<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Fuel Cell : come stanno effettivamente le cose | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Fuel Cell : come stanno effettivamente le cose

hpx ha scritto:
Oggi mentre spulciavo l''ultimo numero di 4R di un amico ho trovato con sorpresa a pagina 144 con la dicitura "Prova esclusiva" la Hyundai ix35 Fuel Cell, beh strano è così esclusiva che in copertina non viene neanche citata con un semplice titolino ma sono dettagli??
Indipendentemente dalle rilevazioni, impressioni di guida e giudizio qualitativo che possono ritenersi pressoché soggettive, quello che mi ha dato fastidio sono le conclusioni finali a pagina 119 per 2 distinte ma collegate dichiarazioni.
La prima articolata in 2 frasi sostiene : "Ma se sognate l'idrogeno per spendere poco con il miraggio di viaggiare ad acqua, siete completamente fuori strada" che poi si collega con l'ultima frase che dice : "Insomma viaggiare con una Fuel Cell costa 2 volte di più che con un'auto a metano. Almeno per il momento?..". Innanzi tutto chi l'ha detto che chi comprerà/noleggerà una Fuel Cell lo farà per estremizzare i consumi, non mi pare che quando provano le loro predilette alla fine dicono di non comprarle perché esistono auto a metano che sono più convenienti del 65% rispetto ad una a benzina e del 45% rispetto a un diesel ( dati dichiarati da Federmetano.it ). Il fine principale delle Fuel Cell semmai è quello di eliminare i gas serra nell'utilizzo di un veicolo, perché se no a quest'ora ha questa stregua Toyota non avrebbe venduto neanche una misera Hsd e la Dacia Duster GPL (con tutto il rispetto) sarebbe la dominatrice del mercato.
La seconda obiezione si riferisce sulla dichiarazione del prezzo di produzione dell'idrogeno che sostiene : "Nonostante il suo prezzo sia politico (ossia inferiore ai costi effettivi di produzione) e non ancora soggetto a tasse e accise, ?" poi di seguito scritto in neretto evidenziato continua : "un Kg di idrogeno a 700 bar,con cui si fanno circa 100 km, si paga 10 euro."
Se l'avessi letto su un quotidiano nelle solita pagina settimanale dedicata ai motori potevo anche capirlo, ma dato che 4R è una testata automobilistica specializzata (per moltissimi di primo riferimento) avrebbe dovuto o comunque ci si sarebbe aspettato un approfondimento dell'argomento. Si dovrebbe sapere che finche un combustibile non viene prodotto in un certo quantitativo superando la sua massa critica i costi sono inevitabilmente alti. Cosa che invece sa il Dipartimento dell'Energia Americano dove ha raccolto le statistiche degli impianti californiani dove ci sono attualmente 9 pompe pubbliche attive e funzionanti e ben 47 di imminente apertura.
Dato che 87% dell'energia elettrica americana deriva da fonti fossili i dati sono riferiti alla produzione di idrogeno tramite reforming dal metano cosa che può essere effettuata anche da noi accoppiata ai distributori di gas.
Ricordo che l'energia sprecata dal prodotto grezzo fino all'effettivo utilizzo in un veicolo è :
- 3.700 BTU/Miglio Veicolo Idrogeno per steam reforming ottenuto da gas naturale
- 5.400 BTU/Miglio Veicolo Diesel
- 6.300 BTU/Miglio Veicolo Gas
Quindi rispetto ad un combustibile tradizionale e diffuso da noi come il diesel e il gas anche se l'idrogeno è prodotto da reforming nel bilancio materia prima-ruota ( WTW ) è comunque conveniente.
Per un distributore che fornisce 115 kg al giorno ovvero per 20 auto il costo al kg è di 9,29 dollari
Per un distributore che fornisce 172 kg al giorno ovvero per 30 auto il costo al kg è di 7,34 dollari
Per un distributore che fornisce 578 kg al giorno ovvero per 100 auto il costo al kg è di 5,40 dollari
Per un distributore che fornisce 1500 kg al giorno ovvero per 250 auto il costo al kg è di 3,34 dollari
Il governo prevede di attestare nel 2015 un prezzo imposto inizialmente intorno a 5 - 6 dollari al kg con un obbiettivo finale sui 4 dollari tasse incluse.
Quindi dubito che per produrre idrogeno si utilizzi il metano già tassato per le auto per poi ritassarlo ulteriormente a prodotto finito anche se in Italia ne saremmo capaci, ma dato che da noi il prodotto metano più o meno costa quanto negli Stati Uniti e l'idrogeno può essere prodotto ovunque con impianti stra collaudati e tecnologie europee non vedo perché se ci riescono gli americani non dovremmo riuscirci anche noi.
Poi ultima nota, nell'articolo viene messo in luce che un impianto di produzione di idrogeno costa sul milione di euro, c'è da dire che più se ne produrranno meno costeranno, poi esistono già oggi impianti creati in uno spazio piccolo come un container e trasportabile ovunque. Beh allora informativi cosa costa invece aprirne uno per il metano compreso tutte le beghe legali, restrizioni di luogo, scavi, costruzione e collaudo impianti, normative e poi ne riparliamo. Perché non è matematico il fatto che sia fattibile il ricondizionamento di uno già esistente che vende solo carburanti e trasformarlo a metano così abbassando la spesa.

A supporto della situazione illustrata qui sopra riporto la notizia di pochi giorni fa della California Energy Commission che ha annunciato lo stanziamento di 46,6 milioni di dollari. Ma non per la ricerca, non per lo sviluppo, non per la sperimentazione, tutte cose che sono ormai abbondantemente collaudate, ma ben si per accelerare la costruzione di 28 nuove stazioni ed anticipare la commercializzazione di veicoli a Fuel Cell.
Visto questo scenario il giornalista di 4R avrà la sua risposta alla domanda che pose ai vertici Toyota del perchè avessero anticipato la commercializzazione della loro Fuel Cell.
Altro che futuro di la da venire....... come ironicamente riportano.

http://www.energy.ca.gov/releases/2014_releases/2014-05-01_hydrogen_refueling_stations_funding_awards_nr.html

http://cafcp.org/getinvolved/stayconnected/blog/cec_announces_funding_28_hydrogen_stations
 
Invece noi europei con l'ultimo piano europeo per i trasporti ci siamo legati mani e piedi ai fornitori di metano, visto che è stato scelto di spingere sul esso.
Così Putin ci terrà per gli zebedei, visto che gli basterà minacciare di chiudere il rubinetto...
E pure Obama, visto che l'unica alternativa al gas russo è lo shale-gas americano.
Invece con l'idrogeno e le rinnovabili potremmo puntare all'indipendenza, e non solo nel campo dei trasporti.
 
PriusDriver ha scritto:
Invece con l'idrogeno e le rinnovabili potremmo puntare all'indipendenza, e non solo nel campo dei trasporti.

....non solo nel campo dei trasporti, ma anche e soprattutto in quello dei sogni....
 
PriusDriver ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
....non solo nel campo dei trasporti, ma anche e soprattutto in quello dei sogni....
E' questo il problema: si sogna troppo poco e si dà per scontata la realtà...

Se guardiamo la situazione Europea non è che si discosta tanto da quella Americana.
Se oltre oceano la parte del leone la fa la California e lo stato di New York, da noi sono la solita Germania e il consorzio scandinavo.
In tutta Europa comunque per paese si vanno dalle 2 stazioni attive di Austria, Belgio, Olanda, Svizzera, alle 3 di Italia e Francia, 4 della Spagna, 11 dell'Inghilterra, 12 dei paesi scandinavi, alle 15 della Germania.
Il problema indipendente dai numeri è che in tutti i paesi compreso le 11 dell'Inghilterra si tratta di stazioni di sperimentazione tipo università o progetti, o di uso esclusivo dei Bus. Solo in Germania che entro il 2015 dovranno arrivare a 50, e nel trio Danimarca, Svezia, Norvegia esisto dei veri e propri piani di sviluppo nazionali concreti per la diffusione dei veicoli a Fuel Cell.
Per noi il discorso è già chiuso in partenza, sia dal punto di vista politico che economico.
Ormai i nostri politicanti hanno letteralmente ammazzato la nostra industria che senza nessuna politica rivolta allo sviluppo, ricerca e all'innovazione è rimasta vecchia e statica tanto che la maggior parte batte bandiera straniera, e poi onestamente adesso non abbiamo neanche i soldi per i servizi di base figuriamoci se investiamo soldi per l'elettrico e le Fuel Cell.
Se ci sarà qualcosa arriverà da progetti isolati di alcune amministrazioni volenterose, tipo Bolzano, ma anche li senza delle regolamentazioni e direttive serie nazionali difficilmente decolleranno lasciando il tempo che trovano, per poi rischiare di essere accusate di spreco di denaro pubblico.
Faremo la fine del paese di serie B che vivrà del riflesso di chi invece sia politicamente che tecnologicamente sa come dirigere, impiegare e sorvegliare i propri investimenti.
 
beh...al momento non c'è una necessità di stazioni attivi. come si vede adesso col elettrico..se c'è richiesta qualcosa si muove.

aspettiamo prima che queste macchine davvero vanno in produzione ad un prezzo raggiungibile. se è Toyota e Hyundai i unici di proporre qualcosa toccherà a loro di mettere a disposizione la fornitura.

se è in grado di farlo la Tesla per i loro elettriche, produttori globali come Toyota/Hyundai non possono non essere in grado.
certo, cominceranno per prima dove ci sia maggior richiesta.

tutto via secondo me ancora una questione di almeno 10-15 anni fin che la tecnologia prenderà una fetta interessante del mercato.
ovvio che nessuno vuole investire per poter guadagnare tra 15 anni.

se poi scommettono diversi produttori in questa tipologia e se sono pronti a mettere prodotti in strada, vedremo presto passi avanti.
le intenzioni ci sono (Ford, Mercedes, GM, Honda, Toyota, Hyundai, BMW)
 
hpx ha scritto:
PriusDriver ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
....non solo nel campo dei trasporti, ma anche e soprattutto in quello dei sogni....
E' questo il problema: si sogna troppo poco e si dà per scontata la realtà...

Se guardiamo la situazione Europea non è che si discosta tanto da quella Americana.
Se oltre oceano la parte del leone la fa la California e lo stato di New York, da noi sono la solita Germania e il consorzio scandinavo.
In tutta Europa comunque per paese si vanno dalle 2 stazioni attive di Austria, Belgio, Olanda, Svizzera, alle 3 di Italia e Francia, 4 della Spagna, 11 dell'Inghilterra, 12 dei paesi scandinavi, alle 15 della Germania.
Il problema indipendente dai numeri è che in tutti i paesi compreso le 11 dell'Inghilterra si tratta di stazioni di sperimentazione tipo università o progetti, o di uso esclusivo dei Bus. Solo in Germania che entro il 2015 dovranno arrivare a 50, e nel trio Danimarca, Svezia, Norvegia esisto dei veri e propri piani di sviluppo nazionali concreti per la diffusione dei veicoli a Fuel Cell.
Per noi il discorso è già chiuso in partenza, sia dal punto di vista politico che economico.
Ormai i nostri politicanti hanno letteralmente ammazzato la nostra industria che senza nessuna politica rivolta allo sviluppo, ricerca e all'innovazione è rimasta vecchia e statica tanto che la maggior parte batte bandiera straniera, e poi onestamente adesso non abbiamo neanche i soldi per i servizi di base figuriamoci se investiamo soldi per l'elettrico e le Fuel Cell.
Se ci sarà qualcosa arriverà da progetti isolati di alcune amministrazioni volenterose, tipo Bolzano, ma anche li senza delle regolamentazioni e direttive serie nazionali difficilmente decolleranno lasciando il tempo che trovano, per poi rischiare di essere accusate di spreco di denaro pubblico.
Faremo la fine del paese di serie B che vivrà del riflesso di chi invece sia politicamente che tecnologicamente sa come dirigere, impiegare e sorvegliare i propri investimenti.

riguarda l'Italia...investire ora non ha senso, ci sono davvero cose più importante. ma una volta necessario non ci vuole tanto per mettere su una rete. per ora tutto ancora vago ma con la esperienza dei altri paesi le cose diventano più fattibili.
poi la cosa era diversa se forse la Fiat in questione, ma non investano nei modelli tradizionali, figurati in tecnologie avanzate. colpa dello stato ?? NON CREDO PROPRIO.
 
derblume ha scritto:
beh...al momento non c'è una necessità di stazioni attivi. come si vede adesso col elettrico..se c'è richiesta qualcosa si muove.

aspettiamo prima che queste macchine davvero vanno in produzione ad un prezzo raggiungibile. se è Toyota e Hyundai i unici di proporre qualcosa toccherà a loro di mettere a disposizione la fornitura.

se è in grado di farlo la Tesla per i loro elettriche, produttori globali come Toyota/Hyundai non possono non essere in grado.
certo, cominceranno per prima dove ci sia maggior richiesta.

Il mio commento non riguardava la difficoltà di creare le infrastrutture per la distribuzione di idrogeno, per quello è solo questione di soldi e volontà/interesse di farlo. Il mondo dei sogni riguarda l'approvvigionamento da sole fonti rinnovabili....
 
a_gricolo ha scritto:
Il mondo dei sogni riguarda l'approvvigionamento da sole fonti rinnovabili....
Un giorno, che magari verrà tra mille anni, ma verrà, le fonti fossili si esauriranno, quindi sarà giocoforza che il sogno diventi realtà.
Del resto questa faccenda delle fonti rinnovabili è un ottimo controesempio di come l'uomo NON sia un essere vivente intelligente: il sole fa arrivare ogni giorno sulla terra una quantità di energia pari a 30 (trenta) volte quella consumata in un anno dall'intera umanità. E ce la manda gratis, dunque sorge spontanea la domanda: è da esseri intelligenti ingegnarsi a sfruttare 1/30 dell'energia che ci arriva gratis dal sole e che da miliardi di anni produce la vita sulla terra, o ingegnarsi per bruciare idrocarburi inquinanti estratti faticosamente dalle viscere della terra (se la Natura li ha confinati laggiù un motivo ci sarà...), spaccare atomi a rischio dell'apocalisse nucleare, ecc...?
A me pare una domanda retorica.
E non si dica che il sole non c'è di notte, col nuvoloso, ecc...con reti elettriche connesse a livello anche solo continentale il problema non ci sarebbe. E c'è chi ci sta pensando:
http://www.geni.org/globalenergy/about_us/mission/index.shtml
http://www.terrawatts.com/
http://www.friendsofthesupergrid.eu/
giusto per citarne tre.
Neanche la mia gatta Ginevra avrebbe dubbi a rispondere...
 
PriusDriver ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Il mondo dei sogni riguarda l'approvvigionamento da sole fonti rinnovabili....
Un giorno, che magari verrà tra mille anni, ma verrà, le fonti fossili si esauriranno, quindi sarà giocoforza che il sogno diventi realtà.
Del resto questa faccenda delle fonti rinnovabili è un ottimo controesempio di come l'uomo NON sia un essere vivente intelligente: il sole fa arrivare ogni giorno sulla terra una quantità di energia pari a 30 (trenta) volte quella consumata in un anno dall'intera umanità. E ce la manda gratis, dunque sorge spontanea la domanda: è da esseri intelligenti ingegnarsi a sfruttare 1/30 dell'energia che ci arriva gratis dal sole e che da miliardi di anni produce la vita sulla terra, o ingegnarsi per bruciare idrocarburi inquinanti estratti faticosamente dalle viscere della terra (se la Natura li ha confinati laggiù un motivo ci sarà...), spaccare atomi a rischio dell'apocalisse nucleare, ecc...?
A me pare una domanda retorica.
E non si dica che il sole non c'è di notte, col nuvoloso, ecc...con reti elettriche connesse a livello anche solo continentale il problema non ci sarebbe. E c'è chi ci sta pensando:
http://www.geni.org/globalenergy/about_us/mission/index.shtml
http://www.terrawatts.com/
http://www.friendsofthesupergrid.eu/
giusto per citarne tre.
Neanche la mia gatta Ginevra avrebbe dubbi a rispondere...

C'è un servizio interessante al riguardo su "Le Scienze" del mese scorso al riguardo, parla proprio dei tempi necessari perchè una fonte di energia raggiunga una certa percentuale.

http://www.lescienze.it/edicola/2014/04/02/news/lentamente_rinnovabili-2076378/

se riesco posto il testo
 
derblume ha scritto:
beh...al momento non c'è una necessità di stazioni attivi. come si vede adesso col elettrico..se c'è richiesta qualcosa si muove.

aspettiamo prima che queste macchine davvero vanno in produzione ad un prezzo raggiungibile. se è Toyota e Hyundai i unici di proporre qualcosa toccherà a loro di mettere a disposizione la fornitura.

se è in grado di farlo la Tesla per i loro elettriche, produttori globali come Toyota/Hyundai non possono non essere in grado.
certo, cominceranno per prima dove ci sia maggior richiesta.

tutto via secondo me ancora una questione di almeno 10-15 anni fin che la tecnologia prenderà una fetta interessante del mercato.
ovvio che nessuno vuole investire per poter guadagnare tra 15 anni.

se poi scommettono diversi produttori in questa tipologia e se sono pronti a mettere prodotti in strada, vedremo presto passi avanti.
le intenzioni ci sono (Ford, Mercedes, GM, Honda, Toyota, Hyundai, BMW)

derblume ha scritto:
riguarda l'Italia...investire ora non ha senso, ci sono davvero cose più importante. ma una volta necessario non ci vuole tanto per mettere su una rete. per ora tutto ancora vago ma con la esperienza dei altri paesi le cose diventano più fattibili.
poi la cosa era diversa se forse la Fiat in questione, ma non investano nei modelli tradizionali, figurati in tecnologie avanzate. colpa dello stato ?? NON CREDO PROPRIO.

Il problema è che non ci può essere domanda se non c'è un'offerta, e non ci può essere un'offerta se non c'è un'opportunità. La domanda a questo punto è : Chi decide e offre le opportunità ?
Prendiamo il caso Toyota e le sue HSD. Tu, io e tutti gli altri abbiamo una HSD perché è Toyota che te l'ha offerta e non tu che l'hai richiesta. Il fatto è che 15 anni fa nessuno ha dato un'opportunità a Toyota, ma se la è creata da sola pensando di creare un'auto che riducesse l'impatto ambientale derivato dal suo utilizzo.
Quindi se in un prossimo futuro guiderai un'auto elettrica lo farai perché si ha dato opportunità con leggi, tecnologie, infrastrutture e via dicendo ad aziende per proportela. Quindi se non c'è opportunità non esiste offerta ne tantomeno domanda.
Domandati : Chi lo fa fare alla California di investire soldi e tecnologie per promuovere le auto Fuel Cell ? I cittadini ? NO, le istituzioni che poi i rappresentanti li hanno comunque eletti loro. Dunque se la classe politica non dà delle opportunità nessuno si sogna di offrire.
Se il governo Californiano, dopo molti studi che ho in parte riportato nel primo post, ha concluso che l'idrogeno legato alla mobilità permetterà di migliorare l'inquinamento e le emissioni di gas serra dello stato è una loro decisione, che in base a quella danno le opportunità alle aziende di creare un nuovo business ed offrire modelli Fuel Cell. Offrendo modelli Fuel Cell permettono a te, a me, a tutti di comprarli e creare un mercato.
Tesla è nata perché il governo Americano gli ha dato un'opportunità, in leggi e in soldi, se no col cavolo Elon Musk si sarebbe impegnato in questa impresa.
 
a_gricolo ha scritto:
C'è un servizio interessante al riguardo su "Le Scienze" del mese scorso al riguardo, parla proprio dei tempi necessari perchè una fonte di energia raggiunga una certa percentuale.

http://www.lescienze.it/edicola/2014/04/02/news/lentamente_rinnovabili-2076378/

se riesco posto il testo

Anch'io ho letto quell'articolo scritto da Vaclav Smil, L'unica cosa su cui non mi trova d'accordo e che secondo lui una fonte viene utilizzata a discapito di un'altra. Questo poteva valere 80 anni fa ma i suoi calcoli sulle transizioni energetiche non tengono conto di un fattore : la tecnologia che allora non disponevamo.
Oggi abbiamo molte fonti energetiche che l'attuale tecnologia ci permette di utilizzare in molti modi diversi, quindi la loro singola espansione è fisiologicamente più lenta. Quindi la variabile che lui ritiene comunque improbabile è la volontà "forte" che un paese potrebbe avere (vedi California) nell'attuare scelte energetiche mirate.
Comunque a integrazione dell'articolo che hai riportato aggiungo questa sempre di Vaclav Smil.
Mette dei puntini su 3 fattori che ci riguardano.
Il primo mito, il cosiddetto ?Peak Oil?, cioè che ormai la produzione di petrolio abbia raggiunto il massimo e che quindi ci attenda un rapido declino. Insomma l?ultima goccia sarebbe, secondo questo ?falso mito?, una realtà non troppo lontana. Nient?affatto ci avverte Vaclav Smil. Non solo il petrolio non sta finendo, ma ci stiamo addirittura ?affogando? dentro, da quanto ne viene scoperto e prodotto ( entro 5 anni i prezzi dell?oro nero potrebbero crollare per eccesso di offerta). E? certo, come tutto sul nostro pianeta, che anche la quantità di petrolio sia finita, tuttavia siamo ancora molto lontani dall?aver esaurito questa risorsa. Soprattutto perché, come ha spiegato Vaclav Smil, l?intelligenza umana ha migliorato, con una rapidità sorprendente la capacità di estrarre l??oro nero? dal sottosuolo. Alcuni esempi. Negli anni ?40, del secolo scorso, venne costruita la prima piattaforma off shore al largo della Louisiana, oggi in mare aperto viene estratto ben il 35% del petrolio mondiale.  Alcuni decenni fa si riteneva impossibile che le perforazioni potessero superare il chilometro, il chilometro e mezzo al massimo. Oggi in Oklahoma un pozzo ha superato i 5 chilometri , mentre sulle piattaforme off shore le trivelle raggiungono i fondali a 2 chilometri di profondità e scavano per altri 2 o 3 chilometri nella roccia sottostante. La stessa capacità di recuperare il petrolio è passata negli ultimi decenni dal 20% al 40% di quanto contiene un giacimento. Cioè vecchi giacimenti ormai ?esauriti?, ritornano a produrre grazie all?innovazione tecnologica. Senza considerare che, per vari motivi geopolitici (che non permettono l?impiego delle tecnologie di estrazione più avanzate) Stati produttori come l?Iraq, l?Iran, la Libia, il Venezuela e in parte anche la Russia, non stanno producendo al massimo delle possibilità, quindi molto petrolio rimane ancora sotto terra. Vaclav Smil non si è accontentato di queste ragioni e ha continuato imperterrito la demolizione del falso mito del ?Peak Oil?. La definizione di petrolio convenzionale si è andata sempre più allargando fino ad inglobare i liquidi più pesanti ed ormai anche le forme solide, come le sabbie bituminose. In Canada, paese esportatore di petrolio, ormai il 50% viene estratto dalle note formazioni nello Stato di Alberta. Un?estrazione inizialmente molto devastante per l?ambiente con grandi scavi a cielo aperto, ma che oggi, grazie alle nuove tecnologie con iniezione di vapore ad alta temperatura nel sottosuolo, hanno ridotto del 90% l?impatto ambientale. Nei prossimi 20 anni la produzione di petrolio da sabbie bituminose potrebbe triplicare.&#8232;Se dal lato delle scoperte e della produzione le cose non vanno affatto male, anche dal lato consumo i segnali, secondo Vaclav Smil, sono incoraggianti. In Europa ad esempio il consumo di petrolio ormai è stagnante e  non cresce più da un anno all?altro mentre l?intensità energetica, cioè il petrolio consumato per ogni euro di PIL si è in pratica dimezzato dagli anni ?80 ad oggi. E? vero che Cina , India, Medio Oriente, stanno aumentando molto il consumo, ma anche qui è all?opera un continuo miglioramento dell? efficienza e quindi un abbattimento dell? ?intensità energetica? ( quantità di petrolio per dollaro di PIL).&#8232;Non contento di aver demolito il ?falso mito ? del Peak Oil,  il prof. Smil si è dedicato ad un altro mito che riguarda l?Europa da vicino. E cioè che la Russia possa chiudere i rubinetti dei gasdotti e lasciarci senza gas e al freddo. Vaclav Smil ha avuto buon giuoco a segnare come i paesi produttori di materie prime e combustibili fossili debbano proprio a queste risorse gran parte della propria ricchezza. In Russia il 70% del PIL dipende dalle esportazioni di combustibili fossili. Stessa situazione per altri paesi come Iran, Libia etc. Non è quindi pensabile che questi paesi chiudano i rubinetti e blocchino le vendite proprio perché il danno più grave toccherebbe a loro. Ci sono anche altre buone ragioni che rendono quasi impossibili questi scenari. Il gas da risorsa regionale, trasportabile solo via gasdotto, si trasformando, grazie alle nuove metaniere di grande capacità, in una risorsa ?globale?, come il petrolio, che può essere trasportata da un punto all?altro del pianeta. Naturalmente questo è possibile se si costruiscono i rigassificatori per il metano liquido. Ma la storia non finisce qui. Nuove tecnologie hanno permesso negli ultimi anni di estrarre gas anche da strati geologici, come gli scisti bituminosi, considerati per molto tempo una vera causa persa. E? il cosiddetto gas non convenzionale estratto fratturando, a grande profondità, le rocce che lo contengono in microscopiche bollicine. Negli Stati Uniti ad esempio il prezzo del gas si è dimezzato, negli ultimi anni, grazie all?arrivo sul mercato del ? non convenzionale?. Ed anche in Europa le risorse non convenzionali sembrano consistenti ma timori ?ecologici? per il momento ne stanno rallentando lo sfruttamento. Secondo alcune stime iniziali, probabilmente troppo ottimiste ed euforiche, il gas non convenzionale potrebbe fornire energia alle società industriali per 250 anni, fermi restando i consumi attuali di metano (cosa che ovviamente non accadrà).&#8232;E infine ultimo mito sfatato da Vaclav Smil: che l?auto elettrica possa rapidamente sostituire il motore a scoppio. Proprio perché il petrolio ( e il gas) c?è ancora ed è relativamente a buon mercato ( a parte le tasse che tutti i governi ci mettono sopra) il passaggio all?auto elettrica sarà molto più lento e difficoltoso del previsto. Se nel 2020 l?1% al massimo il 2% del parco macchine sarà elettrico potremmo considerarlo un successo straordinario.
 
I ragionamenti di Smil confermano la mia convinzione che l'uomo NON è intelligente.
Insisto, ci incistiamo a impiegare immani risorse per produrre in maniera inquinante, inefficiente e spesso pericolosa quell'energia che il sole ci fa giungere quotidianamente in quantità più che sovrabbondante.
Come si può pensare che ciò abbia un qualche senso?
 
hpx ha scritto:
Comunque a integrazione dell'articolo che hai riportato aggiungo questa sempre di Vaclav Smil.
......

Molto interessante. Direi che il messaggio complessivo è che il problema è "solo" di investimenti, e non è roba da poco. Comunque, svincolarsi del tutto dal petrolio credo che sia semplicemente impossibile.
Butto lì un paio di riflessioni:
1) per avere continuità di produzione di energia nelle 24 ore e nelle quattro stagioni, in teoria sarebbe possibile realizzare una rete di centrali solari termodinamiche a sali fusi (tipo Nevada Solar One) dislocate sulla fascia tropicale-equatoriale del pianeta in modo che, più o meno come avveniva ai tempi di Carlo V, "non tramonti mai il sole".... Per farlo ci vogliono investimenti semplicemente colossali, e poi c'è anche il problema della manutenzione (tenere costantemente puliti milioni di metri quadri di specchi in mezzo al deserto non è mica una barzelletta) e anche della sicurezza (basterebbe riempire di vernice nera due Canadair e metti al buio mezzo pianeta.....). Semplicemente ovvio che finchè ci sono alternative molto più "facili" i governi non si imbarcheranno mai in un'impresa del genere, anche perchè richiederebbe una stabilità politica degna del Nuovo Ordine Mondiale tanto caro ai teorici del complotto plutomassogiudaico.....
2) credo sia assodato che l'elettricità per autotrazione con le batterie non ha alcun futuro, torniamo alle fuel cell. Abbiamo risolto il problema dello stoccaggio affidabile e sicuro dell'idrogeno?
3) ancora con le fuel cell: i motori a idrogeno emettono vapore acqueo, che certo non è tossico ma è attualmente responsabile del 70% dell'effetto serra. Siamo sicuri che se un domani tutti i milioni di veicoli del pianeta si mettessero a emettere vapore acqueo dagli scarichi non succederebbe un casino peggio che con la CO2?
 
a_gricolo ha scritto:
Molto interessante. Direi che il messaggio complessivo è che il problema è "solo" di investimenti, e non è roba da poco. Comunque, svincolarsi del tutto dal petrolio credo che sia semplicemente impossibile.
Butto lì un paio di riflessioni:
1) per avere continuità di produzione di energia nelle 24 ore e nelle quattro stagioni, in teoria sarebbe possibile realizzare una rete di centrali solari termodinamiche a sali fusi (tipo Nevada Solar One) dislocate sulla fascia tropicale-equatoriale del pianeta in modo che, più o meno come avveniva ai tempi di Carlo V, "non tramonti mai il sole".... Per farlo ci vogliono investimenti semplicemente colossali, e poi c'è anche il problema della manutenzione (tenere costantemente puliti milioni di metri quadri di specchi in mezzo al deserto non è mica una barzelletta) e anche della sicurezza (basterebbe riempire di vernice nera due Canadair e metti al buio mezzo pianeta.....). Semplicemente ovvio che finchè ci sono alternative molto più "facili" i governi non si imbarcheranno mai in un'impresa del genere, anche perchè richiederebbe una stabilità politica degna del Nuovo Ordine Mondiale tanto caro ai teorici del complotto plutomassogiudaico.....
2) credo sia assodato che l'elettricità per autotrazione con le batterie non ha alcun futuro, torniamo alle fuel cell. Abbiamo risolto il problema dello stoccaggio affidabile e sicuro dell'idrogeno?
3) ancora con le fuel cell: i motori a idrogeno emettono vapore acqueo, che certo non è tossico ma è attualmente responsabile del 70% dell'effetto serra. Siamo sicuri che se un domani tutti i milioni di veicoli del pianeta si mettessero a emettere vapore acqueo dagli scarichi non succederebbe un casino peggio che con la CO2?

1)Indipendentemente se l'uomo è intelligente o meno purtroppo il mondo è sempre stato dominato dal Dio denaro, e sempre lo sarà. Quindi l'unico modo per arrivare a certe tecnologie sarà tramite progetti locali e mirati e alla buona volontà delle amministrazioni.
2) L'idrogeno è inodore, incolore, molto volatile e ha una infiammabilità più alta. Quindi il fattore sicurezza è la prima cosa che si è preso in esame. Negli Stati Uniti poi dove arrivano a scrivere per terra che prima di attraversare devi guardare a destra e a sinistra figuriamoci se la sicurezza non è stata messa in primo piano. La temibile National Highway Traffic Safety Administration ( NHTSA ), organizzazione che a noi manca, ha formato fin dal 2004 un gruppo di lavoro sull'idrogeno per formulare le norme di sicurezza effettuando qualsiasi tipo di test sui veicoli Fuel Cell e sulle stazioni di rifornimento, come la Japan Auto Research Institute ( JARI ) che ha condotto parallelamente i test in Giappone. Entrambi sono membri del CaFCP Powertech Labs che effettua test di sicurezza sui serbatoi e sistemi di alimentazione.
Da verifiche sul campo rifornire una Fuel Cell è rischioso tanto quanto rifornire un'auto a Metano, e sicuramente meno che rifornire un'auto a Benzina dove la combustione dei vapori per mezzo anche di un banale cellulare hanno contribuito a diversi incidenti.
Per quanto riguarda il veicolo valgono le caratteristiche che ho postato nei post precedenti.
Inoltre Mercedes, come Honda e Toyota, hanno effettuato molti crash test con anche modalità non necessariamente richieste

3) Mi viene da dire allora cosa dovremmo fare per la maggiore evaporazione dei mari e degli oceani visto che la temperatura media si sta alzando, beh almeno non avremmo anche gli inquinanti.
Io non dico di fare come sulla Classe B Fuel Cell di Joshua Jackson (Peter Bishop nel telefilm Fringe) che ha attaccato un bidone per la raccolta del vapore acqueo tanto da berselo in una sosta nella Death Valley (foto), ma basterebbe studiare una marmitta condensatrice così da espellere solo acqua. Tranne il fatto di annacquare le strade altre controindicazioni non mi vengono in mente.

Attached files /attachments/1800988=36195-Joshua Jackson drink water.jpg /attachments/1800988=36194-Joshua Jackson e Diane Kruger.jpg /attachments/1800988=36196-Serbatoio.jpg
 
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