<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Il costo reale di una Panda da 11.400 euro! | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Il costo reale di una Panda da 11.400 euro!

se l'opener sapesse che le scarpe che compra in negozio a 200 euro il marchio committente le ha pagate 25 euro al produttore terzista (europeo)...
 
a me questa discussione non convince per la specificità del prodotto scelto e con dati precisi che non si sa da dove vengono presi, se invece si fosse aperto un discorso generale sul reale valore delle cose che compriamo aveva un senso ed un interesse, cosi non ci riesco a trovare ne senso e ne interesse
 
Secondo me il terzo da te indicato era valido nei tempi d'oro e per auto con margini superiori di una segmento A anche se ammortizzata la quota di R&S, infatti ad auto specie se piccola il margine finale del costruttore si stima intorno al 15% e mi sembra strano che il costo dei vari componenti della macchina sia un peso tanto basso, quando per assemblarla ad es. ci voglio 2/3 gg.
Ad ogni modo in realtà la pandina parte da 15900 euro (escludendo le promo) quindi dividendo a spanne per 3 arriviamo ai 5000 euro di cui si parlava, alla fine siamo lì con quanto da te indicato.
Su una scala di produzione mediamente rispettata rispetto ai piani iniziali
1/3 i costi vivi di produzione (o costi marginali: materiali, componenti, energia, forza lavoro)
1/3 l'ammortamento degli investimenti
1/3 la comunicazione, distribuzione e commercializzaione (incluso l'utile del produttore)

Il che significa che se devi spingere le vendite attraverso il canale dei noleggi, cui sei obbligato ad applicare una scontistica mostruosa, hai 2/3 di margine per la trattativa (a suo tempo avevo visto fatture di vendita a una NLT delle ultime A-Klasse W169 a 8.000 + Iva ... la prima richiesta della NLT era 5k+Iva ma MB ci perdeva soldi, a 8k+Iva andava bene)

Significa anche che si comprendono meglio certi mirabolanti margini di un ben noto manager automotive fatto fuori abbastanza di recente: se vendi di meno, gli impianti si usurano di meno e puoi ridurre gli ammortamenti (il secondo terzo dell'elenco sopra), il primo terzo rimane uguale e pompi gli utili (apparenti, come poi si è visto).

Quanto ai componenti, ripeto che mediamente il costo franco stabilimento di produzione è un decimo del listino finale al dettaglio, ora da qualche anno sono un po' fuori dal giro, ma poco prima del Covid un classico olio "customizzato" usato da un noto marchio di punta tedesco, venduto al pubblico a 30+Iva al litro (salvo sconti su pacchetti manutenzioni, diciamo mediamente 25+iva finito), costava al conce 6+Iva (ovviamente parliamo di conce che acquistano un tir di canister da 1.000 litri al mese), e in quei 6+Iva ci stava il margine per l'importatore, il margine per la casa madre, i costi di trasporto ed ovviamente la fattura del produttore di olio di circa 3+Iva al litro (ripeto, olio customizzato con uno specifico tracciante).

Per dare un'idea, prendiamo un olio a caso (non quello citato sopra), Shell Helix 10W40:
- nei conce ufficiali verrà venduto finito (cioè scontato) attorno ai 20+Iva al litro contro i 25+Iva di listino formale
- nei negozi fisici, cercando, riesci a trovarlo attorno ai 10-12+Iva al litro a seconda delle confezioni
- on line lo trovi anche 7-8+Iva a litro in tanichette da 4 litri (ma devi stare molto attento ai falsi)
- uso officina, alla prima ricerca grezza, un singolo canister da 1.000 litri viene a 3,73+Iva al litro (con sconti ulteriori per ordini superiori), e stiamo parlando di un grossista che ovviamente ha il suo bel margine rispetto a quanto lo paga a Shell (lo pagherà tra 2,00 e 2,50 + Iva al litro)

 
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Su una scala di produzione mediamente rispettata rispetto ai piani iniziali
1/3 i costi vivi di produzione (o costi marginali: materiali, componenti, energia, forza lavoro)
1/3 l'ammortamento degli investimenti
1/3 la comunicazione, distribuzione e commercializzaione

Il che significa che se devi spingere le vendite attraverso il canale dei noleggi, cui sei obbligato ad applicare una scontistica mostruosa, hai 2/3 di margine per la trattativa (a suo tempo avevo visto fatture di vendita a una NLT delle ultime A-Klasse W1690 a 8.000 + Iva ... la prima richiesta della NLT era 5k+Iva ma MB ci perdeva soldi, a 8k+Iva andava bene)

Significa anche che si comprendono meglio certi mirabolanti margini di un ben noto manager automotive fatto fuori abbastanza di recente: se vendi di meno, gli impianti si usurano di meno e puoi ridurre gli ammortamenti (il secondo terzo dell'elenco sopra), il primo terzo rimane uguale e pompi gli utili (apparenti, come poi si è visto).

Quanto ai componenti, ripeto che mediamente il costo franco stabilimento di produzione è un decimo del listino finale al dettaglio, ora da qualche anno sono un po' fuori dal giro, ma poco prima del Covid un classico olio "customizzato" usato da un noto marchio di punta tedesco, venduto al pubblico a 30+Iva al litro (salvo sconti su pacchetti manutenzioni, diciamo mediamente 25+iva finito), costava al conce 6+Iva (ovviamente parliamo di conce che acquistano un tir di canister da 1.000 litri al mese), e in quei 6+Iva ci stava il margine per l'importatore, il margine per la casa madre, i costi di trasporto ed ovviamente la fattura del produttore di olio (ripeto, olio customizzato con uno specifico tracciante).

Per dare un'idea, prendiamo un olio a caso (non quello citato sopra), Shell Helix 10W40:
- nei conce ufficiali verrà venduto finito (cioè scontato) attorno ai 20+Iva al litro contro i 25+Iva di listino formale
- nei negozi fisici riesci a trovarlo attorno ai 10-12+Iva al litro a seconda delle confezioni
- on line lo trovi anche 7-8+Iva a litro in tanichette da 4 litri (ma devi stare attento ai falsi)
- uso officina, alla prima ricerca grezza, paga un singolo canister da 1.000 litri a 3,73+Iva (con sconti ulteriori per ordini superiori)

Ti ringrazio per la risposta esaustiva.
Per quanto riguarda i ricambi, diciamo che oramai essendosi aperti canali di grossisti anche a privati, c'è un po' più di consapevolezza dei ricarichi.
Aggiungo solo una nota che non cambia il discorso, i meccanici generici per quanto riguarda l'olio preferiscono utilizzare le taniche piccole da 1 litro perché trattando più marche e modelli è più pratico a livello di stock e costi.

Per gli altri punti, non avendo di che ribattere, seguo il tuo ragionamento, e come di dicevo appunto la panda che parte da 16000 un suo terzo sono proprio i 5000 euro che citava il tuttologo.
Diciamo che dal mio punto di vista è tuto molto sbilanciato sugli altri 2/3 di voci di costo.
A questo punto direi che il settore auto è uno di quelli che, ricambi a parte, ricarica meno sul cliente finale sul nuovo, ma anche che sfruttando probabilmente i grandi volumi e potere contrattuale ha costi di produzione estremamente bassi.
 
Aggiungo solo una nota che non cambia il discorso, i meccanici generici per quanto riguarda l'olio preferiscono utilizzare le taniche piccole da 1 litro perché trattando più marche e modelli è più pratico a livello di stock e costi.
Beh, per le vetture di un certo tipo sicuramente prendono l'olio specifico in taniche da 1 o 4 litri a seconda del caso, ma per la massa delle vetture diciamo normali e/o anziane hanno due o tre fusti da 200 litri con i lubrificanti che vanno per la maggiore (5W30 e 10W40 ad esempio, ma anche 0W30 che inizia ad essere abbastanza diffuso)
 
a me questa discussione non convince per la specificità del prodotto scelto e con dati precisi che non si sa da dove vengono presi, se invece si fosse aperto un discorso generale sul reale valore delle cose che compriamo aveva un senso ed un interesse, cosi non ci riesco a trovare ne senso e ne interesse
Il problema è che di solito si tende a sottovalutare il reale valore delle cose, nel senso che si considera solo il costo di produzione.
Del tipo: se produrre un oggetto costa 10 €, io lo devo poter pagare solo 12 € (ovvero, riconosco un guadagno netto di 2 € al produttore e nient'altro, non voglio pagare un euro di più).
Ma ovviamente non funziona così!
 
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c'è da dire però che l'esempio dell'olio non può essere esteso a qualsiasi componente.
L'olio è un prodotto da industria di processo, standardizzato, impiegabile per mille applicazioni (non è che ogni auto ha il suo olio che si usa solo per lei) ed è anche un materiale di consumo.
Se pensiamo, per esempio, a lamierati come il parafiamma o la traversa inferiore del parabrezza (componenti che non hanno un mercato sostanziale al di fuori del primo impianto) il discorso cambia.
Tornando al veicolo del topic, chissà perché per l'opener vale solo per la Panda.
 
Diciamo che dal mio punto di vista è tuto molto sbilanciato sugli altri 2/3 di voci di costo.
Gli impianti robotizzati per costruire un'auto in poche decine di ore hanno costi elevati, Pensa che un avvitatore automatico vine attorno ai 50.000 euro. OIvviamenet non è il B&D o il Parkside da 20-30 euro che prendiamo noi per il brico del weekend né il Makita professionale da 250/300 euro per l'hobbista evoluto che vuole attrezzi di qualità pari a quelli che usa l'artigiano, parliamo di attrezzature industriali che avvitano senza intervento dell'uomo senza rovinare nulla ad una coppia precisa con un ben determinato angolo di chiusura e che trasmettono tutti i dati ai server i quali memorizzano tutto in vista di futuri richiami o contestazioni (pensa alle chiusure del sistena di sterzo in caso di siniostro con esiti fatali ... il produttore deve poter dimostrare di aver fatto bene il suo lavoro). 50.000 euro contro 300, sempre stesso produttore
 
c'è da dire però che l'esempio dell'olio non può essere esteso a qualsiasi componente.
L'olio è un prodotto da industria di processo, standardizzato, impiegabile per mille applicazioni (non è che ogni auto ha il suo olio che si usa solo per lei) ed è anche un materiale di consumo.
Se pensiamo, per esempio, a lamierati come il parafiamma o la traversa inferiore del parabrezza (componenti che non hanno un mercato sostanziale al di fuori del primo impianto) il discorso cambia.
Tornando al veicolo del topic, chissà perché per l'opener vale solo per la Panda.
Sensore a filo caldo per i diesel medio-piccoli tipo i classici 1.3-1.6Mj?
17 pagati allo stabilimento turco che li produce, circa 170/190 listino al pubblico ricambio ufficiale, circa 100/110 ricambio dello stesso produttore del pezzo ma non marchiato Mopar/Opel/Suzuki etc, attorno ai 90 di altri produttori di qualità certamente OEM, attorno ai 50/60 di ancora altri produttori asseritamente OEM (e che magari escono dallo stesso stabilimento con qualche differenza minima o prelevati dalle seconde scelte)

Ovviamente non tutti i componenti hanno questa proporzione, ad esempio ZF non svende le sue magnifiche trasmissioni (può permetterselo detenendo brevetti e know-how esclusivi), ma stai tranquillo che Bmw non paga certamente una cifra nemmeno lontanamente vicina ai 13/15 mila euro che ti chiede per uno ZF8 "di rotazione" sui modelli di una decina di anni fa. Considerato che la revisione completa di quella trasmissione fatta come si deve da officine iperspecializzate in Italia viene circa 4 mila euro, tenuto conto della diversa scala di produzione/lavorazione, mi azzarderei a dire che ZF la forniva a non più di circa 1/5 del listino al pubblico


un piccolo O.T. sullo ZF8
Per Bmw, almeno fino a pochi anni fa, l'ATF era "for life"

ZF invece lo raccomanda :D (ovviamente ha ragione ZF)
 
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Se dobbiamo analizzare un conto economico aziendale, non si può affatto generalizzare.

Innanzitutto un'azienda manifatturiera ha un bilancio completamente diverso da un'azienda agricola o del terziario. Ovviamente in un'azienda manifatturiera, che è quella di cui si dovrebbe parlare qui, il costo del personale incide molto meno sul conto economico di quanto incida in un'azienda del terziario, o di un'operatore singolo.

Premesso questo, ci sono anche altre variabili che possono influenzare i costi intermedi, come l'indebitamento (a breve e a lungo, ovvero oneri finanziari), le dimensioni aziendali (le remunerazioni degli amministratori, che non rientrano nelle "spese per il personale", costano molto di più nelle grandi imprese), l'entità delle immobilizzazioni (immobili, impianti e macchinari) e quindi i relativi ammortamenti, gli accantonamenti (es. TFR, ecc. ecc.

E' ovvio, tra l'altro, che il bilancio di una DR, che acquista, fa qualche piccola modifica e rivende, sarà del tutto diverso da quello di una Bmw.

Quindi non si può generalizzare, ma occorre una valutazione settore per settore e caso per caso, ovvero azienda per azienda. Parlare di un solo caso e addirittura di una sola vettura non ha senso.
 
Comunque per correttezza e completezza ci sono due modi di interpretare nella maturità economica di un'auto il suo porsi nei listini.

In un caso, proprio tipicamente delle autovetture francesi, anche storicamente, quando si è ragiunto con guadagno l'ammortamento dell'impianto industriale si opera sull'auto, non più freschissima, semplicemente un taglio del listino che includa anche marginalità per chi la produce.

Nel secondo, che io chiamerò "all'italiana" si opera un restyling, più o meno presente, più o meno pesante in grado talvolta di dare anche origine ad un nuovo modello....e si margina.....quando poi questo giochino finisce.....

Non farò esempi anche perchè sarebbero tanti.....da una parte e dall'altra......
 
Posto che sull'analisi e contabilità dei costi si potrebbe discutere tutta la vita, se le segmento A come la Panda fossero tanto remunerative come l'opener pensa ci dovrebbe essere la corsa dei carmaker a produrle. E invece...
 
Beh, per le vetture di un certo tipo sicuramente prendono l'olio specifico in taniche da 1 o 4 litri a seconda del caso, ma per la massa delle vetture diciamo normali e/o anziane hanno due o tre fusti da 200 litri con i lubrificanti che vanno per la maggiore (5W30 e 10W40 ad esempio, ma anche 0W30 che inizia ad essere abbastanza diffuso)
Dipende dal meccanico, sino a qualche anno fa, il meccanico da cui mi servivo me lo ha mostrato chiaramente. Ovviamente ha qualche scorta ma non prendeva i fusti da 200 litri si per questioni di scomodità che spazio che smaltimento. Quando puoi ordinare l'olio specifico (poi avendo io auto con minimo 13 anni han le loro specifiche se si vogliono far le cose per bene si ordina l'olio con la specifica della casa) e gli altri ricambi e ti arrivano in 1 giorno se non in 12h chi te lo fa di avere scorte e scorte. Certo avresti più margine ma anche costo di magazzino.
 
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Gli impianti robotizzati per costruire un'auto in poche decine di ore hanno costi elevati, Pensa che un avvitatore automatico vine attorno ai 50.000 euro. OIvviamenet non è il B&D o il Parkside da 20-30 euro che prendiamo noi per il brico del weekend né il Makita professionale da 250/300 euro per l'hobbista evoluto che vuole attrezzi di qualità pari a quelli che usa l'artigiano, parliamo di attrezzature industriali che avvitano senza intervento dell'uomo senza rovinare nulla ad una coppia precisa con un ben determinato angolo di chiusura e che trasmettono tutti i dati ai server i quali memorizzano tutto in vista di futuri richiami o contestazioni (pensa alle chiusure del sistena di sterzo in caso di siniostro con esiti fatali ... il produttore deve poter dimostrare di aver fatto bene il suo lavoro). 50.000 euro contro 300, sempre stesso produttore
Penso però che molte delle voci legate alle attrezzature rientrino nelle voci di costo di usura per quanto concerne la manutenzione e verifica, in quanto legati al volume prodotto.
L'investimento di acquisto penso che sia spalmato su quasi tutta la produzione del veicolo, i robot sono riprogrammabili, gli avvitatori registrabili.
Ora è difficile quantificare ogni singolo costo su quanto ricade su ogni macchina. Sta di fatto che se l'impianto lo fai girare a regime, alcuni costi, come gli investimenti saranno una percentuale inferiore per vetture, mentre se non raggiungi i volumi pianificati, il peso per vettura sarà maggiore.
Lavoro in campo dell'automazione industriale, non legata all'automotive ed i suoi estremismi però.
 
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