?E? un motore da 200 CV? - disse Giuseppe Busso - che del sei cilindri a V da 2,5 litri montato sotto il cofano dell?Alfetta GTV6 è stato il padre. Sottintendendo, con questo, che il motore era stato volutamente limitato a 160 CV per privilegiare la progressione a basso numero di giri e il contenimento dei consumi. Per dare a questo coupé Alfa Romeo il tono di una vera Gran Turismo, capace di tirar fuori le unghie quando occorre, ma docile quanto basta per essere guidata con scioltezza e nel comfort durante i viaggi di lavoro o di piacere. La GTV6 2,5 è il punto d?arrivo di un progetto nato con l?Alfetta Gt del 1974 ed evoluto fino ad avere sotto il cofano un motore capace di sfruttare in modo completo le grandi potenzialità del telaio. Ad orientare i vertici della Casa verso l?aumento di cilindrata fu, nel 1979, l?arrivo dell?Alfa 6, dalla quale la GTV6 mutuò il motore con la variante dell?alimentazione ad iniezione elettronica anziché a carburatori.
Il sei cilindri da 2492 cm3 dell?ammiraglia fu ritenuto (a parità di prestazioni) una soluzione migliore rispetto al quattro cilindri di due litri sovralimentato: e questo per la maggiore facilità e souplesse di guida. L?ipotesi del turbo fu così accantonata, con soddisfazione dei motoristi Alfa Romeo che verso questa soluzione non avevano mai nutrito troppa simpatia. Le uniche perplessità erano di tipo commerciale: oltre i due litri di cilindrata (per vetture a benzina) scattava l?IVA pesante che faceva lievitare a dismisura il prezzo d?acquisto, per di più su di un modello che era sulla scena da sei anni. Perplessità, comunque, che svanirono ben presto: il coupé Alfetta vantava una schiera di affezionati estimatori i quali, superate le incertezze della seconda crisi energetica del 1979, manifestavano un crescente gradimento verso un modello che in fatto di stile ha fatto scuola. L?accoglienza del mercato verso questa 2 litri e mezzo fu quindi calorosa, superiore persino alle aspettative della stessa Casa specialmente all?estero, dove la sovrattassa d?acquisto non c?era. Oltre che nei Paesi di lingua tedesca, le GTV 6 furono richieste specialmente negli Stati Uniti, in Australia, in Inghilterra, in Sud Africa e persino in Francia, terreno da sempre ostico per i nostri modelli.
Il sei cilindri da 2492 cm3 dell?ammiraglia fu ritenuto (a parità di prestazioni) una soluzione migliore rispetto al quattro cilindri di due litri sovralimentato: e questo per la maggiore facilità e souplesse di guida. L?ipotesi del turbo fu così accantonata, con soddisfazione dei motoristi Alfa Romeo che verso questa soluzione non avevano mai nutrito troppa simpatia. Le uniche perplessità erano di tipo commerciale: oltre i due litri di cilindrata (per vetture a benzina) scattava l?IVA pesante che faceva lievitare a dismisura il prezzo d?acquisto, per di più su di un modello che era sulla scena da sei anni. Perplessità, comunque, che svanirono ben presto: il coupé Alfetta vantava una schiera di affezionati estimatori i quali, superate le incertezze della seconda crisi energetica del 1979, manifestavano un crescente gradimento verso un modello che in fatto di stile ha fatto scuola. L?accoglienza del mercato verso questa 2 litri e mezzo fu quindi calorosa, superiore persino alle aspettative della stessa Casa specialmente all?estero, dove la sovrattassa d?acquisto non c?era. Oltre che nei Paesi di lingua tedesca, le GTV 6 furono richieste specialmente negli Stati Uniti, in Australia, in Inghilterra, in Sud Africa e persino in Francia, terreno da sempre ostico per i nostri modelli.