Penso che sia giusto domandarsi "perchè non riusciamo a salvare" tante nostre aziende, nel senso di salvarle con mezzi nostri, senza venderle ad aziende estere.
Purtroppo penso che in buona parte sia colpa di un certo "nanismo" industriale che ci portiamo dietro da decenni. Se è vero che il nostro tessuto industriale è composto da tante piccole e medie imprese, è anche vero che questo non è un vantaggio, ma un limite, un grosso limite, e lo vediamo ancora di più in questa fase da vacche magre.
Essere "piccoli" espone i proprietari alle crisi in modo devastante. E ciò senza contare che a volte anche le aziende grandi sono gestite male, come delle mucche da mungere e non come delle realtà su cui investire per ingrandirle.
Solo pochi imprenditori hanno veramente una mentalità di respiro internazionale. Es. Brembo, Del Vecchio e altri, comunque decisamente pochi.
Lo vedevo anche quando facevo il funzionario di banca. A molti imprenditori piaceva esibire il loro status, avere la "barca", il rolex, la Ferrari, ecc., e poi però chiedevano soldi per l'azienda, che 90 su 100 era sottocapitalizzata. Sono pochi quelli che investono davvero tanto sulla propria realtà imprenditoriale, che capiscono che l'unico modo per restare "italiani" e non farsi mangiare da pesci grossi esteri è credere nella propria azienda e metterci dentro i denari necessari, a costo di sacrificare, quanto meno all'inizio, anche se stessi......
All'italiano spesso piace fare nero, pagare poche tasse e dichiarare pochi utili, perchè una buona parte così se li "mangia" e non li reinveste...........