Un'Alfa o l'ennesima Alfiat?
Come molti sanno uno dei motivi per cui l?amministratore delegato di Fiat ha voluto fortemente l?alleanza con Chrysler è la possibilità di condivisione di pianali, motori e cambi così da poter avere elevate economie di scala. A livello contabile questo tipo di scelta è sicuramente premiante, ma una condivisione spinta provoca un depauperamento delle peculiarità dei marchi come è avvenuto con Alfa dopo l?acquisizione del 1986 da parte di Fiat.
In quegli anni si assistette all?estremizzazione della condivisione di componenti con il risultato che le vendite di Alfa calarono vistosamente.
Dopo questo insuccesso il management capì cosa si dovesse fare, perciò si assistette ad un?inversione di rotta in modo da dare ad Alfa Romeo una certa caratterizzazione.
Nacquero così 156 e 147 con sospensioni anteriori con un particolare quadrilatero alto e posteriori McPherson che permisero a queste due auto di essere il punto di riferimento in quanto a piacere di guida e tenuta di strada pur partendo dal pianale Fiat ?Tipo II?.
Tali auto devono essere viste come delle vere e proprie Alfa anche se alcuni alfisti ?talebani? non le considera tali per la mancanza della trazione posteriore o di impostazioni meccaniche come la disposizione transaxle o i freni on-board sebbene siano ritenute anacronistiche per questi segmenti.
Confortati dal grande successo la strategia di Fiat fu quello di spingere ulteriormente Alfa verso una ulteriore diversificazione. L?obiettivo era quello di far diventare Alfa Romeo un marchio ?premium? al livello dei tedeschi, ma la volontà di insistere con la trazione anteriore pur raggiungendo dimensioni ragguardevoli per un segmento D dell?epoca (di fatto un altro segmento rispetto a 156), la mancanza di un V6 diesel e la volontà di ridurre al massimo il costo dell?auto (molti componenti previsti in alluminio furono realizzati successivamente in acciaio per ridurre i costi) tarparono le ali alla bella 159.
Bisogna però anche ricordare che quest?auto nacque anche in una situazione particolarmente critica per tutto il gruppo Fiat dato che la situazione finanziaria era molto critica, in più l?alleato nel progetto (la svedese Saab) si tirò indietro nella progettazione del pianale ?Premium? (doveva realizzare sulla medesima base la Saab 9-5). Inoltre Fiat non volle sviluppare altre autovetture dal medesimo pianale, sebbene la concept-car Kamal riscosse un notevole successo al salone di Ginevra del 2003. Questo Suv avrebbe sicuramente permesso di aumentare i volumi produttivi realizzando importanti economie di scala se solo fosse arrivata in produzione (avrebbe nticipato di molto Audi Q5 e sarebbe arrivata subito dopo la Bmw X3).
Ora, probabilmente, il ?ciclo? è ricominciato con la standardizzazione spinta iniziata con Giulietta, anche se, almeno, è la prima del gruppo ad adottare il pianale C-Evo, così da sembrare unica (per il momento).
Eppure l?insegnamento 156-147 avrebbe dovuto far comprendere come i clienti vogliano il difficile connubbio tra un costo adeguato e una certa diversificazione che comporti un aumento del piacere di guida. Inoltre, come appunto hanno dimostrato il successo di 147 e 156, la trazione posteriore non risulta essere un plus se le dimensioni e il posizionamento di un?auto non sono adeguate.
Ci sono perciò ora due strade che Fiat potrebbe prendere: una Giulia compatta vera erede di 156 a trazione anteriore ricavata da Giulietta (di fatto un segmento C berlina) o una Giulia a trazione posteriore decisamente più grande e di un segmento superiore. La prima sarebbe perfetta per il mercato europeo ma difficilmente incontrerebbe i gusti degli americani, mentre la seconda potrebbe vendere di più negli Stati Uniti ma meno bene nel mercato del Vecchio Continente essendo decisamente più ampia e costosa dell?altra oltre al fatto che non c?è al momento un pianale nel gruppo Fiat-Chrysler sul quale si possa realizzare queste berlina di 4,7 metri.
Personalmente sceglierei entrambe le soluzioni, ma non contemporaneamente ma consequenziali.
Siccome la concorrenza tedesca si sta lanciando sulle berline di ?segmento C? (come dimostrato dalla concept A3 berlina presentata al Salone di Ginevra di quest?anno) Alfa Romeo potrebbe arrivare tra i primi andando a intercettare quei clienti che non sono scesi da 156 per salire sulla più grande 159. Inoltre dato che al momento non vi è al momento un pianale a trazione posteriore che possa dare i natali ad un?eventuale Giulia a trazione posteriore sui 4,7 metri opterei per una Giulia derivata da Giulietta e quindi compatta a trazione posteriore.
Così facendo si arriverebbe velocemente sul mercato senza allungare ulteriormente la vita della sfortunata 159 visto che la progettazione di un pianale ad hoc sarebbe onerosa e le tempistiche decisamente lunghe. Inoltre vi sarebbe la possibilità di coprire tale ?mancanza? con una berlina di segmento E Alfa Romeo sui 4,9 metri partendo dalla piattaforma della nuova Chrysler 300C.
In realtà tale auto sarebbe già in sviluppo, infatti Maserati sta lavorando alacremente per una sua berlina derivata dalla piattaforma americana LY modificata così da avere una berlina del segmento E da posizionare al di sotto della prossima Quattroporte.
Mi hanno assicurato che questa ?baby Maserati? sarà molto bella, ma ritengo che questo progetto comporterebbe l? ?abbassamento? nel posizionamento del Tridente e, di conseguenza, anche della Casa di Arese limitata di fatto al segmento C berlina. In più la mancanza di una rete di vendita e di assistenza capillare (cosa molto importante per un segmento E) e l?assenza di una versione station wagon (possibile, invece, per Alfa) non permetterebbe di ottenere il massimo dei ricavi. Un?ammiraglia Alfa e magari anche un Suv Alfa potrebbe dare forza e vitalità al marchio così come succede in Bmw, in Audi e in Mercedes.
Tratto da
http://www.automotivespace.it/fiat/unalfa-o-lennesima-alfiat/#more-3424
Enzo Ceroni - Hainz
http://www.automotivespace.it/
http://groups.google.it/group/hainz?hl=it