jaccos ha scritto:
alfistaConvinto ha scritto:
vi voglio portare un esempio limite!
ma da qui si capisce che il sistema è "irragionevole"
prendiamo un ipotetico signor rossi che ha 45 anni (laureato) che ha lavorato con ruoli di spicco (dirigente) 10 anni in IBM e altri 10 anni in Microsoft.. decida di cambiare vita.. diminuire di molto il suo stipendio e diventare un semplice dirigente scolastico di una scuola media..
in un contesto ragionevole le scuole se lo dovrebbero litigare.. in italia nn credo riesca ad essere assunto!
e voi?
In un contesto ragionevole, oltre alle sue competenze tecniche dovrebbe anche e soprattutto essere testato quanto a conoscenza dell'insegnamento e della comunicazione.
Mi è capitato più di qualche volta il professore "Capa Tanta" con conoscenze della materia ineguagliabili, dei veri e propri geni ma che si rivelano poi incompetenti totali quanto ad insegnamento.
Ci sono poi professori che quanto a conoscenze sono nella media ma sanno insegnare DAVVERO, riescono a fare inculcare la conoscenza nelle testoline degli adolescenti...
più che altro, la questione ha un presupposto ragionevole ma la trovo piuttosto malposta.
ovvero: a prescindere dal "mugugno" del cittadino sul funzionamento della PA, ha anche senso chiedersi se non sarebbe ipotizzabile/ possibile / opportuno affiancare il sistema di arruolamento per concorso a un sistema di arruolamento per valutazione specifica delle singole competenze.
comunque siano state acquisite.
sarebbe però sciocco sostituire, come presupposto dell'arruolamento, i titoli di studio con delle semplici esperienze lavorative.
quello che va valutato è la competenza, non il "come è stata acquisita"
la rigidità (che non è colpa dei dipendenti) nel sistema di accesso al pubblico impiego ha i suoi pregi e le sue ragioni nella parte in cui sottrae all'arbitrio di qualche satrapo l'assunzione, ma è al tempo stesso un limite quando ostacola l'utilizzo delle migliori risorse