Pensare che, come per magia, Giulia e Stelvio diventassero in Italia le best seller dei loro segmenti, scalzando la concorrenza diretta, è pura illusione.
Soprattutto in un mercato, come quello italiano, formato da potenziali clienti che difficilmente, sulla fiducia o per "patriottismo", seglieranno un prodotto italiano, anche se di buona qualità e tecnologicamente evoluto, per di più appartenente ad un marchio storico e universalmente conosciuto, nonostante le alterne vicende, fatte di cadute nella polvere e rinascite.
Noi non siamo come i tedeschi: loro, 40 anni fa, capito che con la Golf I la VW si salvava, in massa l' hanno comprata e basta.
Il loro ragionamento è semplice: se compro VW alla fine faccio gli interessi dell' economia del mio paese, più forte diventa e meglio è per me.
Erano altri tempi certo, ma i caratteri nazionali permangono, trasversalmente alle vicende politiche ed economiche, anzi ne vengono da questi influenzate.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, sappiamo bene chi comanda in Europa.
Noi invece, non siamo mai stati compatti, abbiamo lo "scusario" infinito per non comprare: dall' approccio storico-tecnologico "è Alfa ma sotto sotto è una Fiat e poi non ha i full led", pseudo-patriottico "tanto FCA non è più italiana", economico "ma io con i miei soldi voglio andare sul sicuro", per arrivare a quelli personali stile " l' AD mi sta sulle @@" e amenità similari, la fantasia nostrana non manca.
Noto poi che non vedo Giulia in mano a chi si sposta per lavoro e percorre tanti km (come il sottoscritto), e necessita di comfort e immagine, che trova invece in Audi, BMW e MB, scelta che la maggioranza trova praticamente obbligata, neanche ci pensa, a Giulia (o Stelvio).
Tra ieri e oggi, in autostrada e statali (600 km percorsi) ho incrociato pure una Tesla, due Ferrari, varie Jaguar.
Una Stelvio, Giulia non pervenuta.
Fate vobis.