Scusate, ricapitoliamo in termini più semplici e se sbaglio qualcuno mi corregga.
Allora, premettendo che Marchionne non ha detto niente che già non si sapesse, l'unico che ha detto qualcosa di troppo è stato John Elkann, il nipote di Gianni Agnelli che ci ha fatto la figura del bambino con la richiesta di non fare vedere l'intervista e questo riguarda oltre che un eventuale abbandono dell'auto della dinastia Agnelli, anche la futura sede (che comunque sono sicuro sarà in America visto che le società pagano il 30% di tasse contro circa il 50% in Italia e in Italia stanno cominciando, con la scusa dei nuovi contratti, a fare passare operai ed impiegati da Fiat Auto a delle società diverse per stabilimento).
Marchionne invece fa di tutto per non dire niente; e non può dire niente perchè quello che interessa attualmente alla Fiat è riuscire a comprare Chrysler pagando il meno possibile, dicendo pochissimo nell'intevista, soprattutto quando si parla di finanziare i nuovi modelli e non rispondendo a come utilizzerà la liquidità aziendale.
Il nodo del discorso è il contratto. Nel contratto stà scritto, in termini molto complicati, che Fiat arriva al 35% con traguardi tecnico-industriali e di vendite di modelli americani in europa (i famosi modelli ricarrozzati) e Sud America, mentre passa dal 35 al 51% pagando in contanti. Il prezzo per passare al 51% sarà un multiplo del valore di Fiat Auto.
Quindi più vale Fiat Auto in borsa più soldi sborsano per acquistare Chrysler.
Per arrivare a questo obbiettivo hanno operato:
1 - Lo scorporo della parte auto da quella che riguarda i mezzi industriali, che comunque è italiana per quanto riguarda i camion Iveco mentre per gli escavatori e i mezzi agricoli è una società statunitense.
2 - Limitando al minimo gli investimenti, in maniera da mettersi al riparo da una crescita del valore delle azioni sulla spinta delle vendite dei nuovi modelli, che arriverà puntualmente nel 2012 ad acquisizione avvenuta.
3 - Aumentando la liquidità reale (i soldi che hanno) per ottenere prestiti dalle banche per mettersi al riparo nella restituzione del prestito al Tesoro USA.
La liquidità reale, come ha detto Marchionne, è calcolata "eliminando" le vendite delle autovetture (attraverso il finanziamento delle vendite con la banca francese Credit Agricole) e i costi sostenuti per produrle dal bilancio 2010, che andrà presentato alle banche per i prestiti.
In tutto questo il punto interrogativo è la vendita di 6 milioni di veicoli l'anno entro il 2014, soprattutto considerando il fatto che Fiat in Europa per ora presidia solo sino al segmento delle varie Giulietta-Golf-Bravo. L'esperimento delle americane ricarrozzate, oltre a essere un punto fondamentale del contratto Chrysler dirà a Fiat in prospettiva se possono sperare di vendere profiquamente le americane in europa o no. In tutto questo comunque hanno 2 paracadute per spostare di qualche anno la data del 2014 per ritornare a macinare gli utili. Il primo, molto realistico, è la quotazione in borsa di Ferrari (il giornalista parla di vendita) e il secondo potrebbe essere la vendita di marchi di prestigio (essenzialmente Alfa Romeo) ad un concorrente, quindi venderanno sicuramente solo se le vendite andranno peggio del previsto.
C'è da dire che se questo operato sta limando l'offerta di modelli, dal punto di vista del prodotto sta portando ad un aumento della qualità produttiva, concentrando le risorse su pochi modelli e sulle prospettive future, cosa che in VW, ma anche chi ha visto i modelli Fiat prodotti negli ultimi anni, hanno capito.