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Secondo la stampa tedesca l'accordo tra General Motors e Magna è sempre più in bilico, nonostante quest'ultima sia convinta di poter raggiungere un'intesa definitiva per metà luglio. Ma ora emerge anche un problema di concorrenza sugli aiuti statali garantiti dal Governo di Berlino.
La Commissione Europea ha infatti chiesto ulteriori informazioni alla Germania sul sostegno promesso a Opel per la sua sopravvivenza. L'esecutivo europeo avrebbe seri dubbi sulla bontà dell'operazione, ma da Bruxelles spiegano di non avere in atto alcuno scontro con Berlino. Il "Financial Times Deutschland" ritiene che i dubbi dell'Unione Europea non riguardino tanto il prestito ponte da 1,5 miliardi di euro organizzato dal Governo e dai Land dove sorgono gli impianti Opel, quanto la garanzia sul debito (tre miliardi di euro) promessa a Opel dalla Cancelleria Merkel. "Stiamo ancora verificando se il prestito concesso a Opel è coerente con lo schema europeo sugli aiuti di Stato in tempo di crisi", si è limitato ad affermare il portavoce della Commissione Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, negando attriti con Berlino.
Intanto, i cinesi di Beijing automotive industry corporation (Baic) si starebbero muovendo e avrebbero pronta una nuova offerta per Opel da presentare nei prossimi giorni a General Motors e al Governo tedesco. Si tratterebbe di una proposta migliorativa in termini di riduzione della forza lavoro. Infine, ci si chiede come sia possibile che il fondo Ripplewood sia ancora in corsa per Opel. La sua sussidiaria belga RHJ International (che presenterebbe l'offerta) versa infatti in profondo rosso dopo aver raddoppiato le perdite annuali a un miliardo di euro.
La Commissione Europea ha infatti chiesto ulteriori informazioni alla Germania sul sostegno promesso a Opel per la sua sopravvivenza. L'esecutivo europeo avrebbe seri dubbi sulla bontà dell'operazione, ma da Bruxelles spiegano di non avere in atto alcuno scontro con Berlino. Il "Financial Times Deutschland" ritiene che i dubbi dell'Unione Europea non riguardino tanto il prestito ponte da 1,5 miliardi di euro organizzato dal Governo e dai Land dove sorgono gli impianti Opel, quanto la garanzia sul debito (tre miliardi di euro) promessa a Opel dalla Cancelleria Merkel. "Stiamo ancora verificando se il prestito concesso a Opel è coerente con lo schema europeo sugli aiuti di Stato in tempo di crisi", si è limitato ad affermare il portavoce della Commissione Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, negando attriti con Berlino.
Intanto, i cinesi di Beijing automotive industry corporation (Baic) si starebbero muovendo e avrebbero pronta una nuova offerta per Opel da presentare nei prossimi giorni a General Motors e al Governo tedesco. Si tratterebbe di una proposta migliorativa in termini di riduzione della forza lavoro. Infine, ci si chiede come sia possibile che il fondo Ripplewood sia ancora in corsa per Opel. La sua sussidiaria belga RHJ International (che presenterebbe l'offerta) versa infatti in profondo rosso dopo aver raddoppiato le perdite annuali a un miliardo di euro.