Ho bisogno di un aiuto/parere.
Ad inizio agosto ho firmato un contratto di acquisto di una nuova 500X in un concessionario Fiat di Roma, versando 1400€ di caparra, con consegna prevista a fine settembre.
L'uscita della nuova versione è cosa che mi ha seccato non poco: ritengo fosse stato dovere almeno morale del venditore avvisarmi già ad agosto dell'imminente restyling, ed ho quindi deciso di disdire. Sono andato dal venditore che (abbastanza seccato) mi ha detto di non preoccuparmi, di comunicare via email la mia rinuncia alla consegna e che avrebbe operato per farmi rimborsare la caparra.
Una volta inviata l' email con la mia scelta di recesso, ora l'amministrazione del concessionario non mi vuole rimborsare la caparra, dicendo che sono venuto io meno al contratto e che non ha nessun obbligo verso di me. Al max un occhio di riguardo su un futuro acquisto.
A questo punto, pur di non perdere la caparra penso di accontentarmi della vecchia versione: ho quindi scritto di nuovo al concessionario dicendo che ci ho ri-ripensato, che voglio la vettura da me ordinata, che ho in mano il contratto di acquisto da loro timbrato e firmato, e che mi aspetto che lo onorino, ma mi rispondono che oramai dopo la mia email hanno "liberato" la vettura.
Mi sento "cornuto e mazziato": ho mandato l'email solo pensando di recuperare la caparra, invece perdo auto e caparra.
E' possibile, visto il loro comportamento "da contratto e codice civile", sostenere che il contratto cartaceo ha un valore superiore ad una semplice email che tra l'altro mi sembra non abbia neanche valore legale?
Grazie per qualunque parere
Giuseppe
Ad inizio agosto ho firmato un contratto di acquisto di una nuova 500X in un concessionario Fiat di Roma, versando 1400€ di caparra, con consegna prevista a fine settembre.
L'uscita della nuova versione è cosa che mi ha seccato non poco: ritengo fosse stato dovere almeno morale del venditore avvisarmi già ad agosto dell'imminente restyling, ed ho quindi deciso di disdire. Sono andato dal venditore che (abbastanza seccato) mi ha detto di non preoccuparmi, di comunicare via email la mia rinuncia alla consegna e che avrebbe operato per farmi rimborsare la caparra.
Una volta inviata l' email con la mia scelta di recesso, ora l'amministrazione del concessionario non mi vuole rimborsare la caparra, dicendo che sono venuto io meno al contratto e che non ha nessun obbligo verso di me. Al max un occhio di riguardo su un futuro acquisto.
A questo punto, pur di non perdere la caparra penso di accontentarmi della vecchia versione: ho quindi scritto di nuovo al concessionario dicendo che ci ho ri-ripensato, che voglio la vettura da me ordinata, che ho in mano il contratto di acquisto da loro timbrato e firmato, e che mi aspetto che lo onorino, ma mi rispondono che oramai dopo la mia email hanno "liberato" la vettura.
Mi sento "cornuto e mazziato": ho mandato l'email solo pensando di recuperare la caparra, invece perdo auto e caparra.
E' possibile, visto il loro comportamento "da contratto e codice civile", sostenere che il contratto cartaceo ha un valore superiore ad una semplice email che tra l'altro mi sembra non abbia neanche valore legale?
Grazie per qualunque parere
Giuseppe