Mi sa che nel caso delle automobili parlare di "valore" sia alquanto ambiguo.
Dipende anche parecchio da che cosa si intende con il termine, che secondo me non è equivalente alla parola "prezzo". Una cosa è il valore inteso come costo effettivo di un bene (materiali componenti, energia e manodopera necessarie per le lavorazioni, ragionevole guadagno per le persone coinvolte), cosa ben diversa è invece il prezzo al quale quel bene viene venduto, sempre più, come dire, indipendente dal valore oggettivo.
Credo che quello dell'auto sia uno dei settori in cui la differenza tra valori e prezzi è più marcata. Basta pensare ad esempio ai prezzi dei ricambi (il più delle volte almeno 7-10volte superiori al valore) e alle cifre colossali che le case spendono in pubblicità e che necessariamente devono essere recuperate mediante le vendite.
Le automobili di fatto non si svalutano ma si deprezzano: un'auto di 6 mesi con 5mila km (percorsi come di deve) ha ovviamente un valore praticamente analogo a quello di una nuova, mentre il suo prezzo, deciso a tavolino, è spudoratamente più basso.
Su nessun testo sacro (e tanto meno sui testi di meccanica e ingegneria) sta scritto che un'auto, capace di funzionare egregiamente per almeno 10anni, debba per forza perdere più della metà del suo "valore" nel giro di due o tre anni. Ciò nonostante il fatto viene un po' da tutti accettato e considerato inevitabile come se si trattasse di un fenomeno atmosferico o tellurico, indipendente dalla volontà e dalle azioni degli esseri umani.
Sarebbe però sbagliato e troppo comodo, sebbene confortante, pensare che noi consumatori in tutto questo circo siamo esenti da "colpe" .
Non bisogna infatti dimenticare che il prezzo di vendita di un qualsivoglia prodotto corrisponde sempre (a meno di eventuali monopoli ufficiali) al più alto prezzo che i compratori dimostrano di essere disposti a pagare.