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Cashback

Io per adesso non mi posso lamentare.
Ho lavorato quasi sempre,niente cassa integrazione.
Certo la paura di perdere il lavoro c'è,le aziende che hanno subito dei cali notevoli o sono proprio in salute e riescono a riprendersi oppure dovranno come minimo ridimensionarsi.
In quel caso potrei essere a rischio,sono uno degli ultimi assunti e penso che lasciare a casa me costerebbe meno all'azienda rispetto ad altri.
Per fortuna sono sempre stato una formica quindi anche in quel caso potrei andare avanti per un po'.
Ma quando ci sarà lo sblocco dei licenziamenti temo che ci saranno tantissime persone in più alla ricerca di un lavoro.
il prossimo anno sarà di ripresa rispetto al fatturato 2020, non mi aspetto quindi particolari ridimensionamenti salvo business che già prima erano in difficoltà ed evidentemente devono trasformarsi.

Personalmente non sono fatalista e credo sia indispensabile governare il proprio futuro attraverso la formazione, l'aggiornamento, la ricerca.
Se sei un dipendente non puoi startene mai tranquillo nella tua comfort zone aspettando che ti piova lo stipendio a fine mese ma devi sempre essere proattivo sul lavoro, curioso, darti da fare, imparare (anche cose non attinenti al tuo lavoro) e magari anche guardarti in giro per prevenire momenti difficili. Se comprendi che la tua azienda è in crisi devi essere in grado di cambiare lavoro prima che questa non sia più capace di pagarti lo stipendio.
Idem per le aziende e gli autonomi, ci sono business in crisi da prima di quest'anno. La pandemia ha probabilmente solo accelerato la loro condizione ma non possiamo pensare che il sistema sia assistenzialista e copra le perdite di aziende non competitive. Se il business non è sostenibile bisogna trasformarsi e cambiare il prima possibile oppure chiudere. Non farlo significa buttare i propri risparmi in un attività che non ha prospettiva.
 
Un cliente dei miei genitori che di solito è sempre elegante ha subito una vera e propria regressione durante il lockdown,ha detto che praticamente ormai vive in tuta.
E anche questo non aiuta affatto le attività.
qui concordo, l'home working improvvisato ha un impatto troppo pesante sul tessuto socio economico. Dal vestire alle attività di ho.re.ca non hanno avuto il tempo di metabolizzare la situazione.
Auspico che la situazione emergenziale possa rientrare rapidamente per poter pianificare meglio anche il lavoro da casa.
 
salvo business che già prima erano in difficoltà ed evidentemente devono trasformarsi.

Una marea qui nella mia zona.

Se sei un dipendente non puoi startene mai tranquillo nella tua comfort zone aspettando che ti piova lo stipendio a fine mese ma devi sempre essere proattivo sul lavoro, curioso, darti da fare, imparare (anche cose non attinenti al tuo lavoro) e magari anche guardarti in giro per prevenire momenti difficili. Se comprendi che la tua azienda è in crisi devi essere in grado di cambiare lavoro prima che questa non sia più capace di pagarti lo stipendio.

Sai quanti ne ho visti invece che sono rimasti attaccati alla mammella finchè l'azienda ce la faceva a pagargli lo stipendio?
In questo modo la morte dell'azienda viene solo accellerata.

Idem per le aziende e gli autonomi, ci sono business in crisi da prima di quest'anno. La pandemia ha probabilmente solo accelerato la loro condizione ma non possiamo pensare che il sistema sia assistenzialista e copra le perdite di aziende non competitive.

Scusami ma questa affermazione è decisamente ingiusta.
Non competitivo significa che il titolare non è capace a fare il suo lavoro,o che non si rende conto che il mercato è cambiato e deve modificare il suo approccio.
Ma ci sono interi settori che boccheggiano.
Cosa facciamo?
Li lasciamo chiudere tutti?
Facciamo come quel ministro che diceva che ci si deve reinventare?
No ragazzi non si può fare,gente che ha fatto lo stesso lavoro per 30 anni cosa si reinventa?
Reinventarsi costa,che non può farlo si deve indebitare?
Imho ci sono tantissime aziende gestite da gente capace che le ha provate tutte ma per vari motivi (mercato che cambia,numero di imprese nello stesso settore eccessivo che ha saturato il mercato,costi che sono aumentati in maniera esagerata) non è più competitiva.
Però sono aperte e finora non sono costate 1 euro allo stato,non saranno le aziende più floride del mondo ma sono li e resistono.
Bisogna rendersi conto che non potranno resistere anche a questa mazzata.
Non alle condizioni attuali.

non possiamo pensare che il sistema sia assistenzialista

Ma dove sta l'assistenzialismo verso le piccole imprese?
Io non l'ho visto.
Nessuno invoca l'assistenzialismo,basterebbe allentare la presa,
Riduciamogli le spese fisse e magari ce la faranno da sole.
Ma non possiamo pensare di dargli 600 euro per 3 mesi e andare in pari con migliaia di euro di mancati guadagni.
 
Se il business non è sostenibile bisogna trasformarsi e cambiare il prima possibile oppure chiudere.

E fare cosa?
Mettersi in coda per il reddito di cittadinanza?
Mi sembra un controsenso dire alle aziende chiudete se non ce la fate perchè noi non siamo mica qui ad assistere voi e trasformare degli ex imprenditori in dei disoccupati che vivono di assistenza.
Non sarebbe meglio aiutare l'imprenditore invece di farlo diventare un disoccupato e poi aiutarlo?
Ripeto per me sarebbe già un passo avanti ridurre le spese di chi ha un'azienda,non dargli dei soldi semplicemente chiedergliene di meno.
 
ovviamente chi ne sa più di me giustamente mi corregga ma quando si parla di cassa integrazione ci si dimentica sempre che se non erro i fondi per stanziarla sono stati accumulati con prelievi sia sulle aziende che sui dipendenti, io in busta paga ad quando sono dipendete ho un prelievo mensile che è pari ad una percentuale sul lordo che percepisco, poi probabilmente immagino che servano anche fondi pubblici per stanziarla ma nella normalità delle cose fondamentalmente è un monte che le stesse aziende ed i stessi dipendenti accumulano.
 
se non erro i fondi per stanziarla sono stati accumulati con prelievi sia sulle aziende che sui dipendenti

Ecco però se sia le aziende (quindi gli autonomi) che i dipendenti contribuiscono a stanziare i fondi per la cassa integrazione come mai ne beneficiano solo i dipendenti?
Certo ne beneficia indirettamente anche l'autonomo che ha dei dipendenti e non può farli lavorare e quindi pagargli lo stipendio.
Ma chi i dipendenti non ce li ha?
 
Ecco però se sia le aziende (quindi gli autonomi) che i dipendenti contribuiscono a stanziare i fondi per la cassa integrazione come mai ne beneficiano solo i dipendenti?
Certo ne beneficia indirettamente anche l'autonomo che ha dei dipendenti e non può farli lavorare e quindi pagargli lo stipendio.
Ma chi i dipendenti non ce li ha?

su chi i dipendenti non ce li ha non so che dirti, tranne che è stata varata la cassa integrazione per gli autonomi che va verso quella direzione credo.
Per quanto riguarda invece chi ha i dipendenti c'è anche da considerare che esiste il famoso rischio d'impresa che giustamente deve essere di responsabilità di chi gestisce un impresa o un azienda e non di chi ci lavora, comunque la cassa integrazione va a beneficio sia dell'azienda che del lavoratore.
 
non possiamo pensare che il sistema sia assistenzialista e copra le perdite di aziende non competitive.

Un'altra cosa che non mi torna è che questa selezione viene fatta solo per le aziende.
Non ho mai sentito nessuno dire che lo stato non può essere assistenzialista anche nei confronti dei dipendenti poco produttivi.
I dipendenti sono tutti uguali.
Mentre se si parla di autonomi ha diritto a un aiuto solo il migliore,chi faceva fatica è come un malato che non ha molte speranze di cavarsela,meglio non sprecare farmaci per lui,tanto ha un piede nella fossa...
Imho questo ragionamento oltre che ingiusto è da masochisti.
Un'azienda può non navigare nell'oro ma per lo stato è comunque una fonte di introito.
Magari il titolare ci sopravvive appena ma versa tanti soldi nelle casse dello stato sotto forma di contributi,iva e balzelli vari.
Questa anatra zoppa rende allo stato 10 ogni anno.
Ora è in difficoltà e lo stato magari potrebbe aiutarla,non dico dandole dei soldi ma chiedendole solo 7 invece di 10.
Sarebbe comunque un guadagno per lo stato,certo guadagnerebbe 3 in meno ma continuerebbe a guadagnare sul lavoro di quell'autonomo.
Se non lo si aiuta perchè non se lo merita e deve morire lo stato perde 10,dall'anno prossimo non incasserà più 1 euro da quell'azienda che ha chiuso e forse dovrà sostenere chi ci lavorava.
Insomma ci rimette di sicuro se le dice o mi dai 10 oppure crepa,è andata avanti così per anni ma in questo frangente non si può pensare che i piccoli autonomi abbiano ancora risorse nel taschino per tirare avanti.
Negli ultimi 30 giorni ho sentito 4 diversi titolari di piccoli negozi dire che stanno pensando di chiudere.
A occhio e croce per lo stato saranno 10000 euro di introito in meno per ognuno di loro se dovessero chiudere.
Magari con un quarto di quella cifra (sotto forma di contributi o di abbuono di tasse e simili) si riesce a farli stare aperti.
Imho ragionare alla Higlander,ne rimarrà soltanto uno e gli altri vadano a prendersela in saccoccia non può funzionare.
Sul mercato non ci sono solo le aziende migliori,altrimenti ce ne sarebbero un decimo.
Devono resistere anche quelle che non saranno l'eccellenza ma comunque tirano la carretta e contribuiscono a tenere in movimento il carrozzone.
Altrimenti le alternative sono due.
O le aziende migliori diventano mega aziende e assorbono anche la fetta di mercato delle aziende che chiudono,oppure rimarranno come sono e da sole non basteranno più per far girare il motore.
 
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