I neolaureati ingegneri e architetti, contrariamente ai miei tempi, hanno paura ad intraprendere la libera professione. E quando entrano, da dipendenti (se sono fortunati) o con partita iva (e allora sono pazzi) negli studi professionali, per lavorare e fare esperienza, vengono sfruttati e fatto in modo che eseguano solo compiti parziali. La gestione globale rimane solo nelle mani del boss dello studio (di solito il titolare o i titolari anziani), sia a livello di rapporti con la committenza sia di gestione del lavoro. Mettono il giovane davanti ad un pc con cad o soft specifici, e fine.
Parlavo di paura nei giovani laureati a seguire la libera professione, perchè sono consci dell' assenza di un mercato sano, della scarsa considerazione della loro professione e soprattutto della loro professionalità da parte della società. E tralascio poi il discorso economico e fiscale-contributivo: fisco e casse sono salassi.
Si sta perdendo, nel totale disinteresse della politica, una intera classe media di professionisti e specialisti, fondamentale invece in una società liberale. Anzi, viene il sospetto che il disinteresse apparente della politica in realtà ne nasconda la volontà di ridurre fino ad estinguere questa categoria di lavoratori, alimentando il luogo comune di essere evasori e furbacchioni, e per un semplice motivo: alta professionalità, cultura, indipendenza economica favoriscono il libero pensiero, la circolazione delle idee, il confronto.
Ma lo sappiamo bene: chi pensa da solo, ha una mentalità liberale e ha la forza di difendere le proprie idee è il MALE assoluto per chi, per mantenere il potere, vive raccontando balle a ripetizione.
"Il potere si fonda sull' ignoranza delle masse" diceva Tolstoj.