Mi spiace che una discussione sull'efficacia o meno dei limiti e del posizionamento degli autovelox scada fino ad arrivare a minacce nemmeno troppo velate.
Cose che accadono quando l'autore della discussione non è minimamente interessato alle opinioni degli altri sull'argomento, ma vuole solo sentirsi dire che lui è bravo e che ha ragione.
Voglio invece riprendere un post del buon Algepa (se ben ricordo) circa il valore educativo o meno che il sistema di limiti e sanzioni a suo parere non dovrebbe avere ma dovrebbe solo avere un compito repressivo, se ho ben inteso il suo intervento.
Io dissento da tale impostazione e per argomentarlo provo proprio ad usare un paragone di educazione famigliare dei figli.
Immaginate un bambino che... (...)
Il paragone secondo me non è calzante. Provo a farne uno migliore.
Prendi mio figlio, sul quale ho investito poco da piccolo per educarlo, perché ero sempre assente, preso da altri problemi, magari anche un pò saccente e menefreghista. La scuola fa quel che può, i controlli scarseggiano, prende il suo diploma e torna a casa, per cominciare dall'indomani a muoversi sulle sue gambe.
Il giorno dopo esce, va all'edicola, compra il giornale degli annunci di lavoro, passa al super a fare la spesa, e torna a casa. Giornata finita.
Il secondo giorno idem. Il terzo pure.
Il quarto giorno, vedendo scarseggiare i resti della paghetta, prende il giornale, va al super e paga tutta la spesa tranne un pacco di sottilette che si mette in tasca prima della cassa.
Il quinto e il sesto giorno fa uguale.
Il settimo giorno fa lo stesso, ma sto giro si mette in tasca anche una confezione di salame a fette.
L'ottavo giorno aggiunge un pezzo di parmigiano sottovuoto.
Il nono giorno ficca sotto il giubbotto anche un vasetto di olive sottolio e va alla cassa. Paga come gli altri giorni, ma appena passa davanti alla cassiera... UAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAUAU... scatta l'antitaccheggio fatto montare dal propietario la sera prima, a causa dei troppi furti.
Ora le domande:
1) Chi ha sbagliato, mio figlio o il proprietario del super?
2) Il problema quindi è mio figlio o il rilevatore dell'antitaccheggio, messo proprio lì vicino alla porta?
3) Cosa deve succedere a mio figlio, dopo che è scattato l'allarme?
4) Chi doveva educare mio figlio al rispetto della proprietà altrui? E quando? E dove? E come?
5) Cosa succede se nessuno mi avverte di quanto è successo, e non vengono presi altri provvedimenti verso mio figlio?
6) Cosa stava dimostrando mio figlio, mentre rubava quello che poteva grazie all'assenza di controlli?
E sono sicuro che potrei farne mille altre molto più intelligenti, ma sono le 2 di notte e sono un pò stanchino.
E' vero che esiste la responsabilità di entrambi gli automobilisti, ma la causa, l'innesco, resta l'autovelox messo lì.
No. Ancora una volta: il velox non innesca proprio un bel niente. Sta lì, fermo, zitto, visibile da km. Finiamola di dare colpe alla macchina. Quello che innesca l'incidente sono i due CAMPIONI che vanno troppo forte, la loro consapevolezza di essere in torto e la mancata distanza di sicurezza adeguata alle rispettive velocità.
Punto.
Se i limiti fossero più ragionevoli e gli autovelox non segnalati (...)
Gli autovelox erano tutti ben imboscati, almeno all'inizio. Nessun obbligo di segnalazione. E, siccome siamo italiani (il minuscolo è voluto) i Comuni facevano a gara a piazzarli a mò di trappola, in modo da usarli per ripianare le magre casse a spese degli automobilisti (soprattutto di passaggio).
Valanghe di ricorsi, fenomeno sociale, si giunge a un nuovo regolamento: piazzarli a modo? No. Garantire la congruità dei limiti che andavano a verificare e sanzionare? No. Obbligo di segnalazione e visibilità dell'apparato.
In questo modo il velox non serve più a nulla, a parte bastonare i pochi ignoranti che non sanno o non vogliono imbarcarsi in un ricorso e che pagheranno senza fiatare. Ci sono sanzioni in caso di irregolarità per il Comune? No. Quindi torniamo da capo a dodici, aggiungiamo solo casino e non risolviamo nulla. Capolavoro italiano...
In buona sostanza da cittadino mi impegno a rispettare i limiti però pretendo che tali limiti siano sensati, mi pare che sia il minimo in uno Stato di diritto.
Ma guarda che i limiti SONO sensati. Almeno fino a prova contraria.
E la prova non si ottiene violandoli sistematicamente come fanno tutti quei CAMPIONI che non hanno tempo da perdere con le regole fatte per i comuni mortali, ma andandone a chiedere conto e ragione presso gli uffici competenti, facendo valere le proprie considerazioin a riguardo e, se riconosciute giuste, chiedendo di modificarli.
Ma tutto questo costa tempo, fatica, competenza tecnica, documenti a supporto, e quindi nessuno lo fa.
E fanculo lo Stato di diritto...