<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Fiat 30.000 operai a casa (in Italia) | Page 10 | Il Forum di Quattroruote

Fiat 30.000 operai a casa (in Italia)

iCastm ha scritto:
ilSagittario ha scritto:
iCastm ha scritto:
arhat ha scritto:
dukeiiktm ha scritto:
arhat ha scritto:
dukeiiktm ha scritto:
arhat ha scritto:
iCastm ha scritto:
Ma voi vi mettereste a produrre un bene che in questo momento nessuno compra? Io no.

Mi dispiace per gli operai, ma se la prendessero con governo e sindacati (soprattutto i sindacati) che in un anno non hanno minimamente discusso su come eliminare la sovracapacità produttiva senza incorrere in drammi sociali.

è infatti arcinoto che i sindacati siedono nel consiglio di amministrazione , anzi credo abbiano la maggioranza almeno almeno relativa.

Con tutto il rispetto un certo epifani ha affermato in tv la settimana scorsa che è essenziale per termini aumentare la produzione :rolleyes: :rolleyes:, poi se non si vende tanto ci sono sempre i piazzali

l'hai visto seduto fra marchionne montezemolo e jhon mentre lo diceva, se lo diceva, con tutto il rispetto ?

No guarda era fra karl marx e fidel castro intervistato dal tg2......allora tornando seri in sto mondo è palese che si producono troppe auto e la gente come me e te non può cambiarne una all'anno.prima o poi bisognerà ridurre la produzione e apportare dei dolorosi tagli, più si rimanda peggio è ma visto che si sfocia sempre in un muro contro muro con gente che salta sui tetti e blocca stazioni e strade con i sindacati che facciamo?te lo chiedo seriamente.....

tu che faresti ?

Potremmo fare un elenco di cose, sarebbero tutte degne di nota, ma comunque insufficienti.

Quella che va cambiata è la mentalità. Il problema è che se domani una vera flessibilità del lavoro fosse realtà la maggior parte delle persone non l'accetterebbe. Vogliono il posto fisso e sotto casa altrimenti preferirebbero campare alla giornata e lamentarsi. Il guaio è che queste persone sono sempre state appoggiate da sindacati e politici dell'opposizione di turno che li hanno solo usati senza mai prendere a cuore il loro problema. Poi ogni tanto danno loro il contentino come Termini Imerese e tutti si illudono di aver risolto ogni problema del mondo. E abbiamo visto che così non è.

Negli USA un operaio licenziato dalla Chrysler si è accorto che la maggior parte degli abitanti della sua città sono anziani ed ha frequentato un corso per fisioterapisti. La sua tenacia, il suo dinamismo, il suo non pretendere e non arrendersi sono da prendere come esempio.

In Italia per diventare fisioterapista (come infermieri ,ostetriche, tecnici di laboratorio, tecnici radiologi ecc.) devi:

a) avere il diploma di scuola media superiore;
b) iscriverti alla Facoltà di Medicina;
c) superare l'esame di ammissione in quanto specialità a numero chiuso;
d) conseguire la laurea triennale.

Questo per iniziare.

Non ho detto che tutti devono fare i fisioterapisti.
Ed ho pure specificato cosa guardare nella storia che ho raccontato.

Non ho detto che tutti devono fare i fisioterapisti.
Ed ho pure specificato cosa guardare nella storia che ho raccontato.
[/quote]

La flessibilità in generale ha portato solo a lavoratori sfruttati fino a quando fa comodo creando un esercito di persone senza un domani.

Ai lavoratori di Termini Imerese servono certezze per il futuro e non belle parole che in una terra coma la Sicilia sono di difficile applicazione. Dove si riciclano? Nelle industrie che non ci sono? Nelle amministrazioni pubbliche in bancarotta? Nell'impresa privata taglieggiata dal racket? Nell'agricoltura che non ti permette nemmeno di guadagnare i soldi spesi per le sementi?
Vero .... possono sempre emigrare in Australia

Siamo in Italia ...... gli USA sono distanti un oceano ed anche li non è tutto "rose e fiori". Basta leggere gli articoli che 4R ha dedicato nell'ultimo numero riguardo alle città "delle automobili".

Il lavoro fisso è un pilastro dell'economia e non lo dico io ma il ministro Tremonti.

Tolto un mattone è solo questione di tempo ........ la casa viene giù. Anche quella che oggi sembra solida.
 
ilSagittario ha scritto:
La flessibilità in generale ha portato solo a lavoratori sfruttati fino a quando fa comodo creando un esercito di persone senza un domani.

Ai lavoratori di Termini Imerese servono certezze per il futuro e non belle parole che in una terra coma la Sicilia sono di difficile applicazione. Dove si riciclano? Nelle industrie che non ci sono? Nelle amministrazioni pubbliche in bancarotta? Nell'impresa privata taglieggiata dal racket? Nell'agricoltura che non ti permette nemmeno di guadagnare i soldi spesi per le sementi?
Vero .... possono sempre emigrare in Australia

Siamo in Italia ...... gli USA sono distanti un oceano ed anche li non è tutto "rose e fiori". Basta leggere gli articoli che 4R ha dedicato nell'ultimo numero riguardo alle città "delle automobili".

Il lavoro fisso è un pilastro dell'economia e non lo dico io ma il ministro Tremonti.

Tolto un mattone è solo questione di tempo ........ la casa viene giù. Anche quella che oggi sembra solida.

La flessibilità non è il precariato, sono due cose diverse.
La flessibilità è necessaria per combattere il precariato. Il posto fisso è sì un pilastro, ma non si può vivere nella pretesa di questo. I paesi che davano un posto fisso a tutti hanno avuto una brutta fine tra l'89 e il 92. Quello che Tremonti intendeva dire era che non si può estremizzare nè da una parte nè dall'altra. Ci deve essere chi ha il posto fisso e chi no, il problema è cercare di fare in modo che nessuno abbia paura del futuro a prescindere dal contratto lavorativo che ha.

Non ho detto che gli USA sono rose e fiori, ma c'è qualcosa di positivo da prendere da esempio.

Chiude lo stabilimento di Termini Imerese? Anzichè andarsene sui tetti l'operaio potrebbe cominciare a chiedersi cosa potrebbe fare lui stesso, non cosa pretendere da un altro astratto. Non ci saranno tante fabbriche in Sicilia, non ci saranno tante infrastrutture, ma mica mancano le risorse per fare qualcosa di buono e utile. Basta solo avere creatività, coraggio e voglia di fare; a quel punto è più facile che un altro astratto si faccia concreto e aiuti.
 
secondo me la soluzione è una sola: pagare la flessibilità.
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in questo senso: mi serve un lavoratore per due ore al giorno per un mese? benissimo: tariffa oraria (mettiamo) 10 euro, incremento per il fatto di lavorare solo per due ore: +75% (visto che lavori il 25% di una giornta di 8 ore, 100% - 25% = 75%); lavori per un solo mese? un altro bel 50%, visto che tra un mese non lavorerai più, facendo risparmiare un po di soldi al datore di lavoro.
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inoltre, detasserei tutti questi incrementi, in quanto sono un compenso per una situazione non ottimale.
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i datori di lavoro, viste le maggiorazioni, potrebbero iniziare a pensare di dare lavori decenti..........oppure pagare la loro flessibilità (per loro positiva)
 
E' la politica industriale sbagliata che ha preso piede nel nostro paese, prima fra i più industrializzati d' Europa, ora, invece, gli investimenti industriali sono solo un miraggio. E l'economia vacilla. Poi, talvolta, c'è qualcuno che crede di avere progetti ambiziosi e positivi per l'Italia; invece, per l'Italia son rimaste solo molliche: tutto è stato esportato: tecnologia ed auto poco inquinanti. Con in più la situazione più grave: migliaia di famiglie a cui viene tolta la possibilità di vivere decentemente, a causa del taglio notevole ai posti di lavoro e della chiusura degli stabilimenti: guardacaso, in Chrysler non hanno mai sentenziato di chiudere fabbriche. In cambio di cosa avverrà tutto ciò? Solo per aver fama di aver acquistato un grande gruppo?
Inoltre, di sviluppo non se ne parla; neppure la previsione di un nuovo modello "importante" fatto in casa, eccetto la Giulietta, che per poco l'ha scamapata. La nuova politica è aggiornare ciò che già esiste, e poco importa che una vetusta chrysler "indossi" il marchio Lancia, oppure che una Delta appaia col marchio Chrysler: non venderà nè la Chrysler marchiata Lancia né la Lancia marchiata Chrysler. Per non parlare poi dell'alfa, che è destinata a scomparire.. Probabilmente si ritornerà a lavorare i campi..., ma anche i mezzi agricoli saranno marchiati Chrysler.. :evil:
 
pio75evo ha scritto:
E' la politica industriale sbagliata che ha preso piede nel nostro paese, prima fra i più industrializzati d' Europa, ora, invece, gli investimenti industriali sono solo un miraggio. E l'economia vacilla. Poi, talvolta, c'è qualcuno che crede di avere progetti ambiziosi e positivi per l'Italia; invece, per l'Italia son rimaste solo molliche: tutto è stato esportato: tecnologia ed auto poco inquinanti. Con in più la situazione più grave: migliaia di famiglie a cui viene tolta la possibilità di vivere decentemente, a causa del taglio notevole ai posti di lavoro e della chiusura degli stabilimenti: guardacaso, in Chrysler non hanno mai sentenziato di chiudere fabbriche. In cambio di cosa avverrà tutto ciò? Solo per aver fama di aver acquistato un grande gruppo?
Inoltre, di sviluppo non se ne parla; neppure la previsione di un nuovo modello "importante" fatto in casa, eccetto la Giulietta, che per poco l'ha scamapata. La nuova politica è aggiornare ciò che già esiste, e poco importa che una vetusta chrysler "indossi" il marchio Lancia, oppure che una Delta appaia col marchio Chrysler: non venderà nè la Chrysler marchiata Lancia né la Lancia marchiata Chrysler. Per non parlare poi dell'alfa, che è destinata a scomparire.. Probabilmente si ritornerà a lavorare i campi..., ma anche i mezzi agricoli saranno marchiati Chrysler.. :evil:

Esagerato!
Mi deprimo di meno nel leggere la pagina dei necrologi.
 
pio75evo ha scritto:
E' la politica industriale sbagliata che ha preso piede nel nostro paese, prima fra i più industrializzati d' Europa, ora, invece, gli investimenti industriali sono solo un miraggio. E l'economia vacilla. Poi, talvolta, c'è qualcuno che crede di avere progetti ambiziosi e positivi per l'Italia; invece, per l'Italia son rimaste solo molliche: tutto è stato esportato: tecnologia ed auto poco inquinanti. Con in più la situazione più grave: migliaia di famiglie a cui viene tolta la possibilità di vivere decentemente, a causa del taglio notevole ai posti di lavoro e della chiusura degli stabilimenti: guardacaso, in Chrysler non hanno mai sentenziato di chiudere fabbriche. In cambio di cosa avverrà tutto ciò? Solo per aver fama di aver acquistato un grande gruppo?
Inoltre, di sviluppo non se ne parla; neppure la previsione di un nuovo modello "importante" fatto in casa, eccetto la Giulietta, che per poco l'ha scamapata. La nuova politica è aggiornare ciò che già esiste, e poco importa che una vetusta chrysler "indossi" il marchio Lancia, oppure che una Delta appaia col marchio Chrysler: non venderà nè la Chrysler marchiata Lancia né la Lancia marchiata Chrysler. Per non parlare poi dell'alfa, che è destinata a scomparire.. Probabilmente si ritornerà a lavorare i campi..., ma anche i mezzi agricoli saranno marchiati Chrysler.. :evil:
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aggiornati: il settore auto è in stra-crisi, ma a parte qualche taglio e qualche cassa integrazione regge. e a parte il solito pistolotto anti fiat letto e riletto, ti comunico che gli stabilimenti delle multinazionali operanti nel settore automotive in italia hanno chiuso, e guarda caso, quelli lavoravano per tutte le case automobilistiche. e i disoccupati sono molti di più di quelli, finora solo presunti, di termini imerese.
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quello di cui parli tu è già avvenuto, nei settori: moda, abbigliamento, arredamento, calzature, tecnologie, siderurgia, e tutte le altre manifatture che on sto ad elencare, ma ci sono tutte. anche i ristoranti oramai sono per una buona parte cinesi.
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strano come i fatti nella realtà siano ben peggiori di qeulli che si intravedono parlando di fiat
 
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