eta*beta
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Una questione ricorrente, valutare la longevità potenziale di un'auto nuova, o residua per una usata da acquistare o da conservare...
Di solito si parte dai km percorsi, ma subito si puntualizza che un conto è farli in autostrada con la marcia più lunga inserita, ed un altro è farli in città accelerando e frenando di continuo. Poi conta lo stile di guida, il tipo di percorsi, clima, riavvii frequenti, manutenzione più o meno puntuale e scrupolosa, uso di combustibili di qualità, etcetc
Sicuramente motori che percorrono poca strada o non si muovono affatto, come quelli agricoli o industriali, navali etc, hanno un contaore che misura il tempo di funzionamento, ma non necessariamente è indicatore del lavoro svolto (energia prodotta).
Allora partirei proprio dell'energia a valutare lo stato presumibile di usura. Ovvero l'energia consumata, ovvero la quantità di combustibile impiegato. Certo sarebbe meglio valutarne l'energia tramite la massa, e non il volume, dato che la densità non è costante, ma per un approccio approssimativo potrebbe andare.
Perché valutare l'energia consumata e non prodotta? Perché la sollecitazione meccanica è data dall'energia erogata per mettere in moto la meccanica, ma non sempre direttamente proporzionale a quella prodotta. Ad esempio nel funzionamento a freddo il rendimento cala, o in caso di aria satura di umidità.
Sarebbe interessante valutare quanti mc può consumare un motore prima di "consimarsi"...
Idee, critiche e riflessioni sono sempre gradite.
Best Regards
The Fr... ehm...
...vabbè...
Di solito si parte dai km percorsi, ma subito si puntualizza che un conto è farli in autostrada con la marcia più lunga inserita, ed un altro è farli in città accelerando e frenando di continuo. Poi conta lo stile di guida, il tipo di percorsi, clima, riavvii frequenti, manutenzione più o meno puntuale e scrupolosa, uso di combustibili di qualità, etcetc
Sicuramente motori che percorrono poca strada o non si muovono affatto, come quelli agricoli o industriali, navali etc, hanno un contaore che misura il tempo di funzionamento, ma non necessariamente è indicatore del lavoro svolto (energia prodotta).
Allora partirei proprio dell'energia a valutare lo stato presumibile di usura. Ovvero l'energia consumata, ovvero la quantità di combustibile impiegato. Certo sarebbe meglio valutarne l'energia tramite la massa, e non il volume, dato che la densità non è costante, ma per un approccio approssimativo potrebbe andare.
Perché valutare l'energia consumata e non prodotta? Perché la sollecitazione meccanica è data dall'energia erogata per mettere in moto la meccanica, ma non sempre direttamente proporzionale a quella prodotta. Ad esempio nel funzionamento a freddo il rendimento cala, o in caso di aria satura di umidità.
Sarebbe interessante valutare quanti mc può consumare un motore prima di "consimarsi"...
Idee, critiche e riflessioni sono sempre gradite.
Best Regards
The Fr... ehm...
...vabbè...