Come si può facilmente osservare analizzando gli eventi degli ultimi anni, il settore auto è arrivato ad un punto di saturazione, anche per ragioni di carattere ambientale ed energetico.
Bisogna costruire meno automobili, usarle meglio e farle durare di più, smettendo tra l'altro di ricorrere a trucchi più o meno spudorati (immatricolazioni km0, indebitamenti spensierati, pubblicità martellanti con opzionale collaborazione dello stato, promozione della cultura dello spreco ecc.) per "drogare" il mercato illudendosi che ciò sia fattibile all'infinito.
Molti posti di lavoro nel settore saranno eliminati o pesantemente convertiti, per la tanto semplice quanto cruda ragione che sono diventati superflui e forse lo sono sempre stati, visto che sono stati creati per soddisfare una domanda gonfiata, fasulla.
Capisco bene i problemi di chi si trova in difficoltà, ma mi riesce difficile da capire l'atteggiamento di chi in qualche modo "pretende" che la produzione delle auto non cali, ovvero che tutti gli stabilimenti continuino a produrre come prima, nonostante i piazzali pieni e i concessionari vuoti. Così come trovo difficile da capire il discorso che sento e leggo spesso circa il fatto che l'azienda tale dovrebbe mantenere invariata la propria produzione o addirittura aumentarla "recuperando quote di mercato". Fino a prova contraria, infatti, "recuperare quote di mercato" altro non significa che togliere mercato ad altre aziende; in altre parole, mantenere attivi degli stabilimenti cercando di farne chiudere degli altri. Come dire, curiamo un crampo a una gamba trasferendolo all'altra gamba.
Non sono un esperto di alcun che e quindi magari mi sbaglio sonoramente, ma al momento queste sono le mie personali impressioni.
Bisogna costruire meno automobili, usarle meglio e farle durare di più, smettendo tra l'altro di ricorrere a trucchi più o meno spudorati (immatricolazioni km0, indebitamenti spensierati, pubblicità martellanti con opzionale collaborazione dello stato, promozione della cultura dello spreco ecc.) per "drogare" il mercato illudendosi che ciò sia fattibile all'infinito.
Molti posti di lavoro nel settore saranno eliminati o pesantemente convertiti, per la tanto semplice quanto cruda ragione che sono diventati superflui e forse lo sono sempre stati, visto che sono stati creati per soddisfare una domanda gonfiata, fasulla.
Capisco bene i problemi di chi si trova in difficoltà, ma mi riesce difficile da capire l'atteggiamento di chi in qualche modo "pretende" che la produzione delle auto non cali, ovvero che tutti gli stabilimenti continuino a produrre come prima, nonostante i piazzali pieni e i concessionari vuoti. Così come trovo difficile da capire il discorso che sento e leggo spesso circa il fatto che l'azienda tale dovrebbe mantenere invariata la propria produzione o addirittura aumentarla "recuperando quote di mercato". Fino a prova contraria, infatti, "recuperare quote di mercato" altro non significa che togliere mercato ad altre aziende; in altre parole, mantenere attivi degli stabilimenti cercando di farne chiudere degli altri. Come dire, curiamo un crampo a una gamba trasferendolo all'altra gamba.
Non sono un esperto di alcun che e quindi magari mi sbaglio sonoramente, ma al momento queste sono le mie personali impressioni.