Tra l’altro io ho la sensazione che il tempo mi passi sempre più veloce, più avanti vado con gli anni e più velocemente passa.
E' normalissimo, succede a tutti con l'avanzare dell'età. Anch'io, che non mi sento affatto anziano, noto che ogni anno che passa va via sempre più velocemente rispetto al precedente. Per dire, mi sembra ieri quando a gennaio abbiamo prenotato per le vacanze estive, e ora le vacanze sono già finite da un pezzo
A quanto ho letto, ci sono almeno 4 teorie/spiegazioni per questo fenomeno:
(il testo che segue non è farina del mio sacco, è frutto di un copia e incolla)
1. La teoria della proporzione
Questa è una delle spiegazioni più semplici e intuitive. Un anno, per un bambino di 10 anni, rappresenta un decimo (1/10) della sua intera vita. È un intervallo di tempo enorme, pieno di scoperte, crescita e novità. Per una persona di 50 anni, invece, un anno è solo un cinquantesimo (1/50) della sua esistenza, una frazione molto più piccola. Man mano che invecchiamo, ogni anno che passa diventa una percentuale sempre più ridotta della nostra vita totale, e per questo motivo ci sembra che scivoli via più in fretta.
2. L'effetto della routine e della novità
Da bambini e adolescenti, ogni giorno è spesso pieno di prime volte: la prima gita scolastica, il primo esame, la prima cotta, imparare a guidare. Queste esperienze nuove e significative vengono elaborate dal cervello con grande attenzione, creando ricordi ricchi di dettagli e rendendo il tempo più "denso" e memorabile.
Con l'avanzare dell'età, la vita tende a diventare più routinaria. Il lavoro, le responsabilità e le abitudini si stabilizzano. Quando si ripetono le stesse azioni, il cervello smette di registrarle in modo dettagliato, creando meno nuovi ricordi distinti. Un'estate in cui si fanno le stesse cose sembra passare in un lampo, mentre una vacanza piena di nuove esperienze sembra durare molto di più. Questo fenomeno si chiama anche "effetto vacanza" e spiega perché i periodi di forte novità ci sembrano più lunghi.
3. I cambiamenti nel cervello
Le neuroscienze offrono una spiegazione legata alla biologia del nostro cervello. Alcuni studi suggeriscono che con l'età i processi di elaborazione delle informazioni rallentano.
Un'altra teoria, proposta da Adrian Bejan della Duke University, suggerisce che la percezione del tempo sia legata alla velocità con cui il cervello processa le immagini. Da bambini, le reti neurali sono meno complesse e i segnali si spostano più rapidamente, permettendo di percepire più "immagini mentali" in un dato lasso di tempo. Con l'invecchiamento, queste reti diventano più complesse e il processo di elaborazione rallenta, facendoci percepire meno immagini e, di conseguenza, dando la sensazione che il tempo passi più velocemente.
4. La consapevolezza del tempo che passa
Infine, c'è un fattore psicologico e di maturità. Da giovani, il futuro sembra infinito. La nostra attenzione è proiettata in avanti, verso traguardi lontani e infinite possibilità. Man mano che invecchiamo, diventiamo più consapevoli della finitezza del tempo e della vita. Questa accresciuta consapevolezza può farci percepire il tempo non solo come un'entità che scorre, ma come qualcosa che si sta esaurendo, accentuando la sensazione della sua accelerazione.