Eldinero ha scritto:
Il concetto di "convenienza" è del tutto soggettivo e molto spesso si allontana dal suo significato originario...
Non credo ci sia un oggettivo significato originario, perché dipende dal TIPO di convenienza di cui si parla. Da un lato c'è la convenienza strettamente
economica e oggettiva (bilancio numerico positivo tra costi sostenuti e benefici concreti), dall'altro c'è la convenienza intesa in senso più... ampio, che include dosi più o meno consistenti e predominanti dosi di ingredienti che con le questioni economiche
nulla hanno a che fare e che non necessariamente hanno valenza negativa o frivola.
Conosco una persona che ha venduto il proprio appartamento seminuovo comprando una casa isolata piccolina e vecchia di 40 anni perché non riusciva più a sopportare la maleducazione sonora dei vicini. Ci ha rimesso davvero parecchi soldi (anche perché l'appartamento era molto più "vendibile") ma continua a dire non solo che la cosa gli è convenuta, ma anche che è stata una delle più felici decisioni della sua vita.
Ovviamente la pace domestica è affare ben più sostanzioso dei 40 psico-cavalli in più o della telecamera per i parcheggi o dei sedili in pelle di coccinella solitaria, ma il meccanismo di fondo è analogo.
...Sia chiaro, uno con i propri soldi può farci quello che gli pare, l'importante è che li abbia guadagnati onestamente al netto delle tasse...
Infatti. Però NON può (non potrebbe) pretendere di far passare come necessarie o obbligate o economicamente convenienti le scelte che NON lo sono.
Insomma, spendere a piacimento o anche buttare al vento i propri quattrini (onestamente guadagnati ecc. ecc.) è un diritto sacrosanto (*), cercare ipocritamente di far passare una cosa per un'altra NO.
...Mi auguro che ... cominceremo a dare più senso al denaro ... cercando di non spendere quello che ancora non si è guadagnato.
Non credo siano in tanti a condividere questo tuo augurio.
Moltissime persone sembrano convinte che l'allegra abitudine di "spendere" il denaro PRIMA di averlo, degna figlia della illuminata idea secondo cui "comprare" e "pagare" sarebbero due azioni distinte e indipendenti, NON sia in alcun modo da annoverare tra le cause dell'attuale... piccolo caso.
Anzi, resiste ancora solida e tutt'ora propagandata l'idea opposta, secondo la quale la suddetta pratica sarebbe un toccasana per la crescita e per l'economia, mentre i nemici della collettività sarebbero quegli individui, gretti meschini ed egoisti, che aspettano di avere i soldi prima di spenderli, che evitano gli acquisti esageratamente voluttuari, che magari non cambiano il cellulare perché si preoccupano, prima, di mettere da parte dei risparmi con cui "affrontare l'inverno" e così via.
(*) A dire il vero ci sarebbe da valutare il caso in cui uno, nell'esercizio di quel diritto, spreca e butta al vento risorse non rinnovabili, in tal modo sottraendole per sempre al prossimo con i conseguenti danni a livello collettivo, ma questo è un altro discorso.