<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Covid-19 - argomento generico n.2 - fasi 1-2. | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

Covid-19 - argomento generico n.2 - fasi 1-2.

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Condivido il post di Algepa, ma questo nulla toglie alla gravità del fenomeno; una falsità può fare il giro del mondo e raggiungere milioni di persone in pochi minuti, causando danni, non solo economici, talvolta immani. Propongo multe iperboliche per chi propala fake news, il carcere se riguardano la salute.

Sono d'accordo. Come ha detto un noto personaggio, finchè la verità si infila i pantaloni, la bugia ha fatto il giro del mondo, e purtroppo molto spesso le balle sono molto più "digeribili" della verità. Io non la farei passare liscia neanche ai virologi che all'inizio minimizzavano e anche di fronte all'evidenza non hanno speso neanche una parola di autocritica. Sbagliare è umano, non volerlo accettare può essere criminale.
 
Il racconto di un'infermiera, su "Famiglia cristiana", riportato da un sito web (papaboys.org).
Se volete, leggetelo.

"Siamo un paese che sa solo lamentarsi per qualsiasi cosa, mai contenti di nulla. Sembra che la quarantena sia un castigo anziché una protezione per ognuno di noi. Se lo riterrà opportuno, potrà condividerlo lei, per sensibilizzare.
Che bello essere chiamati angeli…ma chissà se poi lo siamo davvero.


È un sabato mattina di una settimana di allerta covid. Finalmente un giorno di riposo dopo tanto lavoro. Finalmente puoi dedicarti alla famiglia. Per te la quarantena non esiste, non esiste il divieto ad uscire… non è mai esistito. Tu DEVI lavorare, sei preziosa…dicono.

E invece no, niente riposo. Arriva la chiamata. Si deve andare. C’è bisogno di coprire turni. Il lamento è d’obbligo, non vorresti… ma si fa. Mentre ti prepari, rifletti che marzo non è stato affatto clemente: turni di 12 ore, ferie annullate, riposi… cosa sono i riposi?

Arrivi in ospedale, qualche figura nei corridoi, ma ancora troppa gente in giro.

Arrivi al reparto critico, quello dove sono ricoverati i pazienti positivi. Tutto blindato, suoni. Ti apre la collega che è li da ieri sera… Stremata, viso segnato dalla mascherina e gli occhiali, prendi consegna e la congedi. Deve riposare. Suona un campanello. Ti sporgi alla camera interessata, chiedi il motivo della chiamata, rassicuri che presto entrerai, e vai a vestirti. La vestizione è lunga, ci si deve bardare molto bene,non si possono commettere errori di trascuratezza. Entri dalla paziente, la conosci… la saluti. Ha un casco sulla testa, si chiama c-pap. Serve per respirare meglio.. non ha molte speranze e il monitor al quale è collegata ne dà conferma. Ma la paziente è cosciente, lucida e orientata nel tempo e nello spazio… ma soprattutto sa che sta per morire. Lo sa, lo percepisce… lo sente. Parli un po’ con lei.

infermiera_2739280.jpg


Non mangia da giorni. Questa mattina chiede la colazione. Ha un diabete non controllato e vuole due fette biscottate con la marmellata. Sarà certo il diabete il suo peggior nemico ora? E riferisci alla collega di passarteli.

Quello sguardo implorante ti uccide. Distogli ogni tanto gli occhi da lei per non morire dentro…

Mentre le sistemi i cavi dei parametri vitali, lei ti prende la mano… amore, sei mamma? Si, di due ragazzi. Allora puoi capire cosa sto provando?

Posso provare, ma se vuoi, puoi descrivermelo… ti ascolto.

Ho 4 figli… sono sempre stati tanto mammoni. Un rapporto bellissimo, anche perché gli ho fatto da madre e da padre, visto che sono rimasta vedova da giovane… Non ho paura di morire, non vorrei solo soffrire. Ma un giorno, uno dei miei figli è venuto a trovarmi e non lo hanno più fatto entrare.. è stato obbligato, non una scelta. Non ho potuto vedere più i nipoti, le nuore…nessuno. Io qui, loro a casa. Non ho potuto dir loro quanto bene gli voglio…

Ma chiamali al telefono e diglielo! Si, ma non è la stessa cosa… E vabbè, però ti sentono, ti parlano…è già qualcosa, meglio di niente… Li chiamo ogni giorno,l i sento che stanno soffrendo perché non possono stare con me fino alla fine.

Entra il medico… la visita… squilla il telefono, è uno dei figli.. la paziente gli dice: c’è il medico, te lo passo. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica… Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile… il covid non decide su chi posarsi… si insinua su chiunque… Il medico esce dalla stanza… la signora piange disperata. Mentre è ancora al telefono con il figlio, il figlio piange con lei… lei ha sempre su di te quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa… chiedi di passarle il telefono. La signora ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica… non puoi avvicinare il telefono all’orecchio, quindi non sai cosa ti risponde il figlio… ma quello sguardo ti ha trapanato… non sei soltanto un operatore, sei mamma, sei figlia…

Dici al figlio: radunatevi tutti e 4 ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero… e gli dai il tuo…. vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno non sarà una cosa interrotta di netto, e la potrete vedere. Gli dici che sarai li x altre 10 ore e di richiamare più volte se non rispondo subito… Non passa neanche un’ora… la collega dice che dalla borsa sta squillando il tuo telefono… tu sei sempre vestita e sempre in quella stanza.. non sei mai uscita… le chiedi di prendere il cellulare, metterlo in un sacchettino, disinfettarlo e passartelo. Apri la video chiamata.. tutti e quattro i figli li… la paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua…..e tu con lei. Si parlano un bel po’… si raccontano, si dicono ti amo… lei desatura spesso perché si sta affaticando… ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro…

La chiamata dura circa mezz’ora… ed è come se un cerchio si fosse chiuso, quello che doveva essere è stato… lei aveva resistito solo x loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Pensi a te e ai tuoi figli e comprendi tutto… ogni sua preoccupazione. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere.

La paziente si spegne. Decidi di uscire e lasciare ai colleghi il resto. E vedi che, come le procedure prevedono, la cospargono di disinfettante, la avvolgono in un lenzuolo e la portano in camera mortuaria. Sola….sola… i suoi effetti personali messi in triplice sacco nero andranno inceneriti…

È domenica mattina.. l’agenzia di pompe funebri è venuta a prendere la salma. Uno solo dei figli presente, a debita distanza. Non l’ha più vista da quella video chiamata. Dà indicazioni all’incaricato e vanno via… la sua macchina svolta a destra, la salma va a sinistra… sola.

Non ce la fai, quello è troppo!!! E se fino ad ora non avevi pianto, ora non ce la fai…

A casa apri facebook. Lamentele ovunque. Vi hanno negato la libertà, il bimbo non può andare più al parco, il cane passeggia troppo in là da casa, non si trova più lievito… Quanta ignoranza…quanti pochi problemi ha la gente… ma su una cosa ancora siamo fortunati: a noi ci saranno state anche negate delle cose, dovremmo anche fare sacrifici… ma almeno noi abbiamo ancora la dignità, un diritto che il covid19 ti toglie, senza poterti lamentare…

Un diario dalla prima linea, quella umana, del cuore…"

https://www.papaboys.org/la-triste-magrandiosa-lettera-di-uninfermiera-sulle-ultime-volonta-di-una-mamma-di-4-figli/
 
Ultima modifica:
L'evidenza, quella scientifica, la trova la comunità scientifica, spesso col ritardo che ci vuole ad accumulare ed elaborare dati qualitativamente e quantitativamente sufficienti.

Ciao, Nicola.
 
Il racconto di un'infermiera, su "Famiglia cristiana", riportato da un sito web (papaboys.org).
Se volete, leggetelo.

"Siamo un paese che sa solo lamentarsi per qualsiasi cosa, mai contenti di nulla. Sembra che la quarantena sia un castigo anziché una protezione per ognuno di noi. Se lo riterrà opportuno, potrà condividerlo lei, per sensibilizzare.
Che bello essere chiamati angeli…ma chissà se poi lo siamo davvero.


È un sabato mattina di una settimana di allerta covid. Finalmente un giorno di riposo dopo tanto lavoro. Finalmente puoi dedicarti alla famiglia. Per te la quarantena non esiste, non esiste il divieto ad uscire… non è mai esistito. Tu DEVI lavorare, sei preziosa…dicono.

E invece no, niente riposo. Arriva la chiamata. Si deve andare. C’è bisogno di coprire turni. Il lamento è d’obbligo, non vorresti… ma si fa. Mentre ti prepari, rifletti che marzo non è stato affatto clemente: turni di 12 ore, ferie annullate, riposi… cosa sono i riposi?

Arrivi in ospedale, qualche figura nei corridoi, ma ancora troppa gente in giro.

Arrivi al reparto critico, quello dove sono ricoverati i pazienti positivi. Tutto blindato, suoni. Ti apre la collega che è li da ieri sera… Stremata, viso segnato dalla mascherina e gli occhiali, prendi consegna e la congedi. Deve riposare. Suona un campanello. Ti sporgi alla camera interessata, chiedi il motivo della chiamata, rassicuri che presto entrerai, e vai a vestirti. La vestizione è lunga, ci si deve bardare molto bene,non si possono commettere errori di trascuratezza. Entri dalla paziente, la conosci… la saluti. Ha un casco sulla testa, si chiama c-pap. Serve per respirare meglio.. non ha molte speranze e il monitor al quale è collegata ne dà conferma. Ma la paziente è cosciente, lucida e orientata nel tempo e nello spazio… ma soprattutto sa che sta per morire. Lo sa, lo percepisce… lo sente. Parli un po’ con lei.

infermiera_2739280.jpg


Non mangia da giorni. Questa mattina chiede la colazione. Ha un diabete non controllato e vuole due fette biscottate con la marmellata. Sarà certo il diabete il suo peggior nemico ora? E riferisci alla collega di passarteli.

Quello sguardo implorante ti uccide. Distogli ogni tanto gli occhi da lei per non morire dentro…

Mentre le sistemi i cavi dei parametri vitali, lei ti prende la mano… amore, sei mamma? Si, di due ragazzi. Allora puoi capire cosa sto provando?

Posso provare, ma se vuoi, puoi descrivermelo… ti ascolto.

Ho 4 figli… sono sempre stati tanto mammoni. Un rapporto bellissimo, anche perché gli ho fatto da madre e da padre, visto che sono rimasta vedova da giovane… Non ho paura di morire, non vorrei solo soffrire. Ma un giorno, uno dei miei figli è venuto a trovarmi e non lo hanno più fatto entrare.. è stato obbligato, non una scelta. Non ho potuto vedere più i nipoti, le nuore…nessuno. Io qui, loro a casa. Non ho potuto dir loro quanto bene gli voglio…

Ma chiamali al telefono e diglielo! Si, ma non è la stessa cosa… E vabbè, però ti sentono, ti parlano…è già qualcosa, meglio di niente… Li chiamo ogni giorno,l i sento che stanno soffrendo perché non possono stare con me fino alla fine.

Entra il medico… la visita… squilla il telefono, è uno dei figli.. la paziente gli dice: c’è il medico, te lo passo. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica… Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile… il covid non decide su chi posarsi… si insinua su chiunque… Il medico esce dalla stanza… la signora piange disperata. Mentre è ancora al telefono con il figlio, il figlio piange con lei… lei ha sempre su di te quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa… chiedi di passarle il telefono. La signora ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica… non puoi avvicinare il telefono all’orecchio, quindi non sai cosa ti risponde il figlio… ma quello sguardo ti ha trapanato… non sei soltanto un operatore, sei mamma, sei figlia…

Dici al figlio: radunatevi tutti e 4 ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero… e gli dai il tuo…. vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno non sarà una cosa interrotta di netto, e la potrete vedere. Gli dici che sarai li x altre 10 ore e di richiamare più volte se non rispondo subito… Non passa neanche un’ora… la collega dice che dalla borsa sta squillando il tuo telefono… tu sei sempre vestita e sempre in quella stanza.. non sei mai uscita… le chiedi di prendere il cellulare, metterlo in un sacchettino, disinfettarlo e passartelo. Apri la video chiamata.. tutti e quattro i figli li… la paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua…..e tu con lei. Si parlano un bel po’… si raccontano, si dicono ti amo… lei desatura spesso perché si sta affaticando… ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro…

La chiamata dura circa mezz’ora… ed è come se un cerchio si fosse chiuso, quello che doveva essere è stato… lei aveva resistito solo x loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Pensi a te e ai tuoi figli e comprendi tutto… ogni sua preoccupazione. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere.

La paziente si spegne. Decidi di uscire e lasciare ai colleghi il resto. E vedi che, come le procedure prevedono, la cospargono di disinfettante, la avvolgono in un lenzuolo e la portano in camera mortuaria. Sola….sola… i suoi effetti personali messi in triplice sacco nero andranno inceneriti…

È domenica mattina.. l’agenzia di pompe funebri è venuta a prendere la salma. Uno solo dei figli presente, a debita distanza. Non l’ha più vista da quella video chiamata. Dà indicazioni all’incaricato e vanno via… la sua macchina svolta a destra, la salma va a sinistra… sola.

Non ce la fai, quello è troppo!!! E se fino ad ora non avevi pianto, ora non ce la fai…

A casa apri facebook. Lamentele ovunque. Vi hanno negato la libertà, il bimbo non può andare più al parco, il cane passeggia troppo in là da casa, non si trova più lievito… Quanta ignoranza…quanti pochi problemi ha la gente… ma su una cosa ancora siamo fortunati: a noi ci saranno state anche negate delle cose, dovremmo anche fare sacrifici… ma almeno noi abbiamo ancora la dignità, un diritto che il covid19 ti toglie, senza poterti lamentare…

Un diario dalla prima linea, quella umana, del cuore…"

https://www.papaboys.org/la-triste-...sulle-ultime-volonta-di-una-mamma-di-4-figli/

Ho letto racconti simili avvenuti nell'ospedale di Bergamo e ho un mio amico che ha perso la nonna, che verrà tumulata senza che nessuno potrà andare a dirle addio.
Ogni tanto penso ai medici, che sono anche loro esseri umani, dei papà, dei nonni e dei figli e concludo proprio come nel racconto, alla fine questa clausura è nulla in confronto di quello che vedono loro e al fatto che noi persone comuni dobbiamo stare attenti a non entrare in contatto con virus, loro sono proprio in prima linea, a contatto diretto con pazienti.
Penso a quando tornano a casa e molti di loro non vedono nemmeno il marito ed i figli per paura, stanno in casa separati o in qualche appartamento isolato messo a disposizione di un parente.
Immagino i mariti o le mogli, o i genitori se non i figli che pregano ogni giorno perché non gli accada nulla...
Anche se ho molta paura, nonostante tutto sono fortunato perché al massimo devo tornare a lavoro in una fabbrica e anche perché mio suocero era primario in neurorianimazione e da 3 anni è in pensione, altrimenti data l'età e alcune patologie croniche, non so cosa sarebbe potuto succedere se ancora fosse stato a lavoro.

Grazie per aver condiviso il racconto pilota.
 
Ho letto racconti simili avvenuti nell'ospedale di Bergamo e ho un mio amico che ha perso la nonna, che verrà tumulata senza che nessuno potrà andare a dirle addio.
Ogni tanto penso ai medici, che sono anche loro esseri umani, dei papà, dei nonni e dei figli e concludo proprio come nel racconto, alla fine questa clausura è nulla in confronto di quello che vedono loro e al fatto che noi persone comuni dobbiamo stare attenti a non entrare in contatto con virus, loro sono proprio in prima linea, a contatto diretto con pazienti.
Penso a quando tornano a casa e molti di loro non vedono nemmeno il marito ed i figli per paura, stanno in casa separati o in qualche appartamento isolato messo a disposizione di un parente.
Immagino i mariti o le mogli, o i genitori se non i figli che pregano ogni giorno perché non gli accada nulla...
Anche se ho molta paura, nonostante tutto sono fortunato perché al massimo devo tornare a lavoro in una fabbrica e anche perché mio suocero era primario in neurorianimazione e da 3 anni è in pensione, altrimenti data l'età e alcune patologie croniche, non so cosa sarebbe potuto succedere se ancora fosse stato a lavoro.

Grazie per aver condiviso il racconto pilota.

Questa maledetta pandemia ha tanti eroi, veri eroi e non eroi di cartone come sono per esempio gli sportivi, come ha detto oggi il Papa.
I medici (80 sono morti, in Italia), gli infermieri (circa 30 credo i morti), parlo di uomini e donne ovviamente, persone che hanno dato la loro vita per salvare altre persone, e coloro che sono rimasti senza lavoro, autonomi, ambulanti o che comunque non beneficiano di cassa integrazione, normale, straordinaria o in deroga che sia.

Tutti coloro che sono rimasti senza un introito andrebbero aiutati con un sussidio di sopravvivenza, fino a quando non si ripartirà e non troveranno una nuova occupazione.

Inoltre una cosa è pressochè certa: con il covid bisognerà convivere, fino a quando non diventerà una malattia curabile, come tante altre.
In qualche modo, con gradualità e precauzione, si dovrà ripartire. Non si può lasciare la gente a morire di fame anzichè di malattia, a costo di ritardare la "vittoria" sul virus.
Imho.
 
Ultima modifica:
Fuse le due nuove discussioni sul Covid-19: quella di Angelo (Covid e dati tedeschi) e quella di A_gricolo (Covid e fake news).
 
Il racconto di un'infermiera, su "Famiglia cristiana", riportato da un sito web (papaboys.org).
Se volete, leggetelo.

"Siamo un paese che sa solo lamentarsi per qualsiasi cosa, mai contenti di nulla. Sembra che la quarantena sia un castigo anziché una protezione per ognuno di noi. Se lo riterrà opportuno, potrà condividerlo lei, per sensibilizzare.
Che bello essere chiamati angeli…ma chissà se poi lo siamo davvero.


È un sabato mattina di una settimana di allerta covid. Finalmente un giorno di riposo dopo tanto lavoro. Finalmente puoi dedicarti alla famiglia. Per te la quarantena non esiste, non esiste il divieto ad uscire… non è mai esistito. Tu DEVI lavorare, sei preziosa…dicono.

E invece no, niente riposo. Arriva la chiamata. Si deve andare. C’è bisogno di coprire turni. Il lamento è d’obbligo, non vorresti… ma si fa. Mentre ti prepari, rifletti che marzo non è stato affatto clemente: turni di 12 ore, ferie annullate, riposi… cosa sono i riposi?

Arrivi in ospedale, qualche figura nei corridoi, ma ancora troppa gente in giro.

Arrivi al reparto critico, quello dove sono ricoverati i pazienti positivi. Tutto blindato, suoni. Ti apre la collega che è li da ieri sera… Stremata, viso segnato dalla mascherina e gli occhiali, prendi consegna e la congedi. Deve riposare. Suona un campanello. Ti sporgi alla camera interessata, chiedi il motivo della chiamata, rassicuri che presto entrerai, e vai a vestirti. La vestizione è lunga, ci si deve bardare molto bene,non si possono commettere errori di trascuratezza. Entri dalla paziente, la conosci… la saluti. Ha un casco sulla testa, si chiama c-pap. Serve per respirare meglio.. non ha molte speranze e il monitor al quale è collegata ne dà conferma. Ma la paziente è cosciente, lucida e orientata nel tempo e nello spazio… ma soprattutto sa che sta per morire. Lo sa, lo percepisce… lo sente. Parli un po’ con lei.

infermiera_2739280.jpg


Non mangia da giorni. Questa mattina chiede la colazione. Ha un diabete non controllato e vuole due fette biscottate con la marmellata. Sarà certo il diabete il suo peggior nemico ora? E riferisci alla collega di passarteli.

Quello sguardo implorante ti uccide. Distogli ogni tanto gli occhi da lei per non morire dentro…

Mentre le sistemi i cavi dei parametri vitali, lei ti prende la mano… amore, sei mamma? Si, di due ragazzi. Allora puoi capire cosa sto provando?

Posso provare, ma se vuoi, puoi descrivermelo… ti ascolto.

Ho 4 figli… sono sempre stati tanto mammoni. Un rapporto bellissimo, anche perché gli ho fatto da madre e da padre, visto che sono rimasta vedova da giovane… Non ho paura di morire, non vorrei solo soffrire. Ma un giorno, uno dei miei figli è venuto a trovarmi e non lo hanno più fatto entrare.. è stato obbligato, non una scelta. Non ho potuto vedere più i nipoti, le nuore…nessuno. Io qui, loro a casa. Non ho potuto dir loro quanto bene gli voglio…

Ma chiamali al telefono e diglielo! Si, ma non è la stessa cosa… E vabbè, però ti sentono, ti parlano…è già qualcosa, meglio di niente… Li chiamo ogni giorno,l i sento che stanno soffrendo perché non possono stare con me fino alla fine.

Entra il medico… la visita… squilla il telefono, è uno dei figli.. la paziente gli dice: c’è il medico, te lo passo. Il medico descrive al figlio la situazione. È davvero critica… Alla signora viene detto che dovrà essere intubata presto e che non ha molto da vivere. Il figlio chiede di poterla vedere per un ultimo, breve saluto. Non è possibile… il covid non decide su chi posarsi… si insinua su chiunque… Il medico esce dalla stanza… la signora piange disperata. Mentre è ancora al telefono con il figlio, il figlio piange con lei… lei ha sempre su di te quello sguardo implorante, come volesse chiederti di fare qualcosa… chiedi di passarle il telefono. La signora ha un telefono vecchio, non è anziana, ma nemmeno tecnologica… non puoi avvicinare il telefono all’orecchio, quindi non sai cosa ti risponde il figlio… ma quello sguardo ti ha trapanato… non sei soltanto un operatore, sei mamma, sei figlia…

Dici al figlio: radunatevi tutti e 4 ma proteggetevi con le mascherine. Fatelo prima che potete e poi chiamate in video chiamata questo numero… e gli dai il tuo…. vi farò vedere mamma. È poca cosa, ma almeno non sarà una cosa interrotta di netto, e la potrete vedere. Gli dici che sarai li x altre 10 ore e di richiamare più volte se non rispondo subito… Non passa neanche un’ora… la collega dice che dalla borsa sta squillando il tuo telefono… tu sei sempre vestita e sempre in quella stanza.. non sei mai uscita… le chiedi di prendere il cellulare, metterlo in un sacchettino, disinfettarlo e passartelo. Apri la video chiamata.. tutti e quattro i figli li… la paziente non se lo aspettava ed è felice come una Pasqua…..e tu con lei. Si parlano un bel po’… si raccontano, si dicono ti amo… lei desatura spesso perché si sta affaticando… ma sai il destino nefasto, non te la senti di chiedere di chiudere. Già una volta sono stati obbligati a tagliare, ora vuoi che la decisione sia la loro…

La chiamata dura circa mezz’ora… ed è come se un cerchio si fosse chiuso, quello che doveva essere è stato… lei aveva resistito solo x loro, per vederli, per salutarli. Hai il cuore in mille pezzi. Pensi a te e ai tuoi figli e comprendi tutto… ogni sua preoccupazione. Ti prende la mano, ti dice grazie, veglierò su di te, per quello che hai fatto. E fai fatica a non piangere.

La paziente si spegne. Decidi di uscire e lasciare ai colleghi il resto. E vedi che, come le procedure prevedono, la cospargono di disinfettante, la avvolgono in un lenzuolo e la portano in camera mortuaria. Sola….sola… i suoi effetti personali messi in triplice sacco nero andranno inceneriti…

È domenica mattina.. l’agenzia di pompe funebri è venuta a prendere la salma. Uno solo dei figli presente, a debita distanza. Non l’ha più vista da quella video chiamata. Dà indicazioni all’incaricato e vanno via… la sua macchina svolta a destra, la salma va a sinistra… sola.

Non ce la fai, quello è troppo!!! E se fino ad ora non avevi pianto, ora non ce la fai…

A casa apri facebook. Lamentele ovunque. Vi hanno negato la libertà, il bimbo non può andare più al parco, il cane passeggia troppo in là da casa, non si trova più lievito… Quanta ignoranza…quanti pochi problemi ha la gente… ma su una cosa ancora siamo fortunati: a noi ci saranno state anche negate delle cose, dovremmo anche fare sacrifici… ma almeno noi abbiamo ancora la dignità, un diritto che il covid19 ti toglie, senza poterti lamentare…

Un diario dalla prima linea, quella umana, del cuore…"

https://www.papaboys.org/la-triste-magrandiosa-lettera-di-uninfermiera-sulle-ultime-volonta-di-una-mamma-di-4-figli/
E´straziante leggere una tale lettera,ma, bisogna farlo per capire..
 
Segnalo una notizia del 28 marzo, a riguardo dell'istituzione a livello nazionale di una task-force anti-fake-news specifica per la questione covid.
Personalmente ne sono venuto al corrente solo oggi, a causa della lettura di notizie odierne riguardanti alcune reazioni a tale provvedimento.

Ciao, Nicola.
 
Si, e si potrebbero leggere le stesse storie in tutte le Nazioni. Mai il mondo è stato davvero così "globale" come ora.

Magari mi illudo, ma sarebbe bello che questa pandemia sia il primo tassello di una visione più globale delle persone dato che siamo tutti nella stessa situazione nessuna nazione ne è immune.
 
Questa maledetta pandemia ha tanti eroi, veri eroi e non eroi di cartone come sono per esempio gli sportivi, come ha detto oggi il Papa.
I medici (80 sono morti, in Italia), gli infermieri (circa 30 credo i morti), parlo di uomini e donne ovviamente, persone che hanno dato la loro vita per salvare altre persone, e coloro che sono rimasti senza lavoro, autonomi, ambulanti o che comunque non beneficiano di cassa integrazione, normale, straordinaria o in deroga che sia.

Aggiungo anche tutte le persone che sono impiegate nei supermercati, negli uffici bancari e postali, nel trasporto, ecc ecc.
Insomma quelle persone che da sempre non si sono fermate per far si che tutti avessimo i servizi indispensabili.
Alcuni potrebbero trovare un po' fuorviante accostarli ai medici e infermieri dato che non sono direttamente impegnati a combattere il virus ma ad ogni modo ritengo innegabile la loro importanza.
 
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