brand del gruppo stanno perdendo sempre più appeal e credibilità.
La stessa giulietta poteva essere ampliata con altre versione e dalla stessa piattaforma si potevano creare almeno un modello per Fiat ed uno per Lancia invece ad oggi il listino è a dir poco ridicolo raffrontato alla concorrenza.
[/quote]

mah sembra che tu sia nella testa di marchionne: parli per dogmi indimostrati :rolleyes: (e poi accusi me di confondere la causa con l'effetto). guarda che m. gli investimenti dove rendono li ha fatti (brasile, usa, cina, serbia).
qui ANCHE (panda, lancia Y, giulietta, bravo) c'ha provato.
ma tanto è inutile il prodotto è anche buono, (perchè giulietta, bravo, y non sono lontane dalla concorrenza), con alti e bassi se vuoi ma non rende (vedasi anche gli altri costruttori generalisti, opel, psa, renault).
a me pare che tu parta dal presupposto che marchionne voglia abbandonare l'italia a prescindere (ma magari mi sbaglio). a mio parere m. lamenta che la situazione italiana è tragica e scarsamento sostenibile alla lunga distanza (e avere gli stabilimenti al 50% è tragico per le perdite che questi comportano).
 
tolo52meo ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Il CEO di Fiat non è partito dal presuppost di investire in Italia guardando agli USA o al resto del mondo presentando un serio piano industriale ma per tutta una serie di motivi che non sto a trattare è andato diritto oltreoceano gettandosi alle spalle la situazione italiana in attesa di non sò quale miracolo

Se il CEO dovesse basare i suoi invenstimenti sulle certezze assolute di Fiat allora può tranquillamente chiudere perchè nelle condizioni attuali in cui l'ha condotta di certezze non ce ne sono più.
Se il primo a non credere nei suoi prodotti è il CEO allora siamo messi proprio male.

Le medaglie le conquisti sul campo e purtroppo ad oggi i vari brand del gruppo stanno perdendo sempre più appeal e credibilità.
La stessa giulietta poteva essere ampliata con altre versione e dalla stessa piattaforma si potevano creare almeno un modello per Fiat ed uno per Lancia invece ad oggi il listino è a dir poco ridicolo raffrontato alla concorrenza.

I brand del gruppo hanno ottenuto ( fonte anche Quattroruote) un utile netto di 358 milioni di euro nel II trimestre 2012
Male l'Europa... cut cut ...bene i marchi americani cut cut Crescita per le supercar.


questi sono i numeri su cui viene giudicato il CEO.. l'azienda va bene.... l'europa va male.. tra le righe viene detto che forse l'europa verrà tagliata.
I soldi di cui parli M se li è guadagnati.. irrilevanti la mancanza di modelli per fiat alfa e lancia i vari brand importanti per il gruppo non hanno perso alcuna credibilità.. i marchi importanti per l'italia ( purtroppo per l'italia) stanno diventando buoni per la storia dell'automobile.
Mi dispiace moltissimo per torino e l'italia.. ma non capisco tutte questa astiose critiche verso chi ( simpatico o antipatico) e che ovviamente manco conosco fa bene il suo lavoro e l'interesse della azienda che lo paga

tolo

mah pare che m. sia scarso solo in europa. :shock:
 
Non e scarso, sta copiando la strategia vag in tutto il mmoondo mentre per l europa ne sta adottando una totalmente opposta sia da vag che dagli altri. Chi avra ragione? Bisogna aspettare ma gia qualche risposta ce l abbiamo da renault,psa,ford,opel e anche bmw comincia a prendere qualche provvedimento. Marchionne ha fatto una dichiarazine da presidente dell acea, l'ha fatta in difesa non solo della fiat ma anche degli altri produttori che probabilmente hanno denunciato qualche anomalia e lui s'e preso carico di farlo presente,oltretutto le stesse preoccupazioni ce le hanno anche alcune agenzie di rating. Se la dichiarazione l avesse fatta da presidente della fiat allora avete tutte le ragioni per criticarlo, ma le ha fatte da presidente dell acea, oltretutto e' ad anche della ubs bank, quando parla di tassi e di banche sa di cosa parla, puo non sapere dove sta una marmitta ma sicuramente sa come si comportano le banche in tutto il mondo.
 
ottovalvole ha scritto:
Non e scarso, sta copiando la strategia vag in tutto il mmoondo mentre per l europa ne sta adottando una totalmente opposta sia da vag che dagli altri. Chi avra ragione? Bisogna aspettare ma gia qualche risposta ce l abbiamo da renault,psa,ford,opel e anche bmw comincia a prendere qualche provvedimento. Marchionne ha fatto una dichiarazine da presidente dell acea, l'ha fatta in difesa non solo della fiat ma anche degli altri produttori che probabilmente hanno denunciato qualche anomalia e lui s'e preso carico di farlo presente,oltretutto le stesse preoccupazioni ce le hanno anche alcune agenzie di rating. Se la dichiarazione l avesse fatta da presidente della fiat allora avete tutte le ragioni per criticarlo, ma le ha fatte da presidente dell acea, oltretutto e' ad anche della ubs bank, quando parla di tassi e di banche sa di cosa parla, puo non sapere dove sta una marmitta ma sicuramente sa come si comportano le banche in tutto il mondo.
Non arrampichiamoci sugli specchi, Otto...
 
tolo52meo ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Il CEO di Fiat non è partito dal presuppost di investire in Italia guardando agli USA o al resto del mondo presentando un serio piano industriale ma per tutta una serie di motivi che non sto a trattare è andato diritto oltreoceano gettandosi alle spalle la situazione italiana in attesa di non sò quale miracolo

Se il CEO dovesse basare i suoi invenstimenti sulle certezze assolute di Fiat allora può tranquillamente chiudere perchè nelle condizioni attuali in cui l'ha condotta di certezze non ce ne sono più.
Se il primo a non credere nei suoi prodotti è il CEO allora siamo messi proprio male.

Le medaglie le conquisti sul campo e purtroppo ad oggi i vari brand del gruppo stanno perdendo sempre più appeal e credibilità.
La stessa giulietta poteva essere ampliata con altre versione e dalla stessa piattaforma si potevano creare almeno un modello per Fiat ed uno per Lancia invece ad oggi il listino è a dir poco ridicolo raffrontato alla concorrenza.

I brand del gruppo hanno ottenuto ( fonte anche Quattroruote) un utile netto di 358 milioni di euro nel II trimestre 2012
Male l'Europa... cut cut ...bene i marchi americani cut cut Crescita per le supercar.


questi sono i numeri su cui viene giudicato il CEO.. l'azienda va bene.... l'europa va male.. tra le righe viene detto che forse l'europa verrà tagliata.
I soldi di cui parli M se li è guadagnati.. irrilevanti la mancanza di modelli per fiat alfa e lancia i vari brand importanti per il gruppo non hanno perso alcuna credibilità.. i marchi importanti per l'italia ( purtroppo per l'italia) stanno diventando buoni per la storia dell'automobile.
Mi dispiace moltissimo per torino e l'italia.. ma non capisco tutte questa astiose critiche verso chi ( simpatico o antipatico) e che ovviamente manco conosco fa bene il suo lavoro e l'interesse della azienda che lo paga

tolo

Ma cos'è, una battuta?!?

Allora scusami si vede che non sono aggiornato, non è più Fiat-Chrysler ma Chrysler e basta! Allora si, possiamo dire che in parte se li è guadagnati salvo poi conoscere tutta la storia che ha fatto si che il CEO si orientasse verso il marchio Chrysler piuttosto che altri come pure lo stato di abbandono in cui versano i marchi italiani.

Visto che mi smbra di capire che sei molto informato specifica bene quali brand del "Gruppo" e dove sono fabbricati questi brand. Scoprirai che, 500 a parte, sono tutti marchi americani... ma che strano! Persino quelle vendute in Italia sotto rebrandig sono auto americane fatte in America.
Vedi tu se con un monopolio produttivo del genere Chrysler non si rissollevava, ovviamente tutto a scapito dei marchi Fiat.

Se tu fai le tue scelte non puoi venire in Europa a scassare perchè gli altri te le danno di santa ragione visto che tu non sei in grado di competere ed hai deciso che in Europa non vuoi investirci.

L' Azienda va bene? Si, quale parte dell'azienda, la Chrysler?

Altra cosa, per me il CEO può anche chiudere tutto e andarsene definitivamente in America ma finiamola per cortesia di tiare dentro temi di nazionalismo, esterofilia, amor di patria, sostentamento del prodotto italiano e vaccate simili.
 
jackari ha scritto:
FurettoS ha scritto:
Il mercato è entità astratta per definizione, quello ideale prevede condizioni di mercato e di concorrenza che non trovano riscontro nella realtà; questa è la differenza!
Nel mercato reale le economie dei Paesi influenzano sia il mercato interno che quello esterno, mi pare alquanto difficile di per se vendere in una situazione di marcato che è in crisi figuriamoci poi se non hai prodotti da vendere rispetto alla concorrenza e tanto più il tuo mercato principale è qullo interno che soffre maggiormente la crisi.

No, fammi capire, secondo te come si deve finanziare un'azienda ed in base a quale capacità. Sono i dirigenti (vedi Cda) che mettono in atto le strartegie per far sviluppare l'azienda e reperire i fondi mica gli operai sulle linee.

E a che pro mi citi Carlos Ghosn, anzitutto lui a riportato in attivo in poco più di un anno un'azienda l'altro in tutti questi anni continua ad affossarla, Ghosn si rivolse alla politica Giapponese in quanto al tempo dell'intervento c'era un problema di super Yen che penalizzava le esportazioni che sono circa il 50% della produzione di Nissan, mentre per l'Euro questa situazione non c'entra nulla.

Tra stipendi ed azioni nel 2011 il Ceo Fiat si è portato a casa una somma pari a circa 17 milioni di euro, vedi tu se per quella cifra uno non è obbligato a produrre risultati più che lusinghieri.
Quì non si tratta semplicemente di scelte di breve periodo ma di scelte giuste e sbagliate ed ad oggi ne ha cannate a ripetizione.
Ha esportato modelli americani in Europa che nessuno vuole ed inizialmente ha esporato la 500 in America con motorizzazioni considerate ridicole dagli americani salvo poi riprendersi un pò con le Abarth e le Sport. In tutto questo il fulcro di tutte le operazioni è rimasta l'America.

INutile ripercorre tutte le tappe ma mentre l'America esporta in Europa l'Italia non esporta da nessuna parte perche non produce nulla di appetibile per gli altri mercati e tutto questo è il frutto di una strategia mal gestita non del destino porco.

La politica italiana ha le sue cople ma il CEO di Fiat non ha fatto nulla per ribaltare una situazione produttiva ormai stagnante da anni per l'intero Gruppo.

intanto francamente non capisco la tua aggressività

per il resto pare che proprio non ci comprendiamo.

per quanto riguarda il superyen è esattamente così. noi abbiamo la superlira cioè l'euro. mentre la germania ha il marco debole cioè l'euro.

e il problema che riguarda gli stati europei è esattamente il medesimo problema che ha portato al defaulta l'argentina o quello che ha costretto nel 1992 l'italia a svalutare...(e non certo il debito pubblico come raccontano i tedeschi). deficit commerciale causato dal cambio fisso che rende meno competitivi i ns. prodotti...
se poi vogliamo per forza incolpare m. anche dei demeriti non tutti suoi.....(così come non li hanno psa, renault, e compagni bella-almeno lì credo che non ci siano problemi a dire che i prodotti siano abbastanza validi).

e ci tengo a precisare come a me di difendere m. non mi frega nulla e anzi, dove ritengo abbia fatto errori, come per il TA (vedi altro thread dove devo difendermi dai fiattari), lo dico chiaro e tondo.
...
ma pensare che la strategia di m., se così la vogliamo chiamare, non sia solo un palliativo perchè l'alternativa vera non c'è per me non è corretto...cosa dovrebbe fare mettere su altra tre fabbriche in italia per produrre delle grandi berline che cmq non saranno vendute perchè troppo costose rispetto alla concorrenza o a parità di costi, di qualità inferiore? ( torno a ripetere che il problema NON é' solo il prodotto, e questo è molto più evidente per altri costruttori come PSA).

Superiberline?Nuove superfabbriche? Credo che una sw e una coupè su modelli esistenti non siano un'avventura finanziariamente impossibile, come restyling e aggiornamenti dell'esistente.
Qui stiamo parlando dell'unico marchio al mondo che non riesce a dare eredi ai modelli esistenti, non fa restyling non aggiorna una mazza, e ritiene l'ibrido inutile.
Non ci vogliono investimenti smisurati, ma solo un po' di attenzione ai marchi che si posseggono.
 
Back
Alto