Prima ho tessuto le lodi della bellezza degli interni sottolineando l?originalità della plancia; ora mi addentro di nuovo in un argomento spinoso: la linea della carrozzeria.
Di nuovo, perché in precedenza sono più volte tornato sull?argomento, suscitando reazioni e polemiche.
Cosa si può salvare? E? questo il punto. Poco, a parere mio ma non solo.
Certo, si potrebbe lavorare sui dettagli, come suggerito da altri partecipanti del forum: cambiare, anche drasticamente, il disegno dei fari, riducendone sicuramente la superficie; togliere o abbassare la nervatura della fiancata; modificare le maniglie, rendendole più vicine alla tradizione, come intuì felicemente De Silva con la 156. Si potrebbe intervenire sugli specchietti retrovisori, aggiungo io, conferendone una forma più affilata ? o bombata - e applicandoli, per esempio, direttamente sulla lamiera della portiera, come sulla 4C, magari un po? più in alto rispetto a quest?ultima. Così si ricreerebbe anche un minimo di family feeling con la piccola sportiva di Arese, riducendo tra l?altro i fruscii aerodinamici, motivo principale per cui tale posizionamento è stato concepito.
Ma tutti questi interventi non basterebbero a togliere un?impressione di dejavù.
Sono le proporzioni che fastidiosamente richiamano la BMW serie 3 e almeno altre due o tre altre automobili attualmente in circolazione. E per ovviare a tale sensazione di già visto, a questo punto sarebbe necessario riprendere in mano tutto il progetto. Naturalmente è una soluzione impraticabile, visto che le linee di produzione sono, io credo, ormai quasi pronte.
Quindi? Prevedendo un flop ? io spero di no, naturalmente - serve metter giù fin da subito un piano di riserva, pensare a un?operazione di salvataggio, a un cambio di direzione per quanto riguarda offerta di modelli e strategia di marketing.
A proposito di quest?ultimo aspetto, fino ad ora è apparsa evidente un?ingenuità di fondo e, soprattutto, una mancanza di umiltà da parte dell?ideatore di tutta questa operazione.
E? pura follia affrontare in campo aperto i tedeschi vantando una superiorità qualitativa che, fino ad ora, si è espressa solo a parole.
Solo i fatti contano. Cioè le vendite. E la gente compra guardando all?eleganza, al comfort, all?affidabilità, al prezzo, all?economicità di esercizio. E toccando prima con mano il prodotto.
Non di certo ci si può basare in questa scelta su un record di percorrenza sul giro di un bolide con più di cinquecento cavalli.
In vista di una disfatta, che io ? ripeto - non auspico, unica speranza sarebbe puntare su una versione station.
Perché? Innanzitutto è la sola possibilità a questo punto per poter intervenire in modo marcato su una linea che stilisticamente fa acqua da tutte le parti.
Il posteriore innanzitutto ne trarrebbe vantaggio, risultando più filante e meno pesante: ora la berlina, vista di tre quarti, nel taglio delle portiere e nel raccordo tra i vetri posteriori e la coda, addirittura richiama a tratti la Seat Toledo seconda serie, vettura di ormai un ventennio fa, che non eccelleva nemmeno allora in bellezza.
Il frontale poi andrebbe maggiormente armonizzato col corpo vettura: ora vi sembra appiccicato letteralmente e dà l?impressione di non avere nulla a che spartire col resto della linea. Questa impressione viene accentuata, se non bastasse, dall?avanzata posizione delle ruote anteriori, che schiacciano visivamente il muso, appiattendolo verticalmente. Basterebbe allungare quest?ultimo anche di pochi centimetri in avanti, raffinandolo al contempo, creando magari un trilobo meno vistoso e assottigliando le luci. Io adoro i faretti tondi della 159?Ma questo è un mio gusto personale. E poi è una strada che è già stata percorsa.
Infine si potrebbero operare tutti quegli accorgimenti di cui ho parlato prima e che sono alla portata: fanali, specchietti, nervature, anche cerchioni, se serve.
Si vende un?automobile quando è bella. Enzo Ferrari lo afferma, non io. L?uomo col maglione, ora presidente del Cavallino non di certo per amore della storia di questo marchio, pare non abbia imparato nulla dal suo fondatore. Forse l?uomo col maglione ritiene che non abbia bisogno di imparare da nessuno.