Botto88
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Sono uno studente universitario e mi trovo in un periodo di sconforto.
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato. C'è gente che mi viene a dire quanto pesi l'istruzione pubblica sul PIL, salvo poi non sapere nemmeno che cosa sia il PIL.
Insomma, secondo la loro mentalità ci vorrebbero 60 milioni di operai, perché insegnanti, ingegneri, medici e qualsiasi altra figura professionale è inutile..
Certo, studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma questo dovrebbe farci sentire in colpa? Senza contare che molti studenti (tra cui io) si pagano totalmente o in parte l'università lavorando, che male ci sarebbe studiare mantenuti dai genitori? In fondo non si tratta di un investimento?
Io non so se questa mentalità sia largamente diffusa (e spero di no) o se mi trovo in una zona "depressa", ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di noi universitari. Da persone più grandi di me sento spesso dire che le università non sono più quelle di una volta, che ormai si tratta solo di un giochetto da ragazzi laurearsi. Non posso espormi su questo punto perché non conosco l'università di 25-30 anni fa, ma trovo che sia un discorso piuttosto semplicistico. Insomma sono un po' avvilito, anche se fermamente convinto della mia scelta. Mi sento apprezzato solo dai famigliari.
Con questo sfogo non voglio difendere a spada tratta noi studenti, voglio solo dire che non è tutto nero e non è tutto bianco: esistono studenti fannulloni, ma esistono anche lavoratori sfaticati, ci sono studenti che non frequentano, ma c'è anche l'assenteismo nel lavoro.. dovrei fare di tutta l'erba un fascio?
Alla fine di tutto questo sproloquio, cosa mi dite, insomma.. che pensate di noi studenti? Per chi è laureato: quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato. C'è gente che mi viene a dire quanto pesi l'istruzione pubblica sul PIL, salvo poi non sapere nemmeno che cosa sia il PIL.
Insomma, secondo la loro mentalità ci vorrebbero 60 milioni di operai, perché insegnanti, ingegneri, medici e qualsiasi altra figura professionale è inutile..
Certo, studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma questo dovrebbe farci sentire in colpa? Senza contare che molti studenti (tra cui io) si pagano totalmente o in parte l'università lavorando, che male ci sarebbe studiare mantenuti dai genitori? In fondo non si tratta di un investimento?
Io non so se questa mentalità sia largamente diffusa (e spero di no) o se mi trovo in una zona "depressa", ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di noi universitari. Da persone più grandi di me sento spesso dire che le università non sono più quelle di una volta, che ormai si tratta solo di un giochetto da ragazzi laurearsi. Non posso espormi su questo punto perché non conosco l'università di 25-30 anni fa, ma trovo che sia un discorso piuttosto semplicistico. Insomma sono un po' avvilito, anche se fermamente convinto della mia scelta. Mi sento apprezzato solo dai famigliari.
Con questo sfogo non voglio difendere a spada tratta noi studenti, voglio solo dire che non è tutto nero e non è tutto bianco: esistono studenti fannulloni, ma esistono anche lavoratori sfaticati, ci sono studenti che non frequentano, ma c'è anche l'assenteismo nel lavoro.. dovrei fare di tutta l'erba un fascio?
Alla fine di tutto questo sproloquio, cosa mi dite, insomma.. che pensate di noi studenti? Per chi è laureato: quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?