Ribadisco quello che scrissi qualche mese fa e riporto la mia idea sull'elettrico che non è una questione di non essere disposti ai cambiamenti, ma se i cambiamenti sono in meglio ben vengano, ma se sono in peggio come l'auto elettrica ma anche no.
Innanzi tutto il costo di un'auto elettrica (una normale berlina da famiglia, non maxi suv o supercar ...) è ancora troppo elevato per chi campa di uno stipendio normale, un vero lusso di questi tempi anche perché di auto se ne dovrebbero comprarne o averne due, per non avere problemi in caso di emergenza. Probabilmente in futuro con la produzione in grandi numeri i prezzi caleranno ma adesso la situazione è questa, in più forzare a cambiare auto è una produzione di CO2 inutile.
Chi ha un garage può installare una wallbox e ricaricare senza troppi problemi, ma visto che la stragrande maggioranza degli automobilisti lascia l'auto parcheggiata per strada bisognerebbe installare decine di milioni di colonnine, una vera utopia. Oggi le colonnine sono poche, intere zone non ne hanno neanche una e comunque non possono essere utilizzate come parcheggi, appena carica l'auto deve essere spostata anche in piena notte pena multe,
Un altro problema, il maggiore, è rappresentato, oltre che dalla scarsa autonomia (quelle dichiarate sono farlocche, perché testate in condizioni impossibili su strada) dai tempi di ricarica troppo lunghi. Parliamo di ore, quando per un pieno di benzina o gasolio bastano pochi minuti. Le ricariche fast vanno usate con parsimonia perché danneggiano le batterie. Chi lavora non ha tempo da perdere, un lungo viaggio deve essere pianificato al chilometro per non rischiare di rimanere a piedi, e quando arrivi alla tanto agognata colonnina la trovi guasta, occupata o intralciata da un'auto non elettrica che nessun vigile multa.
Rottamare dai 4 ai 4,5 milioni di veicoli leggeri Euro 4/5 significa produrre molta CO2 durante la fase di produzione delle nuove vetture, che andranno a sostituire le vecchie, magari ancora in ottime condizioni. Parliamo di 25.000 kWh consumati in fabbrica per ogni nuova unità e 450.000 litri d’acqua, che porterebbero a consumare 85 milioni di megawatt per la produzione totale, con relativa gigantesca immissione di anidride carbonica in atmosfera e consumo di energia che non avremo (vedi congiunture mondiali sull'energia).
E veniamo al capitolo energia Se tutto il parco circolante fosse elettrico non ci sarebbe abbastanza energia elettrica per ricaricarle tutte e questo è lapalissiano (ENEL stima 100- 110 TWh in più solo per i mezzi leggeri). Fonti rinnovabili? Ben vengano, ma non saranno sufficienti, hanno troppi limiti, tempi di realizzazione decennali e se non tira vento le pale non girano, appena fa buio o è inverno i pannelli fotovoltaici smettono di funzionare, se non piove i bacini idrici si prosciugano e le turbine idroelettriche non producono elettricità. E allora saremmo costretti a ricorrere ai combustibili fossili (carbone) e al nucleare(!) (n.d.r. scritto prima della guerra in Ucraina) E l'aumento di domanda provocherà l'aumento dei prezzi, abc del mercato. E comunque costruire centrali significa investimenti colossali e tempi biblici che poi ricadranno sulle bollette e sulle ricariche - pecunia amissa intus nihil -. E una volta prodotta l'energia dovrà essere trasportata, quindi serviranno nuovi elettrodotti, ma dove si costruiranno, visto che sindaci e cittadini sono pronti a scendere in piazza coi forconi se sentono la parola elettrodotto e il proprio Comune nella stessa frase? E chi li pagherà? Noi ovviamente.
E vogliamo parlare dell'inquinamento provocato dalla produzione delle batterie e dallo smaltimento di quelle esauste? Vero che qualcosa si può recuperare e riciclare, ma ci ritroveremo comunque con rifiuti altamente tossici da smaltire.
E vogliamo parlare dei cambiamenti climatici? Ci sono, c'è poco da dire, ma se Greta e gretini studiassero prima di sputare sentenze saprebbero che i cambiamenti climatici non sono tutti attribuibili all’uomo e soprattutto alle auto. Certo, meno si inquina meglio è ma se quei disinformati, impreparati ed approssimativi di Bruxelles vietassero davvero i motori a benzina e gasolio distruggerebbero l'economia, milioni di posti di lavoro, ed avrebbero recuperato, forse, solo un qualche decimo di punto percentuale di CO2, il paradosso di Zenone è meno paradossale.