belpietro ha scritto:
pi_greco ha scritto:
vero, ma per la pubblica umiliazione non concordo
la "umiliazione" non è nello scapaccione, ma nel fatto che sei l'unico a prenderlo.
mi spiego: quando ero alle medie io, mia mamma dopo che veniva chiamata dal preside mi pigliava a scapaccioni all'uscita della scuola, anche se c'erano gli altri.
ma siccome anche gli altri alla bisogna prendevano le loro, io non mi sono mai sentito umiliato né loro mi hanno deriso.
a quei tempi era nella natura delle cose che si prendesse qualche scapaccione.
sarà stato sbagliato, ma andava così.
così come era nella natura delle cose che i ragazzini si ficcassero nei guai.
oggi non scapaccionerei i miei figli davanti ai loro amici, perché sarebbe per loro una umiliazione.
ma neanche i miei figli (e nemmeno i loro amici) mettono in condizione i genitori di essere chiamati ripetutamente dal preside per cattivo comportamento.
concordo che una umiliazione non serve a nulla dal punto di vista educativo, anzi è controproducente.
Non era una umiliazione anche perchè gli altri le prendevano pure loro; Insomma stavamo tutti sulla stessa barca.
Le prendevamo, e vedevamo gli amici prenderle. Non era un trauma.
Anzi era uno scambio di opinioni in merito ...il nostro facebook.
Racconto questa storiella brevemente :
Due mesi fa morì un caro zio che viveva a Torino.
Lui si trasferi, alla pensione, qui in Puglia proprio perchè voleva ricongiungersi alla sua terra.
Momento triste e di lutto, eravamo tutti in casa sua...arrivo io, con mia moglie, rivedo i miei cugini che ormai vivono a Torino da una vita.
Mia zia piangeva, c'era molta commozione..piangevano i nipoti e figli (i miei cugini) coinvolti in prima persona.. e noi parenti tutti affranti, ovviamente, a seguire.
Si avvicina mia cugina, dopo che c'eravamo salutati e scambiati il cordoglio e le frasi di occasione per queste circostanze e mi dice:
Ciao caro...ma ti ricordi quando mangiavamo tutti insieme ( ricordo che eravamo una trentina di persone; mia nonna ebbe 14 figli) a casa tua e tuo padre ti fece un mazziatone perchè tu prendesti l' insalata, con i due cucchiai di fortuna, dalla ciotola... e la passasti sopra tutti noi...macchiandoci con l'olio e l'aceto?
IO dissi...azzz...sento ancora il dolore di quel paliatone, e oggi basta che dici a un ragazzo fatti più in la che ti vengono gli assistenti sociali in casa...insomma lei scoppiò a ridere...si avvicinarono i fratelli e gli altri miei cugini e sulle mazzate adoloscenziali...ridemmmo nella stanza del caro zio defunto..per del tempo...fu un modo di ricordarci che ci volevamo bene...anche con le mazzate.
Le mazzate che ci facevano ridere...
Siamo gente di 40-50 anni...anche 60 qualche fratello/cugino e ce le raccontammo in tutte le versione e i ricordi.
I nostri genitori erano persone che discendevano dalla vita dura del dopo guerra e dalla miseria, dal dolore e da tutto quanto era normale per gli italiani dell'epoca, manco i vestiti avevano, camminavano con le cosiddette scarpe rotte.
Le ebbi io ...le ebbero loro, ce le raccontammo ognuno nella propria versione e con il sapore dei ricordi.
Mia zia si alzò dal divano posto vicino al marito defunto, incuriosita dal fatto che i figli ridessero...e anche lei si mise a ridere vedendo -appunto- i tre figli..ridere...cuore di mamma che si sincerava dello stato emozioanale dei propri ragazzi.
Fu un momento di fuga dalla tristezza dell'evento, ma l'aggancio fu parlare di mazzate.
Per dire che le abbiamo metabolizzate ed esorcizzate tutti senza frustrazioni o conseguenze devastanti.
La nostra è una famiglia sana, onesta e lavoratrice ma questi erano i tempi.
Autostima o relazioni sociali scarse...siamo asociali...tristi, non lo so...credo che siamo però -in fondo -gente normale.