<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Cosa pensate di noi studenti | Il Forum di Quattroruote

Cosa pensate di noi studenti

Sono uno studente universitario e mi trovo in un periodo di sconforto.
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato. C'è gente che mi viene a dire quanto pesi l'istruzione pubblica sul PIL, salvo poi non sapere nemmeno che cosa sia il PIL.
Insomma, secondo la loro mentalità ci vorrebbero 60 milioni di operai, perché insegnanti, ingegneri, medici e qualsiasi altra figura professionale è inutile..
Certo, studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma questo dovrebbe farci sentire in colpa? Senza contare che molti studenti (tra cui io) si pagano totalmente o in parte l'università lavorando, che male ci sarebbe studiare mantenuti dai genitori? In fondo non si tratta di un investimento?
Io non so se questa mentalità sia largamente diffusa (e spero di no) o se mi trovo in una zona "depressa", ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di noi universitari. Da persone più grandi di me sento spesso dire che le università non sono più quelle di una volta, che ormai si tratta solo di un giochetto da ragazzi laurearsi. Non posso espormi su questo punto perché non conosco l'università di 25-30 anni fa, ma trovo che sia un discorso piuttosto semplicistico. Insomma sono un po' avvilito, anche se fermamente convinto della mia scelta. Mi sento apprezzato solo dai famigliari.
Con questo sfogo non voglio difendere a spada tratta noi studenti, voglio solo dire che non è tutto nero e non è tutto bianco: esistono studenti fannulloni, ma esistono anche lavoratori sfaticati, ci sono studenti che non frequentano, ma c'è anche l'assenteismo nel lavoro.. dovrei fare di tutta l'erba un fascio?
Alla fine di tutto questo sproloquio, cosa mi dite, insomma.. che pensate di noi studenti? Per chi è laureato: quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?
 
Botto88 ha scritto:
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato.
sono anch'io studente universitario, ma al capolinea (tesi).
ho lasciato solo questa parte, perchè mi pare quella più interessante.

ti dico chiaramente che i tuoi conoscenti parlano senza sapere ciò che dicono. da quello che scrivi, è sin troppo chiaro che non hanno idea di cosa voglia dire studiare (in generale).
sia ben inteso che per studiare intendo farlo "per lavoro", nel senso di farlo con impegno e non per andare all'università per fare vacanza e festeggiare dalla mattina alla sera.

io, in facoltà di ingegneria, sono arrivato ad uscire di casa alle 6.30 e rientrarci alle 23.50 circa, per mesi, tutti i giorni.
nel mentre facevo 34 d'ora di viaggio la mattina e altrettanti la sera, 7ore di lezione, un'ora di pausa pranzo e il resto lavori in gruppo per i laboratori (progetti, lavori al computer ecc....).
la differenza tra questo e il lavoro "vero" è che i tuoi amici lavoratori lo fanno e ottengono in cambio un salario, dei giorni di ferie, e soprattutto, appena escono da lavoro sono liberi, possono fare ciò che vogliono senza troppi pensieri.
uno studente (vero) invece no. non ha orari imposti dalla ditta, ma ha delle scadenze. DEVE seguire le lezioni (in ingegneria sono obbligatorie, e parecchie hanno persino l'obbligo di firma! Senza contare il fatto che se non segui le lezioni dai libri potresti non capire nulla, complicando ulteriormente tutto), studiare, svolgere eventuali laboratori, e presentarsi all'esame il prima possibile. se NON supera l'esame, ha perso tempo per mesi, perchè si deve ristudiare tutto. tutto finito? NO. perchè, come ringraziamento, non è che si viene pagati....anzi....SI PAGA DI TASCA PROPRIA! e c'è chi dice "ma c'è la borsa di studio........." :rolleyes: si, peccato che la borsa di studio non sia un "premio" come molti pensino...ma un rimborso spese (parziale, tra l'altro, con tutte le spese che si sostengono durante l'anno! tasse, pasti, viaggi, specie se studenti fuori-sede, laboratori (15? a stampa, modellini, computer,LIBRI.....ecc....)) ....e le ferie? è periodo d'esami, quindi SI STUDIA!!!!!!!!! :shock:

con questo non voglio dire che lo studente lavori più di un "lavoratore". semplicemente che ci dev'essere rispetto reciproco. un lavoratore fannullone lo è esattamente quanto uno studente fannullone.
semplicemente lo studente ha fatto la scelta di continuare a studiare dopo il diploma, cercando di fare un altro tipo di lavoro (medico, ingegnere, avvocato ecc......) che la maturità non consentiva di fare.
ed è una scelta che va rispettata, esattamente come va rispettato un'eventuale lavoratore che ha solo la licenza media e ha deciso di non studiare oltre.

PS: prova a far capire con esempi pratici cosa voglia dire (faccio l'esempio che uso di più in questo caso) SEGUIRE UNA lezione al'università:
in 2ore di una materia (es. matematica ) viene spiegato il programma di almeno una settimana delle scuole superiori.
non so quanto i tuoi amici sarebbero felici di apprendere così tante nozioni tutte insieme in sole 2 ore.
(senza contare che non tutti i professori fanno pause, anche con lezioni di 3 ore. :shock: )
 
Botto88 ha scritto:
Sono uno studente universitario e mi trovo in un periodo di sconforto.
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato. C'è gente che mi viene a dire quanto pesi l'istruzione pubblica sul PIL, salvo poi non sapere nemmeno che cosa sia il PIL.
Insomma, secondo la loro mentalità ci vorrebbero 60 milioni di operai, perché insegnanti, ingegneri, medici e qualsiasi altra figura professionale è inutile..
Certo, studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma questo dovrebbe farci sentire in colpa? Senza contare che molti studenti (tra cui io) si pagano totalmente o in parte l'università lavorando, che male ci sarebbe studiare mantenuti dai genitori? In fondo non si tratta di un investimento?
Io non so se questa mentalità sia largamente diffusa (e spero di no) o se mi trovo in una zona "depressa", ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di noi universitari. Da persone più grandi di me sento spesso dire che le università non sono più quelle di una volta, che ormai si tratta solo di un giochetto da ragazzi laurearsi. Non posso espormi su questo punto perché non conosco l'università di 25-30 anni fa, ma trovo che sia un discorso piuttosto semplicistico. Insomma sono un po' avvilito, anche se fermamente convinto della mia scelta. Mi sento apprezzato solo dai famigliari.
Con questo sfogo non voglio difendere a spada tratta noi studenti, voglio solo dire che non è tutto nero e non è tutto bianco: esistono studenti fannulloni, ma esistono anche lavoratori sfaticati, ci sono studenti che non frequentano, ma c'è anche l'assenteismo nel lavoro.. dovrei fare di tutta l'erba un fascio?
Alla fine di tutto questo sproloquio, cosa mi dite, insomma.. che pensate di noi studenti? Per chi è laureato: quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?

Io sono un ex studente fresco laureato, ed in una delle materie considerate a torto più inutili: lettere, indirizzo archeologia. L'anno prossimo tornerò all'università per fare la magistrale. Nessuno, nella società è inutile: servono gli operai, servono gli ingegneri, servono gli insegnanti, servono i politici, servono le forze dell'ordine. L'unica cosa è trovare la propria strada e fare del proprio meglio per svolgere l'attività che si è scelta nel migliore dei modi. Anch'io mi sono sentito dare dell'inutile, io ho sentito un politico definire Pompei dei "rudenassi", ma non lo bado, perchè nel mio piccolo do un contributo al sapere, do una mano alla compresnsione della storia. Lo studente è un lavoratore in potenza, un giorno ti laureerai e avrai un uolo all'interno della società. Inoltre, se tu tpaghi in parte o in toto le spese per l'università, immagino lavorerai, anche nel periodo estivo o part time. E anche quello è produrre. Guarda avanti e fregatene di quello che ti dicono.
 
Appunto.
Io sono (un pò meno fresco ma non scaduto) architetto 35enne e se penso alle giornate spese per plastici, tavole, teoremi... ...mi viene da ridere perchè apparentemente cazzate. In realtà il valore degli studi (appassionati nel mio caso) ritorna seppur indirettamente nel lavoro.
Inoltre è meglio fare bene una facoltà facile che male una facoltà difficile, quello che conta è la motivazione. Anche quando ti proponi per il lavoro.
 
elancia ha scritto:
Appunto.
Io sono (un pò meno fresco ma non scaduto) architetto 35enne e se penso alle giornate spese per plastici, tavole, teoremi... ...mi viene da ridere perchè apparentemente cazzate. In realtà il valore degli studi (appassionati nel mio caso) ritorna seppur indirettamente nel lavoro.
Inoltre è meglio fare bene una facoltà facile che male una facoltà difficile, quello che conta è la motivazione. Anche quando ti proponi per il lavoro.
quoto al 100%.

e aggiungo: la cosa più fastidiosa è presentare un lavoro (modello, progetto, ecc...comunque settimane o mesi di lavoro) ed essere guardati con disprezzo, presi in giro davanti a tutti per correzioni volute dallo stesso docente e non poter reagire, non poter rispondere (si sa chi ha il coltello dalla parte del manico :evil: ).
 
sono ancora abbastanza giovane, appena 30 anni, quindi sono stato studente per diversi anni e fino a poco tempo fa, ho fatto (ma non finito) l'università per poi dedicarmi al lavoro.
Ho una idea un po impopolare di alcuni studenti, se sei disposto ad avere una discussione civile, ne parliamo.
ti dico allora.
Hanno un gran da fare i nostri studenti, studiare è un lavoro che va affrontato con disciplina ed impegno, vuoi per i sacrifici che i nostri/vostri genitori fanno per "mantenervi" e permettervi di studiare, vuoi perchè è l'unico modo per almeno provare ad assicurarsi un futuro dignitoso.
Ci sono tanti, tantissimi studenti che lo fanno, studiano, ognuno con i propri tempi, a modo suo, ma con grande dedizione ed impegno, non lasciandosi trasportare da correnti politiche, e voglie di avere un mondo migliore.
altri, e vengo all'impopolare, si lasciano trasportare troppo dalla politica. Nelle università, ne conosco benissimo 3: roma (dove studia mia sorella e spesso sono con lei), teramo, dove ha studiato e si è laureata mia moglie, urbino dove ho fatto io 3 anni. In tutte le università che ho "vissuto" i movimenti politici, specialmente di sinistra, erano molto forti, comizi, volantinaggio, radio locali, manifestazioni, impegnano troppo i studenti che ci credono, si lasciano illudere di poter/voler cambiare il mondo. Purtroppo amico mio, non è così, è chiaro che il mondo va cambiato, è chiaro che se nessuno ci prova, non cambierà mai ma, è brutto, troppo brutto vedere studenti persi in politica, a farsi canne, a portare kefie, sbagliano a mio avviso. Lo studio è importante, per far politica e cambiare il mondo c'è tempo. Non voglio scendere troppo in politica, ma non sono ne di sinistra ne di centro ne di destra, ho una mia idea politica che non vorrei condividere perchè so che soggetta a forti contestazioni ma, durante le manifestazioni contro il governo (giustissime e dovute), ho visto trioppi ragazzi inconfodibilmente politicizzati e orientati a sinistra. Bene manifestare, farsi sentire, scioperare quando dovuto, ed hanno fatto strabene, ma, nella vita di tutti i giorni, non sono tanto diversi, trioppo trasportati da una politica ideologica irrealizzabile.
quanto detto è sempre IMHO.
 
reFORESTERation ha scritto:
sono ancora abbastanza giovane, appena 30 anni, quindi sono stato studente per diversi anni e fino a poco tempo fa, ho fatto (ma non finito) l'università per poi dedicarmi al lavoro.
Ho una idea un po impopolare di alcuni studenti, se sei disposto ad avere una discussione civile, ne parliamo.
ti dico allora.
Hanno un gran da fare i nostri studenti, studiare è un lavoro che va affrontato con disciplina ed impegno, vuoi per i sacrifici che i nostri/vostri genitori fanno per "mantenervi" e permettervi di studiare, vuoi perchè è l'unico modo per almeno provare ad assicurarsi un futuro dignitoso.
Ci sono tanti, tantissimi studenti che lo fanno, studiano, ognuno con i propri tempi, a modo suo, ma con grande dedizione ed impegno, non lasciandosi trasportare da correnti politiche, e voglie di avere un mondo migliore.
altri, e vengo all'impopolare, si lasciano trasportare troppo dalla politica. Nelle università, ne conosco benissimo 3: roma (dove studia mia sorella e spesso sono con lei), teramo, dove ha studiato e si è laureata mia moglie, urbino dove ho fatto io 3 anni. In tutte le università che ho "vissuto" i movimenti politici, specialmente di sinistra, erano molto forti, comizi, volantinaggio, radio locali, manifestazioni, impegnano troppo i studenti che ci credono, si lasciano illudere di poter/voler cambiare il mondo. Purtroppo amico mio, non è così, è chiaro che il mondo va cambiato, è chiaro che se nessuno ci prova, non cambierà mai ma, è brutto, troppo brutto vedere studenti persi in politica, a farsi canne, a portare kefie, sbagliano a mio avviso. Lo studio è importante, per far politica e cambiare il mondo c'è tempo. Non voglio scendere troppo in politica, ma non sono ne di sinistra ne di centro ne di destra, ho una mia idea politica che non vorrei condividere perchè so che soggetta a forti contestazioni ma, durante le manifestazioni contro il governo (giustissime e dovute), ho visto trioppi ragazzi inconfodibilmente politicizzati e orientati a sinistra. Bene manifestare, farsi sentire, scioperare quando dovuto, ed hanno fatto strabene, ma, nella vita di tutti i giorni, non sono tanto diversi, trioppo trasportati da una politica ideologica irrealizzabile.
quanto detto è sempre IMHO.

Ti posso dire che io sono stato coinvolto nella politica universitaria, ho partecipato alle manifestazioni, al volantinaggio, ho organizzato convegni, mi sono applicato per gli impegni politici, snza la volontà di cambiare il mondo, ma con l'obiettivo di far riflettere, nel breve termine, riguardo ad una decisione. Senza grandi progetti irrealizzabili. Ovviamente, l'attività politica, è sempre venuta dopo l'attività di studio. E anche se simpatizzo per la sinistra, non ho mai fumato canne, non ho mai indossato una kefiah, l'eskimo sì, ma è stata pura casualità, non sapevo il suo significato politico, anzi, forse all'epoca, 12-13 anni, non sapevo nemmeno cosa fosse la politica. La politica a livello universitario è un'attività in più, che non deve influire nè sul rendimento nè deve essere presa come una moda o come una scusa per bighellonare, ubriacarsi o fumare porcherie, seplicemente un condividere esperienze, opinioni. Io mi sono laureato con due anni di ritardo, perchè avevo iniziamente intrapreso studi economici che non facevano per me (e in quegli annila politica non la seguivo), ma trasferitomi ad archeologia, assolutamente non meno semplice ma che seguivo con molta più passione, mi sono laureato nei tempi, pur girando per mezza Italia e paesi limitrofi a scavare (sgobbavo in cantiere 8 ore al giorno e poi mi ritiravo in camera a studiare per gli esami). In sostanza, a mio parere la partecipazione ad attività politiche è cosa buona, purchè intrapresa con la giusta saggezza e la giusta dimensione, ia nelle aspiazioni che nel tempo da dedicarci.
 
Sono neolaureato, mi son laureato questa estate scorsa, ho 22 anni e posso confermarti che ci sono studenti e studenti.

Io personalmente mi sono e attualmente anche se lavoro mi faccio mantenere dai miei, in pratica vivo in casa con loro (anche perchè il laovoro che faccio non mi consente di pagarmi un affitto), e comunque finchè me lo permettono perchè dovrei cambiare casa ? Quando troverò la ragazza giusto e avrò guadagnato dei bei soldini allora si potrà parlare di trasferimento in altra casa etc....ma se ciò avvenisse a 40 o 50 anni ci sarebbe qualcosa da criticare per caso ?

Se c'è una cosa che non sopporto è sentirsi chiamare "figli di papà" solo perchè i propri genitori possono mantenerti e pagarti tutte le spese, eventualmente se possono farlo è perchè si sono fatti il mazzo affinchè i loro figli potessero avere un futuro abbastanza buono (visto i tempi economici che corrono), premesso ciò mi autoescludo comunque dalla diciamo normalità dei casi dei cosiddetti figli di papà, poichè io a differenza di altri mi diverto nella vita diversamente, vale a dire sono abbastanza tirato nello spendere soldi....preciso che mi diverto lo stesso spendendo poco, ma lo specifico solo perchè oramai il mondo almeno qui in italia ha preso sto brutto andazzo, si parla di crisi, di chi non ha soldi etc, e poi gli stessi che si lamentano vanno in giro con audi, con iphone, vestiti pagati 200 euro etc, e poi si lamentano che pigliano 1200 euro soltanto.....secondo il mio parere non c'è molto da lamentarsi in questi casi, se uno si lamenta ma riesce comunque a levarsi gli sfizi, mi sembra ovvio che qualcosa non torna.....

Come dicevo prima ci sono diverse tipologie di studenti, studenti lavoratori, frequentanti, ca**eggiatori etc etc, ce ne sono di ogni tipo, io ho preso una laurea triennale, e ho sempre frequentato, perchè lavorare e studiare allo stesso tempo non ce l'avrei mai fatta, ma proprio un limite mio, so che altri ci riescono e riescono a prendere buoni voti non che laurearsi in tempo ugualmente.....
Per quanto riguarda quindi gli studenti lavoratori, nulla da dire in merito vanno rispettati come tutti, quello che non trovo giusto e che mi sento di criticare invece sono quegli studenti ( e ce ne sono tanti) che principalmente son dei fuorisede, che vanno in università fuoricittà, facendosi mantenere dai propri genitori e tirandosela parecchio, ossia facendo quel cavolo che si vuole, ergo ho visto gente che per una laurea di tre anni ci ha impiegato 6 anni, non per difficoltà di chissà quale grado per gli esami, ma semplicemente perchè facevano tutt'altro (escludendo il lavoro ovviamente) ossia divertirsi a più non posso....ora è chiaro che ognuno è libero di fare ciò che vuole, io però personalmente non me la sono mai sentita e mai lo farò di far spendere soldi inutilmente o per motivi assurdi ai miei genitori, tant'è che con grossi sacrifici, sia loro che miei sono riuscito a laurearmi in tempo, e come premio ho ricevuto la mia prima auto nuova.
A sentire certi commenti del tipo.....ah io l'auto me la son comprata con i soldi miei, tutti sudati da me etc etc, bè non so che dirvi, in questo caso un in bocca al lupo per il futuro, però il vostro mi sembra più un atteggiamento invidioso invece che di orgogliosi....state attenti quindi perchè l'invidia è una brutta cosa....

Ho detto quello che dovevo dire. :)
 
raf88 ha scritto:
Sono neolaureato, mi son laureato questa estate scorsa, ho 22 anni e posso confermarti che ci sono studenti e studenti.

Io personalmente mi sono e attualmente anche se lavoro mi faccio mantenere dai miei, in pratica vivo in casa con loro (anche perchè il laovoro che faccio non mi consente di pagarmi un affitto), e comunque finchè me lo permettono perchè dovrei cambiare casa ? Quando troverò la ragazza giusto e avrò guadagnato dei bei soldini allora si potrà parlare di trasferimento in altra casa etc....ma se ciò avvenisse a 40 o 50 anni ci sarebbe qualcosa da criticare per caso ?

Se c'è una cosa che non sopporto è sentirsi chiamare "figli di papà" solo perchè i propri genitori possono mantenerti e pagarti tutte le spese, eventualmente se possono farlo è perchè si sono fatti il mazzo affinchè i loro figli potessero avere un futuro abbastanza buono (visto i tempi economici che corrono), premesso ciò mi autoescludo comunque dalla diciamo normalità dei casi dei cosiddetti figli di papà, poichè io a differenza di altri mi diverto nella vita diversamente, vale a dire sono abbastanza tirato nello spendere soldi....preciso che mi diverto lo stesso spendendo poco, ma lo specifico solo perchè oramai il mondo almeno qui in italia ha preso sto brutto andazzo, si parla di crisi, di chi non ha soldi etc, e poi gli stessi che si lamentano vanno in giro con audi, con iphone, vestiti pagati 200 euro etc, e poi si lamentano che pigliano 1200 euro soltanto.....secondo il mio parere non c'è molto da lamentarsi in questi casi, se uno si lamenta ma riesce comunque a levarsi gli sfizi, mi sembra ovvio che qualcosa non torna.....

Come dicevo prima ci sono diverse tipologie di studenti, studenti lavoratori, frequentanti, ca**eggiatori etc etc, ce ne sono di ogni tipo, io ho preso una laurea triennale, e ho sempre frequentato, perchè lavorare e studiare allo stesso tempo non ce l'avrei mai fatta, ma proprio un limite mio, so che altri ci riescono e riescono a prendere buoni voti non che laurearsi in tempo ugualmente.....
Per quanto riguarda quindi gli studenti lavoratori, nulla da dire in merito vanno rispettati come tutti, quello che non trovo giusto e che mi sento di criticare invece sono quegli studenti ( e ce ne sono tanti) che principalmente son dei fuorisede, che vanno in università fuoricittà, facendosi mantenere dai propri genitori e tirandosela parecchio, ossia facendo quel cavolo che si vuole, ergo ho visto gente che per una laurea di tre anni ci ha impiegato 6 anni, non per difficoltà di chissà quale grado per gli esami, ma semplicemente perchè facevano tutt'altro (escludendo il lavoro ovviamente) ossia divertirsi a più non posso....ora è chiaro che ognuno è libero di fare ciò che vuole, io però personalmente non me la sono mai sentita e mai lo farò di far spendere soldi inutilmente o per motivi assurdi ai miei genitori, tant'è che con grossi sacrifici, sia loro che miei sono riuscito a laurearmi in tempo, e come premio ho ricevuto la mia prima auto nuova.
A sentire certi commenti del tipo.....ah io l'auto me la son comprata con i soldi miei, tutti sudati da me etc etc, bè non so che dirvi, in questo caso un in bocca al lupo per il futuro, però il vostro mi sembra più un atteggiamento invidioso invece che di orgogliosi....state attenti quindi perchè l'invidia è una brutta cosa....

Ho detto quello che dovevo dire. :)

Non sei laureato in lettere immagino ;)
 
La cosa secondo me più avvilente che appare da queste discussioni è che, nel senso comune, la cultura sia sempre meno importante e apprezzata, e meno degna di rispetto; e che tanta gente, dell'università, consideri come importanti solo le opportunità di lavoro che questa apre dopo.
L'università è anche un momento di crescita personale importante, trattarla alla stessa stregua di una specie di grosso istituto tecnico di livello più elevato credo sia sbagliatissimo.
Anche se è vero, secondo me, che l'università di massa produce sempre più formazione e sempre meno cultura.
L'università dovrebbe essere il luogo di nascita e propagazione della cultura e delle istanze più innovative, anche grazie alle energie fresche degli studenti, al confronto, alla volontà di crescita personale e nella società: possiamo dire che sia sempre così, o che piuttosto assomigli in certi casi più a un diplomificio?
La nostra società è sempre più materialista, e allo stesso tempo sempre più rozza, ignorante, livellata e omologata culturalmente nonostante le innumerevoli possibilità di comunicazione e informazione date dai media attuali: ciò è evidente vedendo chi critica "quelli che studiano". Ma a volte anche lo stesso livello culturale di chi ha studiato.
In tanti casi non c'è più rispetto e magari ammirazione per la cultura, ma solo, eventualmente, per i quattrini che questa può produrre.
 
Gia verissimo jambana! Purtroppo è così! L'accrescimento culturale oggi ha lasciato spazio al "non si compra il pane con la cultura se questa non è strumento per procurarselo" oggi si compra tutto, se la cultura non è fonte di reddito, purtroppo, serve a ben poco!

Jambana ha scritto:
La cosa secondo me più avvilente che appare da queste discussioni è che, nel senso comune, la cultura sia sempre meno importante e apprezzata, e meno degna di rispetto; e che tanta gente, dell'università, consideri come importanti solo le opportunità di lavoro che questa apre dopo.
L'università è anche un momento di crescita personale importante, trattarla alla stessa stregua di una specie di grosso istituto tecnico di livello più elevato credo sia sbagliatissimo.
Anche se è vero, secondo me, che l'università di massa produce sempre più formazione e sempre meno cultura.
L'università dovrebbe essere il luogo di nascita e propagazione della cultura e delle istanze più innovative, anche grazie alle energie fresche degli studenti, al confronto, alla volontà di crescita personale e nella società: possiamo dire che sia sempre così, o che piuttosto assomigli in certi casi più a un diplomificio?
La nostra società è sempre più materialista, e allo stesso tempo sempre più rozza, ignorante, livellata e omologata culturalmente nonostante le innumerevoli possibilità di comunicazione e informazione date dai media attuali: ciò è evidente vedendo chi critica "quelli che studiano". Ma a volte anche lo stesso livello culturale di chi ha studiato.
In tanti casi non c'è più rispetto e magari ammirazione per la cultura, ma solo, eventualmente, per i quattrini che questa può produrre.
 
Botto88 ha scritto:
...che pensate di noi studenti?...
Più che pensare qualcosa degli studenti in generale o dei non studenti in generale, io penso qualcosa delle persone che si comportano in maniera sensata e ragionevolmente onesta e leale, mentre penso qualcos'altro delle persone che si comportano diversamente.

...quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?
Non sono laureato ma ci sono andato vicino.
Differenze sostanziali: nessuna, direi.
Gli studenti sempre tali sono e sono anche, coincidenza tutt'altro che trascurabile, giovani. Di conseguenza il loro modo di fare, di vedere le cose, di reagire ecc. è praticamente sempre lo stesso o quasi, per lo meno da un certo punto di vista. Cosa che vale, è bene precisarlo, anche per i "vecchi".

Cambiano ovviamente le specifiche situazioni, cambiano i numeri sul calendario, i nomi dei potenti di turno e quelli dei rispettivi antagonisti, le tecnologie, i modi di vestire o di parlare (o straparlare), le musiche ascoltate, ma la sostanza cambia molto meno di quanto possa sembrare. Oltre tutto, rimane praticamente invariato un punto essenziale e spesso allegramente trascurato da chi giovane non è più: i giovani (e quindi anche gli studenti) assorbono e rispecchiano, in un modo o nell'altro, ciò che gli adulti hanno trasmesso loro.

Credo che chiunque sia stato studente una trentina di anni fa non abbia grosse difficoltà a ricordare situazioni fin troppo analoghe a quelle odierne, così come chi è stato studente 40 anni fa. Sempre che non ceda con troppa arrendevolezza alla insidiosa e seducente tentazione del "però noi...".
 
Botto88 ha scritto:
Sono uno studente universitario e mi trovo in un periodo di sconforto.
La maggior parte dei miei amici o conoscenti lavora e quando si parla di università si va a finire sempre in discussioni "animate" perché in pratica disprezzano la figura dello studente. Vedono lo studente come un mantenuto che si alza tardi la mattina e che se la spassa. L'università è una pacchia, chi "si sbatte davvero" va a lavorare invece di perdere tempo (e soldi) sui libri e oltretutto l'università è solo un buco nero e un peso per le casse dello Stato. C'è gente che mi viene a dire quanto pesi l'istruzione pubblica sul PIL, salvo poi non sapere nemmeno che cosa sia il PIL.
Insomma, secondo la loro mentalità ci vorrebbero 60 milioni di operai, perché insegnanti, ingegneri, medici e qualsiasi altra figura professionale è inutile..
Certo, studiare è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma questo dovrebbe farci sentire in colpa? Senza contare che molti studenti (tra cui io) si pagano totalmente o in parte l'università lavorando, che male ci sarebbe studiare mantenuti dai genitori? In fondo non si tratta di un investimento?
Io non so se questa mentalità sia largamente diffusa (e spero di no) o se mi trovo in una zona "depressa", ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di noi universitari. Da persone più grandi di me sento spesso dire che le università non sono più quelle di una volta, che ormai si tratta solo di un giochetto da ragazzi laurearsi. Non posso espormi su questo punto perché non conosco l'università di 25-30 anni fa, ma trovo che sia un discorso piuttosto semplicistico. Insomma sono un po' avvilito, anche se fermamente convinto della mia scelta. Mi sento apprezzato solo dai famigliari.
Con questo sfogo non voglio difendere a spada tratta noi studenti, voglio solo dire che non è tutto nero e non è tutto bianco: esistono studenti fannulloni, ma esistono anche lavoratori sfaticati, ci sono studenti che non frequentano, ma c'è anche l'assenteismo nel lavoro.. dovrei fare di tutta l'erba un fascio?
Alla fine di tutto questo sproloquio, cosa mi dite, insomma.. che pensate di noi studenti? Per chi è laureato: quali differenze sostanziali potete individuare tra gli studenti di oggi e quelli della vostra epoca?

Secondo me ti preoccupi troppo di cosa pensano di te i tuoi "amici". Pensa a studiare, finisci il tuo corso, e rompigli il kulo.
 

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