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Covid-19 - argomento generico n.2 - fasi 1-2.

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A questo punto mi pare che la guerra sia oramai dichiarata, e in guerra bisogna mettere in conto morti e feriti. Riaprire subito, riaprire quasi tutto e prepararsi all'Italexit (manca giusto un piccolo passo)

Non c'è grandissimo riscontro mediatico ma mi pare di capire che abbiamo lanciato una sorta di all in e la situazione sia piuttosto tesa.

D'altra parte, esulando per un attimo dalla questione sanitaria, con l'articolo odierno su Die Welt la Germania ed i suoi scherani hanno gettato definitivamente la maschera e ufficializzato il loro mai sopito desiderio di ridurci alle condizioni della Grecia, azzerando la parte del nostro sistema produttivo che dà loro fastidio e impadronendosi del resto. Difatti le sedi confindustriali del Nord Italia sono oranmai risolute ad aprire subito dopo Pasqua perché siamo gli unici a rimanere chiusi e i nostri "cari amici" europei stanno approfitando per farci le scarpe.

in questo momento i concorrenti stranieri si stanno fregando le mani ed è evidente che il prolungarsi del nostro fermo gioca a loro favore facendoci perdere quote di mercato faticosamente conquistate.
Banalmente le nostre produzioni meccaniche o di componentistica possono essere riassorbite da quelle tedesche fino a ieri meno competitive.

Sulla questione sanitaria osservo che solo noi e pochi altri a ruota abbiamo anteposto (anche giustemente) la salute alle ragioni economiche.
Us, Uk e tutti i paesi del nord Europa hanno sempre minimizzato non prendendo mai in considerazione l'idea di fermare le produzioni. Alcuni sono stati fortunati che il virus ha picchiato meno duro, alcuni sono anche ottimamente organizzati, ma l'impressione è che si cerchi di minimizzare l'impatto sanitario per non doversi fermare.
 
secondo me più che di parlare di forza o meno io ci vedo capacità di sacrificio, e su questo siamo un poco tutti deficitari temo. Ormai a parte chi ha più di 80 anni il resto della popolazione è nata e cresciuta in un epoca in cui i beni necessari sono sempre stati a portata di mano e disponibili a nostro piacimento, le libertà individuali sono sempre state garantite al massimo , ora avere piccole limitazioni in questi aspetti crea preoccupazione perchè sono situazioni a noi sconosciute

Bhe, negli anni '60 non c'era tutta sta bella vita. Che poi ti facevi andar bene le cose è un altro discorso. Nelle famiglie dove lavorava solo il padre e al mamma con due figli erano a casa, (tipo la mia famiglia) sì vivevi, il mangiare non mancava, ma da lì a dire che ci si poteva permettere tutto ce ne passava. Io adesso, al confronto, sono un signore. Poi è anche vero che non c'era niente e quindi ti bastava quello che c'era. Esempio, io fino ai 4/6 anni non avevo, il telefono, la lavatrice, il frigorifero, l'auto, il riscaldamento (solo in cucina). Non sono cose necessarie, ma provaci a vivere ora senza. Per stare in tema, io spero che per l'apertura ascoltino i medici o chi per loro e non la confindustria. Mio pensiero
 
Bhe, negli anni '60 non c'era tutta sta bella vita.

E' tutto relativo: si veniva dalla seconda guerra mondiale e, grazie anche agli aiuti economici di chi sappiamo, c'era il boom economico e si cominciava a produrre a tutto spiano.
Certo, "boom" relativo, perché in confronto alla ricchezza media di oggi (o meglio, dell'anno scorso) si era tutti molto più poveri e si avevano meno cose. Mio padre comprò la sua prima auto a 36 anni, io la ebbi a 19. Però si era in genere più felici con il poco che si aveva e, soprattutto, c'era ottimismo e fiducia nel futuro. Quindi si stringeva la cinghia volentieri, perché si pensava che le cose potessero solo migliorare.
 
Perché i "fragili psicologicamente" dovrebbero prendersela con i "forti psicologicamente"? Per invidia?
Non sarà una lotta tra forti e fragili, in cui chi vince sono quelli che hanno la numerosità dalla propria parte, ma una lotta di ognuno di noi contro le difficoltà. E la differenza la farà chi saprà affrontare meglio le difficoltà.
E' questo che intendevo.


Faro' un' eccezione....
Infatti la differenza non la fara' il piu' forte ( che si spezza )
la differenza la fara' chi ha piu' spirito di adattamento.
( che si piega )
Alla faccia di Foscolo
 
Faro' un' eccezione....
Infatti la differenza non la fara' il piu' forte ( che si spezza )
la differenza la fara' chi ha piu' spirito di adattamento.
( che si piega )
Alla faccia di Foscolo
La smentita

Ancora una volta, qui bisogna capirsi su cosa si intende per "più forte".
Ripeto, io intendo forte a livello psicologico, non economico o fisico. E nella forza psicologica includo anche qualità come lo spirito di sacrificio (citato da Algepa) e la capacità di adattamento, che ho più volte citato come qualità che può fare la differenza tra chi "ce la fa" e chi "ce la fa a stento" (o peggio ancora "non ce la fa").
Perché di solito siamo noi singoli individui che ci dobbiamo adattare al resto del mondo, non il contrario!
 
La situazione è estremamente complicata. Dal punto di vista sanitario, se dovessero essere confermate notizie come questa
https://www.ilpost.it/2020/04/08/coronavirus-indonesia/
ovvero che il SarsCov2 è indifferente alle condizioni climatiche, la speranza che l'arrivo dell'estate sia come una scopa per il virus evaporerebbe, lascandoci solo la lotta epidemiologica.

D'altra parte, esulando per un attimo dalla questione sanitaria, con l'articolo odierno su Die Welt la Germania ed i suoi scherani hanno gettato definitivamente la maschera e ufficializzato il loro mai sopito desiderio di ridurci alle condizioni della Grecia, azzerando la parte del nostro sistema produttivo che dà loro fastidio e impadronendosi del resto. Difatti le sedi confindustriali del Nord Italia sono oranmai risolute ad aprire subito dopo Pasqua perché siamo gli unici a rimanere chiusi e i nostri "cari amici" europei stanno approfitando per farci le scarpe.

A questo punto mi pare che la guerra sia oramai dichiarata, e in guerra bisogna mettere in conto morti e feriti. Riaprire subito, riaprire quasi tutto e prepararsi all'Italexit (manca giusto un piccolo passo)



Non riesco a convincermi di questa congiura....
( il tutti contro l' Italia ).
Ma dell' uscita dall' Unione e soprattutto dalla moneta unica,
mi sto sempre piu' convincendo.
Sono ( IMO ) sicuramente di piu' quelli che ne trarranno beneficio, rispetto quelli che ci rimetteranno.
 
Bhe, negli anni '60 non c'era tutta sta bella vita. Che poi ti facevi andar bene le cose è un altro discorso. Nelle famiglie dove lavorava solo il padre e al mamma con due figli erano a casa, (tipo la mia famiglia) sì vivevi, il mangiare non mancava, ma da lì a dire che ci si poteva permettere tutto ce ne passava. Io adesso, al confronto, sono un signore. Poi è anche vero che non c'era niente e quindi ti bastava quello che c'era. Esempio, io fino ai 4/6 anni non avevo, il telefono, la lavatrice, il frigorifero, l'auto, il riscaldamento (solo in cucina). Non sono cose necessarie, ma provaci a vivere ora senza. Per stare in tema, io spero che per l'apertura ascoltino i medici o chi per loro e non la confindustria. Mio pensiero
Sarà, io ho visto operai farsi la casa e pure quella per il figlio (o quella al mare).
Avranno lavorato tanto, avranno fatto sacrifici, ma adesso fai fatica a fartene una
 
Ultima modifica:
Non sono cose necessarie, ma provaci a vivere ora senza.

questo è il mio discorso, nel senso che ormai la memoria dei tempi difficili si è persa, soprattutto a livello alimentare, che poi è realmente la necessità principale, non credo che nessuno di noi ha mai provato la fame( purtroppo escludiamo quelli chi per motivi economici anche negli ultimi decenni ha avuto tali problemi) se non vivendo realtà geografiche differenti dalla nostra, nel caso si arrivasse ad una situazione in cui non si può reperire il cibo come lo facciamo oggi allora li servirebbe una capacità di sacrificio che temo si sia persa. Io non intendo di arrivare a non avere più cibo, ma ad una situazione per cui la spesa al puoi fare solo in un determinato momento e non a piacimento come ancora adesso
 
Sarà, io ho visto operai farsi la casa e pure quella per il figlio (o quella al mare).
Avranno lavorato.tanto, avranno fatto sacrifici, ma adesso fai fatica a fartene una


Allora anche per un ricco le fonti di spesa erano limitate....
Ovvero, anche avendo i soldi era difficile spenderli.
-Allora andare a mangiare fuori era una questione di avvenimento,
non di regola come oggi.
-L' auto, ricordo gli amici dei miei
( veramente benestanti ),
era gia' la Mercedes, ma la cambiavano ogni 10 anni quando usciva il modello nuovo.
E cosi' tutto il resto.
Di contro.
Inutile che vada a citare le decine di fonti di spesa
( quasi IRRINUNCIABILI per i piu' )
di oggi....
 
Perché i "fragili psicologicamente" dovrebbero prendersela con i "forti psicologicamente"? Per invidia?
Non sarà una lotta tra forti e fragili, in cui chi vince sono quelli che hanno la numerosità dalla propria parte, ma una lotta di ognuno di noi contro le difficoltà. E la differenza la farà chi saprà affrontare meglio le difficoltà.
E' questo che intendevo.

E io intendo che quando un 'debole psicologicamente' sbrocca, sbrocca con la forza fisica, economica, politica che ha. E di solito ha qualcuno 'vicino' (forte o debole psicologicamente che sia).

Ciao, Nicola.
 
Io non riesco a togliermi dalla testa l'idea che un modello che rischia di collassare se non si lavora per un mese, è un sistema profondamente malato.
 
secondo me più che di parlare di forza o meno io ci vedo capacità di sacrificio, e su questo siamo un poco tutti deficitari temo. Ormai a parte chi ha più di 80 anni il resto della popolazione è nata e cresciuta in un epoca in cui i beni necessari sono sempre stati a portata di mano e disponibili a nostro piacimento, le libertà individuali sono sempre state garantite al massimo , ora avere piccole limitazioni in questi aspetti crea preoccupazione perchè sono situazioni a noi sconosciute

Condivido tutto a parte l'aggettivo 'piccole'.

Ciao, Nicola.
 
Io non riesco a togliermi dalla testa l'idea che un modello che rischia di collassare se non si lavora per un mese, è un sistema profondamente malato.


Concordo e aggiungo....

Ma allora erano davvero in tanti quelli che venivano definiti
" POTENZIALI poveri ",
per il semplice fatto che bastava loro un imprevisto da 600 euro per mettere in crisi la loro vita.
 
E io intendo che quando un 'debole psicologicamente' sbrocca, sbrocca con la forza fisica, economica, politica che ha. E di solito ha qualcuno 'vicino' (forte o debole psicologicamente che sia).

Ciao, Nicola.

Eh, ma questo è un discorso valido da sempre, non solo ora che ci attende un periodo di difficoltà un po' per tutti (chi più, chi meno).

Per fortuna non tutti i "deboli psicologicamente" sbroccano. Altrimenti, ad esempio, gli omicidi in famiglia sarebbero molto ma molto più frequenti di quelli che già ci sono, e negli ambienti di lavoro sarebbe una battaglia continua.

Però forse stiamo andando, ancora una volta, fuori tema...
 
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