Dunque, l'efficienza di una centrale termoelettrica e' intorno al 39%.
Sono al 38% quelle a olio combustibile (la maggioranza in Italia), e al 39% quelle a carbone vecchio tipo.
Si sale a un 45% per una centrale a carbone a ciclo combinato, efficienza che sale al 48% per centrali a polvere di carbone (il nome polvere non tragga in inganno... e' virtualmente un gas) a vapore supercritico.
Una centrale con turbina a vapore alimentata a gas sta al 39%, e una ciclo combinato puo' arrivare al 57.
Le centrali piu' comuni in Italia sono quelle a olio combustibile, con una porzione di idroelettrico e a gas.
Diciamo che, in media, siamo sul 40%, come riportano la maggioranza delle fonti.
A questo, va sottratta una perdita del 6,5% dovuta alla rete di distribuzione.
Siamo al 37,4% di efficienza.
L'efficienza del ciclo di carica/scarica ideale per delle batterie a polimeri di litio e' del 99,8%.
Da notare che se il ciclo di carica/scarica e' "rapido", l'efficienza scade drammaticamente.
Ma diciamo un ciclo perfetto.
Siamo al 37,32%.
L'efficienza minima di un motore elettrico da 100 cavalli (NEMA Design B) e' di circa il 91,7%
Questo porta l'efficienza della nostra auto ZEV al 34,22%. che e' l'efficienza massima teorica del motore. Quella del veicolo sara' molto minore.
Restando sul motore soltanto, un moderno turbodiesel oggi puo' arrivare ad avere un'efficienza del 30% circa, e questo senza considerare avanzamenti tecnologici gia' allo stadio di prototipo, che promettono incrementi di efficienza anche maggiori.
Ne vale la pena?
Aggiungiamo che lo stesso diesel, fatto funzionare a regime costante di massima efficienza puo' raggiungere un'efficienza intorno al 38-40%.
Che, applicata tramite un'alternatore direttamente ai motori elettrici con un ibrido serie quali si potranno avere tra pochi anni, competera' fortemente con l'elettrico.
Ne vale la pena?
L'elettrico vale la pena solo se la produzione e' ad alta efficienza o da una fonte virtualmente inesauribile come il nucleare o, Dio ce la mandasse buona, la fusione.
Da notare che, anche mettendo la produzione europea di energia "da fonti rinnovabili" al servizio della ricarica batterie, non si riuscirebbe a soddisfare la necessita' d'energia del parco circolante italiano.
Sono al 38% quelle a olio combustibile (la maggioranza in Italia), e al 39% quelle a carbone vecchio tipo.
Si sale a un 45% per una centrale a carbone a ciclo combinato, efficienza che sale al 48% per centrali a polvere di carbone (il nome polvere non tragga in inganno... e' virtualmente un gas) a vapore supercritico.
Una centrale con turbina a vapore alimentata a gas sta al 39%, e una ciclo combinato puo' arrivare al 57.
Le centrali piu' comuni in Italia sono quelle a olio combustibile, con una porzione di idroelettrico e a gas.
Diciamo che, in media, siamo sul 40%, come riportano la maggioranza delle fonti.
A questo, va sottratta una perdita del 6,5% dovuta alla rete di distribuzione.
Siamo al 37,4% di efficienza.
L'efficienza del ciclo di carica/scarica ideale per delle batterie a polimeri di litio e' del 99,8%.
Da notare che se il ciclo di carica/scarica e' "rapido", l'efficienza scade drammaticamente.
Ma diciamo un ciclo perfetto.
Siamo al 37,32%.
L'efficienza minima di un motore elettrico da 100 cavalli (NEMA Design B) e' di circa il 91,7%
Questo porta l'efficienza della nostra auto ZEV al 34,22%. che e' l'efficienza massima teorica del motore. Quella del veicolo sara' molto minore.
Restando sul motore soltanto, un moderno turbodiesel oggi puo' arrivare ad avere un'efficienza del 30% circa, e questo senza considerare avanzamenti tecnologici gia' allo stadio di prototipo, che promettono incrementi di efficienza anche maggiori.
Ne vale la pena?
Aggiungiamo che lo stesso diesel, fatto funzionare a regime costante di massima efficienza puo' raggiungere un'efficienza intorno al 38-40%.
Che, applicata tramite un'alternatore direttamente ai motori elettrici con un ibrido serie quali si potranno avere tra pochi anni, competera' fortemente con l'elettrico.
Ne vale la pena?
L'elettrico vale la pena solo se la produzione e' ad alta efficienza o da una fonte virtualmente inesauribile come il nucleare o, Dio ce la mandasse buona, la fusione.
Da notare che, anche mettendo la produzione europea di energia "da fonti rinnovabili" al servizio della ricarica batterie, non si riuscirebbe a soddisfare la necessita' d'energia del parco circolante italiano.