Lungi da me sollevare flame, dato che l?argomento è di quelli caldi.
Ma proprio perché in quasi ogni thread, anche quelli che non centrerebbero nulla con la questione (es.: quello sul perché il forum è deserto), si giunge inevitabilmente allo scontro tra i sostenitori (fan? ultras?) delle due filosofie, vorrei esporre il mio punto di vista, sperando di riuscire a convincere qualcuno e a evitare in futuro qualche scontro.
So che per qualcuno quello che scriverò è cosa ben nota, e mi scuso per essere poco originale; qua ci sono persone ben più preparate del sottoscritto.
Una premessa per sgomberare il campo: sono un estimatore di entrambe le filosofie automobilistiche del titolo.
Ed entro subito in materia: filosofie automobilistiche. Ecco il punto.
La produzione giapponese è figlia di quella cultura. Io non la conosco molto, ne ho avuto esperienza diretta solo in ambito industriale. Quindi una produzione che si rivolgeva in origine ad un mercato e ad una società che non premiano l?individualismo, bensì l?appartenenza a un gruppo. Di qui, la non necessità di troppi modelli e di troppe variazioni sul tema. E le relative organizzazione produttiva e approccio ingegneristico: poche varianti, poca varietà di componenti, un certo conservatorismo nella tecnica con continui e maniacali affinamenti successivi piuttosto che con stravolgimenti (non aggreditemi, il mio è un discorso sulla media, so bene che esistono le avanguardie e le eccellenze nel sol levante). E quindi ricadute favorevoli sulla qualità, determinate da magazzini ridotti, procedure di montaggio sempre uguali, gestione della linea più semplice, ecc. ecc. Insomma, la cosiddetta ?lean manufacturing?.
Egualmente, la produzione tedesca (e lo sarebbero anche quelle italiana e francese, se ce ne fossero i presupposti economici) è figlia di una cultura europea che mette al centro l?individuo, e da qui la sterminata gamma di modelli e loro varianti, con la possibilità di comporsi un?auto ?unica?, persino del colore creato personalmente. Tutto questo ha un costo, non solo economico, ma anche in termini di complessità della progettazione e della produzione, cui aggiungere magari una certa tendenza a rincorrere le novità in quanto di per se caratterizzanti. E quindi possibili problemi di qualità e affidabilità.
Dunque, che senso ha contrapporre i prodotti di due filosofie così differenti? Non è meglio guardarlo ed apprezzarli per quello che sono?
Apprezzare una GT-R come esempio di costruzione artigianale e dedizione quasi da samurai, o anche una semplice Yaris o Sirion come esempio di razionalità costruttiva, leggerezza nelle soluzioni e direi quasi ?geometricità?.
Ma anche apprezzare una Mercedes o una BMW per la sensazione che danno solamente standoci seduti dentro da fermi, le linee entusiasmanti, la possibilità di cucirsi il veicolo addosso.
Perché una cosa deve escludere l?altra? Chi ama la tecnica e le auto può e deve essere in grado di apprezzare a tutto tondo sia una filosofia che l?altra.
Il mio è un discorso forse un po? troppo semplificativo, e si potrebbe o dovrebbe andare più a fondo (Lexus dove la mettiamo?) e analizzare i vari momenti storici (non sempre è stato così), ma spero di aver dato un contributo a stemperare un po? le polemiche e a eliminare questa assurda contrapposizione.
Buona domenica
Ma proprio perché in quasi ogni thread, anche quelli che non centrerebbero nulla con la questione (es.: quello sul perché il forum è deserto), si giunge inevitabilmente allo scontro tra i sostenitori (fan? ultras?) delle due filosofie, vorrei esporre il mio punto di vista, sperando di riuscire a convincere qualcuno e a evitare in futuro qualche scontro.
So che per qualcuno quello che scriverò è cosa ben nota, e mi scuso per essere poco originale; qua ci sono persone ben più preparate del sottoscritto.
Una premessa per sgomberare il campo: sono un estimatore di entrambe le filosofie automobilistiche del titolo.
Ed entro subito in materia: filosofie automobilistiche. Ecco il punto.
La produzione giapponese è figlia di quella cultura. Io non la conosco molto, ne ho avuto esperienza diretta solo in ambito industriale. Quindi una produzione che si rivolgeva in origine ad un mercato e ad una società che non premiano l?individualismo, bensì l?appartenenza a un gruppo. Di qui, la non necessità di troppi modelli e di troppe variazioni sul tema. E le relative organizzazione produttiva e approccio ingegneristico: poche varianti, poca varietà di componenti, un certo conservatorismo nella tecnica con continui e maniacali affinamenti successivi piuttosto che con stravolgimenti (non aggreditemi, il mio è un discorso sulla media, so bene che esistono le avanguardie e le eccellenze nel sol levante). E quindi ricadute favorevoli sulla qualità, determinate da magazzini ridotti, procedure di montaggio sempre uguali, gestione della linea più semplice, ecc. ecc. Insomma, la cosiddetta ?lean manufacturing?.
Egualmente, la produzione tedesca (e lo sarebbero anche quelle italiana e francese, se ce ne fossero i presupposti economici) è figlia di una cultura europea che mette al centro l?individuo, e da qui la sterminata gamma di modelli e loro varianti, con la possibilità di comporsi un?auto ?unica?, persino del colore creato personalmente. Tutto questo ha un costo, non solo economico, ma anche in termini di complessità della progettazione e della produzione, cui aggiungere magari una certa tendenza a rincorrere le novità in quanto di per se caratterizzanti. E quindi possibili problemi di qualità e affidabilità.
Dunque, che senso ha contrapporre i prodotti di due filosofie così differenti? Non è meglio guardarlo ed apprezzarli per quello che sono?
Apprezzare una GT-R come esempio di costruzione artigianale e dedizione quasi da samurai, o anche una semplice Yaris o Sirion come esempio di razionalità costruttiva, leggerezza nelle soluzioni e direi quasi ?geometricità?.
Ma anche apprezzare una Mercedes o una BMW per la sensazione che danno solamente standoci seduti dentro da fermi, le linee entusiasmanti, la possibilità di cucirsi il veicolo addosso.
Perché una cosa deve escludere l?altra? Chi ama la tecnica e le auto può e deve essere in grado di apprezzare a tutto tondo sia una filosofia che l?altra.
Il mio è un discorso forse un po? troppo semplificativo, e si potrebbe o dovrebbe andare più a fondo (Lexus dove la mettiamo?) e analizzare i vari momenti storici (non sempre è stato così), ma spero di aver dato un contributo a stemperare un po? le polemiche e a eliminare questa assurda contrapposizione.
Buona domenica