<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Giovani ed emigrazione + lavoro | Page 21 | Il Forum di Quattroruote

Giovani ed emigrazione + lavoro

quello che trovo preoccupante e che qua, come anche nei giornali "stampati" c'e' il riferimento italia ----- vs. stati che non sono , o in parte non sono, democratici, hanno economie non sviluppate , hanno medi od enormi problemi sociali e sanitari ( in generale si direbbe muoiono come mosche).

e' come se una persona con una malattia cronica faccia riferimenti , crogiolandosi , che il vicino di casa e' morto e/o morirà prima di lui....

non penso che i giovani di oggi, specialmente se formati , e specialmente se ricevono proposte di lavoro dal di fuori il nostro paese serie si accontentino di quanto sopra.....giustamente....

il dato iniziale pero' riportava che ad andare via sono anche quelli non formati, o mediamente formati....quindi e trasversale oramai la faccenda.
 
E' trasversale indipendentemente dalla formazione: quelli non particolarmente formati vanno via perche' in Italia trovano solo lavori umili e pagati poco, e quelli formati (medici, insegnanti, ingegneri, ecc.) lo fanno perche' all'estero si guadagna molto di piu', ma soprattutto perche' ci sono criteri meritocratici di progressione nella carriera e condizioni di vita e servizi migliori se si vuole metter su famiglia.
 
quello che trovo preoccupante e che qua, come anche nei giornali "stampati" c'e' il riferimento italia ----- vs. stati che non sono , o in parte non sono, democratici, hanno economie non sviluppate , hanno medi od enormi problemi sociali e sanitari ( in generale si direbbe muoiono come mosche).

e' come se una persona con una malattia cronica faccia riferimenti , crogiolandosi , che il vicino di casa e' morto e/o morirà prima di lui....

non penso che i giovani di oggi, specialmente se formati , e specialmente se ricevono proposte di lavoro dal di fuori il nostro paese serie si accontentino di quanto sopra.....giustamente....

il dato iniziale pero' riportava che ad andare via sono anche quelli non formati, o mediamente formati....quindi e trasversale oramai la faccenda.


Quelli meno formati....
Per dire....
Potrebbero essere, per dire,

-------------------------------------- i classici camerieri-----------------------------------

Qua campan di niente....
All' Estero....
Evidentemente: NO
 
E' trasversale indipendentemente dalla formazione: quelli non particolarmente formati vanno via perche' in Italia trovano solo lavori umili e pagati poco, e quelli formati (medici, insegnanti, ingegneri, ecc.) lo fanno perche' all'estero si guadagna molto di piu', ma soprattutto perche' ci sono criteri meritocratici di progressione nella carriera e condizioni di vita e servizi migliori se si vuole metter su famiglia.
altro aspetto, che mi fa pensare.....

abitando nelle immediate vicinanze di un "capoluogo" da un lato c''e una miriade di appartamenti e case sfitte e dall'altro una forte richiesta da chi deve spostarsi per lavoro nel capoluogo ( venendo da fuori regione) , con stipendio "determinato" ma certificato e non riesce praticamente a trovare un "buco" leggasi monolocale per vivere....e quindi perdi la possibilità di lavoro.
 
Anche semplicemente chi pulisce i bagni e la mensa in un'azienda all'estero viene pagato di piu' e soprattutto messo in regola: il mese scorso la mia azienda ha assunto 2 rumene e un cileno con regolare contratto a salario minimo che, lo ricordo, e' a 13,50 euro.
 
Anche semplicemente chi pulisce i bagni e la mensa in un'azienda all'estero viene pagato di piu' e soprattutto messo in regola: il mese scorso la mia azienda ha assunto 2 rumene e un cileno con regolare contratto a salario minimo che, lo ricordo, e' a 13,50 euro.
In questo modo il dumping salariale provocato dall'immigrazione incontrollata è scongiurato. Concetto troppo comodo invece da sfruttare per i nostri sedicenti "prenditori"... giacché imprenditori è un'offesa per i pochi che lo fanno seriamente.

Intanto è notizia di ieri che in Giappone hanno approvato una ingente campagna di importanti aumenti salariali, diffusi a tutti i livelli, per adeguarli a quello che una volta gli economisti (quando esistevano) definivano "contingenza".

Ci aspettiamo fallimenti, chiusure, prezzi impazziti, aziende giappo che si trasferiscono in massa in Cina o Vietnam, e tutte le fregnacce che normalmente ci propinano le "associazioni datoriali" italiane, adeguatamente spalleggiate oramai pure dai sindacati, ogniqualvolta si parli di aumentare gli stipendi italiani.
 
e per dire...farei un riferimento al "razzismo" verso l'italiano medio emigrato se nei paesi che vai oggi se e' diminuito o aumento nel frattempo....
negli anni....ma questo lo sa solo chi e' andato e/o dipende da tanti fattori.
Mai stato vittima di razzismo in tanti anni fuori, da parte di nessuno. Una sola volta un collega irlandese mi chiese se a Palermo la situazione fosse cosi' grave come si era sentito negli anni riguardo alla mafia. Vorrei ricordare a chi dice che all'estero non e' poi tanto diverso dall'Italia il mondo del lavoro, che io fui assunto sulla base di 3 colloqui telefonici Irlanda-Sicilia e non erano videochiamate. Mi spedirono il contratto in PDF senza mai evermi visto in faccia e nel mio CV c'era scritto ben chiaro "residente a Palermo, Sicily", quindi gli ingredienti per pregiudizi e discriminazione c'erano tutti. Mi sembra inutile ricordare come funziona un'assunzione in Italia, no? Soprattutto per uno straniero.
 
Ora che ci penso le uniche battute di cattivo gusto sul fatto che ero meridionale vennero fatte da 2 colleghi veneti, ma smisero subito perche' ricevettero un avvertimento dalla mia TL. Qui la discriminazione di qualsiasi tipo anche con una battuta e' presa molto seriamente.
 
Ora che ci penso le uniche battute di cattivo gusto sul fatto che ero meridionale vennero fatte da 2 colleghi veneti,
essendo veneto , mi sento chiamato in causa....

ed effettivmente e' cosi'

ma proprio per una questione "culturale" ben precisa ( e sbagliata) che gia' chi e' di una diversa "parrocchia" magari nello stesso comune viene visto come "diverso", stessa cosa se viene dalla sponda diversa "destra sinistra" con un ponte in dello stesso fiume....
e relative battute....di dubbio gusto ...che in ambito lavorativo sono deleterie.
 
Ho un caro amico d'infanzia che si è trasferito là dopo aver perso il lavoro qui.
Sta meglio perché qua, dopo aver perso il suo lavoro, aveva trovato solo occupazioni sotto i mille euro e non riusciva materialmente a sopravvivere.
Però la situazioni non è rosea neppure in Svizzera, certo ha trovato subito un impiego e riesce a pagare affitto/utenze/spesa senza problemi, ma comunque non può fare più di tanto.
L'andazzo è certamente migliore dell'Italia, ma non bisogna credere che andando in Svizzera dopo un po' prendi la villa al lago, i loro orologi famosi e la 911 :D
Infatti. L'ideale sarebbe lavorare in Svizzera e vivere in Italia
 
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