<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Festival di Sanremo 2025 | Page 21 | Il Forum di Quattroruote

Festival di Sanremo 2025

Invece la questione è proprio quella, direi: la ascolti se, e solo se ti piace. Altrimenti non la ascolti.
Io faccio invece della scoperta (quasi quotidiana) di nuove composizioni, stili sconosciuti, artisti mai ascoltati, etc un germe di crescita costante. Ah, scopro cose nuove in tanti pezzi riascoltandoli per l'ennesima volta... e non sono pezzi complessi o complicati, nei dettagli si scoprono ricchezze preziosissime.
 
Ed è la morte, l'arte è comunicazione innovativa o rinnovativa. Il bello della musica sta non solo nella scrittura, ma, anche, se non sopratutto, nell'esecuzione, anche se erti capolavori restano tali anche solo a leggere le "cacche di mosca" (cit. Mozart)

Franz Joseph ti perdonerà di certo...
Temo che il povero Hayden non fosse "del mestiere"....
 
ma credi che i Duran Duran erano li per fare musica? Non credo, era un momento di amarcord per una la generazione che a quei tempi era adolescente o poco più, poi che cantassero dal vivo o in playback interessa a poco se non a nessuno.
Sarei andato volentieri al concerto a giugno a Cork, ma purtroppo saro' via in quei giorni.
 
Parlando di musica leggera in generale, io da diversi anni vado alla ricerca meticolosa di artisti che non conoscevo ma che potrebbero entrare nel novero dei miei preferiti. Non solo seguo tutte le nuove uscite in campo internazionale, ma indago pure sul passato (e in effetti di musica che non conoscevo ma che mi piace molto dagli anni 60 in poi ce n'è ancora parecchia!)
Bene, così facendo ho notato una cosa: negli ultimi anni (forse addirittura 25) la produzione musicale internazionale è aumentata tantissimo, non dico esponenzialmente ma ci manca poco. Per fare un esempio: per l'anno 2000 ho preso in considerazione circa 110 album, nel senso che me li sono ascoltati tutti alla ricerca di musica che mi piace ma che non conoscevo. Criterio di scelta di questi album: quelli che secondo diverse fonti (tante riviste online internazionali, più una italiana che considero un mio riferimento) avevano recensioni piuttosto buone, diciamo da 7/10 in su.
Bene, per l'anno 2010 erano già 277 gli album che rispettavano questi criteri, in crescita anno dopo anno. Fino ad arrivare al 2024, per il quale finora ho contato ben 550 album con recensioni piuttosto positive!
Ciò vuol dire che, almeno a livello internazionale, la quantità di buona musica aumenta sempre di più rispetto al passato? Assolutamente no, almeno a giudicare da quanti brani scelgo personalmente per compilare le mie playlist dei vari decenni. Molti album li scarto perché non sono proprio il mio genere, altri perché magari sono molto buoni ma mi sembrano riproposizioni o variazioni del passato, nel senso che non mi dico niente di veramente nuovo ed eccitante, altri perché sono lodati dai recensori soprattutto per i testi (soprattutto musica folk o cantautorale in tutte le possibili varianti) ma poi musicalmente mi annoiano abbastanza (io metto al primo posto la parte musicale, se poi c'è un bel testo ancora meglio). Per non parlare della musica più o meno sperimentale, che può interessare più gli addetti ai lavori che chi ascolta musica per piacere...
Insomma, non sempre musica molto ben valutata dai recensori professionisti mi "acchiappa" veramente. La musica per me deve essere principalemente un piacere, non una questione di cultura e di apprezzamento delle grandi qualità di un artista.
Quindi, se un brano che sento la prima volta non mi "prende" e mi fa venire voglia di "skippare", sicuramente non lo inserisco in una delle mie playlist. Se invece ascoltandolo mi fa venire voglia di continuare ad ascoltarlo senza "skippare", e non è un qualcosa di banale e "già sentito" in 65 anni di musica leggera, allora lo prendo in considerazione. Poi, in seguito, riascoltandolo mi rendo conto meglio se mi piace veramente o se era solo un abbaglio.
In conclusione: anno dopo anno aumenta smodatamente l'offerta internazionale di musica internazionale, ed è sempre più difficile stargli appreso, ma la musica che scelgo per le mie playlist personali non aumenta in modo proporzionale, anzi: rispetto al passato vedo anno dopo anno un calo del numero degli album e dei brani che ascolterei e riascolterei più volte. Ho l'impressione che sia sempre più difficile fare qualcosa di nuovo, non già sentito, ma veramente bello e interessante allo stesso tempo.
 
Ultima modifica:
Parlando di musica leggera in generale, io da diversi anni vado alla ricerca meticolosa di artisti che non conoscevo ma che potrebbero entrare nel novero dei miei preferiti. Non solo seguo tutte le nuove uscite in campo internazionale, ma indago pure sul passato (e in effetti di musica che non conoscevo ma che mi piace molto dagli anni 60 in poi ce n'è ancora parecchia!)
Bene, così facendo ho notato una cosa: negli ultimi anni (forse addirittura 25) la produzione musicale internazionale è aumentata tantissimo, non dico esponenzialmente ma ci manca poco. Per fare un esempio: per l'anno 2000 ho preso in considerazione circa 110 album, nel senso che me li sono ascoltati tutti alla ricerca di musica che mi piace ma che non conoscevo. Criterio di scelta di questi album: quelli che secondo diverse fonti (tante riviste online internazionali, più una italiana che considero un mio riferimento) avevano recensioni piuttosto buone, diciamo da 7/10 in su.
Bene, per l'anno 2010 erano già 277 gli album che rispettavano questi criteri, in crescita anno dopo anno. Fino ad arrivare al 2024, per il quale finora ho contato ben 550 album con recensioni piuttosto positive!
Ciò vuol dire che, almeno a livello internazionale, la quantità di buona musica aumenta sempre di più rispetto al passato? Assolutamente no, almeno a giudicare da quanti brani scelgo personalmente per compilare le mie playlist dei vari decenni. Molti album li scarto perché non sono proprio il mio genere, altri perché magari sono molto buoni ma mi sembrano riproposizioni o variazioni del passato, nel senso che non mi dico niente di veramente nuovo ed eccitante, altri perché sono lodati dai recensori soprattutto per i testi (soprattutto musica folk o cantautorale in tutte le possibili varianti) ma poi musicalmente mi annoiano abbastanza (io metto al primo posto la parte musicale, se poi c'è un bel testo ancora meglio). Per non parlare della musica più o meno sperimentale, che può interessare più gli addetti ai lavori che chi ascolta musica per piacere...
Insomma, non sempre musica molto ben valutata dai recensori professionisti mi "acchiappa" veramente. La musica per me deve essere principalemente un piacere, non una questione di cultura e di apprezzamento delle grandi qualità di un artista.
Quindi, se un brano che sento la prima volta non mi "prende" e mi fa venire voglia di "skippare", sicuramente non lo inserisco in una delle mie playlist. Se invece ascoltandolo mi fa venire voglia di continuare ad ascoltarlo senza "skippare", e non è un qualcosa di banale e "già sentito" in 65 anni di musica leggera, allora lo prendo in considerazione. Poi, in seguito, riascoltandolo mi rendo conto meglio se mi piace veramente o se era solo un abbaglio.
In conclusione: anno dopo anno aumenta smodatamente l'offerta internazionale di musica internazionale, ed è sempre più difficile stargli appreso, ma la musica che scelgo per le mie playlist personali non aumenta in modo proporzionale, anzi: rispetto al passato vedo anno dopo anno un calo del numero degli album e dei brani che ascolterei e riascolterei più volte. Ho l'impressione che sia sempre più difficile fare qualcosa di nuovo, non già sentito, ma veramente bello e interessante allo stesso tempo.
Penso che l'offerta si sia "ridotta" ma che i media diano grandissima possibilità di potersi esprimere per tutti.
 
Devo ancora ascoltare Joan Thiele. Su tutto il resto concordo.
Uno dei pochi pezzi che salverei di questo festival, ma a dire la verità niente di particolarmente nuovo nella melodia. Sembra già sentita mille volte...
Tant'è vero che mia moglie, la prima volta che ha sentito il ritornello, ha esclamato: ma questo è un plagio!
Era convinta che ci fosse un'altra canzone del passato praticamente uguale, ma non sapeva dire quale.
 
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Penso che l'offerta si sia "ridotta" ma che i media diano grandissima possibilità di potersi esprimere per tutti.
No, secondo me l'offerta è sempre più ampia in termini di pura quantità, ma si riduce ciò che può restare nel tempo e che si distingue per originalità e qualità in un mare magnum di offerta.
Almeno, io ho questa impressione cercando di stare appresso a tutta la strabordante produzione degli ultimi anni.
Ripeto che parlo di un contesto internazionale (soprattutto americano ed europeo), non solo italiano.
 
No, secondo me l'offerta è sempre più ampia in termini di pura quantità, ma si riduce ciò che può restare nel tempo e che si distingue per originalità e qualità in un mare magnum di offerta.
Almeno, io ho questa impressione cercando di stare appresso a tutta la strabordante produzione degli ultimi anni.
Ripeto che parlo di un contesto internazionale (soprattutto americano ed europeo), non solo italiano.
Non è che ci sia più quantità, è che chi fa un pezzo, chiunque, volendo fa un video sul tubo, con una canzone del tubo, per ascolti del tubo et voilà....

Una volta vedi tu....ricordo quanti erano i gruppetti del.....quando ero giovane e si cominciava dove negli oratori, negli auditorium di quartiere.....oggi tutto sul tubo o sul social.
 
Non è che ci sia più quantità, è che chi fa un pezzo, chiunque, volendo fa un video sul tubo, con una canzone del tubo, per ascolti del tubo et voilà....

Una volta vedi tu....ricordo quanti erano i gruppetti del.....quando ero giovane e si cominciava dove negli oratori, negli auditorium di quartiere.....oggi tutto sul tubo o sul social.
Io non seguo la musica sul tubo o sui social. Mi informo sui siti specializzati (una volta avrei comprato riviste e libri) e poi vado a "sperimentare" ascoltando in streaming, dove si trova praticamente tutto in qualità CD, o addirittura anche HiRes.
 
Senza parlare di filoni (nuovi generi) che hanno improvviso successo in un determinato periodo storico (tipo shoegaze, trip hop, dream pop negli anni 90) e poi spunta una miriade di nuovi gruppi che cercano di sfruttare il filone nei decenni successivi, con il risultato di una marea di musica noiosa e inutile che non ha nulla da aggiungere rispetto ai pionieri del genere.
Per esempio, per quanto riguarda il trip hop, pochi album degli anni 90 e 2000 di Portishead, Massive Attack e Tricky hanno già detto tutto, e non c'è bisogno di insistere sul genere ancora dopo vent'anni.
Piuttosto, provate a inventare un genere nuovo, rischiate un po'!
Senza parlare dello shoegaze, che non lo sopporto più...
 
Non è che ci sia più quantità, è che chi fa un pezzo, chiunque, volendo fa un video sul tubo, con una canzone del tubo, per ascolti del tubo et voilà....

Una volta vedi tu....ricordo quanti erano i gruppetti del.....quando ero giovane e si cominciava dove negli oratori, negli auditorium di quartiere.....oggi tutto sul tubo o sul social.

Non è una questione di tubo o meno. Oggi ci sono un sacco di modi per farsi conoscere come cantante: concorsi in ambito TV come Amici, XFactor, The voice, Io canto, Tale e quale, e poi kids, junior, senior, family, e chi più ne ha più ne metta, e poi ovviamente anche il tubo (basti pensare a Bengi e Fede o Anna per esempio) e quelli che provengono “dalla strada”.
Una volta c’erano solo Castrocaro e Sanremo.

Ecco perché c’è un’offerta enorme di cantanti e canzoni, una pletora di aspiranti big, dei quali per forza di cose una maggioranza si perde per strada. E lo stesso avviene per le canzoni. Ha detto bene Streak1.

Troppe canzoni in giro, pochi pezzi che poi rimangono nella storia della canzone.
 
Io tutto questo male nel tubo o altri canali del genere non lo vedo, si è vero che così hai una mole di gente che fa musica a vario titolo ma prima invece avevi solo quelli che avevano un etichetta forte alle spalle,e non è detto che quello era un sistema che premiava necessariamente i più bravi.
 
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