io gli consiglierei sicuramente ingegneria, anche se avesse la passione della letteratura.
le passioni nella vita puoi provare a coltivarle se hai una stabilità economica lavorativa. Al contrario se ti manca la tranquillità ed un minimo di soddisfazione professionale il resto della tua vita diventa fortemente frustrante.
Tornando ad ingegneria, è sicuramente specializzante, ma i contesti nei quali ti puoi trovare ad operare possono essere i più diversi e disparati ed anche una amante della arti può trovare il modo per esprimersi con soddisfazione
Questo è anche vero….comunque, avendolo provato sulla mia pelle, posso dire che lo studio, e ancor più certe facoltà, non sono alla portata di tutti.
Allora posso condividere, che a volte, per lavorare, tocca mettersi un dito dove non batte il sole, e cercare di seguire il mercato, più che le proprie passioni, coltivandole come giustamente dici, in contesti extra-lavorativi....ma una "predisposizione" quella no, non si puoò combattere…come dice un vecchio proverbio, se nasci tondo, non muori quadrato…
Due tra i miei più cari amici del liceo scientifico, tra i pochi con cui so rimasto in contatto, presero entrambi ingegneria ….il primo, molto portato per la matematica, si è laureto con 110 e lode in 5 anni, in ingegneria informatica….il secondo, che per le materie scientifiche non brillava, e nemmeno aveva tanta voglia di studiare, prese ingegneria gestionale spinto dai genitori...ha dato si e no 3 esami in due anni, poi ha lasciato…
Ora asseconda la sua aspirazione, ovvero fa il musicista…(era diplomato chitarrista al conservatorio), campa (pure bene) cosi, ed è felice….certo, son casi rari. ;-)