<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Info tecniche per chi ha competenze: i-Vtec + Turbo = follìa? | Il Forum di Quattroruote

Info tecniche per chi ha competenze: i-Vtec + Turbo = follìa?

Forse potrà essere una banalità... ...ma produrre piccoli i-vtec turbocompressi con bassi consumi non può essere un'alternativa all'ibrido che verrà... ...tra 15 anni almeno?
Magari è sconsigliabile perchè la tipologia del motore non lo permette, altrimenti mi sembra strano che non lo abbiano già prodotto.
Visto che si osanna la Scirocco 2.0 TFSI....

Grazie!
 
Caro Elancia sarebbe il sogno di molti hondisti, visto che l'ibrido non da prestazioni (per ora e non credo avrà un gran futuro) e gli aspirati sono penalizzati molto dalle normative antinquinamento agli scarichi.
Per me il turbo Vtec sarebbe l'ideale, con fasature variabili sia in aspirazione che in scarico, particolarità che differenzierebbero questi propulsori da molti avversari (che hanno in genere la fasatura variabile solo in aspirazione).
Un Vtec turbo c'è stato in F1 fino al 1988 ed era il miglior turbo in gara (un 1.5).
Lo so che non è molto da puristi, i Vtec aspirati (euro 0, euro 1 e al massimo 2) restano nel cuore, ma se si vuole un propulsore che al giorno d'oggi sia una spanna sopra gli antagonisti come prestazioni e rendimento, la risposta è proprio VTEC TURBO.
 
Ho detto una vaccata....Mi sembrava di aver toppato.
In F1 il Vtec entrò da aspirato nel 1990.
I 1.5 erano biturbo V6 ma senza Vtec.
Comunque, sarebbe un motore fenomenale se entrasse in produzione.
Auspicherei un bel 1.8 turbo Vtec da 240-250cv.
Non sulla Crz però..... :lol:
Su una futura Integra! 8)
Se poi vogliono continuare con la storia dell'ibrido, ben venga, ma un bel motore con i controco....ni ci vuole in gamma :twisted: !
 
Per i più distratti... :)))

http://www.acura.com/ModelLanding.aspx?model=RDX

Agli americani piace avere tanta coppia...
 
Se ci fosse stato l'avrei preso....
Invidio un po' (ma solo un po' mi basta guardare il muso della Evo per farmi passare il tutto) il multiarir turbo fiat..... :(
 
Non è semplice inquadrare correttamente la situazione.
La diffusione della tecnologia ibrida è legata a molti aspetti di cui solo una parte esigua è correlata a valenze tecniche. Ancor più se prendiamo in esame la propulsione esclusivamente elettrica.
C?è la percezione dell?utenza, del mercato, che gioca un ruolo fondamentale. E, non meno importante, l?input, da parte dei costruttori per conformare, in un senso o nell?altro, questa percezione. Se ci fossero proposte veramente valide, davvero appaganti, sicuramente il mercato potrebbe essere stimolato nei confronti di queste innovazioni; ma per proporle, occorre investire, occorre spendere molto e non è ritenuto corretto, a livello imprenditoriale, condurre ?scommesse? del genere. C?è, infatti, il rischio, tutt?altro che trascurabile, che, a fronte di ingenti investimenti, si abbia comunque un?accoglienza tiepida da parte del mercato con la conseguente difficoltà di reincamerare i capitali investiti. Si aspetta, quindi, che le attuali tecnologie siano messe alla corda dalle normative ecologiche ed ambientali, come, del resto, stiamo ormai già assistendo da tempo.
Ciò si traduce in un peggioramento generale della qualità propulsiva degli odierni sistemi; maggiori consumi, maggiori oneri produttivi e quindi costi più alti, maggiori oneri manutentivi, minore affidabilità; un torchio inesorabile, anche se tranquillamente evitabile, ma che non viene evitato proprio per preparare la strada ad altri ritrovati che possano, in qualche modo, incuriosire il mercato e recare profitto per chi produce insieme ad una sorta di indebito acquietamento presso coloro che saranno portati a ritenere, anche attraverso l?usuale e massiccio attacco mediatico, che l?aver scelto la nuova alternativa rappresenti la liberazione dal giogo dei consumi, dei problemi dei filtri, dei blocchi del traffico, delle rotture di componenti meccanici legati alla presenza dei dispositivi denominati ecologici.
Ci sarà addirittura chi penserà di inquinare meno; la sua vettura non farà fumo, non emetterà gas di vario tipo e composizione e questo sarà certamente il substrato su cui perpetrare un ulteriore inganno che si accoderà, senza alcun rispetto, ai numerosi altri già in atto e che porterà a dimenticare il fatto che, 100 km più in là, ci saranno nuove centrali elettriche o le esistenti potenziate che inquineranno almeno dello stesso tenore che si dirà che riescano ad evitare le vetture che si muoveranno parzialmente o del tutto mediante elettricità. Senza contare, peraltro, la più che presupponibile incidenza sull?inquinamento elettromagnetico.
Sarà il tripudio della demagogia di bassa lega, i produttori petroliferi comunque contenti perché i loro prodotti non finiranno nella miriade di piccoli serbatoi delle auto circolanti ma in pochi, ma estremamente più grandi, che saranno a corredo delle centrali.
Si dirà: ?ma stiamo volgendo al nucleare?; vero, ma solo attraverso una sapiente costruzione, una profonda dedizione verso l?amore per la vita, che trascenda da qualsivoglia intento di lucro (sarà mai possibile?......) si potranno rendere realmente sicure. Diversamente, produrranno un inquinamento che non si vedrà, forse non si potrà nemmeno misurare, ma che sarà ancora più subdolo e pericoloso di quello provocato dall?utilizzo dei combustibili fossili.
L?importante è cambiare perché in tal modo si rinfresca l?offerta; e quindi è possibile appoggiarsi a nuovi prodotti per sostenere le iniziative del marketing, per vendere e per ricavare profitti. E, sebbene sia certamente fattibile, la neutralizzazione degli inevitabili effetti collaterali sarà attuata solo in parte, o anche per niente, se questo non rientri in un ottica di profitto imprenditoriale sotto il profilo dei costi.
 
Nel frattempo, nel caos dell?incertezza sulla direzione che sarà presa nelle ?stanze dei bottoni? di cui avremo congrua cognizione solo ed esclusivamente al momento in cui potremo notare che si stia promuovendo uno o l?altro espediente, promozione che sarà così martellante, massiccia e reiterata che riuscirà a convincere pure la stragrande maggioranza degli utenti che si tratti di cosa giusta, si cerca di rendere compatibile l?attuale tecnologia con i limiti imposti da normative sempre più stritolanti i cui effetti non sono quelli voluti se non in minima parte e che a fronte di questo poco o nulla, molto o tutto chiedono all?utenza finale in termini di costo, soddisfazione e quant?altro sia ragionevolmente correlabile.
Riuscire a controllare finemente il funzionamento di un motore endotermico porta a migliorarne il rendimento e a conformarne le emissioni in modo che rispettino i parametri normativi di volta in volta vigenti.
Un pregevole espediente è proprio l?adozione della distribuzione variabile, iniziativa adottata da moltissimi costruttori, in varie forme e misure. Ne avevamo parlato, in maniera sostanzialmente descrittiva, anche nel topic di cui riporto il link:

http://www.quattroruote.it/forums/index.cfm?action=messages&threadid=148853

Come già vagamente accennato nel corpo dello scritto di cui al link, il sistema v-tec serve a dare applicazione pratica ad un concetto fondamentale che fa parte dell?ampio articolato di cognizioni su cui si basa la filosofia costruttiva di Honda: un motore aspirato ciclo Otto funziona meglio a bassi regimi se viene alimentato con miscele relativamente magre purché il comburente ed il carburante siano correttamente miscelati tra loro.
Per ottenere questa corretta miscelazione, si deve avere una elevata turbolenza nei cilindri in fase di aspirazione; ciò è perseguibile parzializzando opportunamente la sezione di passaggio dei gas freschi, proprio intervenendo sull?alzata delle valvole di aspirazione. Estendendo il concetto, si può ulteriormente enfatizzare la situazione implementando tale dispositivo anche sulle valvole di scarico in modo che si ottenga una congrua depressione nei cilindri che sia efficacemente propedeutica al successivo riempimento con gas freschi.
Si capisce bene che un motore sovralimentato ha meno bisogno di questi raffinatissimi espedienti volti al controllo della fluidodinamica all?interno dei cilindri ed in camera di scoppio, proprio perché in tali motori il gas è ?spinto? velocemente e con vigore all?interno dei medesimi. Si può ravvisare una certa utilità nell?ambito dei regimi in cui la risposta della turbina è nulla o scarsa, usualmente quelli posti tra il minimo e i circa 1500-2000rpm. Come è evidente, è un range di utilizzo piuttosto ristretto in cui l?afflusso dei gas può essere gestito anche in altro modo, per esempio mediante collettori a geometria variabile, l?uso assennato dei risonatori di Helmoltz o ottimizzando per quanto possibile la resa volumetrica di turbocompressore ed intercooler, parti peraltro già presenti. Quindi, la partita si gioca sul campo dei costi e del loro rapporto con i reali benefici ottenuti.
Dal momento che implementare la sovralimentazione su un qualsiasi motore rappresenta già un aggravio di spesa, sia in termini progettuali che di necessità di opportuna componentistica aggiuntiva, affiancare questo sistema a quello della distribuzione variabile rappresenta un ulteriore aggravio sotto questi aspetti che può portare la realizzazione di un motore siffatto al di fuori dei costi preventivabili specie se si tratti di propulsione destinata alla grande serie.
In conclusione, rendendo opportunamente simbiotici i due sistemi sovralimentazione-distribuzione variabile si avrebbe sicuramente un qualche miglioramento della resa complessiva del motore ma a fronte di costi molto elevati che non è detto che giustifichino l?entità della miglioria, così come nei termini sopra indicati, e che allontanano la prospettiva dell?applicazione su vetture dal costo ragionevolmente contenuto da prevederne un?ampia diffusione di serie e quindi commerciale.
Salvo, come è ovvio, riuscire a proporre l?iniziativa di specie principalmente sotto un intento volto al marketing senza considerare le pesanti ipoteche sul fronte dell?affidabilità e della durata nel medio-lungo periodo che vanno adeguatamente ragguagliate all?effettivo beneficio che se ne potrebbe ? ma non necessariamente ? conseguire.
 
Caspita che poema Meipso! :D
Sono d'accordo, il costo di progettazione sarebbe oneroso (e forse rischioso come dici tu), ma il discorso per me è valido più che altro per case costruttrici "normali" con budget limitati come possono essere Peugeot o Renault.
Honda fa i jet! Honda ha un budget mostruoso e anche se c'è la crisi, avrebbe tutto il tempo, tutto il know-how, tutte le risorse per creare un propulsore compatto turbo Vtec MICIDIALE :twisted: da utilizzare come pubblicità di rilancio sportivo, abbinabile anche a vetture come la nona Civic o la futura Integra.
Dimentichiamo forse il divario mostruoso (sia in termini progettuali che di costo) che intercorreva nei primi anni novanta tra un Vtec EG6 e un motore aste e bilanceri Renault?
Non mi sembra sia andata male l'avventura del Vtec, no? ;)
E questo bel turbo avveniristico sarebbe un toccasana per tornare bella carica in F1 nel 2012 quando "in teoria" dovrebbero spuntare proprio dei turbo compatti.
Un turbo da abbinare in listino al loro caro ibrido che a mio avviso dovrebbero installare solo su auto non emozionali, da utilizzo familiare.
Io la penso così, sarà anche utopistico, ma senza sogni l'uomo si fossilizza. :?
 
VtecEj1 ha scritto:
Caspita che poema Meipso! :D
Sono d'accordo, il costo di progettazione sarebbe oneroso (e forse rischioso come dici tu), ma il discorso per me è valido più che altro per case costruttrici "normali" con budget limitati come possono essere Peugeot o Renault.
Honda fa i jet! Honda ha un budget mostruoso e anche se c'è la crisi, avrebbe tutto il tempo, tutto il know-how, tutte le risorse per creare un propulsore compatto turbo Vtec MICIDIALE :twisted: da utilizzare come pubblicità di rilancio sportivo, abbinabile anche a vetture come la nona Civic o la futura Integra.
Dimentichiamo forse il divario mostruoso (sia in termini progettuali che di costo) che intercorreva nei primi anni novanta tra un Vtec EG6 e un motore aste e bilanceri Renault?
Non mi sembra sia andata male l'avventura del Vtec, no? ;)
E questo bel turbo avveniristico sarebbe un toccasana per tornare bella carica in F1 nel 2012 quando "in teoria" dovrebbero spuntare proprio dei turbo compatti.
Un turbo da abbinare in listino al loro caro ibrido che a mio avviso dovrebbero installare solo su auto non emozionali, da utilizzo familiare.
Io la penso così, sarà anche utopistico, ma senza sogni l'uomo si fossilizza. :?

Quoto! ;)
 
VtecEj1 ha scritto:
Caspita che poema Meipso! :D
Sono d'accordo, il costo di progettazione sarebbe oneroso (e forse rischioso come dici tu), ma il discorso per me è valido più che altro per case costruttrici "normali" con budget limitati come possono essere Peugeot o Renault.
Honda fa i jet! Honda ha un budget mostruoso e anche se c'è la crisi, avrebbe tutto il tempo, tutto il know-how, tutte le risorse per creare un propulsore compatto turbo Vtec MICIDIALE :twisted: da utilizzare come pubblicità di rilancio sportivo, abbinabile anche a vetture come la nona Civic o la futura Integra.
Dimentichiamo forse il divario mostruoso (sia in termini progettuali che di costo) che intercorreva nei primi anni novanta tra un Vtec EG6 e un motore aste e bilanceri Renault?
Non mi sembra sia andata male l'avventura del Vtec, no? ;)
E questo bel turbo avveniristico sarebbe un toccasana per tornare bella carica in F1 nel 2012 quando "in teoria" dovrebbero spuntare proprio dei turbo compatti.
Un turbo da abbinare in listino al loro caro ibrido che a mio avviso dovrebbero installare solo su auto non emozionali, da utilizzo familiare.
Io la penso così, sarà anche utopistico, ma senza sogni l'uomo si fossilizza. :?

Non è certo mio intento fare i conti in tasca a questo o a quel costruttore, ci mancherebbe.
Honda potrebbe sobbarcarsi l'onere della progettazione ed anche della costruzione di un motore siffatto; il punto è: conviene? conviene in termini di rapporto investimenti/profitti? conviene in termini di affidabilità? conviene in termini di reale e consistente resa nell'utilizzo, al punto da renderli così superiori alla concorrenza da farne un "must" che lo renda anche un "best-seller" a livello sufficientemente ampio? Non lo so, sinceramente. A mio modesto avviso, la sovralimentazione è sicuramente redditizia se applicata nell'ambito dei motori Diesel, molto meno per i motori ciclo Otto. Se ne enfatizzano le prestazioni, questo è logico, ma i consumi non si riducono, alla resa dei fatti, come viene invece dichiarato. Nemmeno lontanamente. E a seguito dell'implementazione della sovralimentazione, il margine da risicare sul fronte del recupero delle perdite di pompaggio e del riempimento dei cilindri è assai più esiguo rispetto a quanto si avrebbe implementando una eccellente distribuzione variabile su di un motore aspirato. Avrebbe certo molta risonanza pubblicitaria, incuriosirebbe di sicuro; ma a questo punto si dovrebbe poter valutare serenamente se le migliorie ci sono davvero o sono solo reclamizzate e costruite ad hoc per fini di marketing.
Gli attuali "piccoli turbo" riescono a consumare in maniera abbastanza accettabile se e solo se vengono utilizzati in condizioni assai lontane da quelle che richiedono l'erogazione del "surplus" consentito dall'implementazione della sovralimentazione. Si gioca, cioè, secondo me, su un equivoco piuttosto marcato, ovvero si dice: questo motore ha 200cv ed ha una coppia di 30 kgm. Ha solo 1,8 litri di cilindrata. Fa gli 11 in ambito urbano, i 12,5 in autostrada ed addirittura i 15 in ambito extraurbano. Vediamo come ciò può accadere, o almeno, come questo sia possibile. In ambito urbano, si richiedono potenze estremamente limitate, nell'ordine di una ventina di cv, all'incirca. Si pone la velocità massima di 50 km/h, per la quale bastano si è no 7 o 8 cv alla ruota e si pensa di utilizzare una modesta maggiorazione della potenza quando si acceleri. Non si contano gli scatti al semaforo, sicuramente assai dispendiosi in termini energetici e quindi di consumo.
In autostrada, si prende come riferimento una velocità costante, intorno ai 120-130 km/h. Qui, i cv necessari sono molti di più ma si devono vincere solo gli attriti aerodinamici e quelli di rotolamento delle gomme. Non si tiene di conto di eventuali repentine e consistenti variazioni di velocità, come il recupero effettuato rapidamente dopo un rallentamento e così via. In ambito extraurbano, ancora di più. Per fare tutto questo, bastano, al massimo, una 50ina di cv. Su un 1.8, tanto per fare un esempio, questi vengono fuori tranquillamente anche senza l'uso della sovralimentazione o, al limite, se si vogliono avere a regimi più bassi, con un uso molto modesto e limitato della medesima. Ecco che i consumi sono praticamente allineati a quelli di un buon aspirato avente caratteristiche geometriche assimilabili.
Se si sfrutta un po' la meccanica (e questo dipende molto dalla configurazione di base da cui si parte: su un motore di piccola cubatura, come un 1.4, sarà sicuramente più facile trovarsi a sfruttarla rispetto ad un due litri, ad esempio) la situazione si ribalta; i cavalli ed i kgm che vengono sprigionati richiedono un consistente dispendio energetico che, su un ciclo Otto, caratterizzato da rendimenti ridotti, si traduce in un notevole innalzamento dei consumi, che si pone ben lungi dal dichiarato.
Si ottengono, quindi, percorrenze lusinghiere solo se utilizziamo il motore senza andare a "svegliare" il comparto di sovralimentazione o utilizzandolo in maniera estremamente contenuta.
In un ciclo Otto il valore imposto dalla stechiometria sancisce che se immetto più aria devo immettere necessariamente più carburante; ciò avviene mediante la sovralimentazione che permette di "infilare" nei cilindri un volume d'aria maggiore di quello dei medesimi. Per evitare la detonazione, si deve abbassare il rapporto di compressione e quindi si devono ridurre ulteriormente i rendimenti che dipendono drasticamente anche da questo fattore. I sensori di detonazione, usuale corredo dei moderni motori, evita che la detonazione si inneschi, ma questo è volto solo ad evitare danni meccanici; esso dovrà comunque ridurre l'anticipo e/o intervenire sulla carburazione, non potrà in alcun modo far superare al motore quanto imposto dalla chimica del carburante e dalla geometria della camera di scoppio. In una parola, i sensori di detonazione permettono di tenere il funzionamento del motore il più possibile vicino a quello della massima resa e per questo sono molto utili; ma non possono consentire l'innalzamento della pressione interna sopra a certi valori, così come non possono consentire che il rapporto di compressione superi una certa soglia.
Ecco il motivo per cui il Diesel sovralimentato si trova certamente più a suo agio in questa particolare situazione, fornendo aumenti considerevoli di erogazione, sia in termini di potenza che di coppia, sovente accompagnati da una effettiva riduzione del consumo. Questa situazione, su un ciclo Otto (ovvero a benzina) è praticamente irraggiungibile, se non in condizioni estremamente limitate e circoscritte che ben difficilmente possono innescare manifesta utilità nell'ambito dell'utilizzo comune su strada.
Quindi, per poter mettere in grado un motore di sviluppare più potenza mediante la sovralimentazione, occorre farlo che, di base, ovvero in assenza di sovralimentazione, renda meno di un suo paritetico concorrente privo di questa modalità. Si potranno dichiarare potenze e coppie altisonanti affiancandole a valori di consumo caricaturescamente bassi; ma si dimentica di affermare ed evidenziare che le prime sono ottenute consumando drammaticamente di più del dichiarato, mentre i secondi si possono ottenere solo in ambito di utlizzo drasticamente lontano da quello che farebbero presupporre i succitati dati di targa. L'accoppiata tra sovralimentazione e distribuzione variabile può pertanto avere un riscontro apprezzabilmente positivo (intendo, percepibile dall'utente medio) solo durante la fase in cui la sovralimentazione non agisce; ma va a compensare, per quanto possibile, una situazione già compromessa all'origine avendo dovuto abbassare il rapporto di compressione per adattare il motore a funzionare sovralimentandolo. "Tutto fa", per carità, ci mancherebbe; ma "quanto fa in rapporto a quanto si spende per farlo"? è qui, il problema.
 
Ma è proprio in questo frangente che dovrebbe subentrare la differenza tra un costruttore generalista e "bla bla bla" che in F1 non ha mai partecipato e un colosso ipertecnologico e con un Dna da corsa come Honda.
Sarebbe una sfida, un sasso buttato nello stagno della monotonia automobilistica per smuovere gli animi "racing" annoiati da tanti anni... :D
In Honda hanno realizzato motori da corsa di ogni tipo, turbo e mica turbo, motociclistici e da tagliaerba......
I materiali li conoscono, i migliori materiali; se poi una Civic o un'Integra con un tal motore ti viene a costare 3000euro in più rispetto ad una avversaria sportiva con caratteristiche meno raffinate AMEN!
Si paga sempre la differenza per un prodotto più esclusivo, in ogni settore capita questo....
Il rilancio dell'immagine conta, ed abbinare una politica verde (valevole per il grosso delle auto vendute, quelle familiari) ad una sportiva e anticonformista destinata alle poche sportive da realizzare (dottor Jeckill and Mr Hyde...un pò la filosofia del Vtec parliamoci chiaro) sarebbe un connubio DEVASTANTE per la concorrenza.
Ciao Meipso, hai tutta la mia stima.
 
VtecEj1 ha scritto:
Ma è proprio in questo frangente che dovrebbe subentrare la differenza tra un costruttore generalista e "bla bla bla" che in F1 non ha mai partecipato e un colosso ipertecnologico e con un Dna da corsa come Honda.
Sarebbe una sfida, un sasso buttato nello stagno della monotonia automobilistica per smuovere gli animi "racing" annoiati da tanti anni... :D
In Honda hanno realizzato motori da corsa di ogni tipo, turbo e mica turbo, motociclistici e da tagliaerba......
I materiali li conoscono, i migliori materiali; se poi una Civic o un'Integra con un tal motore ti viene a costare 3000euro in più rispetto ad una avversaria sportiva con caratteristiche meno raffinate AMEN!
Si paga sempre la differenza per un prodotto più esclusivo, in ogni settore capita questo....
Il rilancio dell'immagine conta, ed abbinare una politica verde (valevole per il grosso delle auto vendute, quelle familiari) ad una sportiva e anticonformista destinata alle poche sportive da realizzare (dottor Jeckill and Mr Hyde...un pò la filosofia del Vtec parliamoci chiaro) sarebbe un connubio DEVASTANTE per la concorrenza.
Ciao Meipso, hai tutta la mia stima.

Sarebbe bellissimo, in effetti. Ma ciò si proietterebbe violentemente al di fuori della questione lanciata dall'autore del topic, ovvero "piccoli i-vtec turbocompressi con bassi consumi". Da qui nasce il mio discorso che ho tentato di evidenziare più sopra; non potrebbero essere piccoli più di tanto e men che meno potrebbero consumare poco. Se poi si estende il discorso alle massime prestazioni ottenibili, e per di più in ambito sportivo....béh! la situazione si ribalta e vede Honda sicuramente tra i primi, se non il primo costruttore in assoluto, a poter gestire un tipo di produzione del genere.
Ricambio la stima. ;)
 
Hai ragione Meipso, dimenticavo l'origine del post!!!
Mi son fatto "rampare" dai sogni e son partito a razzo:shock:
(the power of dreams..... :cry: )
Ciao, buona serata.
 
meipso ha scritto:
VtecEj1 ha scritto:
Ma è proprio in questo frangente che dovrebbe subentrare la differenza tra un costruttore generalista e "bla bla bla" che in F1 non ha mai partecipato e un colosso ipertecnologico e con un Dna da corsa come Honda.
Sarebbe una sfida, un sasso buttato nello stagno della monotonia automobilistica per smuovere gli animi "racing" annoiati da tanti anni... :D
In Honda hanno realizzato motori da corsa di ogni tipo, turbo e mica turbo, motociclistici e da tagliaerba......
I materiali li conoscono, i migliori materiali; se poi una Civic o un'Integra con un tal motore ti viene a costare 3000euro in più rispetto ad una avversaria sportiva con caratteristiche meno raffinate AMEN!
Si paga sempre la differenza per un prodotto più esclusivo, in ogni settore capita questo....
Il rilancio dell'immagine conta, ed abbinare una politica verde (valevole per il grosso delle auto vendute, quelle familiari) ad una sportiva e anticonformista destinata alle poche sportive da realizzare (dottor Jeckill and Mr Hyde...un pò la filosofia del Vtec parliamoci chiaro) sarebbe un connubio DEVASTANTE per la concorrenza.
Ciao Meipso, hai tutta la mia stima.

Sarebbe bellissimo, in effetti. Ma ciò si proietterebbe violentemente al di fuori della questione lanciata dall'autore del topic, ovvero "piccoli i-vtec turbocompressi con bassi consumi". Da qui nasce il mio discorso che ho tentato di evidenziare più sopra; non potrebbero essere piccoli più di tanto e men che meno potrebbero consumare poco. Se poi si estende il discorso alle massime prestazioni ottenibili, e per di più in ambito sportivo....béh! la situazione si ribalta e vede Honda sicuramente tra i primi, se non il primo costruttore in assoluto, a poter gestire un tipo di produzione del genere.
Ricambio la stima. ;)

No, no... ...a me vanno bene anche le sportive TURBO V-Tec!
Approfondite pure! :)
 
meipso ha scritto:
VtecEj1 ha scritto:
Caspita che poema Meipso! :D
Sono d'accordo, il costo di progettazione sarebbe oneroso (e forse rischioso come dici tu), ma il discorso per me è valido più che altro per case costruttrici "normali" con budget limitati come possono essere Peugeot o Renault.
Honda fa i jet! Honda ha un budget mostruoso e anche se c'è la crisi, avrebbe tutto il tempo, tutto il know-how, tutte le risorse per creare un propulsore compatto turbo Vtec MICIDIALE :twisted: da utilizzare come pubblicità di rilancio sportivo, abbinabile anche a vetture come la nona Civic o la futura Integra.
Dimentichiamo forse il divario mostruoso (sia in termini progettuali che di costo) che intercorreva nei primi anni novanta tra un Vtec EG6 e un motore aste e bilanceri Renault?
Non mi sembra sia andata male l'avventura del Vtec, no? ;)
E questo bel turbo avveniristico sarebbe un toccasana per tornare bella carica in F1 nel 2012 quando "in teoria" dovrebbero spuntare proprio dei turbo compatti.
Un turbo da abbinare in listino al loro caro ibrido che a mio avviso dovrebbero installare solo su auto non emozionali, da utilizzo familiare.
Io la penso così, sarà anche utopistico, ma senza sogni l'uomo si fossilizza. :?

Non è certo mio intento fare i conti in tasca a questo o a quel costruttore, ci mancherebbe.
Honda potrebbe sobbarcarsi l'onere della progettazione ed anche della costruzione di un motore siffatto; il punto è: conviene? conviene in termini di rapporto investimenti/profitti? conviene in termini di affidabilità? conviene in termini di reale e consistente resa nell'utilizzo, al punto da renderli così superiori alla concorrenza da farne un "must" che lo renda anche un "best-seller" a livello sufficientemente ampio? Non lo so, sinceramente. A mio modesto avviso, la sovralimentazione è sicuramente redditizia se applicata nell'ambito dei motori Diesel, molto meno per i motori ciclo Otto. Se ne enfatizzano le prestazioni, questo è logico, ma i consumi non si riducono, alla resa dei fatti, come viene invece dichiarato. Nemmeno lontanamente. E a seguito dell'implementazione della sovralimentazione, il margine da risicare sul fronte del recupero delle perdite di pompaggio e del riempimento dei cilindri è assai più esiguo rispetto a quanto si avrebbe implementando una eccellente distribuzione variabile su di un motore aspirato. Avrebbe certo molta risonanza pubblicitaria, incuriosirebbe di sicuro; ma a questo punto si dovrebbe poter valutare serenamente se le migliorie ci sono davvero o sono solo reclamizzate e costruite ad hoc per fini di marketing.
Gli attuali "piccoli turbo" riescono a consumare in maniera abbastanza accettabile se e solo se vengono utilizzati in condizioni assai lontane da quelle che richiedono l'erogazione del "surplus" consentito dall'implementazione della sovralimentazione. Si gioca, cioè, secondo me, su un equivoco piuttosto marcato, ovvero si dice: questo motore ha 200cv ed ha una coppia di 30 kgm. Ha solo 1,8 litri di cilindrata. Fa gli 11 in ambito urbano, i 12,5 in autostrada ed addirittura i 15 in ambito extraurbano. Vediamo come ciò può accadere, o almeno, come questo sia possibile. In ambito urbano, si richiedono potenze estremamente limitate, nell'ordine di una ventina di cv, all'incirca. Si pone la velocità massima di 50 km/h, per la quale bastano si è no 7 o 8 cv alla ruota e si pensa di utilizzare una modesta maggiorazione della potenza quando si acceleri. Non si contano gli scatti al semaforo, sicuramente assai dispendiosi in termini energetici e quindi di consumo.
In autostrada, si prende come riferimento una velocità costante, intorno ai 120-130 km/h. Qui, i cv necessari sono molti di più ma si devono vincere solo gli attriti aerodinamici e quelli di rotolamento delle gomme. Non si tiene di conto di eventuali repentine e consistenti variazioni di velocità, come il recupero effettuato rapidamente dopo un rallentamento e così via. In ambito extraurbano, ancora di più. Per fare tutto questo, bastano, al massimo, una 50ina di cv. Su un 1.8, tanto per fare un esempio, questi vengono fuori tranquillamente anche senza l'uso della sovralimentazione o, al limite, se si vogliono avere a regimi più bassi, con un uso molto modesto e limitato della medesima. Ecco che i consumi sono praticamente allineati a quelli di un buon aspirato avente caratteristiche geometriche assimilabili.
Se si sfrutta un po' la meccanica (e questo dipende molto dalla configurazione di base da cui si parte: su un motore di piccola cubatura, come un 1.4, sarà sicuramente più facile trovarsi a sfruttarla rispetto ad un due litri, ad esempio) la situazione si ribalta; i cavalli ed i kgm che vengono sprigionati richiedono un consistente dispendio energetico che, su un ciclo Otto, caratterizzato da rendimenti ridotti, si traduce in un notevole innalzamento dei consumi, che si pone ben lungi dal dichiarato.
Si ottengono, quindi, percorrenze lusinghiere solo se utilizziamo il motore senza andare a "svegliare" il comparto di sovralimentazione o utilizzandolo in maniera estremamente contenuta.
In un ciclo Otto il valore imposto dalla stechiometria sancisce che se immetto più aria devo immettere necessariamente più carburante; ciò avviene mediante la sovralimentazione che permette di "infilare" nei cilindri un volume d'aria maggiore di quello dei medesimi. Per evitare la detonazione, si deve abbassare il rapporto di compressione e quindi si devono ridurre ulteriormente i rendimenti che dipendono drasticamente anche da questo fattore. I sensori di detonazione, usuale corredo dei moderni motori, evita che la detonazione si inneschi, ma questo è volto solo ad evitare danni meccanici; esso dovrà comunque ridurre l'anticipo e/o intervenire sulla carburazione, non potrà in alcun modo far superare al motore quanto imposto dalla chimica del carburante e dalla geometria della camera di scoppio. In una parola, i sensori di detonazione permettono di tenere il funzionamento del motore il più possibile vicino a quello della massima resa e per questo sono molto utili; ma non possono consentire l'innalzamento della pressione interna sopra a certi valori, così come non possono consentire che il rapporto di compressione superi una certa soglia.
Ecco il motivo per cui il Diesel sovralimentato si trova certamente più a suo agio in questa particolare situazione, fornendo aumenti considerevoli di erogazione, sia in termini di potenza che di coppia, sovente accompagnati da una effettiva riduzione del consumo. Questa situazione, su un ciclo Otto (ovvero a benzina) è praticamente irraggiungibile, se non in condizioni estremamente limitate e circoscritte che ben difficilmente possono innescare manifesta utilità nell'ambito dell'utilizzo comune su strada.
Quindi, per poter mettere in grado un motore di sviluppare più potenza mediante la sovralimentazione, occorre farlo che, di base, ovvero in assenza di sovralimentazione, renda meno di un suo paritetico concorrente privo di questa modalità. Si potranno dichiarare potenze e coppie altisonanti affiancandole a valori di consumo caricaturescamente bassi; ma si dimentica di affermare ed evidenziare che le prime sono ottenute consumando drammaticamente di più del dichiarato, mentre i secondi si possono ottenere solo in ambito di utlizzo drasticamente lontano da quello che farebbero presupporre i succitati dati di targa. L'accoppiata tra sovralimentazione e distribuzione variabile può pertanto avere un riscontro apprezzabilmente positivo (intendo, percepibile dall'utente medio) solo durante la fase in cui la sovralimentazione non agisce; ma va a compensare, per quanto possibile, una situazione già compromessa all'origine avendo dovuto abbassare il rapporto di compressione per adattare il motore a funzionare sovralimentandolo. "Tutto fa", per carità, ci mancherebbe; ma "quanto fa in rapporto a quanto si spende per farlo"? è qui, il problema.

Quindi il v-tec ha doti che perderebbe con la sovralimentazione... :rolleyes:
O alto rapporto di compressione o sovralimentazione...
 

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