Adesso Piace anche alle riviste tedesche :shock: INCREDIBILE! :shock:
http://www.automobilismo.it/edisport/automobilismo/AutoR2.nsf/gd/Alfa-159-1750-TBi--piace-anche-ai-tedeschi-1-Introduzione
due nuovi motori Alfa, il nuovo quattro cilindri a inizione diretta di benzina turbo 1750 TBi e il 2.0 JTDm 16V DPF raccolgono consensi non solo in Italia. Nella prova della 159 TBi (Leggi qui), rimarcammo come il modello non fosse certo avaro di emozioni.
?E? potente e altrettanto fluido nell?erogazione, ben si accoppia alle conosciute e apprezzate qualità dinamiche, in termini di handling, maneggevolezza e precisione negli inserimenti, della berlina Alfa.?
Unici punti deboli, il peso e il consumi, soprattutto in città.
Ora, anche dall?estero, arrivano le prime conferme della bontà del nuovo quattro cilindri turbo italiano. Autozeitung e AutoMotorundSport, le due più autorevoli riviste tedesche del settore, sottolineano entrambe il notevole passo in avanti rispetto al 2.2 JTS da 185 cavalli
AutoMotorundSport approva il fatto che la Casa italiana prosegui con l?intelligente ridimensionamento delle cubature (downsizing). Su strada sono solo lodi: ottima trazione, potenza elevata, un motore estremamente sensibile ai comandi del pedale del gas sono solo alcuni degli aspetti che hanno convinto i tester tedeschi. Una reattività garantita anche dalla robusta coppia massima di 320 Nm disponibile già da 1.400 giri/min. Non solo, la 159 è maneggevole, poco sensibile ai trasferimenti di carico e sicura in ogni circostanza. Anche il confort è adeguato al tipo di vettura. Permangono solo alcuni dubbi sulla qualità costruttiva e sulle finiture interne del modello.
Convince meno il nuovo 2,0 litri JTDm da 170 Cv. Infastidiscono soprattutto la rumorosità del rumore e le vibrazioni. Già al minimo non si ha alcun dubbio, scrive il tester tedesco di trovarsi a bordo di una vettura turbodiesel. Insomma, permangono più margini di miglioramento. Su strada poi il motore si contraddistingue per una certa ruvidità di funzionamento agli alti regimi e se il nuovo 1750 TBi convince sotto tutti gli aspetti, l'evoluzione del precedente 1.9 JTDm delude un po' le aspettative
Il 2.0 JTDM da 170 CV (Euro 5) costituisce la naturale evoluzione del 1.9 JTDM sia dal punto di vista delle prestazioni (con un incremento di coppia e di potenza), sia da quello delle emissioni, soddisfacendo i limiti della direttiva Euro 5 e raggiungendo valori di emissioni di CO2 (nel ciclo combinato) compresi fra un minimo di 136 g/km e un massimo di 142 g/km a seconda delle applicazioni.
In dettaglio, l?incremento di cilindrata è stato ottenuto aumentando l?alesaggio da 82 mm a 83 mm: questa soluzione, unita a un nuovo turbo a geometria variabile, consente a questo motore di posizionarsi ai vertici del mercato. Il tutto a fronte di una riduzione dei consumi: per esempio, l?Alfa 159 berlina nel ciclo combinato fa registrare 5,4 litri/100 km. Inoltre, il rapporto di compressione è sceso da 17,5:1 a 16,5:1 (in questo modo è stato possibile ottenere una consistente diminuzione degli NOx) mentre, rispetto al 1.9 JTDM, l?inedito propulsore utilizza un nuovo tipo di candelette ?low voltage? che permettono avviamenti con tempi di preriscaldamento minimi. Non ultimo, il rispetto dei limiti di emissione Euro 5 è garantito dall?utilizzo di un DPF di tipo close-coupled (CCDPF) e da un sistema di ricircolo dei gas di scarico (EGR) evoluto, nel quale tutti i sottocomponenti sono raggruppati in un unico elemento (modulo EGR) di dimensioni ridotte.
Infine, sull?Alfa 159, è disponibile un pacchetto di contenuti specifici (pneumatici verdi, rapporti del cambio modificati, eccetera)grazie al quale sono stati ulteriormente ridotti i consumi di carburante e l?emissione di anidride carbonica senza penalizzare il piacere di guida e la sportività sia sul motore 2.0 JTDM da 170 CV sia sul motore 1.9 JTDM da 120 CV. I valori ottenuti (rispettivamente 136 g/km e 138 g/km sulla versione Alfa 159 berlina) permettono di cogliere anche benefici fiscali nei principali mercati Europei con tassazione basata sulle emissioni di CO2 (ad esempio in Francia, Belgio, Olanda e Regno Unito).