riporto per intero l'articolo posto in prima pagina del numero di luglio di 4ruote...
Per gli italiani l'Alfa è un po' come la Nazionale di calcio: siamo tutti commissari tecnici e tutti sapremmo quali modelli fanno al caso del Biscione, come e forse meglio di chi è chiamato a gestirlo. Là ci sono i tifosi, qui gli alfisti, ma la sostanza è quella. E, allora, ecco una bella svolta di cui discutere, perchè Alfa ha deciso di cambiare modulo di gioco. Anzi, ha deciso di cambiare addirittura campionato, come spiega il capo della marca, l'ingegnere tedesco Harald Wester, nell'intervista pubblicata a pag.82: non più una casa soltanto sportiva, che se la batta con le varie Audi, Bmw e Mercedes, ma qualcosa di più familiare, più solido, che cerchi di rubare clienti anche alla Volkswagen. Ancora sportiva, certo, ma non solo. In gergo di mercato automobilistico, si traduce in "segmento premium dei generalisti", ovvero quei costruttori che fanno auto per tutti, ma con quel qualcosina in più che consente di spuntare un prezzo un po' più alto. Comunque inferiore a quello delle premium vere e proprie, che sono poi le tedesche nominate sopra. La Giulietta è la prima auto di questo nuovo corso, studiata per strizzare più l'occhio ai "Golfisti" che ai possessori delle varie Audi A3 o Serie 1.
E' uno sviluppo clamoroso, che avviene in contemporanea con un altro snodo fondamentale nella vita centenaria dell'Alfa: l'abbandono dello stabilimento di Pomigliano d'Arco, una fabbrica imposta dalla politica a Giuseppe Luraghi, che ha riservato più croci che delizie. Ma è tutto il gruppo Fiat ad avere una logica sempre più globale e sempre meno italiana. E non solo: qualche giorno fa, Carlos Ghosn ha scandalizzato Parigi dicendo che oramai la "sua" Renault "non è più un costruttore francese".
Un paese, per quanto grande, non basta a tenere in piedi un marchio: non è più tempo di legami affettivi né di nazionalismo automobilistico. Si bada al sodo, anche a costo d'infrangere vecchi tabù. E Wester, attraverso Quattroruote, manda a dire agli alfisti che il Cuore sportivo non basta più a reggere il peso degli investimenti. Il suo ragionamento, in soldoni, è: meglio un'Alfa che strizza l'occhiolino alle famiglie, ma viva, di un'Alfa dura e pura, ma moribonda. Allegria!