<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> De Meo si dimette | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

De Meo si dimette

Io non la vedo molto bene, ma non per Renault o De Meo ma per tutti.
Uno come quello che è nato, cresciuto e vissuto per decenni nell’ambiente automobilistico che spesso si è messo in gioco accettando sfide sempre diverse cambia genere è perché ha intravisto una strada a fondo chiuso.
E come molti automobilisti esperti che guardano 2-3 auto più avanti per anticipare eventuali problemi, lui che questo ambiente lo conosce a occhi chiusi secondo me per indurlo a lasciarlo ha intravisto un bel prossimo “tamponamento a catena” ed ha cambiato corsia per non finirci dentro.
Ripeto, uomini del genere che vivevano a bielle e pistoni affrontando qualsiasi sfida se ad un certo punto cambiano del tutto non è per niente rassicurante.
Mi sbaglierò ma intitolerei questo momento con il titolo “ La quiete prima della tempesta.”… e lui come i migliori predatori ha annusato il pericolo si è messo in salvo, indipendentemente quanto dall’altra parte hanno sganciato per convincerlo.

Che l'Europa abbia davanti un avvenire dell'automotive "autoctono" pieno di nubi (nere) all'orizzonte è certamente vero, e proprio De Meo ed Elkann lo hanno detto congiuntamente a gran voce solo un mese fa.
Ma sembra che siano parole al vento...
 
Che significa?
Di solito, soprattutto in autostrada, tendi a vedere non cosa fa l’auto che ti precede, ma quello che fa quella prima o quella ancora prima.
Se frena,magari violentemente, non aspetti che frena quella davanti a te per frenare ma anticipi perché sai che succederà… di frenare. Così non rischierari di trovarti impreparato e frenare di colpo e magari di rifagli il posteriore.
O come capita se vedi molto davanti a te le 4 frecce e sei in terza corsia ti metti subito nella prima e guadagnerai molte posizioni e a volte non ti fermi proprio rispetto a quelli in terza.
Ecco secondo me De Meo ha una vista più in là di noi poveri cristiani e ha visto cosa succederà e ha cambiato preventivamente corsia.
È questo da un uomo nato e cresciuto in mezzo i motori non è un bel segnale anzi…
 
De Meo ed Elkann lo hanno detto congiuntamente a gran voce solo un mese fa..
Evidentemente ha capito che anche se “urli” non ti ascolta nessuno quindi il tuo lavoro a che servirà se non ci sentono ?
L’uomo manichino non è nelle corde di De Meo, ha pensato che ci sono altri lidi che potrebbero ascoltare e mettere in pratica le sue idee, non certo i politici Europei…
 
Che l'Europa abbia davanti un avvenire dell'automotive "autoctono" pieno di nubi (nere) all'orizzonte è certamente vero, e proprio De Meo ed Elkann lo hanno detto congiuntamente a gran voce solo un mese fa.
Ma sembra che siano parole al vento...
perdonami pero'....veniamo da decenni di delocalizzazione in tutto in segmento industriale - manifatturiero....e 0 reazioni
dati dai guadagni spropositati da merce extra ue che viene importata e venduta come CE ( cina export) che mantiene i "servizi" e "rete di vendita" delle aziende....

l'automotive si e' salvato proprio grazie a delle leggi fatte per la "sicurezza" e gli aiuti dati....."europei"....

se adesso il mondo sceglie altri prodotti direi "quasi" altrettanto "sicuri", o meglio piu' consoni e richiesti del mercato, a costi 1/4 rispetto ai nostri con una filiera produttive piu' grande e veloce......
 
Che l'Europa abbia davanti un avvenire dell'automotive "autoctono" pieno di nubi (nere) all'orizzonte è certamente vero, e proprio De Meo ed Elkann lo hanno detto congiuntamente a gran voce solo un mese fa.
Ma sembra che siano parole al vento...
io credo anche che caricare di tutto questo significato simbolico queste dimissioni sia un poco eccessivo.
C'è sicuramente preoccupazione per gli scenari dell'automotive ma c'è anche una sfida in uno dei gruppi del lusso più importanti al mondo. Un azienda dove può cogliere successi ancora più grandi di quanto sia stato in grado di ottenere col risanamento ed il rilancio della Renault
 
io credo anche che caricare di tutto questo significato simbolico queste dimissioni sia un poco eccessivo.
C'è sicuramente preoccupazione per gli scenari dell'automotive ma c'è anche una sfida in uno dei gruppi del lusso più importanti al mondo. Un azienda dove può cogliere successi ancora più grandi di quanto sia stato in grado di ottenere col risanamento ed il rilancio della Renault
Io invece credo che dopo il mago portoghese e dopo lunga gestazione al limite dello scadere del tempo la montagna ha partorito il topolino che và in america e in simultanea l altro va.. .curioso no. .
 
Magari il buon Luca se ne è andato solo per soldi (non credo) però, al di là dei suoi motivi, al di là delle normative, al di là della demagogia elettrica e di quella termica, rimane un fatto: l'auto è un prodotto stra-maturo e l'utente finale fatica a trovare un motivo per cambiarla, figuriamoci in periodi di vacche magre che, ahimè, sono diventati strutturali. Mettici poi l'invecchiamento della popolazione, il fatto che i (pochi) giovani non vedono l'auto come la vedevano I padri, mettici che il nuovo eldorado - la Cina - adesso fa tutto in casa, e il quadro è pronto. Se non fosse per i prezzi scandalosi, mi ricorda da vicino la situazione che l'elettronica di consumo si trovò ad affrontare negli anni 80: risultato? Chi se le ricorda più Grundig, Philips, Mivar ecc ecc?
Non è esattamente la stessa cosa ma sempre e comunque le risposte ad un mercato maturo, saturo ed ipercompetitivo sono concentrazione, accorpamenti, standardiddazione selvaggia. scomparsa di marchi storici e spinta da un lato verso il basso, dall'altro verso un lusso senza senso. In che forma questo avverà nell'auto non lo so, ma avverrà.
Arriverà, anzi forse è già arrivato, il momento in cui rimpiangeremo la Renegade su pianale modificato della Punto perché "quella si che era una vera macchina"
 
Magari il buon Luca se ne è andato solo per soldi (non credo) però, al di là dei suoi motivi, al di là delle normative, al di là della demagogia elettrica e di quella termica, rimane un fatto: l'auto è un prodotto stra-maturo e l'utente finale fatica a trovare un motivo per cambiarla, figuriamoci in periodi di vacche magre che, ahimè, sono diventati strutturali. Mettici poi l'invecchiamento della popolazione, il fatto che i (pochi) giovani non vedono l'auto come la vedevano I padri, mettici che il nuovo eldorado - la Cina - adesso fa tutto in casa, e il quadro è pronto. Se non fosse per i prezzi scandalosi, mi ricorda da vicino la situazione che l'elettronica di consumo si trovò ad affrontare negli anni 80: risultato? Chi se le ricorda più Grundig, Philips, Mivar ecc ecc?
Non è esattamente la stessa cosa ma sempre e comunque le risposte ad un mercato maturo, saturo ed ipercompetitivo sono concentrazione, accorpamenti, standardiddazione selvaggia. scomparsa di marchi storici e spinta da un lato verso il basso, dall'altro verso un lusso senza senso. In che forma questo avverà nell'auto non lo so, ma avverrà.
Arriverà, anzi forse è già arrivato, il momento in cui rimpiangeremo la Renegade su pianale modificato della Punto perché "quella si che era una vera macchina"
C'è sempre il vecchio adagio chi è causa anche del suo mal pianga se stesso
 
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