<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> ANNI DUEMILA... ...CHE SCHIFO. | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

ANNI DUEMILA... ...CHE SCHIFO.

belpietro ha scritto:
Thegirin ha scritto:
Negli anni 70 80 e 90 c'è stato il terrorismo, ci sono stati i pietromaso, la strage di Capaci, le bande della Magliana, del Brenta, quelli del Circeo, la P38...io non credo che si stava meglio quando si stava peggio. E' che non ce ne ricordiamo più. Oggi possediamo più oggetti (cellulare, ricevitore TVSAT, computer ecc.) e interagiamo con modalità diverse (Facebook, messager..). forse abbiamo fatto il callo alla violenza, e reagiamo con indifferenza. Io preferisco vivere oggi, qui.

bravo.

c'erano anche l'inflazione sopra il 20%, la disoccupazione stabilmente a due cifre,

e, per ampliare gli orizzonti, c'era un quarto di mondo sotto il tallone sovietico, c'era l'apartheid in SA, c'era mezzo sud-america sotto dittature violente, c'erano gli esperimenti nucleari in atmosfera, c'erano i cartelli in svizzera "vietato l'ingresso agli italiani"...

Tutto vero, sono del 1964 e queste cose le ho viste. ma la società era diversa. era più ''tosta'', i genitori ( almeno i miei ) più quadrati, c'era molta più solidarietà etc. etc.
 
capnord ha scritto:
E soprattutto nessuno di sognava di comprare la roba a rate. allora era una vergogna.

affermazione un tantino azzardata.

la motorizzazione di massa, e l'accesso agli elettrodomestici, già dai primi anni '60 hanno dato la stura al diffuso credito al consumo.
che allora era meno endemico e limitato dal costo (e dagli oneri) delle cambiali, ma comunque era già diffusissimo.
 
belpietro ha scritto:
capnord ha scritto:
E soprattutto nessuno di sognava di comprare la roba a rate. allora era una vergogna.

affermazione un tantino azzardata.
la motorizzazione di massa, e l'accesso agli elettrodomestici, già dai primi anni '60 hanno dato la stura al diffuso credito al consumo.
che allora era meno endemico e limitato dal costo (e dagli oneri) delle cambiali, ma comunque era già diffusissimo.

La tua è invece un pò generica. Confermo che anche dalle mie parti, comprare le cose a rate era una vergogna. Chi aveva cambiali da pagare ( che non fosse stato imprenditore, naturalmente....) era additato come fosse la peste, altro che "meno endemico".
Direi anche che nei primi anni 60, al di fuori delle grandi città, c'era ben poco da comprare, rate o no. Quando c'era la macchina, la TV e il frigo, il grosso era già ben che fatto.
Io ho un anno meno di capnord ma mi ricordo benissimo di mia madre che vendeva 2 tacchini alla volta, per comprare quaderni e penne a mia sorella.
 
Grattaballe ha scritto:
belpietro ha scritto:
capnord ha scritto:
E soprattutto nessuno di sognava di comprare la roba a rate. allora era una vergogna.

affermazione un tantino azzardata.
la motorizzazione di massa, e l'accesso agli elettrodomestici, già dai primi anni '60 hanno dato la stura al diffuso credito al consumo.
che allora era meno endemico e limitato dal costo (e dagli oneri) delle cambiali, ma comunque era già diffusissimo.

La tua è invece un pò generica. Confermo che anche dalle mie parti, comprare le cose a rate era una vergogna. Chi aveva cambiali da pagare ( che non fosse stato imprenditore, naturalmente....) era additato come fosse la peste, altro che "meno endemico".
Direi anche che nei primi anni 60, al di fuori delle grandi città, c'era ben poco da comprare, rate o no. Quando c'era la macchina, la TV e il frigo, il grosso era già ben che fatto.
Io ho un anno meno di capnord ma mi ricordo benissimo di mia madre che vendeva 2 tacchini alla volta, per comprare quaderni e penne a mia sorella.

l'occhiometro non va mai bene per stimare un fenomeno di massa.

anche a casa mia le rate erano sconosciute; resta il fatto che proprio negli anni '60 nascono le società di finanziamento al consumo (Compass, per esempio, o per le auto la finanziaria SAVA di FIAT che esisteva già ma è esplosa)
tutte cose su cui ci sono dei libri.
 
E' incredibile come in 30 anni il consumismo abbia preso il sopravvento, non riesco ancora a capacitarmi di come ciò possa essere accaduto.

qualcuno se ne era accorto già quasi quaranta anni fa:

http://www.youtube.com/watch?v=h_rRbWGkTqM&feature=related

e anche del ruolo e del potere della televisione, con parole profetiche.

E' incredibile pensare anche come, attualmente, in Italia NON esista più alcun intellettuale degno di questo nome: o almeno uno che abbia visibilità mediatica, il che nella società dell'immagine equivale, purtroppo, a esistere.
 
belpietro ha scritto:
Grattaballe ha scritto:
belpietro ha scritto:
capnord ha scritto:
E soprattutto nessuno di sognava di comprare la roba a rate. allora era una vergogna.

affermazione un tantino azzardata.
la motorizzazione di massa, e l'accesso agli elettrodomestici, già dai primi anni '60 hanno dato la stura al diffuso credito al consumo.
che allora era meno endemico e limitato dal costo (e dagli oneri) delle cambiali, ma comunque era già diffusissimo.

La tua è invece un pò generica. Confermo che anche dalle mie parti, comprare le cose a rate era una vergogna. Chi aveva cambiali da pagare ( che non fosse stato imprenditore, naturalmente....) era additato come fosse la peste, altro che "meno endemico".
Direi anche che nei primi anni 60, al di fuori delle grandi città, c'era ben poco da comprare, rate o no. Quando c'era la macchina, la TV e il frigo, il grosso era già ben che fatto.
Io ho un anno meno di capnord ma mi ricordo benissimo di mia madre che vendeva 2 tacchini alla volta, per comprare quaderni e penne a mia sorella.

l'occhiometro non va mai bene per stimare un fenomeno di massa.

anche a casa mia le rate erano sconosciute; resta il fatto che proprio negli anni '60 nascono le società di finanziamento al consumo (Compass, per esempio, o per le auto la finanziaria SAVA di FIAT che esisteva già ma è esplosa)
tutte cose su cui ci sono dei libri.

D'accordo...quando però gli occhi cominciano a essere tanti..... :rolleyes:

Comunque tra "nascono le società di finanziamento al consumo" e l'esplosione dello stesso ci sta un bel periodo di tempo. Tralaltro, il nostro attuale tasso di utilizzo del credito al consumo è ancora parecchio basso, rispetto agli USA o a qualche paese del nordEuropa. Per me è già troppo elevato...ma tant'è...
 
belpietro ha scritto:
Grattaballe ha scritto:
belpietro ha scritto:
capnord ha scritto:
E soprattutto nessuno di sognava di comprare la roba a rate. allora era una vergogna.

affermazione un tantino azzardata.
la motorizzazione di massa, e l'accesso agli elettrodomestici, già dai primi anni '60 hanno dato la stura al diffuso credito al consumo.
che allora era meno endemico e limitato dal costo (e dagli oneri) delle cambiali, ma comunque era già diffusissimo.

La tua è invece un pò generica. Confermo che anche dalle mie parti, comprare le cose a rate era una vergogna. Chi aveva cambiali da pagare ( che non fosse stato imprenditore, naturalmente....) era additato come fosse la peste, altro che "meno endemico".
Direi anche che nei primi anni 60, al di fuori delle grandi città, c'era ben poco da comprare, rate o no. Quando c'era la macchina, la TV e il frigo, il grosso era già ben che fatto.
Io ho un anno meno di capnord ma mi ricordo benissimo di mia madre che vendeva 2 tacchini alla volta, per comprare quaderni e penne a mia sorella.

l'occhiometro non va mai bene per stimare un fenomeno di massa.

anche a casa mia le rate erano sconosciute; resta il fatto che proprio negli anni '60 nascono le società di finanziamento al consumo (Compass, per esempio, o per le auto la finanziaria SAVA di FIAT che esisteva già ma è esplosa)
tutte cose su cui ci sono dei libri.

probabilmente nei grandi centri era più diffuso, dove sono io la città più grande allora era di 80.000 abitanti e le rate non si sapeva cosa fossero, se si aveva i soldi si comprava se no nisba. oggi siamo arrivati al punto ( fino a 2 anni fà, prima dell'esplosione della crisi) che anche qui alcuni centri commerciali se paghi contanti preferiscono non venderti la roba, ti obbligano a prendere il finanziamento e parlando con un bancario ho capito anche perchè: a fine hanno la banca gli dà un ristorno se superano un certo importo.
Roba dell'altro mondo!!!!
 
non so come fosse il mondo..o almeno l'italia 30 anni fa o più indietro..lo so dal ricordo e dai racconti dei miei...

non credo che il mondo di ieri fosse tanto migliore di quello di oggi...rischio di guerra atomica..terrorismo..inflazione galoppante...botte da orbi nei cortei nelle fabbriche ecc ecc...stazioni che saltano in aria...mafie che sparano in mezzo alla strada...sequestri...povertà in certe zone d'italia oggi manco pensabile...terremoti come in irpinia e dopo 3 giorni ancora manco si sapeva cosa era successo ecc ecc..

oggi c'è una degenerazione di valori e di punti fermi ( come il lavoro fisso ) su cui si è basta la nostra civiltà...e fin qui sono d'accordo..che c'entri il consumismo esasperato che sta implodendo sotto la scure della crisi sono d'accordo pure su questo..che pagheranno le categorie + povere idem con patate..

ogni periodo storico ha avuto i suoi ossi duri da rodere...

io sono felice di vivere in questa era...augurandomi x me e i miei figli che in giro ci sia meno melma e + meritocrazia...che l'europa ( quella vera e cristiana) si unisca sempre di più e torni a essere il fulcro del mondo occidentale...e magari che si riesca a essere qualcuno senza dover x forza apparire..
 
99octane ha scritto:
testerr ha scritto:
99octane ha scritto:
Ricordati che i bei tempi andati sono belli soprattutto perche' sono andati. Nel complesso, si sta tutti meglio, crisi o non crisi, guerre o non guerre, che comunque hanno arginato uno stillicidio di cinquant'anni di terrorismo incontrollato.

no caro mio; una volta finivi di studiare ed andavi a lavorare; oggi non è così. Questa generazione di giovani, come si suol dire, è la prima da 50 anni che sta peggio dei padri.

La disoccupazione c'e' sempre stata, e chi pensa che non sia cosi' e' perche' non si ricorda le recessioni degli anni 70...
E anche oggi di lavoro ce n'e' tanto, per chi ha voglia di lavorare.
Ma le generazioni di oggi, figlie di una generazione che ha avuto la pappa pronta senza dover fare il minimo sforzo, sono ancora piu' rammollite.

Non entro nel merito del discorso Macro-economico.

Al livello Micro-economico, anzi, familiare, dico solo che mio padre nel 1977 appena assunto all'IRI, guadagnava 260mila lire al mese lavorando 8 ore al giorno con ritmi "tranquilli".
Facendo i conti, ed attualizzando lo stipendio, viene circa 3.000 Euro al mese (contratto da neolaureato).
Ora, l'IRI non c'è più (per fortuna o purtroppo non sta a me dirlo), tuttavia, il contratto (a tempo indeterminato) da 3.000 euro al mese oggi non te lo fa più nessuno (a meno che uno non entri alla NASA o altro...).

Mia madre, insegnante, guadagnava 120 mila lire (sempre negli anni '70), lavorando 5 ore al giorno.
Stipendio ampiamente sufficiente per sopravvivere all'epoca.
Ora, una insegnante guadagna 1.000 euro al mese, contratto determinato, e lavora 8 ore al giorno (in media).

E c'è chi sta peggio!

Io, ad esempio.

Oggi.

:rolleyes:
 
FedeSiena ha scritto:
99octane ha scritto:
testerr ha scritto:
99octane ha scritto:
Ricordati che i bei tempi andati sono belli soprattutto perche' sono andati. Nel complesso, si sta tutti meglio, crisi o non crisi, guerre o non guerre, che comunque hanno arginato uno stillicidio di cinquant'anni di terrorismo incontrollato.

no caro mio; una volta finivi di studiare ed andavi a lavorare; oggi non è così. Questa generazione di giovani, come si suol dire, è la prima da 50 anni che sta peggio dei padri.

La disoccupazione c'e' sempre stata, e chi pensa che non sia cosi' e' perche' non si ricorda le recessioni degli anni 70...
E anche oggi di lavoro ce n'e' tanto, per chi ha voglia di lavorare.
Ma le generazioni di oggi, figlie di una generazione che ha avuto la pappa pronta senza dover fare il minimo sforzo, sono ancora piu' rammollite.

Non entro nel merito del discorso Macro-economico.

Al livello Micro-economico, anzi, familiare, dico solo che mio padre nel 1977 appena assunto all'IRI, guadagnava 260mila lire al mese lavorando 8 ore al giorno con ritmi "tranquilli".
Facendo i conti, ed attualizzando lo stipendio, viene circa 3.000 Euro al mese (contratto da neolaureato).
Ora, l'IRI non c'è più (per fortuna o purtroppo non sta a me dirlo), tuttavia, il contratto (a tempo indeterminato) da 3.000 euro al mese oggi non te lo fa più nessuno (a meno che uno non entri alla NASA o altro...).

Mia madre, insegnante, guadagnava 120 mila lire (sempre negli anni '70), lavorando 5 ore al giorno.
Stipendio ampiamente sufficiente per sopravvivere all'epoca.
Ora, una insegnante guadagna 1.000 euro al mese, contratto determinato, e lavora 8 ore al giorno (in media).

E c'è chi sta peggio!

Io, ad esempio.

Oggi.

:rolleyes:

c'è gente che non lo capisce, ma se non hai alle spalle una famiglia con delle possibilità, oggi non puoi costruire nulla nemmeno se lavori.. non se cazzeggi, se lavori!!!!!!
poi se hai avuto la malsana idea di studiare hai solo perso tempo e denaro..
anche i discorsi sull'occupazione lasciano i tempo che trovano, perchè oggi un lavoro non ti garantisce nulla.. men che meno l'indipendenza
 
moogpsycho ha scritto:
c'è gente che non lo capisce, ma se non hai alle spalle una famiglia con delle possibilità, oggi non puoi costruire nulla nemmeno se lavori.. non se cazzeggi, se lavori!!!!!!
poi se hai avuto la malsana idea di studiare hai solo perso tempo e denaro..
anche i discorsi sull'occupazione lasciano i tempo che trovano, perchè oggi un lavoro non ti garantisce nulla.. men che meno l'indipendenza
W l'apprendistato. C'è gente che lavorerà una vita e ci creperà, di apprendistato. E con 800 euro/mese si va poco in la.
 
W l'apprendistato. C'è gente che lavorerà una vita e ci creperà, di apprendistato. E con 800 euro/mese si va poco in la. [/quote]

Ho conosciuto una ragazza/collega che "lavora" presso un famoso studio di architettura di Bologna. Le ho chiesto che carriera stesse facendo (vergognandomi quasi del mio impiego a tempo indeterminato in uno studio di provincia) ed ella mi ha risposto stizzita: "sto facendo curriculum!". E' del 1973. Aveva una rabbia addosso che ho quasi avuto paura, figuriamoci il rapporto di "lavoro" tra i vari "collaboratori" dello studio come può essere sereno, come collaborano tra di loro, come si vogliono bene! :?

Io pure sto facendo apprendistato, nel mio piccolo credo di avere + prospettive di queste anime perse. Guardo sempre, però, alla possibilità di accedere all' élite professionale... ...ma se queste sono le condizioni... :cry:
 
poi se hai avuto la malsana idea di studiare hai solo perso tempo e denaro..

Beh, questo no.
La cultura arricchisce e forma una persona a prescindere, l'esperienza di vita anche.
Chi non ha studiato dice che studiare non serve, così come chi ha il modello vecchio di un'auto dice che il modello nuovo è peggio.
Diciamo che se uno vuole capitalizzare economicamente al 100% gli studi... ...sono amarezze e rospi da buttar giù a non finire, ma la cultura è un'altra cosa.
Poi se uno si abbrutisce e non viaggia, non legge, non va alle mostre... ...questo può essere una conseguenza del sentirsi falliti... ...ma la tua struttura ti consente di risorgere, sempre e comunque da quest'inedia maledetta, se solo ve ne sono le condizioni per poterlo fare.
Adesso ce ne sono molto ma molto poche. :x
 
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