<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> come vedete la crisi?? | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

come vedete la crisi??

Senza dubbio concordo con l'analisi dell'utente ogurek, nella quale mi ci rivedo ampiamente visto che le telecomunicazioni è uno dei settori nei quali lavoro; sono proprio quei venditori cowboys che rovinano la piazza ai venditori seri che, per fortuna, se professionali hanno sentito poco la flessione.

Nei miei ambiti lavorativi si è avvertita una flessione lenta ma costante a partire da settembre 2009 sino al periodo pre-natalizio. Da allora a marzo abbiamo marciato col segno più, anche di parecchio. Poi questo più si è indebolito fino ad oggi. Io però cerco di non scoraggiarmi e quel poco di margine che ho non lo lascio in stallo, ma lo reinvesto sia nelle attività stesse sia per attività personali sempre per trarne guadagno. Ovviamente fare tutto questo - e logicamente in regola - richiede spese non indifferenti con la necessità di calcolare tutto anche, se possibile, gli eventuali imprevisti.

Inoltre come dare torto a Lucio. Molti di voi hanno descritto la situazione dal punto di vista economico in maniera eccellente molto approfondita. Lui ha descritto, a mio parere, in maniera egregia la situazione dal punto di vista sociale. Il malessere ormai dilaga anche nei ceti medi, quelli che prima potevano permettersi le vacanze anche a Natale e ora devono tirare la cinghia per far quelle estive; quelli che anni fa si mettevano "sul groppone" un mutuo casa senza pensieri e che ora arrancano nei pagamenti con lo spettro del pignoramento alle spalle.

Oltretutto il problema della disoccupazione è ancor più importante qui al sud nonostante Tremonti continui a dire che "La politica del Governo ha aiutato a contenere la disoccupazione, che continuerà comunque a crescere lentamente nel 2011"; quindi cresce anche nel 2010. Il caro Ministro valuta con ottimismo la disoccupazione italiana senza però tenere conto degli scoraggiati (chi non cerca più lavoro perché ha perso ogni speranza) e le rilevazioni a campione farlocche che considerano occupati anche coloro che hanno lavorato pochi giorni durante l'ultimo semestre.

Due mie care amiche lavorano in un negozio di prodotti ortofrutticoli biologici nel centro di Bari (nonchè latticini, vini ed altro). Sono entrambe assicurate part-time nonostante lavorino full-time e sono in credito di circa una mensilità. Il loro titolare versa in condizioni economiche piuttosto disastrose, ha grosse pendenze nei confronti dei suoi fornitori ed ovviamente in queste condizioni nessuno gli apre una linea di credito.. ed è solo uno dei tanti casi di cui sono venuto a conoscenza.

Francesco.
 
Mastertanto ha scritto:
|Mauro65| ha scritto:
La crisi è prevalentemente finanziaria
L'unico serio problma produttivo in europa ce l'abbiamo nell'automotive, non tanto nella componentistica top, quanto in quella di base e sui marchi produttori.

In questo frangente, vedere che all'Expo ci andiamo solo con un viceministro delle AAPP e che quindi i cinesi fanno un bel downgrade della loro rappresentanza, viene da menare le mani :evil:

Scusate il lungo pistolotto e se non ho seguito un filo granchè logico, sono pensieri e riflessioni in libertà
Il pistolotto denota una visione un po' troppo finanziaria della cosa ; ma sei una belva...! :D

I cicli di benessere o di crisi hanno sempre origine dalla macro-economia, dai sistemi industriali e finanziari. Quello della disoccupazione è l'aspetto più bruciante di tutto il periodo di crisi, ed è l'ultimo anello della catena, preceduto da coloro che hanno dovuto ridimensionarsi pesantemente, con gravi difficoltà.
Non c'è un aspetto disgiunto da un altro.
 
Mastertanto ha scritto:
Il pistolotto denota una visione un po' troppo finanziaria della cosa
Eh ... come dice Renexx, in buona sostanza il tasso di occupazione è ahimé una conseguenza, non una variabile indipendente.

Vero è che, in seconda battuta, il tasso di occupazione è uno degli elementi del moltiplicatore: ovvero, aumenta la domanda di beni e servizi, l'imprenditore aumenta la domanda di fattore lavoro, i nuovi occupati generano ulteriore domanda e così via.
E viceversa.

Nel pistolotto ho tentato di analizzare la situazione solo dal punto di vista dell'imprenditore, è vero, ma c'è un perché: nei momenti di grave crisi come l'attuale, il solo soggetto che può promuovere la domanda di beni e servizi da part delle famiglie è lo Stato (l'approccio di Keynes; mettete alcuni operai a scavare buche ed altri a riempirle). Ma gli Stati attuali non sono quelli del '29 sono molto più indebitati (essenzialmente per il welfare) e nemmeno le famiglie sono più quelle del '29: allora c'era la necessità di beni e servizi primari (cibo, vestiti, riscaldamento domestico ecc), ora il problema esistenziale è se tenere Sky o se passare a Mediaset Premium. O meglio, di rendersi conto e prendere consapevolmente atto che è preferibile rinunciare ad entrambi e magari anche ad un paio di sim e, piuttosto, saldare le bollette del riscaldamento e rifare l'otturazione ad un dentino di tuo figlio.

Molto spesso si confonde lo stato di bisogno - necessità - disagio con l'incapacità a rinunciare, almeno per un po', al "di più"

Forse, anzi certamente sbaglio, ma siccome sono un po' testone, mi convincerò di aver sbagliato quando vedrò i connazionali protestare davanti ai cancelli di certi stabilimenti per prendere il posto degli extracomunitari

Ora scusatemi ma devo finire un lavoro :twisted:
 
ora il problema esistenziale è se tenere Sky o se passare a Mediaset Premium. O meglio, di rendersi conto e prendere consapevolmente atto che è preferibile rinunciare ad entrambi e magari anche ad un paio di sim e, piuttosto, saldare le bollette del riscaldamento e rifare l'otturazione ad un dentino di tuo figlio.

Molto spesso si confonde lo stato di bisogno - necessità - disagio con l'incapacità a rinunciare, almeno per un po', al "di più"

[/quote]

concordo in pieno.
oramai ci siamo talmente abituati a tutti gli extra (che il consumismo abilmente maschera da necessità irrinunciabili) da non avere più chiare le priorità, soprattutto quando sono periodi di vacche magre..

un esempio su tutti, più di centomila persone in Italia hanno già prenotato l'ultimo gingillo della Apple, l'Ipad.
ma scusate, ma la gente cosa se ne fa di questo gioiello della tecnica?
il 99% di quelli che l'hanno preso lo vogliono per sfoggiarlo in giro e nient'altro.

poi però magari si comprano il TV LCD a rate, l'impianto surround system a rate, le vacanze a rate, etc...
finiremo come nel Regno Unito dove la gente passa ciclicamente ogni tot mesi ad un nuovo fornitore di carta di credito per fare il rollover del totale e posticipare il giorno del giudizio un po' più in là..

un amico che lavora in banca mi ha detto qualche mese fa (prima e durante il periodo natalizio, per l'esattezza) che il 30% delle richieste di prestito personale era per comprare un TV al plasma :shock:
eeeeh giò, perchè il vicino se l'è preso e allora non si può essere da meno, pena orgoglio infranto e umiliazione perenne :( che tristezza....
 
In merito alle osservazioni di Mauro, vi passo una cosa che ho letto, e nonostante tutto, mi ha colpito. Nonostante tutto perchè la fonte è "il Giornale", cioè quanto di più di parte e vicino alle posizioni del governo esista su carta stampata, Ma pur applicandogli la dovuta tara ( facciamo 50% ) la lettura di quel che resta mi colpisce ugualmente.

www.ilgiornale.it/interni/la_macelleria_sociale_non_esiste/26-05-2010/articolo-id=448119-page=0-comments=1
 
Per comodità:

La "macelleria sociale"? Non esiste.

di Stefano Lorenzetto
.

La manovra spaventa e l?opposizione ci marcia, ma chi vuole davvero lavorare ne ha l?opportunità. Un esempio? Due milioni di italiani si dichiarano disoccupati, ma un terzo degli infermieri è straniero
.

Qui volano i coltelli e prima o dopo finisce che ce ne ritroviamo uno conficcato fra le scapole. In principio era la «macelleria messicana», espressione che molti attribuiscono erroneamente a Indro Montanelli e che invece fu coniata da Ferruccio Parri per descrivere la scena dei corpi straziati di Benito Mussolini e Claretta Petacci appesi a testa in giù a piazzale Loreto. Da qualche giorno è stata aperta la «macelleria sociale», con riferimento ai tagli previsti dalla manovra finanziaria. Spiace rilevarlo, ma allo squartamento ha contribuito anche il presidente del Consiglio, quando ha dichiarato: «Non uno dei fantasiosi provvedimenti di macelleria sociale di cui si legge su certa stampa in questi giorni risponde al vero» (Ansa, 22 maggio, ore 13.47).
Sull?onda di cotanto slancio, lunedì scorso ha fatto la sua comparsa anche la «macelleria culturale»: così Fabio Giambrone (Italia dei valori), in riferimento alla didattica scolastica «già penalizzata dai numerosi tagli della coppia Gelmini-Tremonti» (e in fatto di cultura, si sa, il partito guidato da Antonio Di Pietro non è secondo a nessuno). Forse Giambrone ci teneva a differenziarsi dal suo capo, che fino a 24 ore prima parlava solo di «macelleria sociale», e dal collega Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell?Idv alla Camera, che quello stesso giorno continuava a insistere stancamente sul medesimo concetto.
Più elegante, Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, s?è fermata alla «macelleria», senza ulteriori specificazioni, ché il filetto senz?osso resta il preferito dalla gauche caviar quando scarseggia il caviar. Più esplicito Paolo Ferrero, segretario del Prc, il quale, a margine del processo per i fatti accaduti durante il G8 di Genova, ha bollato l?irruzione della polizia alla scuola Diaz come «macelleria anticostituzionale».
Da segnalare la «macelleria mediatico-giudiziaria» che secondo Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera, sarebbe stata avviata dai giornali dopo la scoperta della lista Anemone. «Macelleria criminale», per di più «bassa», è invece Cosa nostra nel giudizio di Roberto Scarpinato, procuratore generale di Caltanissetta: dica pure «carnezzeria», eccellenza, nessuno oserà contraddirla. C?è poi la «macelleria elettorale» che secondo l?ex deputato Franco Grillini, presidente dell?associazione Gaynet, si starebbe facendo circa la decisione che la Consulta dovrà prendere in tema di matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Tutto questo spargimento di sangue è avvenuto nell?ultimo mese. La truculenza dei tempi presenti non può che destare sgomento. Vien voglia di diventare vegetariani. Ma, per tornare alla «macelleria sociale», in assoluto la più frequentata, bisogna pur chiedersi chi sarebbero le vittime sacrificali destinate all?abbattimento. Ieri ho ricevuto l?appello disperato di una di esse, sotto forma di mail inviata alla casella postale del mio sito e firmata con nome e cognome (anche se io qui riporterò solo le iniziali).
Questo il testo: «Mi chiamo G.T. e mi scuso per l?intrusione, ma credo che capirà. Sono alla ricerca di un lavoro, essendo disoccupato da più di tre anni, 48 anni, due figli a carico, moglie anch?essa inoccupata, laurea in economia, ecc..., ed ho urgenza di lavorare quanto prima. Ho inviato molte mail, per la ricerca di un lavoro, ad aziende, imprese, società, fondazioni, associazioni, studi professionali, ecc..., ma tutti, puntualmente, mi hanno detto ?le faremo sapere...?, solo che, nel frattempo, la mia richiesta di aiuto per un lavoro finiva nel dimenticatoio. Ho anche spedito per lettera, ed inserito (alcuni anni fa, con aggiornamenti vari) nella sezione ?Lavora con noi? di tanti siti web, il mio curriculum vitae, ma niente è successo. Quindi, ho deciso di inviare e-mail anche ad indirizzi che incontravo durante la ricerca, nel caso si presentasse una coincidenza di lavoro di chi leggeva. Certo ci vuole fortuna. Non posso continuare a sperare, tanto di speranza non posso più vivere. Ho bisogno di una opportunità concreta. Pertanto, Le chiedo: è possibile inviarmi degli indirizzi e-mail di conoscenti/amici, suggerimenti, altro, (di Roma e/o Milano) a cui poter mandare il mio curriculum vitae? Sono un padre di famiglia in difficoltà, potete aiutarmi? Scusandomi per il disturbo e in attesa di una Sua risposta, Le mando i miei migliori saluti. Buona serata, G.T.».
 
... Lì per lì il messaggio mi ha angosciato. Confesso che non sono riuscito a rispondere (e io, di solito, rispondo a tutti), per il semplice motivo che non avrei saputo che cosa rispondere. Mi sono detto: ecco qua un quarto anteriore, uno sventurato padre di famiglia fatto a fettine e appeso al gancio della «macelleria sociale». Poi, però, ho analizzato meglio la mail. Partendo dalla fine. Intanto G.T. mi augurava «buona serata» ma la mail risultava spedita alle 9.33 di lunedì. Capisco che in questi casi si lavori di copia-e-incolla, ma un minimo di attenzione anche formale, per chi è alla ricerca di un lavoro e vuole dimostrare il suo zelo, non guasterebbe.
G.T. non mi dice dove abita, quali lavori ha svolto in precedenza e perché li ha persi. Soprattutto non specifica né che cosa vorrebbe fare né che cosa saprebbe fare. E quella «laurea in economia», messa così, potrebbe riferirsi sia a lui sia alla «moglie inoccupata»: una sintassi malcerta che è quantomeno indizio di scarsa confidenza con la lingua italiana (e chi lo assume, con questi chiari di luna, un laureato che non sa nemmeno scrivere?). Anche «padre in difficoltà» dice poco: i due figli che età hanno? Era meglio precisarlo: fa sempre un certo effetto sull?interlocutore dal cuore tenero.
Ma quello che mi ha maggiormente stupito è che un padre di famiglia «disoccupato da più di tre anni», con «moglie anch?essa inoccupata», sia riuscito a sopravvivere fino a oggi. Devo concluderne che la «macelleria sociale» qualcosa - non dico il lesso, ma almeno la mortadella - gli ha passato in questi 36 mesi. Altrimenti di che avrebbero campato quattro persone fino a oggi?
Infine l?«urgenza di lavorare quanto prima». Se io perdessi il lavoro e non riuscissi a trovarne un altro nel giro di una settimana, credo che morirei di crepacuore. Invece G.T. riesce a convivere da tre anni con questa «urgenza». Magari non benissimo, ma ci convive. Tanto urgente non dev?essere.
Allora la domanda decisiva che vorrei porgli è la seguente: ma lei cerca un lavoro o cerca un posto? Perché vede, caro G.T., non sembra essere il lavoro a scarseggiare nel nostro Paese: semmai la voglia di lavorare. Altrimenti non si spiegherebbe per quale motivo un terzo degli infermieri sia formato da persone che provengono da 142 Stati. Che cos?è questa se non la prova che di connazionali disposti a lavorare, per esempio negli ospedali, non se ne trovano più?
Vogliamo continuare? In Italia gli anziani li accudiscono le badanti moldave, i clienti nei ristoranti li servono le cameriere slave, i cibi li preparano i cuochi maghrebini, le capricciose le infornano i pizzaioli egiziani, i piatti li lavano gli sguatteri senegalesi, i palazzi li costruiscono i rumeni, i muri li imbiancano gli ucraini, il latte lo mungono i sikh, i formaggi li fanno gli etiopi, gli agrumi li raccolgono gli ivoriani, le piante nei giardini le mettono a dimora gli indiani, i bar li gestiscono i cinesi, gli appartamenti li tengono in ordine i filippini e i singalesi, le pelli le conciano i ghanesi, i pacchi dei corrieri li recapitano i peruviani. Nel contempo oltre 2 milioni d?italiani si dichiarano disoccupati, proprio come lei. Mi sa che la «macelleria sociale» spesso riuscite a farvela da soli.
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it
 
BelliCapelli3 ha scritto:
In merito alle osservazioni di Mauro, vi passo una cosa che ho letto, e nonostante tutto, mi ha colpito. Nonostante tutto perchè la fonte è "il Giornale", cioè quanto di più di parte e vicino alle posizioni del governo esista su carta stampata, Ma pur applicandogli la dovuta tara ( facciamo 50% ) la lettura di quel che resta mi colpisce ugualmente.

www.ilgiornale.it/interni/la_macelleria_sociale_non_esiste/26-05-2010/articolo-id=448119-page=0-comments=1

Indubbiamente un articolo che fa riflettere al di là dei luoghi comuni.
In questo contesto, però, questo argomento ci avvia verso una discussione di altro tenore, verso aspetti che non fanno onore al nostro Paese, tipo quello dei falsi invalidi, o delle pensioni d'oro, ecc...
Io posso dire di aver toccato, o meglio, di essere stato toccato da questa crisi, come tanti: ho visto tante serrande abbassarsi definitivamente, sia qui che in Francia, ed è una realtà.
In Italia, e questa è un'altra realtà, ci sono sempre quelle zone d'ombra dove qualcuno, più o meno, sguazza indisturbato.
 
Daccordissimo con Bellicapelli , io ultimamente in produzione ho potuto asumere solo indiani.... per gli autoctoni dai 25 ai 30 "c'è da sporcarsi" , " è poco qualificante" ," non ci sono abbastanza prospettive di avanzamento" e la chicca " l'orario non è abbastanza flessibile , sa , alle 18 ho gli allenamenti (calcetto) e non faccio a tempo" .Tutti riportati testualmente . Gente cui peraltro avrei avuto grossi dubbi a far svolgere un lavoro che comportasse un minimo di ragionamento :shock:
 
Visto che dobbiamo fre i macellai, affiliamo le lame a puntino.

Mio cliente, odontoiatra, studio solido con fatturati significativi.
Pagatore non puntuale, puntualissimo

Cerca un'assistente alla poltrona (inserimento con c.c.n.l. di legge, formazione, studio fresco e pulito, stanzino per il personale, comfort vari, insomma non si chiede di andara in fonderia con un contratto da sherpa nepalese)

Ragazza ventenne, finora "inoccupata" salvo lavoretti saltuari ed irregolari
Sembra pure presentarsi bene, educata etc.

Si parla di tutto, incluso stipendio, e si arriva all'orario di lavoro.
I dentisti, si sa, seguono la disponibilità dei pazienti ... insomma è un'orario spezzato tipo 9 - 13 e 15.00/15.30 - 19.00/19.30

La candidata: "Ma come? è impossibile!! io alle 18.00 max alle 18.30 mi trovo in piazza con gli amici (veniva da un paesello vicino) e con l'orario del treno posso stare al massimo ma proprio al massimo fino alle 17.30. Se vuole facciamo 9 - 13 e 13.30 - 17.30" :shock: :shock: :shock:
Giuro che non è una balla :!:
 
|Mauro65| ha scritto:
Visto che dobbiamo fre i macellai, affiliamo le lame a puntino.

Mio cliente, odontoiatra, studio solido con fatturati significativi.
Pagatore non puntuale, puntualissimo

Cerca un'assistente alla poltrona (inserimento con c.c.n.l. di legge, formazione, studio fresco e pulito, stanzino per il personale, comfort vari, insomma non si chiede di andara in fonderia con un contratto da sherpa nepalese)

Ragazza ventenne, finora "inoccupata" salvo lavoretti saltuari ed irregolari
Sembra pure presentarsi bene, educata etc.

Si parla di tutto, incluso stipendio, e si arriva all'orario di lavoro.
I dentisti, si sa, seguono la disponibilità dei pazienti ... insomma è un'orario spezzato tipo 9 - 13 e 15.00/15.30 - 19.00/19.30

La candidata: "Ma come? è impossibile!! io alle 18.00 max alle 18.30 mi trovo in piazza con gli amici (veniva da un paesello vicino) e con l'orario del treno posso stare al massimo ma proprio al massimo fino alle 17.30. Se vuole facciamo 9 - 13 e 13.30 - 17.30" :shock: :shock: :shock:
Giuro che non è una balla :!:

E bhe alle 18 e 30 c'è l'ape!!!!!! quando la sete chiama, chiama!!! :twisted:
 
C'è anche un'altra riflessione che mi ronza per la testa. E' di pochi giorni fa l'uscita dell'ISTAT che asserisce che c'è un numero di giovani ( un milione? Non ricordo...) che è costretta a vivere a casa dei genitori, senza lavorare nè studiare.

Stanno lì. Non lavorano. Non studiano...........ma cosa fanno? Presumo mangino, dormano....e poi? Intendo dire, probabilmente sono giustificati nel non avere un lavoro: c'è la disoccupazione, e quindi ci sta. Ma perchè non studiano?

Ai miei tempi si finiva un corso di studi e poi si cercava un lavoro. Se non lo si trovava subito, la mattina si mandavano curricula o si facevano concorsi, la sera si studiava, si continuava aumentando la propria formazione, per non perdere quel tempo di attesa, e qualificarsi ancora meglio. E ora? Poi vedo che alla 4 di sera i bar e le sale slot del io paese sono stipate di ragazzi. :shock:

Insomma, la disoccupazione c'è indubbiamente: ci sono persone che a 50 anni perdono il lavoro, giovani che non lo trovano, o lo trovano precario e non ci vivono: fin qui non ci piove. Ma noi partiamo dal presupposto che tutti i giovani disoccupati siano ardentemente in cerca.

E se avessimo un problema più grosso, sociale? Se avessimo una generazione di "ggiovani" che semplicemente sono bamboccioni e non hanno intenzione di lavorare? Io fino ad un paio d'anni fa assumevo, facevo colloqui: per un posto da operaio mi è capitato un solo giovane sotto i trent'anni in dieci anni. Per il resto, tutti 40 enni con famiglia che avevano bisogno.

Non è che i giovani sono tutti aspiranti AD? Cosa che sarebbe anche comprensibile, se fossero tutti stralaureati. Ma se non studiano?
 
Ma anche in tempi non di crisi, quando ho cercato del personale, le primissime domande che mi venivano rivolte riguardavano lo stipendio e le ferie. Poi il rifiuto al momento in cui venivano a conoscenza del fatto di dover partecipare a corsi di formazione, nonchè di dover lavorare ad Agosto e sotto Natale.
 
BelliCapelli3 ha scritto:
C'è anche un'altra riflessione che mi ronza per la testa. E' di pochi giorni fa l'uscita dell'ISTAT che asserisce che c'è un numero di giovani ( un milione? Non ricordo...) che è costretta a vivere a casa dei genitori, senza lavorare nè studiare.

Stanno lì. Non lavorano. Non studiano...........ma cosa fanno? Presumo mangino, dormano....e poi? Intendo dire, probabilmente sono giustificati nel non avere un lavoro: c'è la disoccupazione, e quindi ci sta. Ma perchè non studiano?

Ai miei tempi si finiva un corso di studi e poi si cercava un lavoro. Se non lo si trovava subito, la mattina si mandavano curricula o si facevano concorsi, la sera si studiava, si continuava aumentando la propria formazione, per non perdere quel tempo di attesa, e qualificarsi ancora meglio. E ora? Poi vedo che alla 4 di sera i bar e le sale slot del io paese sono stipate di ragazzi. :shock:

Insomma, la disoccupazione c'è indubbiamente: ci sono persone che a 50 anni perdono il lavoro, giovani che non lo trovano, o lo trovano precario e non ci vivono: fin qui non ci piove. Ma noi partiamo dal presupposto che tutti i giovani disoccupati siano ardentemente in cerca.

E se avessimo un problema più grosso, sociale? Se avessimo una generazione di "ggiovani" che semplicemente sono bamboccioni e non hanno intenzione di lavorare? Io fino ad un paio d'anni fa assumevo, facevo colloqui: per un posto da operaio mi è capitato un solo giovane sotto i trent'anni in dieci anni. Per il resto, tutti 40 enni con famiglia che avevano bisogno.

Non è che i giovani sono tutti aspiranti AD? Cosa che sarebbe anche comprensibile, se fossero tutti stralaureati. Ma se non studiano?

vacci piano siete partiti sparati per la tangente da una favoletta raccontata da Mauro, lui probabil mente dice la verità ma il suo cliente secondo me non proprio.

Da buon imprenditore spesso lo allungo anch'io il brodo. 8)

Non vi dimenticate che prima bastava aver la voglia di lavorare è un pò di capacità, molti si sono fatti il palazzo in tutti i settori.

Ai tempi di mio padre si lavorava duro, me il primo dai 12 anni, però facendo domanda in ferrovia o altri posti simili c'era buona probabilità di trovare impiego.

Ora la chiavona è indispensabile.

Attenzione non sono il difensore dei bamboccioni :D
 
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