Ad ogni modo, inizio a temere che la presunta soluzione (un lockdown durissimo e senza pari nel mondo occidentale) abbinata alla tecnica attendista del nostro governo (oramai ben evidente a tutti), all'incapacità gestionale (oltre mille pagine di normativa e sub-normativa per stabilire proroghe e chiusure? ma dai ...) ed ai disgraziati errori iniziali, si rivelerà peggiore dell'epidemia in sè (e lo dico con il massimo rispetto per le tante , troppe vittime e per il personale sanitario). Il non dare date e richiamarsi ai pareri scientifici andrà d'accordo con i medici, ma non con la necessità di sopravvivere.
Tanti dicono che siamo in guerra, una guerra non convenzionale: ma se entri o sei costretto ad entrare in guerra, sai già che avrai morti e feriti, perché una guerra non la vinci stando solo in rifugio.
Non abbiamo la capacità produttiva di riserva della Cina che, almeno ufficialmente, aveva una sola provincia "disastrata", non abbiamo a nostro fianco l'UE, anzi, "grazie" all'UE abbiamo il nemico (Berlino e Parigi) in casa. Potremmo, con sacrifici durissimi, reggere ai molti di mesi di chiusura che certamente attendono il settore turismo (13% di Pil solo quello) + l'horeca extra turismo (altri punti di PIL, non so quanti), solo se riapriamo immediatamente tutta e dico tutta la produzione e, con criteri di riduzione del rischio, anche le filiere al dettaglio, caricando di fatto su queste attività aperte il costo sociale di quelle chiuse per un determinato periodo.
Questo ovviamente potrebbe comportare altre 50 o 100 mila vittime, inutile nascondere la testa sotto la sabbia. Ovviamente il calcolo cinico è se risparmiarci 100.000 morti (tra cui potrei esserci benissimo io o i miei cari, so cosa sto dicendo) vale il disastro economico e finanziario cui stiamo andando incontro.
Riaprire significa mettere nero su bianco quello che purtroppo i sanitari sono stati troppo spesso costretti a fare, cioè riservare i posti letto solo alle persone giovani. Ma la tattica di tirare a campare di quindicina in quindicina sta distruggendo tutto.
L'assunto di base probabilmente è (o era) quello di debellare il Sars-Cov-2, ma così non sarà, e mica detto che tra un anno e mezzo arrivi il vaccino (a parte che tra un anno e mezzo se va avanti così saremo peggio dell'Argentina altro che vaccino ...), probabilmente il virus diventerà endemico ed a quel punto tanto vale che ce lo becchiamo tutti il prima possibile.
Detta un po' bruscamente da uno che aveva iniziato a cercare protezioni individuali già prima di Codogno e che aveva (ed ovviamenet ha) cambiato modo e stile di vita da fine febbraio pur essendo all'epoca ben lontano dalla zona rossa: ma gli sviluppi di queste settimane mi hanno fatto maturare quanto sopra condiviso con voi. L'inversione del trend dei casi è avvenuta circa due settimane dopo i provvedimenti dell'8-9 e se volete 11 marzo, ma decreto del 22 marzo avrebbe dovuto aumentare la velocità di discesa dei casi e invece, a ieri, non vedo questo miglioramento.
Per carità, mi sta benissimo e condivido l'idea di tenere questa linea fino a Pasqua, ma solo per verificare se in questi giorni la curva dei contagi aumenta la propria inclinazione negativa: se lo fa, bene, a questo punto andiamo avanti ancora qualche settimana e sarò felicissimo del drastico miglioramento, ma se contionuano a decrescere lentamente allora ripriamo le filiere (come di fatto stiamo facendo a Nord Est ...)