Strana la parabola di Tavares alla guida “tecnica” del gruppo franco-italiano.
Era partito abbastanza bene e il 2023 era stato l’anno tutto sommato migliore, passata la “sbornia” del Covid-19. Fatturato e utili più che soddisfacenti, buon inserimento tra i grandi gruppi mondiali, economie di scala e sinergie bene sviluppate, ancorché privilegiando chiaramente la parte francese. Ma era abbastanza logico visto che la parte “italiana” di FCA (Brasile a parte) era praticamente ferma dal 2017.
Poi nel 2024 il tracollo, a mio parere soprattutto determinato da alcune scelte strategiche errate, che non sto qui ad elencare perché abbastanza evidenti, e la “scelta di fondo” di anticipare al massimo la transizione all’elettrico, salvo poi accorgersi che era stata troppo avventata, correndo ai ripari in modo ormai tardivo e abbastanza improvvisato.
Si parla ora di “vedute differenti”. Rispetto a chi? Evidentemente rispetto alla proprietà, e quindi non solo rispetto ad Exor, ma forse anche rispetto a Peugeot e lo Stato francese.
Sono infatti questi tre i principali “attori” sul palco di Stellantis e le dimissioni sono state rassegnate ovviamente davanti al CDA e subito approvate.
Quindi queste dimissioni appaiono “indotte”, teleguidate, forzate. Insomma quasi un licenziamento…
Ma ci sarà da parlarne ancora.